Serie TV > Supernatural
Segui la storia  |       
Autore: Dreamer47    31/05/2023    1 recensioni
È il 2005.
Sam e Dean sono ancora all'oscuro dei piani di Azazel.
Le loro giornate sono intrise di mostri e di streghe, vogliono ancora trovare John ed uccidere l'assassino di Mary, quando una ragazza incontrata per caso entrerà a far parte della loro vita.
Hunters' legacies non è solamente la storia dei fratelli Winchester, ma anche quella di Abby Harrison, una giovane ragazza dal cuore spezzato e dal destino turbolento il cui unico scopo è la vendetta.
Insieme, riusciranno ad ottenere ciò che vogliono più di ogni altra cosa.
Genere: Erotico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: AU, Soulmate!AU, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Più stagioni
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Hunters' legacies
Capitolo 73


Passò una mano fra i suoi lunghi capelli rossicci e se li portò sulle spalle per bloccarli con un mollettone proprio sopra la nuca, lasciando che le lunghezze scivolassero sulla sua schiena, e tornò a muovere il cibo con la forchetta nel suo piatto ed a fingere di mangiare, dato che non fosse proprio dell'umore quella sera per cenare. 
Stava seduta a capotavola del tavolo ormai troppo piccolo per contenere tutti i membri di quella famiglia,  osservando distrattamente Mary ed Henry mangiare seduti proprio accanto alla sua destra e sorrise quando li udì giocare fra di loro, mentre Richard stava seduto sul seggiolone proprio Edward e Daniel, alla sua sinistra.
Abby sospirò tornando a giocare con il cibo nel suo piatto mentre pensava a come l'ultimo mese fosse stato fin troppo ostico, catapultando lei e la sua famiglia fra un tornado ed un altro.
Quel terribile periodo era iniziato con l'improvvisa morte di Jack, per cui nessuno di loro si sentisse pronto e che li scosse sin nel profondo, facendoli soffrire non poco; ma presto Sam aveva trovato una soluzione e Jack era tornato a respirare ed a riempire le loro giornate, facendoli sorridere per l'ingenuità che fin troppo spesso dimostrava.
Ma la magia usata da Sam richiedeva un caro prezzo e Jack non avrebbe potuto più usare i suoi poteri da Nephilim, altrimenti avrebbe bruciato la sua anima.
Nessuno capì come Castiel e Anael fossero riusciti a bloccare l'anima di Jack in Paradiso, e non ebbero il tempo di fare chiarezza su quella situazione che presto furono costretti a viaggiare fino a Kansas City, fronteggiando un importante attacco che Micheal stesse facendo alla città proprio la notte di Natale utilizzando gli ibridi che avesse creato con la sua Grazia. 
Spinta dal senso di colpa per aver aiutato l'arcangelo e avergli dato ciò che volesse di più al mondo, Abby non ci pensò due volte prima di affrontare senza alcuna paura Micheal. 
Ma proprio quando pensava di averlo in pugno, Micheal si fece nuovamente largo nel corpo di Dean e spezzò in due l'unica arma che sapevano sarebbe stato in grado di ferirlo davvero, la lancia di Kaia, prima di svanire nel nulla.
Le disperate ricerche di Micheal, la speranza che Dean fosse ancora vivo all'interno del suo corpo e la paura di non rivederlo più passarono per la mente dei ragazzi per la maggior parte del tempo in cui lo cercarono.
Erano tutti a pezzi, anche se cercavano di non darlo troppo a vedere.
Riuscirono a localizzare l'arcangelo e ad entrare nella sua mente in modo da costringere Dean ad espellerlo dal suo corpo; il maggiore riuscì a confinare Micheal in un angolo della sua mente dal quale non sarebbe più stato capace di uscire, a patto che Dean rimanesse concentrato nel tenerlo in gabbia per tutto il tempo. 
Abby aveva cominciato a notare come Dean non riuscisse più a dormire bene, a mangiare, a cacciare e soprattutto a stare con la sua famiglia: non riusciva più a stare insieme alla piccola Mary o ad interagire con Richard, perché perdeva spesso la pazienza dato il modo in cui Dean fosse provato in quel periodo.
Aveva persino difficoltà a relazionarsi con Abby, come quando si era avvicinato nel loro letto per stringerla durante la notte ed Abby aveva colmato la distanza fra di loro con un lungo bacio ed un sorriso. 
"Riesco a sentire quanto anche lui ti desideri: non posso farlo. Non finché continuerò ad avere Micheal rinchiuso nella mia mente". 
Abby lo aveva visto alzarsi dal letto con velocità ed andare via di corsa, lasciandola sola a pensare a come tutti gli sforzi che tutti stessero compiendo per aiutare Dean sembrassero alquanto inutili: non avevano trovato nessuna traccia, nessuna teoria su come poter controllare e far uscire Micheal dalla mente di Dean senza che lui scatenasse un'apocalisse. 
Lo sguardo di Edward che mal celava il suo modo indagatore di guardarla, si posò su di lei; l'uomo si portò la bottiglia di birra alle labbra e accennò un sorriso gentile verso Dan seduto al suo fianco, con il quale stesse vedendo una partita in TV, per ricordargli che quella sera fosse il suo turno di mettere i bambini a letto.
Edward era sempre stato bravo a leggere il volto di Abby, specialmente quando vi era qualcosa che lei cercasse di nascondere, riuscendo sempre a capirlo; la osservò muovere la sua forchetta sempre nello stesso punto e vide il suo sguardo preoccupato chino sul piatto, così sospirò con aria piuttosto seria e preoccupata. 
Edward non aveva mai lasciato il bunker in quel lungo mese e mezzo dopo che fossero stati rapiti dal Djinn, se non le sere più tranquille per assicurarsi che il suo locale fosse ancora in piedi nelle mani di Andrew, e doveva ammettere che rimanere al bunker stava davvero iniziando a piacergli: era diventato molto amico di Sam e Dan, chiacchieravano spesso di qualsiasi argomento e bevevano quasi sempre insieme tutte le sere, aveva iniziato a stringere una sorta di legame con Jack e con i due angeli, non lasciando mai il fianco di Abby e dei bambini quando Dean non riusciva ad esserci e negli ultimi tempi capitava sempre più spesso. 
Edward si schiarí la voce e fece segno a Dan che probabilmente fosse arrivata l'ora di mettere a letto suo figlio e i suoi due nipotini, e Dan annuì rendendosi conto solamente in quel momento che si fosse fatto tardi, portando via i tre bambini che protestarono per rimanere svegli ancora un po', rassegnandosi davanti all'autorevolezza dell'uomo. 
Edward si lasciò scivolare sulla panca della cucina fino ad arrivare vicino ad Abby, seduta a capotavola mentre ancora fissava la porta dietro cui fossero spariti i suoi figli e suo nipote insieme a Dan, e sospirò schiarendosi la voce per attirare l'attenzione ed osservando Abby voltare la testa e guardarlo con aria parecchio stanca e preoccupata. 
Per qualche secondo quando gli occhi azzurri di Abby incrociarono i suoi nocciola, Edward scordò ciò che stesse per dire e si morse il labbro inferiore mentre sentiva il cuore battere più velocemente: sapeva che starle vicino per tutto quel tempo fosse proprio un'arma a doppio taglio. 
Più trascorreva il tempo insieme a lei, più Edward non riusciva a separarsene.
Sapeva che prima o poi Dean avrebbe trovato il modo per tornare a casa e rimettere le cose a posto, e Edward si chiedeva come si sarebbe dovuto comportare.
"Stai bene, rossa?". 
Abby sospirò lentamente ed annuì in modo poco convinto, accennando un sorriso finto ed allontanando da lei il suo piatto ancora intanto per serrare le braccia al petto, ma Edward la conosceva bene e non gli era di certo sfuggito il suo essere mentalmente assente per tutta la giornata. "Non hai ancora sentito Dean?". 
La ragazza fece una smorfia e fece spallucce, sbuffando rumorosamente e facendo vagare lo sguardo per la stanza, osservando ancora la televisione mandare in onda le ultime azioni della partita. "Stamattina mi ha chiesto tutti gli attrezzi di mio padre e molti dei suoi libri di fai da te: dice che sua madre ha bisogno del suo aiuto per sistemare dei mobili a casa sua ed è andato ad aiutarla..". 
L'uomo la guardò con fare indagatore nonostante Abby si sforzasse così tanto di apparire serena, e accennò un sorriso amaro sollevando un sopracciglio, portando la bottiglia di birra alla bocca per bere l'ultimo sorso. "E tu pensi che ci sia qualcosa sotto. Per questo hai mandato Sam a scoprire cosa Dean stia facendo da Mary?".
Lo guardò con aria sorpresa, non riuscendo a capacitarsi su come Edward facesse ad essere sempre così attento e ad osservare con così tanta attenzione, e fece nuovamente spallucce mordendosi il labbro inferiore; si alzò sospirando ed iniziando ad impilare i piatti uno sopra l'altro per sparecchiare, mettendoli poi sul fondo del lavandino dando le spalle al ragazzo. "Sam è voluto andare a controllare che tutto fosse tranquillo e mi ha detto di non preoccuparmi, ma è partito un'ora dopo Dean e non mi ha ancora chiamata..".
Abby iniziò a togliere gli avanzi dai piatti con lentezza, non riuscendo a farsi scivolare addosso la sensazione che ci fosse qualcosa che davvero non andasse e che la situazione fosse precipitata e che nessuno volesse dirglielo, che Micheal sarebbe riuscito ad uscire senza che lei potesse effettivamente fare qualcosa, che Dean soffrisse più di quanto ammettesse insieme a lei; presto percepí una presa leggera e dolce sulla sua mano e si chiese mentalmente quando Edward si fosse alzato e come mai non lo avesse sentito avvicinarsi. 
Sollevò lo sguardo verso il ragazzone davanti a sé e non riuscì a non percepire quell' assurda sensazione familiare di casa e di sicurezza che aveva sempre provato vicino a lui, quella sensazione di serenità e di certezza assoluta che tutto sarebbe andato per il verso giusto. 
"Vieni con me..". 
Abby non oppose resistenza e si lasciò trascinare di qualche passo mentre lo guardava negli occhi con fin troppa intensità, ma presto piantò i piedi a terra e si fermò, scuotendo la testa con più fermezza e accennando una leggera risata nervosa. "Non posso: i bambini mi aspettano e..".
"Penserà Dan a loro, sta tranquilla.." sussurrò Edward accennando un sorriso più tranquillo e cercando di infonderle sicurezza, ma presto lesse nei suoi occhi una grande preoccupazione e ansia, e si ritrovò a sospirare ed a sfiorarle la mano che ancora stringesse fra le sue. "Sei preoccupata per Dean, giusto? Andiamo a trovare anche noi Mary, vedrai che tutto è a posto e ti tranquillizzerai".


"Sam e Dean stanno sistemando un vecchio armadio nel garage: se mi avessi chiamata te lo avrei detto per risparmiarti il viaggio, tesoro..". 
Abby aggrottò le sopracciglia e la guardò con aria stranita mentre ascoltava le parole di Mary e la osservava portare i capelli biondi dietro l'orecchio con un gesto parecchio nervoso che non sfuggí né ad Edward né ad Abby.
La ragazza si voltò a guardare l'uomo al suo fianco con espressione preoccupata, mentre nella sua mente iniziarono a passare milioni di ipotesi non troppo felici; Edward si sforzò di sorriderle per infonderle coraggio e renderla più serena, dicendole di andare a capire cosa i due Winchester stessero facendo insieme mentre lui avrebbe fatto un paio di domande in più a Mary che tutto ad un tratto aveva assunto un'espressione molto colpevole.
Prese un lungo respiro e ringraziò Edward con lo sguardo, accennando un sorriso e dirigendosi verso il buio retro della casa appena illuminato da un unico lampione; camminò lentamente controllando i passi per fare in modo di non essere sentita, e si avvicinò al grande capannone riuscendo perfettamente ad udire dall'esterno i rumori degli stessi attrezzi che sentisse utilizzare dal padre quando era solamente una bambina. 
Si avvicinò alla porta aperta della struttura, inarcando le sopracciglia mentre osservava Sam e Dean lavorare in silenzio ad una cassa molto strana, con dei simboli che Abby non aveva mai visto prima di quel momento; si chiese di cosa diavolo si trattasse e perché Sam non l'avesse richiamata per dirle che fosse tutto tranquillo, quando il minore lasciò cadere la chiave inglese che stringesse tra le mani sul pavimento con un forte tonfo e la sua voce ruppe il silenzio. 
"Tutto questo è da pazzi, Dean".
Abby osservò il maggiore fermarsi dall'avvitare l'ennesimo bullone e sospirare rumorosamente, per poi guardare il fratello con aria stanca. "Ne abbiamo già parlato, Sam. Non ho scelta, devo farlo". 
"Cosa pensi che dirà quando scoprirà che l'uomo che ama l'ha lasciata senza neanche averle detto addio, senza aver salutato i suoi figli? E per cosa poi? Per trascorrere un'eternità dentro una cassa insieme ad un arcangelo pazzo, nel più profondo dell'oceano? Questo sbaglio ti torturerà Dean e lo farà per sempre!". 
Abby sgranò gli occhi e si portò entrambe le mani alla bocca per non emettere suoni, sentendo immediatamente lo stomaco rigirarsi ed il cuore battere più forte nel petto mentre lentamente capiva il significato della cassa e delle parole di Sam, e aveva la certezza che il suo istinto avesse ragione a suggerirle da tutto il giorno che qualcosa non andasse con Dean. 
"È proprio per loro che lo faccio: se non sistemo questa faccenda adesso, non ci sarà modo di fermare Micheal e io non posso correre il rischio che lui faccia loro del male! Preferisco marcire sul fondo dell'oceano insieme a Micheal per l'eternità, anche se questo vuol dire non vedervi mai più!". 
Abby sentí gli occhi pizzicare quando le parole di Dean giunsero alle sue orecchie in maniera prepotente e quasi violente, aprendo l'ennesima ferita sul suo cuore già malconcio; se quello che stava dicendo Sam era vero, Abby avrebbe potuto non rivedere mai più Dean. 
Bastò un attimo ancora prima che Dean percepisse la sua presenza lì, voltandosi verso la porta per riuscire ad  osservare il suo sguardo sconvolto. "Abby, ragazzina io..". 
Gli occhi accusatori, arrabbiati, delusi e addolorati di Abby gli impedirono di andare avanti e di cercare di trovare una bella favola da raccontarle per addolcire la pillola, trovandosi per la prima volta in tanti anni senza la minima idea di cosa dire e di come giustificarsi; la vide aprire la bocca nel tentativo di riuscire a dire qualcosa, tentando di dirgli probabilmente quando l'avesse delusa, ma Abby non riuscì ad emettere neanche un suono, rimanendo ad osservarlo con gli occhi coperti da un denso strato lucido che le tolse la facoltà di tenere alzata la barriera che da tanto tempo tenesse su. 
Senza dire nulla Abby si voltò e ripercorse i suoi passi a ritroso per raggiungere il suo porto sicuro, sentendo l'impellente bisogno di andare via, ma mentre camminava velocemente nel vialetto rischiò di cadere rovinosamente a terra quando si scontrò con il petto solido e robusto di Edward fasciato dalla giacca di pelle beige, che l'aveva vista arrivare dall'interno della cucina e fosse subito corso verso di lei insieme a Mary. "Ehi, ehi, rossa: guardami. Va' tutto bene, troveremo una soluzione". 
Abby sentì le sue mani afferrarle il viso con dolcezza e carezzarono le guance, e la ragazza aggrottò le sopracciglia nell'udire le sue parole che sembravano sapere più di quanto avesse detto. 
Spostò lo sguardo su Mary che sospirò lentamente e la guardò in modo totalmente rassegnato con la sofferenza negli occhi,  ed Abby capì che Mary fosse a conoscenza di cosa i suoi figli stessero davvero facendo in garage e che avesse appena informato Edward di quella novità.
Scosse la testa con delusione e tornò a guardare l'uomo di fronte a sé, afferrando le sue mani ed aggrappandosi ad esse. "Voglio andare via, puoi portarmi via da qui adesso, per favore?".
Prima che Edward fosse in grado di dire qualcosa, la voce di Dean giunse alle loro orecchie facendoli sussultare, fin quando lo videro arrivare correndo verso la loro direzione seguito da Sam, tenendo le mani in tasca e lo sguardo colpevole chino. 
Con un sospiro Edward sciolse la presa su di lei per permetterle di voltarsi ed osservò Dean avvicinarsi a grandi passi verso di lei, agitandosi per non farla andare via.
"Abby aspetta! Lasciami spiegare!". 
La ragazza sbatté le palpebre un paio di volte e si voltò nella sua direzione udendo quelle parole, guardandolo in cagnesco mentre la rabbia montava dentro di sé. "Cosa diavolo vuoi spiegare? Che ti saresti buttato nell'oceano da solo, senza neanche dirmi addio?". 
Dean deglutí a fatica mentre continuava ad avvicinarsi nella speranza di farsi ascoltare, ma vide il modo in cui Abby indietreggiò di qualche passo, incrociando le braccia al petto e guardandolo in modo ferito e deluso. "È l'unico modo per evitare un'altra apocalisse, non lo capisci? Non potevo dirtelo, perché tu, Sam e i bambini, siete gli unici che avreste potuto farmi cambiare idea e poi..".
"Pensavo che dopo tutto quello che abbiamo passato insieme non ci tenessimo più le cose nascoste, ma invece vedo che siamo sempre allo stesso punto.." sussurrò Abby in maniera aggressiva senza riuscire più a trattenere il dolore che ci fosse dentro di sé; si voltò verso Edward, che si sforzava di rimanere neutrale nonostante pensasse che il gesto di Dean fosse nobile tanto quanto folle.
Abby gli afferrò un braccio con una mano, deglutendo a fatica mentre lo guardava. "Portami via da qui Ed, ti prego".
Dean sgranò gli occhi e fece un balzo in avanti per trattenerla dal braccio e richiamare la sua attenzione, facendola avvicinare di più a sé e guardandola con aria supplichevole e quasi disperata. "Dannazione Abby, non è qualcosa che stiamo passando insieme: sono io a dover lottare ogni giorno con Micheal, che non fa altro che urlare nella mia testa. Vuole essere liberato e io non sono abbastanza forte per resistere! Non capisci che non sono neanche in grado di sfiorarti senza che voglia farlo anche lui? Micheal vuole te, più di qualsiasi altra cosa, più dei suoi ibridi, più del pianeta. Lui vuole te e se adesso io non sprofondo nell'abisso dell'oceano insieme a lui, Micheal prima o poi ti avrà e io non potrò farci niente!".
Rimase a guardarlo negli occhi da così vicino, leggendo la paura e la preoccupazione che albergava dentro di lui, insieme alla rabbia e alla disperazione che sembrarono essersi impadroniti di lui nell'ultimo periodo, oltre che il grande amore che nutriva per lei e per la loro famiglia; ma Abby era troppo arrabbiata per lasciare che quelle parole facessero breccia nel suo cuore, impietrito e solidificato dalla grande paura di perderlo per sempre. 
Notò come Edward si fosse piano piano intromesso fra loro, afferrando il braccio di Dean mentre lo guardava con aria gelida mentre decretava con lo sguardo che sarebbe rimasto neutro fin tanto che Dean avesse tenuto le sue mani giù da Abby, facendogli segno di lasciare la presa sul braccio di Abby e che probabilmente le facesse male; la ragazza si liberò da quella morsa e fece segno a Edward che tutto fosse a posto come per tranquillizzarlo e sospirò alternando lo sguardo fra Sam e Mary, che silenziosamente le confermarono che fossero già al corrente del piano suicida di Dean. 
Sentí Edward rilassarsi alle sue spalle, ma tenersi pronto nel caso in cui Dean provasse a riagganciarla, e osservò l'uomo davanti a sé con il dispiacere negli occhi, non riuscendo a nascondere il dolore che le sue azioni le avessero provocato. "Tu mi hai mentito, di nuovo. Mi hai usata, di nuovo. Mi hai ferita, di nuovo. E adesso preferisci morire che combattere, preferisci trascorrere un'eternità di sofferenza piuttosto che trovare una soluzione insieme. È l'eternità Dean, l'eternità!". 
Dean strinse la mascella perché detestava vederla così sofferente, così ferita per ciò che avesse deciso di fare nonostante sapesse che fosse inevitabile, e provò ad avvicinarsi per sfiorarle il viso, ma Abby si ritrasse da quel contatto, indietreggiando fino a sfiorare il petto di Edward con la schiena. 
Lo guardò per dei lunghi istanti in viso, scuotendo la testa e pensando che quella volta la sua mania suicida avesse avuto la meglio e fece spallucce. "Ok Dean, hai vinto. Fa' quello che devi fare, ma sappi che non io non avrai il mio supporto. Questo è un addio". 
Non gli diede il tempo di risponderle, né tanto meno di provare a fermarla, che Abby si voltò e guardò Edward chiedendogli di portarla via da quella casa, avvicinandosi al vialetto per raggiungere la sua auto.
Salí in silenzio, senza avere la forza di aggiungere qualcosa o di guardare nessuno dei tre della famiglia Winchester, e si sedette sul sedile serrando subito le braccia al petto e fissando un punto vuoto davanti a sé. 
Edward la guardò salire in auto in maniera arrabbiata e sospirò, scuotendo il capo e voltandosi verso il maggiore che gli stesse ancora davanti in silenzio, con lo sguardo basso e probabilmente il cuore distrutto; fece un passo avanti e si avvicinò a lui per mettergli una mano sulla spalla ed attirando la sua attenzione, facendo si che alzasse lo sguardo verso di sé. "Dannazione, non lo fare. Non fare niente di stupido Dean, troveremo un altro modo, te lo prometto. Abby non ti perdonerà mai se la lascerai in questo modo". 
Dean lo guardò con aria seria e quasi sorpresa, non aspettandosi che Edward potesse lasciarsi sfuggire un'occasione come quella in quel modo, e studiò attentamente gli occhi cercando di capire se davvero Ed fosse dalla sua parte, ma presto Dean si rese conto che l'uomo grande e grosso davanti a sé, tenesse unicamente alla felicità di Abby e che agisse nel suo interesse. "La riporto a casa, lasciala sbollire per questa notte".
Dean lo osservò fare spallucce e sospirare nuovamente, prima di fare un passo indietro ed entrare dentro l'auto di Abby, partendo subito dopo e sparendo dal vialetto di casa di Mary senza più voltarsi indietro. 


Il suono del bollitore giunse alle sue orecchie in maniera fin troppo forte, facendola farfugliare un'imprecazione dopo l'altra e tutte rivolte a Edward, che nel frattempo se la rideva mentre preparava un infuso per farla rilassare; Abby picchiettò con le unghia contro il tavolo ed iniziò a sospirare, guardandolo in cagnesco mentre lo osservava prendere delle erbe da alcuni armadietti della cucina che Abby non avesse mai aperto, e la donna si chiedeva come Edward facesse ad essere così tranquillo e sereno, fin quando lo vide avvicinarsi al tavolo e sedersi proprio davanti a lei con due tazze fumanti. 
"Bevi, ti sentirai meglio". 
Abby sollevò un sopracciglio e lo guardò in cagnesco, scuotendo la testa ma afferrando la sua tazza per portarsela alle labbra, iniziando immediatamente a chiedersi perché mai un infuso avrebbe dovuto calmarla come sosteneva il ragazzo; osservò Edward portarsi i capelli indietro e legarli in una crocchia improvvisata prima di afferrare una bottiglietta di vetro dal bancone di metallo della cucina, per poi aprirla e versarla completamente nella sua tazza. 
"È rum: te ne avevo già messo un po', ma dalla tua faccia capisco che non è abbastanza" disse Edward accennando un sorriso, sollevando la sua tazza e bevendone qualche sorso. 
Il viso imbronciato di Abby si sciolse in un sorriso lasciandosi persino scappare una risata allegra, e anche il suo sguardo cambiò, lasciando che Edward intuisse di aver appena scavalcato il suo muro invisibile, bevendo qualche sorso della sua bevanda rimanendone piacevolmente sorpresa. "E questo dove lo hai imparato?". 
Edward rise di gusto e allungò la mano destra nella sua direzione, afferrando quella di Abby e stringendo fra le sue e facendole l'occhiolino e mordendosi il labbro. "Gestisco un pub da quasi vent'anni e ogni volta che sono di pessimo umore, sprofondo in un vortice fatto di alcool e rimpianti". 
Abby sorrise più ampiamente e gli strinse la mano per qualche istante, guardandolo negli occhi con più spensieratezza pensando che probabilmente aveva ragione lui e che la tisana fosse tutto ciò che le servisse per scordare per un po' il fatto che da lì a breve sarebbe diventata un genitore single. 
Abbassò lo sguardo e tirò via la mano a quel pensiero, sospirando mentre il sorriso sul suo viso scemava e prendeva un lungo sorso dalla sua tazza e Edward sospirò abbassando lo sguardo sul suo liquido bollente. "Allora rossa: che hai intenzione di fare?".
Abby tornò a guardarlo e fece una smorfia, scuotendo la testa e facendo spallucce. "Domani accompagnerò i bambini a scuola, tornerò qui e cercherò un caso per uccidere qualche figlio di puttana, in tempo per tornare a casa per la cena!". 
Edward osservò il suo modo pieno di collera di muoversi sulla panca e sbuffò aria dalla bocca e scosse la testa, accennando un sorriso amaro mentre intrappolava i suoi occhi azzurri con i suoi. "Certe volte tu e quell'idiota siete proprio troppo simili, è per questo che non funziona fra voi: pensate allo stesso modo e questo non sempre è un bene". 
"Non sono come Dean, non sono per niente come lui!" esclamò Abby aggrottando le sopracciglia, guardandolo in cagnesco e scuotendo la testa.
"Oh si, siete fin troppo uguali invece.." sussurrò Edward sospirando e facendo spallucce, portandosi la tazza alle labbra e gustando il sapore del suo infuso mischiato al rum. 
Abby studiò il suo volto per qualche istante e sollevò un sopracciglio, notando nel suo sguardo che ci fosse qualcosa che morisse dalla voglia di dire, ma che si sforzava e non dire. "Andiamo, dimmi cosa intendi veramente, Ed". 
Prese un altro lungo sorso e sospirò, ricambiando lo sguardo indagatore e mettendosi più dritto con la schiena. "Hai accusato Dean di averti usata, ma tu stavi facendo lo stesso con me oggi". 
"Ma di che stai parlando?". Abby aggrottò le sopracciglia e lo guardò con aria accigliata, non capendo davvero a cosa si riferisse.  
Edward divenne serio e poggiò la tazza sul tavolo, sollevando un sopracciglio e guardandola con attenzione. "Volevi farlo arrabbiare di più, vero? Credevi che si sarebbe ingelosito, che avrebbe pensato che c'è ancora qualcosa fra noi solamente perché siamo andati lì insieme e che avrebbe riconsiderato qualsiasi cosa stesse tramando?". 
Abby rimase per qualche istante di ghiaccio come una statua ad osservare il suo sguardo indagatore, ma presto si lasciò andare ad un'allegra risata mentre lo guardava con franchezza. "No, non è così Ed. Non ci avevo neanche mai pensato, avevo solamente bisogno di avere una persona di cui mi fidassi davvero al mio fianco oggi. Non so se lo hai notato, ma la mia cerchia della fiducia si è drasticamente ridotta".
Edward indugiò con lo sguardo su di lei per qualche istante per studiarla, poi inarcò le spalle e appoggiò gli avambracci sul tavolo, abbassando lo sguardo sulla tazza per qualche istante per poi tornare ad osservare i suoi occhi azzurri. "Sono contento di sentirlo, Abby..".
La ragazza sorrise e si sporse appena sul tavolo, afferrando una delle sue grosse e maldestre mani per stringerla forte, incrociando i loro sguardi: a volte dimenticava quanto Edward potesse essere dolce e premuroso, nonostante la sua stazza suggerisse il carattere di un uomo tutto d'un pezzo che non si sciogliesse di fronte a nulla. 
Indugiò sul suo viso, sui suoi occhi nocciola, sulla sua barba folta e i suoi capelli ricci lunghi, le cui lunghezze tendessero ad un colore di due o tre toni più chiaro, ed Abby sorrise teneramente mentre ricordava quanto lo avesse conosciuto a fondo, nonostante la loro relazione fosse durata solamente qualche mese. "Io tengo moltissimo a te, Ed. Non ho mai smesso, in realtà. E dovresti saperlo: se Micheal avesse preso in ostaggio qualsiasi altra persona, non lo avrei mai aiutato a formare nuovi ibridi. Né Sam, né Cas o Anael, né Jack. C'è un motivo per cui Micheal ha preso te: ha trovato il mio punto debole e l'ha usato contro di me..". 
Edward dischiuse appena le labbra in un'espressione sorpresa perché non si aspettava quel fiume di parole da parte di Abby, specialmente in un momento come quello, e si affrettò a ricambiare la stretta contro la sua mano esile stringendola forte mentre un piccolo sorriso nacque sul suo volto; sollevò la mano e si sporse più avanti per carezzarle il viso con dolcezza, notando come Abby si fosse pienamente appoggiata al palmo della sua mano col volto, nel probabile tentativo di sentirsi più sicura. 
Edward sentí il cuore battere più in fretta mentre rimaneva a guardarla negli occhi per ancora qualche manciata di secondi e si rese conto solamente in quel momento di essere ancora disposto a fare di tutto per vederla sorridere, provando l'unico desiderio di metterla al sicuro insieme alle persone che amava, evitando che potesse soffrire. "Andrà tutto bene, Abby". 
Guardò nei suoi occhi nocciola e sorrise amaramente perché leggeva la sincerità e l'amore, qualcosa che in quel periodo scarseggiasse nella sua vita.
Abby sospirò e scosse la testa mandando giù ciò che rimanesse del suo infuso di erbe, stringendo forte i pugni sul tavolo e serrando la mascella per qualche momento mentre la rabbia si faceva largo dentro di lei. "Sono così arrabbiata, Ed. Ho voglia di prendere a pugni qualcuno". 
Nell'udire quelle parole, per Edward fu naturale sciogliere la sua espressione in un sorriso divertito, facendo scivolare la sua mano dal viso della donna davanti a sé per intrecciare le dita alle sue, e quando Abby lo guardò con aria confusa, l'uomo rise leggermente. "Vieni con me". 
Senza obiettare, Abby si alzò e lo seguí per l'ennesima volta, lasciandosi condurre all'esterno della cucina ed attraversando il lungo corridoio; le fece segno di fare piano quando passarono vicino alle camere in cui dormissero i bambini e Dan, per poi scendere delle scale ed arrivare in una grande stanza in cui Abby non entrava quasi mai.
Sgranò gli occhi quando vide Edward chiudersi la porta alle spalle, rimanendo sbalordita nell'osservare tutto ciò che la circondasse; rise sinceramente divertita e scosse la testa. "Non posso crederci. Ti sei organizzato una palestra qui?". 
Edward sorrise e sciolse la presa sulle sue dita, muovendosi nell'ampia stanza tra i bilancieri e i manubri di diverso peso, fino ad appoggiarsi ai laterali di una sorta di ring improvvisato, con tanto di corde che ne definissero il perimetro quadrato. "Avevo un weekend libero. E poi a Dean serviva un posto dove sfogarsi ogni tanto". 
Sgranò leggermente gli occhi, guardandolo con aria sbalordita e si avvicinò lentamente verso di lui, continuando a far vagare lo sguardo fra tutti quei pesi, e si lasciò sfuggire un sorriso divertito mentre immaginava tutti gli uomini di quel bunker che a turno usassero quello stanza. 
Gli si avvicinò fino a giungere a pochi passi da lui e sollevò un sopracciglio, sorridendo molto divertita. "Dean viene in questo posto?". 
"Non esserne così sorpresa: è stata molto dura per lui e ogni tanto fare a pugni lo ha aiutato a sfogare la sua frustrazione". Edward si sforzò di accennare un sorriso, facendo spallucce e serrando le labbra in un'espressione tranquilla, pensando a quante volte nelle ultime settimane avesse aiutato il maggiore dei Winchester a controllare le urla di Micheal nella sua testa anche tramite la meditazione. 
Si tolse la felpa per poi farla scivolare su una panca adiacente, indossando una semplice canottiera che rivelasse i suoi grossi muscoli ed il suo petto scultoreo. 
Le porse una mano e le sorrise con più convinzione quando incrociò i suoi occhi. "Andiamo?". 
Si ritrovò a seguirlo ancora una volta come se fosse sotto effetto di una stregoneria, ed Abby scavalcò la corda per poi trovarsi dentro il ring insieme a Edward, che si allontanò di qualche passo. "Perché mi hai portata qui?".
"Perché hai bisogno di sfogarti. Quindi muoviti rossa, indossali e colpiscimi".
Abby sgranò gli occhi quando Edward le lanciò dei guantoni da box rossi che avrebbe dovuto utilizzare per iniziare una lotta, ma rifiutò categoricamente l'idea e scosse la testa, lasciandoli scivolare al suolo. "No, non voglio farti del male". 
"Hai detto anche tu che hai voglia di prendere a pugni qualcuno: ne hai bisogno". Edward si lasciò andare in una lunga risata divertita e afferrò un altro paio di guantoni per sé, tenendoli in mano mentre reggeva lo sguardo di Abby che diventava più adirato istante dopo istante. 
Abby scosse la testa e lo guardò con aria allibita, cercando di nascondere le mani che avessero cominciato a tremare per il nervosismo. 
In più Edward la stava davvero infastidendo con il suo sguardo impertinente che avesse messo su solamente per irritarla, così scosse la testa e si voltò, avvicinandosi alla corda pronta per scavalcarla ed uscire da quella stanza. 
"Sei arrabbiata perché sei morta per colpa di Jack e ti sei persa i primi mesi di Richard, ammettilo". 
Come se avesse ricevuto un forte schiaffo in pieno viso, Abby rimase immobile sul posto, con ancora la gamba a mezz'aria pronta per scendere da quel quadrato, ma non si voltò, mentre però sentiva il cuore pompare rabbia nelle sue vene. "Ma come cazzo ti viene in mente di dire una cosa così meschina?". 
Per tutta risposta Edward rise divertito, facendo qualche passo verso di lei mentre guardava la sua schiena ed i suoi lunghi capelli scivolarle lungo i fianchi. "Jack ha firmato la tua condanna a morte. Dillo". 
"Smettila". 
"I tuoi figli piangevano perché avevano bisogno di te, ma tu non c'eri più. Dean li ha abbandonati per mesi, passando da un locale ad un altro". 
"Edward, basta!". 
"Ma la cosa più grave è che ti hanno strappata al tuo stesso paradiso. Eri in pace, con il caro papà. La tua famiglia. Non ne volevi proprio sapere di tornare sulla terra, ma sei stata trascinata qui comunque". 
Edward la vide tremare e stringere i pugni, probabilmente mentre serrava la mascella e stringeva i denti. 
Sorrise, fece qualche altro passo fino a giungere alle sue spalle, mentre sentiva il suo respiro diventare sempre più pesante. "Sei rimasta intrappolata in un mondo in cui non volevi stare e devi occuparti di Dean che vuole morire. Si lascerà gettare nell'oceano con quella cassa, tutto da solo, ad affogare ed a ritornare in vita in compagnia di Micheal. Lo torturerà per l'eternità e tu non potrai farci assolutamente nul-..".
Come una molla carica al massimo, Abby si voltò e scattò nella sua direzione, liberando tutta la sua rabbia con un forte pugno destro dritto sulla sua mascella che lo fece barcollare all'indietro.
Il suo respiro era accelerato mentre guardava Edward portarsi una mano al viso e muovere la mascella, mentre rideva divertito e fiero per aver fatto nascere una reazione in Abby. 
Si portò le mani alla bocca e sgranò gli occhi, rimanendo immobile sul posto mentre il senso di colpa nasceva dentro di sé. "Oddio Edward, mi dispiace. Non volevo farlo, scusam-..". 
Prima che potesse accorgersene, Abby si ritrovò le braccia del ragazzo ad avvolgerle la vita, stringendola in una morsa ferrea dalla quale faticò a liberarsi. "Stai andando bene, rossa. Adesso arrabbiati di più". 
Abby non voleva fargli del male, non voleva colpirlo ancora: era troppo importante per lei per farlo soffrire. 
Eppure contro ogni logica si ritrovò a schivare i suoi colpi, ad allontanarlo da sé, fin quando iniziò a reagire e a colpirlo a sua volta. 
Ogni singolo momento doloroso si ripresentò nella mente della ragazza, iniziando dal momento in cui la sua vita cambiò per sempre: la notte in cui Azazel uccise suo padre. 
Il patto di Dean, il suo ritorno, l'inferno, il purgatorio, aver dato in adozione Mary per permetterle di avere una vita migliore, Abaddon, i Letterati, Jack, aver perso il suo posto in Paradiso. 
Quando Edward la intrappolò in un'altra ferrea presa, con un forte scatto di reni, Abby lo afferrò dalle braccia e lo scaraventò sul pavimento di gomma, sentendolo gemere di dolore. 
Quando si mise a cavalcioni su di lui per bloccargli le mani, entrambi avevano il fiato corto. 
Rimasero a guardarsi negli occhi, mentre Edward se la rideva soddisfatto per averle fatto tirar fuori tutto ciò che le avrebbe fatto arrovellare il cervello, facendola soffrire. 
Lasciò i suoi polsi e gli sfiorò il petto con una carezza delicata  attraverso la canotta che indossasse, fino a sfiorargli la parte sinistra e percependo il suo cuore accelerato, e per tutta risposta Edward le sfiorò i fianchi con delicatezza, intercettando il bordo della sua maglietta ed insinuando le sua dita ruvide fino a sfiorarle la pelle.
Abby non parve infastidita da quel contatto e Edward ne approfittò per stringerla un po' più forte. 
E per qualche istante, entrambi si sentirono trasportati a qualche anno prima. 
Con ancora il respiro corto, Abby fece scivolare le dita sotto alla sua canotta e lo guardò con un sorriso compiaciuto. "Se avessi avuto una lama, adesso te l'avrei pianta nel cuore e saresti morto". 
Edward sorrise divertito e scosse la testa, e quando fu sicuro che Abby fosse pienamente distratta, con uno scatto di reni invertí le posizioni e la bloccò sotto di lui, bloccandole i polsi esili con una sola mano. "Come avresti potuto, se ti lasci sfuggire tutte le possibilità?". 
Abby rise di gusto, sentendosi divertita come non le succedesse da tempo e scosse la testa. Provò a far leva sulle braccia, ma Edward le bloccava così saldamente che le fu impossibile liberarsi. 
Ruotò entrambe le gambe attorno alla sua destra facendo leva, lo sentí allentare la presa sui suoi arti superiori, tanto che Abby fu capace di sgusciare via e liberarsi. 
Rimasero seduti sul quadrato, con il fiato corto mentre ancora ridevano per il loro incontro divertente, fino a quanto Abby si sentí davvero meglio: era ancora arrabbiata, la rabbia l'aveva sempre mossa nelle azioni della sua vita, ma dopo essersi scaricata con Edward, le mani non le prudevano più per la voglia di picchiare qualche mostro. 
Accennò un sorriso grato nei suoi confronti, notando per l'ennesima volta come al fianco di quell'omone alto, massiccio e muscoloso, apparisse come uno scricciolo. "Grazie per avermi portata qui: ho scaricato le energie negative". 
Edward sorrise e le fece l'occhiolino, seduto davanti a lei a pochi centimetri dal suo corpo. 
Continuò a guardarla e sentí che tutti i buoni propositi che si fosse prefissato, fossero andati perduti uno dopo l'altro, dato che più tempo passasse insieme a lei, più fosse difficile allontanarsene. 
Divenne più serio, abbassò lo sguardo per qualche istante e quando tornò a guardarla le sorrise ed allungò una mano fino a sfiorarle il viso. "Non permetterò che accada nulla a Dean, te lo prometto. Troverò una soluzione, rossa. Lo farò per te". 
Abby deglutí a fatica mentre guardava nei suoi occhi nocciola e lo guardò aggrottando le sopracciglia mentre sentiva le sue dita carezzarle la guancia con delicatezza, mentre reggere il suo sguardo divenne più difficile. Sospirò e fece spallucce. "Perché lo fai?". 
"Non è ovvio, Abby?". Edward si specchiò nei suoi occhi azzurri e sorrise ampiamente, facendo spallucce e sollevando la mano fino ai suoi lunghi capelli rossi per sfiorarli con delicatezza. "Così quando supereremo questa storia di Micheal e la tua famiglia starà bene, se sentirai ancora questa rabbia, se sarai infelice.. saprai di avere un'altra scelta. Se tu lo vorrai, porterò te, Mary e nostro figlio ovunque tu voglia pur di rendervi felici".
 
 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: Dreamer47