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Autore: ineffable    01/06/2023    2 recensioni
La speranza ci rende tutti clown...o forse no.
Genere: Angst, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Edward Teach/Barbanera, Sorpresa, Stede Bonnet
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo uno


BOM
Cervello dappertutto.
L'urlo sconvolto di Stede riecheggiò lungo i boschi, ma non fu sufficientemente forte da raggiungere quel pirata che stava sdraiato sul molo, le braccia incrociate dietro la testa che gli facevano da cuscino, mentre stava perdendo l'ultimo brandello del suo cuore, fatto a pezzi e lacerato da un'attesa dolorosa.
Stede indietreggiò finendo contro il tronco di un albero, la mano tremava e con essa artigliava quella veste che odorava di prigionia e morte, piangeva mentre quell'immagine terribile si ripeteva nel suo cervello senza dargli pace o tregua, le ultime parole che il gemello Badminton gli aveva rivolto prima di spararsi accidentalmente sembravano così vere ora.
Era un mostro.
Uccideva qualsiasi cosa toccava.
Lui era la morte.
Le cose brutte capitavano a causa sua.
Il cuore pulsava dolorosamente, sentiva una fitta dentro la testa che spingeva e batteva come se fosse un tamburo, Stede piangeva portandosi una mano alla bocca per placare quei singhiozzi così forti che sembravano uscirgli direttamente dall'anima.
Mentre le lacrime continuavano a rigargli le guance, il suo pensiero si rivolse all'unica cosa positiva che gli era capitata da quando aveva preso il largo, Edward, doveva raggiungerlo.
Sicuramente lo stava ancora aspettando sulla spiaggia, sperava fosse così, perché se avesse perso anche lui non sapeva se avrebbe potuto continuare a farcela da solo, non dopo aver visto un uomo spappolarsi il cranio davanti ai suoi occhi, Edward, pensò il suo nome ripetendolo tra le labbra tremanti, come un mantra e incredibilmente lo aiutò a calmarsi.
Abbassò le palpebre mentre le ultime gocce di sofferenza scivolavano via e lui continuava a far scivolare fuori quell'unico nome che era importante, la sua aria, la sua vita, doveva raggiungerlo e poi forse si sarebbe lasciato cadere tra quelle belle e forti braccia tatuate e gli avrebbe raccontato tutto.
Barbanera si sarebbe arrabbiato probabilmente, con Badminton non con lui, ma non avrebbe potuto fare niente per sfogare quella rabbia e allora ci avrebbe pensato Stede a respirarla via, con un bacio dietro l'altro e avrebbero detto addio a tutto, sarebbero partiti lasciandosi dietro quella merda dolorosa che li aveva annientati per metà delle loro vite.
<< Sto arrivando Ed >> sussurrò, sentendosi anche un po' stupido, perché gli unici che avrebbero potuto sentire quel velato richiamo erano solo le piante e gli animali che si nascondevano tra esse, ma a lui non importava, strinse i pugni e si mise in cammino per raggiungere Edward, per incontrare il suo amore.
Solo che non aveva fatto i conti col buio, con quei sentieri tutti uguali e se era riuscito a perdersi il giorno della caccia al tesoro, con la luce del sole e una cartina, figuriamoci ora dove poteva andare, si rese presto conto di star girando in tondo, eppure non gli era sembrata tanto grande l'isola quando erano arrivati.
Intanto l'alba cominciava a tingere di viola quel cielo che era stato testimone del suo primo bacio, e Stede si dannava perdendo a ogni passo in più la speranza che Edward fosse ancora lì ad aspettarlo, il cuore aveva preso a fargli male, sentiva una stretta fortissima al petto come se degli artigli lo stessero graffiando, il suo viso era contorto in un'espressione di puro panico, anche il fiato era corto e stava sudando.
<< Edward aspettami >> ansimò, la voce gli si ruppe quando le prime lacrime scesero a bagnargli le guance, non si era nemmeno accorto di aver cominciato a piangere e quando se ne rese conto andò in panico.
<< No >> gemette.
<< Per favore no. >>
Barbanera intanto era salito su quella scialuppa, troppo grande e vuota per i suoi gusti, il cuore definitivamente spezzato e una rabbia così cieca che avrebbe volentieri fatto fuori chiunque si fosse messo sul suo cammino.
Alla prima remata, Stede cadde contemporaneamente in ginocchio a terra, alla seconda sentì il cuore perdere un battito, alla terza urlò per il dolore, si alzò barcollando sui suoi stessi piedi, prese a correre inciampando in ogni ramo o radice, quasi cadde ma riprese l'equilibrio, ansimava per lo sforzo sentendo il fiato mancare e le gambe cedere.
<< No, no, no per favore non...- AHI >> qualcosa gli strinse le caviglie e si sentì sollevare di peso, fu un istinto quello di chiudere gli occhi, ma quando li riaprì qualcosa non andava, era a testa in giù, provò a guardarsi intorno scoprendo di essere finito in una qualche trappola, la corda pendeva legata a un grosso ramo, lui provò a tirarsi verso l'alto per tentare di slacciare il nodo ma non ci arrivava.
Forse avrebbe dovuto dar retta a suo padre quando gli diceva di fare esercizio fisico, probabilmente a quest'ora non sarebbe incastrato in quella situazione, imprecò a denti stretti, ormai era giorno, se Edward per qualche fortuito motivo non avesse avuto un presentimento di venirlo a cercare, a quest'ora sicuramente era partito.
O forse era stato catturato, quell'ipotesi lo fece rabbrividire, no sicuramente era riuscito a fuggire, ma lui no.
Il sangue presto gli sarebbe arrivato alla testa e sarebbe morto, che bella fine, appeso a un ramo come un idiota e senza aver detto a Edward che lo amava, chissà dov'era ora e cosa pensava del suo mancato appuntamento, era arrabbiato? triste? deluso?
Ogni possibilità era come una spina conficcata all'interno del suo cuore, si dibatté ancora imprecando a denti stretti poi si lasciò andare, sconfortato e con un nodo che gli stringeva la gola, avrebbe voluto piangere ma non aveva idea se farlo a testa in giù fosse un buona cosa, si morse forte le labbra gemendo nuovamente il nome di Edward poi perse i sensi.



...


Al risveglio si trovò davanti a un paio di occhi azzurri come il cielo, talmente chiari da potercisi specchiare tranquillamente al loro interno, erano molto belli e celavano una bontà che raramente aveva visto in un altro essere umano, Stede sbatté le palpebre tentando di mettere bene a fuoco quella figura che lo osservava in assoluto silenzio, per un attimo gli balenò l'idea di trovarsi davanti a un' allucinazione o a un elfo dei boschi...ma forse l'ultima ipotesi era da scartare.
Sentiva le braccia intorpidite, le caviglie gli facevano male e la bocca era completamente asciutta, per quanto era rimasto in quella posizione si chiese e perché ancora non era morto?
<< Come diavolo ci sei finito in quella posizione? >> domandò una voce.
Ah già, aveva dimenticato che c'era qualcun altro con lui, qualcuno che invece di slegarlo aveva preferito starlo a fissare, gli occhi nocciola del pirata gentiluomo vagarono su quella figuara che stava dritta davanti a lui a braccia incrociate.
A una prima occhiata non sembrava essere molto alto, ma chi poteva dirlo, esaminare qualcuno da appesi a un ramo era difficile, i capelli erano corti con il ciuffo sparato verso l'alto, erano castani e il suo viso aveva una forma squadrata, le labbra erano ben delineate e abbastanza carnose, più delle sue sicuramente.
<< Cosa? >> domandò Stede sentendo la bocca impastata.
<< Ho chiesto come ci sei finito lassù? >> ripeté lo sconosciuto.
<< Non potresti prima slegarmi e poi magari farmi delle domande? >>
L'uomo ci pensò, seriamente ci stava pensando? E dire che lui non aveva certo l'aspetto di un feroce criminale, soprattutto ridotto in quel modo, appeso come un salame.
<< Suppongo si possa fare >> sancì, estrasse la spada, e senza dargli il tempo di dire niente tagliò la corda, con l'unico risultato di far cadere Stede malamente.
<< Ahu, ma sei matto? >> mugugnò.
<< Avrei potuto rompermi l'osso del collo >> brontolò massaggiandoselo.
<< Oh raramente succede >> rispose l'altro agitando una mano, guardava le nuvole, come se stesse cercando chissà quale informazione in esse, in quel momento gli ricordava tanto Buttons, e questo lo riportò con la mente al casino in cui si era cacciato.
<< Bè grazie dell'aiuto >> disse Stede ironicamente.
<< Non c'è di che. >>
Ma faceva sul serio quel tipo?
Il pirata gentiluomo lo fulminò con lo sguardo, incominciava a capire la vena nervosa di Izzy, si spiaccicò una mano sul viso, se adesso iniziava pure a sentirsi solidale con quell'ometto arrabbiato significava che era davvero messo molto male, forse stare appeso a testa in giù per ore intere lo aveva fatto diventare pazzo.
<< Allora, mi dici come ci sei finito? >>
Stede venne riportato alla realtà da quella voce, che sembrava molto calma, l'esatto contrario di come si sentiva lui in quel momento, alzò gli occhi che si incontrarono con quelli azzurri dell'uomo che gli stava di fronte.
Faticava a identificarlo, non sembrava cattivo, ma era strano per il modo in cui si comportava e poi chi era? Un pirata probabilmente no perché aveva addosso una divisa, ma non era quella della marina, non gli veniva in mente altro e comunque poco gli importava.
<< E' piuttosto semplice in realtà... >>
<< Dovevo raggiungere il mio... >> sospirò.
<< Un mio amico e... >>
<< Edward! >>
<< Devo andare! >> esclamò allarmato mettendosi in marcia, il misterioso uomo che lo aveva liberato lo seguì in tutta fretta.
<< Ehi si può sapere di che stai parlando? >>
Stede si voltò continuando a mantenere il passo.
<< Il mio amico mi sta aspettando al molo! >>
L'uomo decise di seguirlo senza aggiungere una parola, non sapeva il motivo, ma credeva che quel buffo ometto avrebbe presto avuto bisogno di aiuto e lui non si negava mai quando c'era da fare un favore a qualcuno, giunsero al famoso molo ma ad attenderli trovarono solo la spiaggia e il mare.
Niente barca.
Niente Ed.
Il pirata gentiluomo guardò in ogni direzione preso dallo sconforto, cominciò a chiamarlo a gran voce, corse sul ponte di legno dove fino a poche ore prima c'era stato il grande pirata Barbanera con il cuore spezzato.
<< Non credo che ci sia più >> disse lo sconosciuto.
<< Grazie, questo riesco a vederlo anche io! >> rispose acido Stede.
<< E se lo avessero catturato? >>
Si mise le mani nei capelli.
<< No non può essere >> stava andando nel panico, ci pensò l'altro a calmarlo, lo afferrò per i polsi costringendolo a guardarlo, anche se era più basso di lui aveva una forza straordinaria.
<< Ehi ora calmati okay? >>
<< Raccontami cosa ti è successo. >>
<< Perché dovrei spiegarti, io nemmeno ti conosco! >> strillò il pirata.
L'uomo lo lasciò facendo qualche passo indietro.
<< Hai ragione. >>
<< Permettimi di presentarmi. >>
<< Mi chiamo David >> disse mettendosi una mano sul petto.
In quel momento arrivarono due guardie della marina.
<< Eccolo il fuggitivo! >> gridarono, Stede si impanicò, considerando come possibile via di fuga quella di buttarsi in mare e nuotare fino alla prima fonte di salvezza, non un piano ben congeniato ma pur sempre un piano, fu però la sua nuova conoscenza a intervenire.
<< Ci penso io >> gli disse, si avvicinò ai due uomini.
Loro lo riconobbero subito e si placarono ascoltando cosa aveva da dire.
<< Ma signore quell'uomo è stato condannato per omicidio, poi ha chiesto l'atto di grazia. >>
<< In realtà Barbanera lo ha chiesto >> specificò l'altra guardia.
David sgranò gli occhi sforzandosi però di rimanere impassibile.
"Quel tipo era qui con Barbanera, quindi era lui l'uomo che doveva incontrare al molo, la faccenda si faceva ancora più interessante."
<< Sapete che io mi occupo del recupero dei criminali >> disse.
<< Sì ma lui è qui solo da un giorno, non ha dimostrato niente, e in più la sua salvezza era valida solo in presenza del signor Teach che questa notte se l'è data a gambe, lasciando quel povero cristo nelle mani nemiche. >>
L'altro uomo rise.
<< Che idiota, fidarsi delle promesse di un pirata. >>
A quel punto Stede non ci vide più, si avvicinò a pugni stretti.
<< Edward è un brav'uomo! Sono io che l'ho tradito. >>
Il suo salvatore lo fissò incredulo, con quanta foga difendeva quello che era considerato il flagello dei mari, le guardie gli puntarono le armi addosso, David allungò una mano davanti a lui in segno di difesa.
<< Calmi. >>
<< Fatemi parlare col vostro capo, sapete la mia fama, ho riequilibrato un montagna di uomini e donne ritenuti pericolosi, ho fatto un lavoro migliore di quello che fate qui. Quindi ora per favore portatemi da lui. >>
Le due guardie si guardarono concordando che non potevano fare molto contro gli ordini di un superiore, lo accompagnarono nell'ufficio del generale mentre Stede venne fatto attendere nella sala adiacente controllato dai due uomini, era nervoso, batteva il piede sul pavimento, l'unico suo pensiero era Edward.
Ora sapeva che era riuscito a fuggire e questo almeno gli permetteva di respirare, ma con che umore lo aveva fatto?
Voleva andare da lui, raggiungerlo e gridargli che era stato uno stupido, che era finito in una trappola come un perfetto cretino e non era riuscito a liberarsi, ma voleva raggiungerlo e mai aveva pensato di abbandonarlo.
David uscì dalla stanza, si avvicinò al pirata gentiluomo che alzò lo sguardo su di lui.
<< Andiamo >> disse e Stede lo seguì senza dire una parola, quando furono usciti David gli appoggiò una mano dietro la schiena e iniziò ad aumentare il passo.
<< Cammina veloce e non voltarti indietro. >>
Stede lo guardò confuso.
<< Co...- >>
<< Non voltarti! >>
Presto raggiunsero la spiaggia, David lo prese per il braccio continuando a camminare ma il pirata gentiluomo si divincolò fermandosi.
<< Un momento! >>
<< Vuoi andartene da qui o no? >> domandò serio l'uomo, Stede si morse le labbra poi annuì, quel tipo rappresentava la sua unica vera via di fuga, non avrebbe mai potuto farcela da solo.
<< Allora seguimi. >>
Ricominciarono a camminare fino a raggiungere una nave molto più grande della Revenge, Stede si sentiva un po' in ansia di fronte ad essa, o più che altro era l'incertezza rispetto all'ignoto che lo faceva agitare.
Che cosa gli sarebbe successo una volta sopra si chiese.
Deglutendo quel nodo di paura seguì l'uomo che fino a quel momento si era dimostrato gentile e predisposto ad aiutarlo, quando salirono vennero accolti da un gruppetto di donne e uomini, sembravano tutti così gentili ed educati, nessuno rivolse uno strano sguardo allo sconosciuto, come se fossero abituati ad avere gente nuova a bordo.
<< Presto ragazzi dobbiamo salpare in fretta. >>
<< Capo ne hai combinata un'altra delle tue? >> ridacchiò un giovane avvolgendo le spalle del capitano, quanta confidenza pensò Stede, vero che anche lui aveva tentato di mantenere un clima positivo sulla nave ma in questo caso quei due gli sembravano più vecchi amici che un comandante e il suo sottoposto, ma forse era così, lui certo non poteva sapere in che rapporti erano, non conosceva nemmeno l'identità dell'uomo che lo aveva salvato figuriamoci il resto.
<< Più o meno >> rispose David dandogli una pacca sulla spalla.
<< Che ti sei inventato sta volta? >>
<< Oh niente di che, qualcosa con il re. >>
<< Il re!? David ma sei matto, quelli quando lo scoprono ti staranno addosso! >> disse una donna.
<< Tranquilla io e il re siamo amici >> rispose facendole un occhiolino, la donna sospirò scuotendo la testa.
<< Ci risiamo >> borbottò.
Intanto la nave cominciava a muoversi, Stede si sentiva sempre più confuso e certo di essere circondato da pazzi.
<< Rick accompagnalo nella mia cabina, io arrivo subito. >>
<< Certo capo. >>
Stede non si sentiva molto sicuro a scendere da solo con uno sconosciuto, non aveva nemmeno un'arma con sé, ma quel tipo non sembrava essere pericoloso, era più magro di lui e alto uguale, gli passò per la mente il pensiero che quel David lo avesse fatto per metterlo a suo agio, sapendo come avrebbe potuto sentirsi.
<< Aspetta qui il capo, ti raggiungerà subito >> disse sorridendo il giovane.
<< Un momen... >> ma era già sparito chiudendosi la porta alle spalle.
<< ...to >> finì la frase abbassando la mano, si guardò intorno, la cabina era spaziosa, con tanti libri tenuti in maniera più disordinata della sua, la scrivania era piena di carte e boccette d'inchiostro, c'erano diversi quadri, uno raffigurante David circondato da quelle che sembravano essere bandiere colorate, Stede stava per chiedersi che senso avesse quando la porta si aprì rivelando la figura dell'uomo in questione che gli disse di aver avuto un contrattempo e la loro conversazione doveva attendere.
Per cui il pirata gentiluomo passò le successive ore a esplorare quella grande nave, facendo conoscenza con le persone che l'abitavano, ovviamente non si scambiarono tante parole perché avevano molto da fare, però servì per farlo sentire più a suo agio, una volta finita l'esplorazione tornò in cabina e dopo poco fece il suo ingresso il capitano.
<< Scusa l'attesa >> disse avvicinandosi, allungò la mano verso di lui.
<< Non abbiamo avuto il tempo di presentarci in maniera adeguata. >>
Il pirata gentiluomo lo guardò titubante.
<< Se intendi uccidermi ti pregherei di farlo subito. >>
L'uomo ridacchiò.
<< Ucciderti? Ma se ti ho appena salvato. >>
<< Bè potresti essere un trafficante di esseri umani. >>
<< O che ne so...- >>
<< Niente di tutto questo >> rispose il capitano.
<< E sono pronto a rivelarti ogni cosa >> aggiunse sorridendo.
Stede strinse la sua mano con cautela, non fidandosi ancora al cento per cento.
<< Mi chiamo Stede Bonnet. >>
<< Piacere mio Stede, come sai già io sono David e comando questa nave da parecchio tempo ormai, che porta il nome di Emily >> spiegò allontanandosi, andando ad aprire un mobiletto in fondo alla stanza, tirò fuori una bottiglia di cristallo contenente del liquore dorato e due bicchieri.
<< Emily è tua moglie? >>
<< Scusa non sono affari miei. >>
Il comandante si voltò con una piroetta.
<< Oh no chiedi pure, hai tutto il diritto di sapere dove ti trovi >> disse versando il liquore nei bicchieri.
<< Vuoi sederti? >>
Stede si guardò intorno, poi decise di accomodarsi, doveva assolutamente scoprire le intenzioni di quell'uomo e non perdere altro tempo, ogni minuto che passava era un minuto che lo portava sempre più lontano da Edward, David gli passò il bicchiere, poi prese il suo e si mise a sedere a sua volta.
<< Emily rappresenta l'illusione >> spiegò bevendo un sorso.
<< L'illusione? >> domandò il pirata.
L'altro annuì.
<< Conobbi una donna parecchi anni fa, la sorella si era imbarcata ed era partita per un viaggio che doveva durare un mese, scaduto il tempo, della barca non c'era traccia e la donna si recava ogni giorno al porto ad attenderne l'arrivo. Un giorno incontrò un mercante che le disse di avere la giusta soluzione per lei, la convinse che se avesse pescato dieci pesci al giorno allora il mare sarebbe stato buono con e lei e le avrebbe riportato indietro chi aspettava. >>
Stede smise di bere e corrugò le sopracciglia.
<< Come si fa a prendere per buona una cosa del genere? >>
<< La disperazione, mio caro Stede. >>
<< Tu non ti aggrapperesti a ogni speranza se fossi disperato? >>
La mente del gentiluomo corse a Edward, avrebbe fatto di tutto pur di raggiungerlo, e infatti si era imbarcato in una nave di sconosciuti senza sapere nemmeno che cosa facessero là sopra, ma quella rappresentava la sua unica speranza e lui ci si era aggrappato senza esitare, sospirò annuendo.
<< Sì, suppongo che lo farei. >>
<< Ebbene lei si recava ogni giorno in mare aperto e incredibilmente tornava indietro sempre con dieci pesci, il mercante si complimentava dicendole che presto il suo desiderio si sarebbe avverato, passarono tre mesi e quello che ottenne Emily fu solo una lettera che la informava che la nave dove stava sua sorella era stata vittima di una forte tempesta. Arrabbiata e delusa, la povera donna corse dal mercante ma di lui non c'era più traccia, aveva raggiunto il suo scopo, una pancia piena e soldi per andarsene da lì >> lo sguardo del capitano scrutava il volto del pirata osservandone le reazioni e ogni piccolo movimento del volto.
<< E' terribile >> commentò Stede, sentendosi vicino alla ragazza ma ritrovandosi a vergognarsi di se stesso, in fondo lui non si era comportato tanto diversamente dal mercante con la sua famiglia, li aveva abbandonati lasciando loro una misera lettera, non aveva nemmeno avuto il coraggio di guardarli negli occhi un'ultima volta.
<< Già, poco dopo la conobbi, era disperata e non sapeva cosa fare. Io stavo per partire e le chiesi se voleva unirsi a me, ho chiamato questa nave in suo onore, promettendomi che avrei aiutato chiunque avesse avuto bisogno di aiuto. Persone che si ritrovano sole e non sanno da dove cominciare per riprendersi la loro vita. >>
Il pirata gentiluomo annuì, se aveva raccontato la verità, allora quel David non era così male e forse avrebbe potuto davvero aiutarlo.
<< Lei è ancora qui? >> domandò posando il bicchiere dal quale aveva bevuto solo qualche sorso.
<< No, ha preso la sua strada circa un anno fa >> sorrise malinconico.
<< Ti manca? >> com'è che da un tratto era diventato così sentimentale, si domandò Stede.
David sollevò le spalle.
<< A volte sì, eravamo diventati molto amici, ma sono felice che sia riuscita a rialzarsi e a trovare la forza di inseguire il suo desiderio. E qui arriviamo a me, ho aiutato molti ex pirati che erano stati catturati dalla marina, alcuni di loro sono ancora qui, altri chissà dove sono finiti. >>
<< Quindi li riabiliti? >>
<< Oh no Stede >> si leccò le labbra.
<< Fornisco loro una seconda opportunità, ma non solo ai pirati, a chiunque ne abbia bisogno. >>
<< Per questo hai scelto me. >>
<< Mi sembravi uno con un piano in mente...- >>
<< Senza alcuna idea di come realizzarlo >> continuò per lui la frase Stede.
In quel momento bussarono alla porta, entrò un ragazzo informandoli che la cena era pronta.
<< Hai fame Stede? >>
In realtà non l'aveva ma non se la sentiva di rifiutare.
<< Un po'sì >> rispose.
Si avviarono verso la sala da pranzo.
<< Mangi insieme alla tua ciurma? >>
<< Certo, noi siamo una famiglia. >>
Stede sorrise a quelle parole, e in quel momento si rese conto di quanto gli mancavano i suoi ragazzi, si chiese se stessero bene e se Edward li avesse raggiunti, sentì il magone risalirgli la gola ma quello non era il momento giusto per lasciarsi andare alle lacrime, alzò lo sguardo ammirando quella sala sfarzosa che ospitava un lungo tavolo, certo che quel David non si faceva mancare proprio niente, come lui d'altronde.
Una volta che tutti presero posto iniziò una sequela di presentazioni, per quanto il pirata gentiluomo avesse una buona memoria gli sarebbe servito un sacco di tempo per memorizzarli tutti, sperava però di non metterci così tanto a ritrovare Edward, di colpo tutti si zittirono guardandolo incessantemente, capì che era il suo turno, si alzò in piedi nervosamente schiarendosi la voce, mantenne lo sguardo basso come se nel suo piatto ci fosse qualcosa di molto interessante da osservare.
<< Io mi chiamo Stede...Bonnet, la mia è una storia un po' complicata, sono partito con l'intenzione di diventare un pirata >> sollevò il viso osservando molti di quei volti che lo guardavano.
<< Alcune persone mi conoscono come il pirata gentiluomo >> disse facendo un sorrisino imbarazzato.
<< Non so se ne avete mai sentito parlare >> ma quelle espressioni non mutarono, si sentì qualche colpo di tosse mentre altri scossero la testa.
<< No, certo che non lo avete fatto... >>
"Hai sentito parlare di me?"
"Oh io ho sentito tutto di te."
<< In fondo è da poco che io...e poi è successo un gran casino. >>
"Chaunchey, sai cosa facciamo quando passiamo un brutto momento?"
"Ne parliamo insieme..."
"Come una ciurma" continuarono per lui i suoi ragazzi, quel giorno li aveva sentiti suoi figli più di qualsiasi altro, aveva sentito per la prima volta di aver trasmesso qualcosa a qualcuno e che quelle persone ricambiavano in qualche modo il suo affetto, anche se non erano sempre bravi a dimostrarlo.
<< Sono stato catturato >> la voce era diventata flebile come un alito di vento.
"ATTO DI GRAZIA!"
<< E portato al campo di addestramento... >>
"Ciò che rende Ed felice sei...tu."
"Tu rendi Stede felice."
La voce si ruppe, lo sguardo si appannò a causa delle lacrime, le labbra si arricciarono in una smorfia e lui corse fuori scusandosi con tutti, superò i corridoi fino a raggiungere l'esterno, finalmente aria fresca, si appoggiò alla balaustra stringendola forte, così tanto che le nocche diventarono bianche e iniziò a singhiozzare stringendo i denti.
Dei passi, poi qualcuno si avvicinò a lui.
<< Brutto momento?  >>
Stede tirò su col naso, era la voce di una donna.
<< Ti mancano i tuoi amici, vero? >>
Il biondo voltò appena il viso verso di lei.
<< Come lo sai? >>
Lei ridacchiò, ma non era un riso di scherno.
<< Mancano anche a me, i miei >> rispose poggiandosi con la schiena e i gomiti alla balaustra.
<< E non puoi tornarci? >> domandò il pirata, con un tono di voce che lo faceva somigliare ad un bambino.
<< Vorrei ma no, sono ricercata, e se tornassi da loro li metterei solo in pericolo. >>
<< Bè allora forse dovrei fare lo stesso anche io >> rispose Stede abbassando lo sguardo.
<< Dipende da qual è la tua storia, Stede giusto? >>
Annuì, poi si rese conto che lei non lo stava guardando e rispose a voce bassa.
<< So che sono di parte, e probabilmente per te le mie parole valgono come una folata di vento, ma ascolta il mio consiglio, lasciati aiutare da David. Raccontagli la verità e lui si farà in quattro per aiutarti. >>
Stede si voltò verso di lei, anche la donna lo stava guardando, aveva degli splendidi occhi verdi che brillavano sotto la luce della luna.
<< Perché dovrebbe farlo? >>
<< Non ti ha raccontato di Emily? >>
Lui esitò qualche istante prima di rispondere, un lieve venticello gli scostò una ciocca dorata, la riportò a posto con le dita.
<< Sì lo ha fatto, e ha detto che da quel momento si è impegnato ad aiutare chiunque avesse bisogno. Ma io non capisco il motivo, siamo tutti perfetti sconosciuti, nemmeno sapeva che fossi nei guai quando mi ha incontrato >> si stava scaldando e non ne capiva nemmeno il motivo.
<< Non eri al campo di addestramento? >> domandò la donna.
<< S-Sì ma... >> sospirò.
<< David ha un grande sesto senso >> gli disse.
<< E anche lui ha una storia strappa lacrime alle spalle? >> domandò con più acidità di quella che voleva usare.
La ragazza sorrise, si spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio, poi si voltò del tutto verso Stede.
<< No, anzi David è stato un bambino fortunato, ci ha raccontato lui stesso la sua vita. E' cresciuto con genitori amorevoli...- >>
<< Beato lui... >> la interruppe.
<< Anche se forse...Se i miei genitori fossero stati bravi io non sarei mai partito e non avrei mai incontrato Ed >> rifletté tra sé e sé, sotto lo sguardo curioso della giovane, quando si accorse di essere osservato si zittì.
<< Scusa vaneggiavo. >>
<< Non scusarti, qui rispettiamo le storie di tutti. >>
Il pirata gentiluomo sorrise.
<< Ti ho anche interrotta, mi spiace... >>
<< Non preoccuparti, dicevo che inoltre la sua famiglia stava bene economicamente e a lui non è mai mancato niente, solo che una volta cresciuto sentiva che qualcosa dentro di sé non era nel giusto ordine, ha deciso di partire per conto suo e lì ha incontrato Emily, che gli ha fatto capire qual era il tassello mancante della sua vita. >>
<< Sarebbe aiutare gli altri? >> domandò Bonnet.
<< Esattamente >> rispose la donna.
<< E voi siete tutti d'accordo? Io non voglio restare qui, con tutto il rispetto, e se David davvero vuole aiutarmi significa cancellare i vostri piani, almeno per il momento... >>
Lei sorrise.
<< Il capitano è chiaro sin da subito, chi vuole restare sa come ci si comporta su questa nave, nessuno farà problemi >> spiegò con calma, e la sua voce associata a quel viso gentile diedero una buona sensazione a Stede, che si sentì riempito da una nuova forza.
Allungò la mano.
<< Grazie... >>
<< Katie >> rispose sorridendo e stringendo la sua mano.
<< Grazie Katie, mi è stato d'aiuto parlare con te. >>
I due si salutarono e Bonnet si ritirò nella cabina del capitano non sentendosela di affrontare nuovamente tutte quelle persone, quando David lo raggiunse non sembrava stupito di trovarlo lì, anzi sembrava quasi gli facesse piacere.
<< Mi spiace di essere corso via in quel modo, e di essermi rifugiato qui senza il tuo permesso, ma era l'unico posto che conoscevo >> disse Stede sentendo un'improvvisa voglia di essere abbracciato, il capitano si avvicinò mettendogli una mano sulla spalla e sorrise.
<< Tranquillo Stede, capisco benissimo come ti senti, ho visto passare tante persone e quasi tutte reagivano come te. Cerca di riposare adesso, penseremo a tutto domani d'accordo? >> il pirata annuì sorridendo.
<< Se vuoi puoi restare a dormire qui, ho un materasso in più e lì c'è la stanza da bagno dove puoi cambiarti, ti posso prestare una mia camicia da notte così starai più comodo. >>
<< David, ti stai prendendo troppo disturbo. >>
Lui gli diede una pacca sulla spalla.
<< Nessun disturbo. >>
<< D'accordo, grazie >> sorrise timidamente Stede.
Il pirata gentiluomo si lasciò convincere anche ad usare la vasca da bagno, sperando che stare in ammollo nell'acqua calda lo aiutasse a mandare via quell'odore di polvere da sparo e terra che si sentiva addosso, quando rientrò in camera non si stupì di trovare David intento a leggere un buon libro, con la candela accesa di fianco, gli diede la buona notte e dopo si accoccolo sul suo giaciglio tirandosi sopra quella bella coperta profumata.
Mentre tentava di prendere sonno pensò che lui e l'uomo che lo stava ospitando avevano tante cose in comune, lo sfarzo, l'amore per i dettagli e le cose ricamate, solo che il capitano di quella nave era molto più disordinato e a dire il vero in quella cabina aveva trovato cose che erano molto alla Edward, sembrava fosse un misto tra loro due.
Edward...
Si sfiorò le labbra e chiuse gli occhi.
<< Notte Ed... >> sussurrò prima di cadere in un sonno profondo, che purtroppo venne disturbato da immagini violente e di abbandono, sognò di raggiungere Edward con i vestiti sporchi di sangue dopo che Badminton si era sparato, di cadere in ginocchio, stringergli la vita e supplicarlo di rimanere con lui ma Barbanera prendeva la pistola e faceva fuoco, a quel punto l'urlo di Stede squarciò il buio, si tirò su a sedere sentendosi sudato e con il cuore che batteva all'impazzata.
Una fiammella si accese.
Dei passi si avvicinarono a lui.
<< Stede? >>
<< Ehi... >>
Il materasso si abbassò al suo fianco, la candela venne posata lì accanto, David allungò una mano sfiorandogli il ginocchio.
<< Era solo un brutto sogno. >>
Stede singhiozzò.
<< No, era la realtà >> si abbracciò le ginocchia tirandole verso il petto e appoggiò la fronte sopra di esse, il suo nuovo conoscente lo guardava dispiaciuto, sentendosi impotente davanti a quel dolore che non conosceva.
<< Sono un mostro. >>
<< E lui non vorrà più vedermi >> singhiozzò tirando su col naso.
<< Dubito tu sia un mostro >> sussurrò David, tenendo un tono pacato nel tentativo di trasmettergli quanta più calma potesse.
<< Tu non mi conosci! >> strillò alzando il viso di scatto, le lacrime gli rigavano le guance.
<< Lo so, e vorrei tanto poterlo fare >> rispose tentando di incontrare il suo sguardo.
Stede strinse le labbra, assaggiando il residuo salato delle sue ultime lacrime.
<< Mi dispiace, non è colpa tua e io non dovevo prendermela così con te. Sono io il problema, io e i miei stupidi sbagli, commetto un errore dietro l'altro e sono sempre gli altri a pagarne le conseguenze. >>
David si grattò la testa sistemandosi quel ciuffo ribelle di capelli castani.
<< Per esperienza personale so che c'è sempre rimedio, per quanto le cose ci sembrino inaggiustabili. >>
<< Anche se si tratta di un cuore spezzato? >> domandò il pirata sentendo nascere una piccola speranza nella parte più profonda del suo petto.
<< Soprattutto >> rispose sorridendo.
<< Senti, non posso farti promesse che non sono sicuro di mantenere, ma una cosa posso giurartela, farò il possibile affinché tu riesca a trovare chi stai cercando. >>
<< Grazie, David. >>
<< Ora vedi di dormire >> disse scompigliandogli i capelli in una carezza simpatica, Stede percepì in quel gesto qualcosa di paterno, anche se lui non aveva mai provato cosa significa avere un padre affettuoso, ma lo era stato, almeno per un po', osservò il capitano mentre si alzava in piedi e con la candela ritornava nel suo letto, sorrise sentendosi riempito di un nuovo calore, quando si riaddormentò il suo sonno fu più sereno e lo accompagnò fino alla mattina dopo.


...


La sveglia sulla nave Emily suonava presto, quando il pirata gentiluomo aprì gli occhi notò che David si era già alzato, e ad attenderlo sul tavolo c'era un vassoio con dei contenitori coperti, si alzò e raggiunse il tavolo, Stede capì all'istante che quelle prelibatezze erano per lui, spizzicò qualcosa, si mise gli abiti puliti che la sera prima gli erano stati consegnati e poi uscì fuori notando che c'erano già parecchi uomini a lavoro.
<< Fernando alza la bandiera! >>
<< Con piacere capitano! >>
Nell'alto del cielo fece presto bella mostra una bandiera che aveva qualcosa di alquanto strano e curioso, Stede arricciò il naso, venne presto raggiunto da David che gli diede una pacca amichevole sulla spalla.
<< Buongiorno Stede. >>
Lui si voltò.
<< Buongiorno a te. >>
<< Qualcosa non va? >> domandò il capitano.
Il pirata scosse la testa, le guance si erano velate di rosso.
<< No, cioè sì, uhm...Perché sulla vostra bandiera c'è un pagliaccio? >>
David si lasciò andare a una sonora risata.
<< Non sai ancora tutto di noi. >>
<< Perché c'è altro? >>
L'uomo a cui il capitano aveva dato l'ordine si tuffò con un balzo vicino a loro, avvolgendo le spalle di Stede con un braccio.
<< Puoi dirlo amico. >>
<< Ti presento Fernando, il mio primo ufficiale. >>
<< Piacere >> sorrise Stede stringendogli la mano, nella sua breve esperienza da pirata aveva conosciuto solo un braccio destro e l'incontro non era stato dei migliori, ma questo tizio non sembrava essere antipatico e mal disposto come Izzy Hands.
<< Vedi Stede, noi siamo anche una compagnia teatrale >> disse David.
<< Cosa!? >>
<< Ma io credevo che voi...- >>
<< Dobbiamo pur guadagnarci da vivere in qualche modo, su questa nave ci sono dei talenti incredibili, e l'idea è nata proprio osservando queste persone, ci siamo allenati molto e la nostra compagnia è anche abbastanza conosciuta. >>
Stede arrossì.
<< Scusate ma io non ne ho mai sentito parlare. >>
<< Non ti butteremo in mare per questo >> sghignazzò Fernando dandogli una pacca sulla schiena.
<< Non siamo mica come i pirati noi >> ridacchiò, David si schiarì la voce e il suo braccio destro capì.
<< Oh scusa amico, non abbiamo niente contro di loro, anzi qui ne abbiamo accolti parecchi. >>
<< Nessun problema >> rispose il biondo sentendosi un po' a disagio.
<< Va bene ragazzi pensiamo alle cose serie ora, Fernando raduna il gruppo e andate avanti con le prove, io e Stede dobbiamo parlare poi vi raggiungeremo. >>
<< Agli ordini capo >> lo sgomitò e si dileguò così come era arrivato.
<< Strano tipo... >> commentò Stede.
<< Sì ma è simpatico, su questa nave siamo tutti un po' stravaganti. >>
<< Bè...a dire il vero anche sulla Revenge c'erano... >> scosse la testa.
<< Ci sono soggetti particolari, in realtà lo siamo un po' tutti, sono brave persone... >> un velo di tristezza adombrò gli occhi nocciola del pirata.
<< A proposito di questo, noi abbiamo qualcosa di cui discutere vero? >> disse il capitano attirando l'attenzione dell'altro che alzò il viso e poi annuì.
Si ritrovarono nuovamente in cabina seduti l'uno di fronte all'altro.
<< Allora mi è parso di capire che viaggiavi in compagnia di Barbanera >> nel suo sguardo c'era una genuina curiosità, il cuore del gentiluomo perse un battito a sentir pronunciare quel nome, poi si ricordò le parole che proprio Edward gli aveva rivolto sulla spiaggia, desiderava fare solo quello che lo rendeva felice e probabilmente quel soprannome che terrorizzava i mari con il quale era conosciuto non faceva più per lui.
<< E' così, lui mi ha salvato la vita, più di una volta. >>
David spalancò gli occhi sorpreso.
<< Barbanera, quel Barbanera? >> domandò.
Stede sorrise, ma in quel sorriso c'era un velo di amarezza.
<< Nessuno lo conosce veramente, io ho avuto l'opportunità di vedere chi si nasconde dietro la crosta, è un uomo buono Edward, ha il cuore più buono e più grande di molti uomini che ho conosciuto. Ha rinunciato alla sua libertà per me, si sarebbe... >> si morse le labbra trattenendo le lacrime.
<< Si sarebbe fatto ammazzare pur di salvarmi, e questo una persona cattiva non lo farebbe mai. >>
<< Tieni molto a lui vero? >> domandò David guardandolo intensamente.
Bonnet strinse i pugni che teneva appoggiati sulle ginocchia.
<< Sì, più di ogni altra cosa al mondo. >>
<< Se ti dico la verità tu non la userai contro di me vero? >>
<< Stede, ti ho portato via da lì, e non l'ho fatto per riportartici. >>
Il pirata annuì.
<< Avevamo in programma di scappare, io ed Edward, lui avrebbe rubato una barca e ci saremmo incontrati al molo, solo che non è andata così. Sono stato svegliato dalla persona sbagliata che voleva uccidermi ma ha finito per ammazzarsi, è stato un terribile incidente che però mi ha salvato la vita >>  il suo corpo era scosso da piccoli fremiti e la sua voce tremava mentre raccontava quella storia.
<< Ero sconvolto, per un momento ho pensato che avrei fatto meglio a tornarmene a casa, così non avrei più causato incidenti poi...Il pensiero di lui, avevo solo voglia di raggiungerlo ma mi sono perso e sono finito in quella maledetta trappola. Quello che più mi spezza il cuore è il pensiero che Edward se ne sia andato pensando che avessi cambiato idea. >>
<< Avrebbe potuto cercarti >> disse David aggiustandosi i capelli.
<< Scusa non voglio parlarne male, sto solo cercando di capire. >>
<< Se non lo ha fatto c'è sicuramente un motivo, non ho alcun dubbio sul suo affetto per me. Voglio trovarlo e chiedergli perdono, non so se vorrà ascoltarmi o se mi crederà, ma almeno deve sapere la verità, ne ha diritto. Non voglio che passi la sua vita pensando che di lui non mi importava. >>
<< D'accordo Stede, ti aiuterò a cercarlo, ma perché quel tipo voleva ucciderti? >>
Il gentiluomo sollevò le sopracciglia.
<< Oh è una storia lunga, ti ho già rubato abbastanza tempo dal tuo lavoro, magari posso raccontartela stasera >> rispose, ed era incredibile come il suo stato d'animo fosse nettamente cambiato rispetto al giorno prima, si sentiva già pronto a raccontargli tutto e ad affidarsi a lui, da un lato questo lo faceva sentire un debole, perché non era mai in grado di cavarsela da solo ma dall'altro aveva imparato che un buon amico al tuo fianco era la cosa migliore che potesse capitarti, soprattutto nelle difficoltà.






Note autrice: Salve gente, momento spiegazioni veloce veloce, in questo capitolo ci sono degli easter eggs che svelerò solo alla fine della storia, chi segue i social probabilmente li avrà indovinati, se qualche donzella del sottano legge sicuro li indovina, anche per che uno di essi me lo hanno raccontanto loro quindi...
E soprattutto i due nuovi personaggi maschili che sono in realtà ben conosciuti, David e Fernando, qui non ho bisongo di spiegazioni.
Il signor Janckins si presenta benissimo da solo, mentre Fernado, lo spoileratore per eccellenza XD we love you Fernando <3
Detto questo spero che il capitolo vi sia piaciuto e che se deciderete di contiunare anche la storia continuerà a piacervi, un salutone e grazie per essere arrivati fin qui, Ineffable.




   
 
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