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Autore: Kikiletoway    03/06/2023    1 recensioni
Chiunque, dal Principe di Pentos al semplice contadino nell’Altopiano, sapeva che Re Viserys aveva fatto sposare il suo secondogenito maschio col suo secondo nipote in un ultimo tentativo di ricucire la vociferata frattura tra le due fazioni in conflitto della sua famiglia.
 
I pettegolezzi suggerirebbero che i due principi si odino a vicenda e che il matrimonio non avesse fatto nulla per cambiare tale circostanza.
 
È esattamente per quel motivo che uno dei misteri più inafferrabili nell’intero mondo conosciuto rimane il come abbia fatto un’unione così volubile a generare così tanti figli.
 

 
Costretti in un matrimonio che nessuno dei due voleva o si aspettava, Aemond e Lucerys dovranno esplorare i dolori del crescere, dell’innamorarsi, del matrimonio e del diventare genitori — anche se non necessariamente in quell’ordine.
 
Aemond/Lucerys.
Tags: Kid Fic, Molteplici POV, Matrimonio Combinato, mpreg, incesto zio/nipote, il canon è un misto: ha parti sia dello show HOTD sia del libro Fire and Blood, Nessuna Danza dei Draghi tra Aegon II e Rhaenyra!
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aemond Targaryen, Alicent Hightower, Jacaerys Velaryon, Lucerys Velaryon, Rhaenyra Targaryen
Note: Traduzione | Avvertimenti: Incest, Mpreg
Capitoli:
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POV di Luke + POV di Aemond (in questo capitolo ritorniamo un attimo agli inizi del loro matrimonio…).
 
 
 
 
 
Summerhall, anche se bellissima, era un posto terribilmente solitario in cui vivere. 

 
Luke non aveva avuto molta scelta quando suo zio, ora marito, aveva onorato della sua presenza la stanza dei bambini nella Fortezza Rossa, per informare Luke e i loro due gemelli neonati che presto avrebbero compiuto il viaggio verso la loro nuova casa, visto che la costruzione di Summerhall era stata completata. Luke era rimasto sorpreso – più che sorpreso, in realtà. Re Viserys aveva fatto un gran spettacolo al loro banchetto nuziale annunciando il titolo di lord concesso ad Aemond, ma poi, solo due mesi dopo la cerimonia, Luke aveva iniziato a mostrare segni di essere in dolce attesa e gli era stato proibito di viaggiare oltre le mura del castello. A parte il fatto di essere tenuto in una gabbia di pietre rosse come un fragile uccellino, non era totalmente un’esistenza misera. Luke era un principe, marito di un altro principe, e portava in grembo il primo bisnipote del Re – veniva trattato molto bene, con un’intera schiera di servitori a sua disposizione al semplice suono di un campanellino a corda. Aveva passato nove mesi ad abbuffarsi di tortine alla crema (una voglia che aveva avuto grazie a Saera), e di montone bruciacchiato ancora rosso al centro, fino a quando la sua faccia non era diventata tonda quanto il suo pancione in crescita. 
 
 
Col senno di poi, non era affatto sorprendente che Luke stesse portando in grembo dei gemelli – i suoi appetiti, sia per il cibo e sia per altre indulgenze, erano infiniti, e il fatto che tutto fosse accessibile aveva solo fatto in modo di favorirli.
 
 
Risiedere nella Fortezza Rossa, di per sé, non era orribile quanto lui e sua madre avevano temuto. Aemond, anche se era un marito distante, si assicurava che Aegon non gli desse troppo fastidio, ed Helaena e i figli di lei erano una compagnia deliziosa. Jaehaera sembrava essersi affezionata ai piccoli Saera ed Aenys, come se fossero delle piccole bamboline con cui lei poteva giocare, quindi lei frequentava spesso la stanza dei bambini quando Helaena era occupata col proprio nuovo neonato, Maelor. Nemmeno la Regina Alicent era una compagnia troppo sgradevole. Lei per lo più ignorava l’esistenza di Luke per ricoprire invece i suoi gemelli di affetto e attenzioni, ma Luke preferiva che i suoi figli fossero amati invece che odiati solo perché erano suoi. La posizione della Fortezza significava anche che la sua famiglia poteva visitare con facilità, e Approdo del Re era un posto vivace, quindi Luke aveva iniziato ad accontentarsi della sua situazione piuttosto velocemente. La vita a Roccia del Drago e ad Approdo del Re lo aveva fatto abituare alle belle comodità della vita – uno stile di vita che non aveva alcun desiderio di abbandonare, anche perché non avrebbe saputo vivere senza. 
 
 
Sentirsi dire, durante una pungente serata autunnale, che entro la settimana successiva lui e i suoi figli sarebbero stati caricati su delle carrozze e portati entroterra per il resto delle loro vite, era stato sconcertante, per usare un eufemismo. Luke non aveva scelta – agli occhi della legge, lui e i suoi bambini erano proprietà di suo zio, e rifiutare un tale regalo così benevolo da parte del re sarebbe stata la più scandalosa delle offese. 
 
 
Pertanto, una mattina, Luke si era svegliato prima, aveva aiutato i gemelli a vestirsi, ignorando il familiare senso di nausea causato dall’ansia, e aveva portato i suoi bambini dentro la carrozza, mentre Aemond si congedava dalla propria famiglia. Era stato difficile staccare Aenys dalle mani agitate della Regina Alicent, che trattava il figlio di Luke come se fosse un Aemond rinato, e staccare Saera da Re Viserys, che viziava la propria bisnipote a tal punto che Luke aveva finalmente capito come mai sua madre era finita per diventare così com’era. Nonostante le tensioni latenti di una corte che Luke evitava come la peste, i suoi figli erano molto amati, e la loro partenza era stata lamentata da tutti. A Luke non importavano le loro lamentele; non era colpa di nessuno se non dello stesso Re che loro sarebbero svaniti dalla capitale, per il momento. 
 
 
Aemond era salito in groppa a Vhagar – insistendo che avesse bisogno di volare in anticipo verso Summerhall per confermare che tutto fosse correttamente in ordine per accoglierli – e Luke non aveva potuto far altro se non guardare malinconicamente l’enorme drago verde spiccare il volo, con un Arrax riluttante che seguiva lo zio-marito di Luke, lasciandolo solo. Saera aveva piagnucolato un po’, lamentandosi e schiaffeggiandogli il viso con la sua bambola di vetro laccato, e Luke aveva meramente sospirato, prima di mettersi comodo mentre la carrozza si allontanava dal posto che aveva chiamato casa per ben due volte. 
 
 
 

 
 
 
Summerhall era diversa dalla Fortezza Rossa e da Roccia del Drago in molti modi positivi. La differenza preferita di Luke era su quanto il panorama intorno all’enorme castello fosse verde. La Fortezza Rossa era in cima a una collina che si affacciava su Approdo del Re, e Roccia del Drago era essenzialmente tutta nebbia e roccia, circondata da dell’acqua. 
 
 
A nord delle terre basse Dorniane, ad ovest delle Terre della Tempesta, e appena sotto il confine dell’Altopiano, le terre di Summerhall erano fertili e l’aria era frizzantina – non troppo umida e non troppo calda. C’era un grosso lago con un fossato davanti alla residenza principale, e la foresta che li circondava era la casa di cervi e di conigli, che qualche volta si avventuravano fuori per curiosità. Nel mezzo del cercare disperatamente di gestire un collettivo sempre in crescita di cameriere, cuochi e servitori assortiti, qualche volta Luke faceva uscire di nascosto i suoi piccoli dalla loro cameretta, portandoli in esplorazione nelle foreste. Era molto più divertente guardare Saera rincorrere dei coniglietti con le sue gambine cicciottelle, che stare seduto ad esaminare dei conti come se avesse una qualche idea di cosa significasse ciò che c’era scritto sopra. Luke si stava avvicinando solo al suo diciassettesimo compleanno, ed Aemond – nonostante le sue frecciatine sull’incompetenza di Luke – preferiva supervisionare i libri contabili così da non vedere la loro nuova signoria finire indebitata dopo soltanto un paio di settimane. 
 
 
La nuova casa di Luke era bellissima e confortevole, ma certi giorni era un’esistenza davvero molto solitaria.
 
 
Ed era solo andata peggio quando Aemond aveva ricevuto una convocazione dal Re, che lo informava che c’era bisogno di lui nelle Isole di Ferro per sedare una presunta ribellione. Il loro matrimonio non era burrascoso quanto Luke aveva temuto, ma invece di loro due che si scontravano costantemente, o peggio, di Luke che, alla fine, si ritrovava senza un occhio, Aemond tendeva semplicemente ad ignorare la sua esistenza. Avevano due figli insieme, eppure entrambi vivevano nei loro mondi separati. Aemond si occupava del suo titolo di lord come se fosse una seconda natura e, nonostante le sue preoccupazioni iniziali, la vita di Luke come fratello maggiore aveva fatto in modo che il prendersi cura dei suoi figli gli venisse in modo naturale. Dormivano in camere separate, condividevano occasionalmente un pasto, e vivevano le loro giornate come se non fossero legati a vita. Aemond gestiva la guarnigione e si incontrava col lord limitrofi per stabilire delle relazioni economiche, e Luke praticava la falconeria, sonnecchiava nei giardini con Aenys, e si portava Saera sulla schiena quando visitava la Fossa del Drago. 
 
 
Nonostante tutto ciò, lui non digeriva di vedere suo marito andarsene così all’improvviso. 
 
 
Adesso Luke era un giovane genitore tutto solo in un enorme castello, e stava iniziando ad impazzire dopo un mese senza suo zio, sentendosi in gabbia. I suoi giorni trascorrevano sempre allo stesso modo: si svegliava, si vestiva con qualcosa di comodo – di solito una tunica lunga e dei pantaloni (una volta, una domestica gli aveva suggerito un vestito non molto diverso da quelli che indossavano sua madre o Helaena, e Luke era diventato rosso quanto lo stemma della sua casata), e andava a prendere i suoi figli assonnati per sedersi tutti insieme a mangiare. Saera si ingozzava di purè di mela e di prugne di Dorne fino a quando le sue piccole dita non erano macchiate di rosso, mentre invece Aenys stava ancora venendo svezzato dal latte della sua balia, e Luke piluccava da piatti di maiale arrostito e morbidi biscotti, con pochissimo appetito. Qualche volta, quando i bambini facevano dei pisolini, faceva vista ad Arrax e portava a volare il proprio drago, altrettanto irritabile. I suoi giorni passavano tutti in modo uguale. Era una routine e, ad un certo punto, Luke ne aveva accettata la monotonia. Aveva imparato a far quadrare i conti in assenza di Aemond, e aveva piantato degli alberi da frutto nei giardini murati. Aveva addirittura iniziato a visitare il Parco degli Dèi e il tempio, facendo un pessimo lavoro nel fingere di non star avendo dei pensieri in testa sull’avere un altro figlio.
 
 
Così, quando Dreamfyre era stata avvistata sopra le Montagne Rosse, Luke era stato più che felice di accogliere con favore quel cambio di abitudini. Helaena si era legata Maelor al petto e i suoi gemelli le si erano aggrappati ai fianchi, quando Luke e i suoi stessi gemelli l’avevano sorpresa all’ingresso del castello. Saera riusciva a malapena a dire qualcosa oltre a un semplice ‘muña’ che sembrava più un gorgogliato ‘muh’, ma era stata veloce nel bersagliare i suoi cugini più grandi e a balbettare fino a sfinirli. Aenys era molto più timido della sua gemella, ed era invece rimasto a stringergli la mano quando Luke si era lanciato in avanti per abbracciare sua zia. 
 
 
Helaena profumava di limoni, di gentilezza e di casa. 
 
 
Avevano passato un paio di giorni godendosi semplicemente la compagnia l’uno dell’altra; si erano seduti nei giardini a banchettare con dei cachi e delle tortine dolci, accompagnati da caraffe di vino dorato di Arbor che scorreva a fiumi, ridacchiando mentre i loro figli giocavano nelle piante, e scambiandosi storie sulle loro infanzie e sulle loro vite attuali. 
 
 
“Il matrimonio non è così male!” Helaena aveva riso ubriaca, con una coccinella che le brulicava sulla mano. “Aegon per lo più mi ignora e basta, a meno che non sia molto molto ubriaco.”
 
 
Il sangue di Luke gli pulsava nelle vene, e lui si era afflosciato sul tavolo – con una guancia schiacciata contro il legno. “Ma a te non interessa il romanticismo, Zia.” Helaena aveva fatto un verso d’assenso, concordando. “E tu hai ben tre figli! Io voglio bene a Saera ed Aenys, ma è forse un crimine il fatto che ne voglio altri?” Aveva affermato biascicando. Qualcosa gli faceva bruciare gli occhi, e Luke si era ritrovato a tirare su col naso, “Aemond non mi guarda neppure. Sarò condannato ad avere un grembo che avvizzisce e muore, perché il mio stesso marito non si cura di farmi visita nel mio letto.” Luke si era lamentato tristemente. Percependo l’angoscia di sua madre, Aenys si era avvicinato al loro tavolo, strisciando sul bacino di Luke, mentre la sua gemella terrorizzava i loro cugini con un millepiedi che aveva dissotterrato da sotto ai meli. Lui si era aggrappato a suo figlio con un sospiro, giocando coi corti capelli del piccolo che erano così simili a quelli del suo lord marito. 
 
 
“Hai provato a parlargliene, Lucerys?” Helaena aveva allungato la mano e aveva toccato il nasino di Aenys in modo ubriaco, facendo ridacchiare il bambino. Luke aveva spalancato gli occhi e aveva fissato sua zia, che lo stava fissando di rimando con pari intensità.
 
 
Luke si era mosso leggermente, in modo imbarazzato, non volendo insultare suo marito davanti alla sorella. “Aemond non è,” Aveva deglutito. “la persona più facile con cui parlare.”
 
 
“Mio fratello è un coleottero – la sua parte esteriore deve essere forte e robusta per difendere le parti interne, più tenere e vulnerabili.” Sua zia aveva sospirato, portando la propria mano al viso per ammirare la coccinella che aveva preso residenza sulla sua manica. Subito dopo, Helaena aveva piegato la testa di lato, prima di fissare il vuoto, corrugando le sopracciglia. “Sento di star dimenticando qualcosa.” 
 
 
Lei si era dimenticata qualcosa. Qualcosa di incredibilmente importante, in realtà. Perché, il giorno dopo, Luke si era ritrovato ad essere svegliato da una cameriera in preda al panico, che affermava che la Regina era stata avvistata alle porte del castello da un paesino vicino. Equipaggiato di un terribile mal di testa e di due bambini stanchi e intenti a far capricci, Luke si era affannato a mettere insieme qualcosa che fosse almeno moderatamente accettabile da indossare per accogliere la Regina del Reame. Helaena non era stata di nessun aiuto, non che Luke si aspettasse il contrario. Quando vivevano entrambi nella Fortezza Rossa, era diventato piuttosto ovvio che nessuno di loro due fosse indicato a gestire una fortezza, ma a differenza di Helaena, Luke era stato costretto ad imparare. Con dei capelli disordinati tenuti indietro da una forcina dorata e col suo miglior (e unico) camicione verde scuro, Luke aveva sistemato i suoi figli nei loro abiti color avorio più raffinati, e aveva accolto sua suocera con un cuore che gli batteva così forte che credeva che avrebbe vomitato. 
 
 
Il seguito della Regina era numeroso e dall’aria compiaciuta, e Alicent lo aveva praticamente ignorato in favore di andare dritta da Aenys, strappando via il suo figlioletto come se fosse il proprio. Ad Aenys non sembrava dare fastidio, anche se aveva guardato Luke con confusione, mentre una donna che di certo riconosceva solo vagamente lo coccolava nel modo in cui di solito lo faceva Luke. Eventualmente, Alicent aveva preso atto della presenza di Luke, ma solo dopo aver fatto un suo giro di saluti – abbracciando e baciando la propria figlia e i suoi altri nipoti. A Luke non importava molto di Alicent (in tutta onestà, quella donna lo terrorizzava), ma gli bruciava che il massimo che avesse ricevuto da lei fosse stato un secco ‘Principe Lucerys’.
 
 
La sua servitù supervisionava l’occuparsi del seguito della Regina, e Luke si era ritrovato di nuovo nei giardini, ma invece di ubriacarsi e passare del tempo piacevole in compagnia di sua zia, se ne stavano tutti seduti quietamente mentre Alicent cercava il pelo nell’uovo di ogni aspetto di Summerhall. Luke aveva smesso di ascoltare intorno alla parte in cui la madre di Aemond aveva iniziato a sproloquiare sul modo migliore di organizzare un menù, quando,
 
 
“Non sei stato intimo con mio figlio, Principe Lucerys?” 
 
 
Luke aveva sputacchiato, il latte al miele ghiacciato gli stava gocciolando dalla bocca, mentre la guardava a bocca aperta. Helaena e Saera avevano ridacchiato entrambe, ma Alicent e le sue dame lo avevano fissato intensamente – completamente serie e aspettando pazientemente una risposta. Non era un segreto che la Regina Alicent fosse contraria al matrimonio di suo figlio e del suo nipote acquisito. Lei voleva un’unione più vantaggiosa per il proprio figlio preferito, e alcune di quelle potenziali spose erano tra le sue dame di corte. Una ragazza in particolare, con dei capelli neri e degli spenti occhi blu, aveva passato l’intero pomeriggio a trucidare con lo sguardo Luke con tale vetriolo, che probabilmente sperava che se l’avesse fatto abbastanza duramente, Luke sarebbe morto spontaneamente.
 
 
Lui aveva riabbassato la propria coppa con delle mani tremanti. “Ch-chiedo perdono, Vostra Grazia?” Luke aveva lanciato uno sguardo ad Helaena, ma quella traditrice di sua zia sembrava improvvisamente molto interessata ad un filo da ricamo che Saera aveva rubato e trasformato in un giocattolo filamentoso. “Mio zi- marito al momento è via, nelle Isole di Ferro.” Lui aveva affermato debolmente. Le dame di Alicent avevano ridacchiato, ma la sua nonna acquisita barra suocera non era sembrata molto divertita dalla sua risposta. 
 
 
“Hai quasi diciassette anni, corretto?” Luke aveva annuito, confuso. Aenys stava strattonando la collana di smeraldi della Regina, eppure alla donna non sembrava dar fastidio. “Quando avevo la tua età, avevo già sopportato due gravidanze separate ed ero in attesa del mio Aemond.” Luke riusciva a sentire il proprio viso arrossire. “Devo ammetterlo, sono sorpresa che tu non sia in attesa di un altro figlio. Aemond mi era sempre sembrato affezionato a sua nipote e ai suoi nipoti – e, di conseguenza, ai suoi stessi figli.”
 
 
Ai nostri figli, Luke voleva correggerla.  
 
 
L’insipida ragazza con l’aspetto di qualcuno che viene dalle Terre della Tempesta si era messa in mezzo, sentenziando, “Forse il Principe non è soddisfatto di… sua moglie.”
 
 
“Forse mio fratello non sa come soddisfare mio nipote.” Helaena aveva cinguettato scherzosamente, ma era stata molto più tagliente di quanto Luke l’avesse mai sentita. La ragazza era diventata tutta rossa, e Alicent aveva rimproverato in modo calmo le sue dame per essersi intromesse in una conversazione “di famiglia”. Luke stava giocherellando col proprio bicchiere, e non riusciva ad evitare di riflettere sulle parole di Alicent. Non è che Luke non volesse altri figli – a questo punto, il suo unico conforto erano i suoi bambini. Ma lui non poteva fare un figlio da solo e, nonostante il suo tono crudele, la dama di Alicent non si era sbagliata nella sua constatazione. Aemond mostrava poco desiderio per lui. 
 
 
Alicent doveva aver notato il suo malumore, perché aveva sospirato. “Aemond è d’animo nobile e resterà fedele ai suoi voti. Mio figlio non ti arrecherebbe mai vergogna con,” Lei si era accigliata, guardando prima Helaena e poi Luke. “Dei bastardi.” L’aria era diventata fredda e imbarazzata. La Regina Alicent non era brava nel nascondere che erano quelli schierati con lei che continuavano a far circolare le voci sulla paternità di Lucerys, e tutto mentre il suo stesso figlio maggiore aveva più di un bambino dai capelli chiari a correre per le fosse dei ratti di Fondo delle Pulci.* Subito dopo, lei si era schiarita la gola. “Malgrado ciò, è nella natura degli uomini cercare conforto da qualche altra parte se non possono ottenerlo nel letto coniugale.” Lei aveva fatto rimbalzare Aenys sul proprio ginocchio e suo figlio aveva riso, facendo in modo che la Regina lo guardasse con un affetto che aveva fatto sentire a Luke la mancanza della propria madre, ardentemente. “Forse gli Dèi ti benediranno con un altro figlio quando lui tornerà. Pregherò la Madre per questo.” 
 
 
Luke non poteva esser certo che le intenzioni di Alicent fossero pure, ma l’idea che la Regina avrebbe pregato per le inclinazioni sessuali del suo stesso figlio, era sia divertente e sia orripilante per Luke.
 
 
Helaena aveva iniziato a battere le mani e aveva sorriso. “Il tuo gregge sarà abbondante!” Saera batteva le mani insieme a lei, imitando sua zia, e Luke aveva preso un altro sorso della sua bevanda, pregando che il proprio viso non fosse rosso quanto lo sentiva. Alicent aveva rivolto un piccolo sorriso alla propria figlia, e la conversazione era finita lì – la Regina adesso era più concentrata a nutrire il figlio di Luke con delle cucchiaiate di purè di bacche, tubando ogni volta che lui rideva. 
 
 
Il resto della visita della Regina non era stato orribile quanto avrebbe potuto essere. Alicent era rimasta aggrappata ad Aenys per tutto il tempo, e aveva regalato ai gemelli dei giocattoli e dei vestiti finemente realizzati come doni anticipati per il loro primo compleanno. Aenys era ugualmente affezionato alla Regina quanto lei lo era di lui, e Luke faceva il conto alla rovescia fino a quando quella donna non se ne sarebbe andata, così lui avrebbe potuto riavere il proprio figlioletto. La visita della Regina era terminata dopo due settimane di lezioni su come mantenere una casa, abbastanza tortini al limone da far star male Luke, e Saera che aveva morso Jaehaera così forte che la loro cugina in comune era scoppiata a piangere. Luke era stato contento di salutare sua suocera, anche se gli sarebbe mancata tantissimo sua zia e i suoi farneticamenti strani ma confortanti.
 
 
La famiglia di Aemond aveva infine lasciato Summerhall, con gran delusione dei gemelli, ma Luke era entusiasta di poter finalmente respirare senza la paura che qualcuno stesse osservando ogni sua singola mossa per poi andarla a riportare alla Regina. Ha deciso di essere più che soddisfatto della sua vita solitaria ma confortevole insieme ai suoi figli, se ciò significava che non sarebbe più stato preso alla sprovvista e non avrebbe più ricevuto prediche dalla Regina per il fatto di non soddisfare il figlio di Alicent nel modo giusto. Naturalmente, le giornate tornano alla normalità. Luke si sveglia, si veste, si avventura nella stanza dei bambini per aiutare le balie a domare i gemelli per far indossar loro i nuovi completini, e li accompagna a fare colazione. Le sue giornate sono noiose, ma confortevoli, e Luke è decisamente contento. 
 
 
E poi Aemond torna dalle Isole di Ferro.
 
 
Suo marito ha una cicatrice sulla mascella che non c’era quando era partito, i suoi capelli sono più corti di come Luke se li ricordava, e lui sembra genuinamente felice di vedere sia i loro figli e sia Luke quando vanno a dargli il bentornato a casa, fuori dalla Fossa del Drago. Aemond arriva addirittura a stampare un bacio casto sulle labbra di Luke, e quello è abbastanza da confonderlo. Si allontana da suo marito con uno sguardo interrogativo, e Luke trova la sua risposta quando lancia uno sguardo dietro Aemond.
 
 
C’è una donna con in braccio un bambino – un bambino che sicuramente Luke non ha partorito. 
 
 
 

 
 
 
A discolpa di Lucerys, Aemond non ha nessuno da biasimare, se non se stesso, quando suo nipote alza la sua mano, piccola ma sorprendentemente potente, per tirare un ceffone dritto in faccia ad Aemond. Da qualche parte in mezzo a degli improvvisi singhiozzi pieni di lacrime e a delle urla stridule degne di un’arpia, Aemond riesce a distinguere delle grida che dicevano ‘bastardo’ e ‘lei aveva ragione’, prima di decidere che avrebbe dovuto iniziare la sua riunione col suo nipote-marito con una spiegazione, invece di sperare che il ragazzo non avrebbe notato il bambino. 
 
 
Deve districare un Lucerys piuttosto disperato via dai loro figli, ugualmente confusi, e via dalla balia delle Isole di Ferro, perché il suo piccolo maritino sembra pronto a scaraventare a terra sia la donna che il bambino, come il demone che è in realtà. Aemond si sente come se stia cercando di domare una pantera-ombra, quando Lucerys gli graffia e gli morde le braccia mentre lo trascina per le spalle dentro la Fossa del Drago. Arrax può essere sentito stridere dalla rabbia dalla propria tana dentro i tunnel, con della legittima furia potente e fragorosa. 
 
 
Aemond mette giù Lucerys, e suo nipote gli si sta già avventando addosso con la stessa furia che Aemond aveva visto l’ultima volta quando aveva ancora due occhi. 
 
 
“Brutto pezzo di merda di drago, infedele, puttaniere e senza spina dorsale!” Lucerys strilla. Suo nipote è alto solo un metro e settanta, ma Aemond si sente di star venendo placcato dal vero padre del ragazzo, per quanta forza il suo piccolo corpicino riesce a contenere. “Ti ho dato due figli, non sono stato altro se non un consorte diligente, eppure ti azzardi ad umiliarmi portando il tuo bastardo in casa nostra!” Aemond afferra Lucerys per le spalle e digrigna i denti quando quella piccola merdina prova a mordergli i polsi. 
 
 
Aemond ha passato gli scorsi mesi combattendo contro quei dannati pirati uomini di ferro, insieme al suo irritante nipote e al suo irritante fratello minore, e anche dopo che le flotte erano state bruciate ed erano fuori dai giochi, era stato costretto a giocare a fare il diplomatico per la corona. Per questi ultimi mesi, non aveva voluto altro se non tornare a casa, vedere i suoi bambini che gli mancavano disperatamente, e magari anche trovare il modo di infilarsi in mezzo alle morbide cosce di suo nipote. Ma a suo padre non era mai piaciuto rendere la vita di Aemond facile, e lui non era altro se non l’umile servitore del Re. 
 
 
“Non è mio, coglione.” Aemond ringhia. Lucerys si calma solo un po’, continuando a lottare contro Aemond, ma sembrando confuso adesso, invece di sembrare furibondo. “Se riuscissi a controllarti per un secondo, ti spiegherò tutto.” Lucerys digrigna i denti, cercando di liberarsi dalla sua presa, ma annuisce. “Quel bambino è il figlio di Dalton Greyjoy – il suo erede.” 
 
 
Suo nipote spalanca gli occhi, rilassandosi nella stretta di Aemond. “P-perchè ce l’hai tu? Che ci fa qui?” La confusione di Lucerys fa ricordare improvvisamente ad Aemond che suo nipote, nonostante il fatto che un tempo era stato l’erede della più grossa flotta di Westeros, non era mai stato bravo con la politica. Da quando erano arrivati a Summerhall, Lucerys aveva passato la maggior parte del suo tempo in compagnia dei loro figli, comportandosi più come un bambino lui stesso che come loro madre. Non che ad Aemond dispiacesse – preferisce che il suo giovane marito sia distratto e fuori dai piedi piuttosto che sia una seccatura, mentre lui cercava di mettere in ordine gli affari della loro nuova casa. Lucerys è un principe, ma ad Aemond lui ricorda più Helaena che Jacaerys. 
 
 
“Lui sarà il nostro protetto.” Aemond spiega, e Lucerys sbatte le palpebre, piegando la testa di lato, confuso. “Il Re ci ha richiesto di allevare il bambino insieme ai nostri figli, per tenere in riga le Isole di Ferro.” 
 
 
Gli occhi di suo nipote si spalancano ancora di più, ed Aemond riesce a vedere le rotelline che gli girano nella testa – comprendendo finalmente le parole di Aemond. “Dev’essere un ostaggio? Qui?” Lucerys si allontana, scuotendo la testa con un cipiglio. “Perché? Perché dovrei allevare il figlio di un traditore?”
 
 
“Perché un giorno quel bambino occuperà il seggio di una delle Grandi Casate, e mio padre crede che tu sia il più adatto a garantire che il bambino cresca diventando un degno futuro lord.” Ad Aemond sembra strano far uscire quelle parole dalla propria bocca. Lucerys è un buon genitore coi loro figli, ma il Re aveva scritto di Lucerys come se lui fosse la dea Madre rinata. Il favoritismo di Re Viserys era ovvio e, apparentemente, la natura pacifica e solitamente docile di Lucerys significava che fosse qualificato a fare qualcosa di così importante come allevare un prigioniero di guerra. 
 
 
Lucerys abbassa lo sguardo sulle proprie mani – sul suo viso c’è un broncio carino ma pieno di frustrazione, mentre processa ciò che Aemond sta dicendo. Suo nipote sospira, prima di annuire. “Per quanto tempo?” 
 
 
“Fino a quando non avrà raggiunto la maggiore età.” Lucerys annaspa. “È tipico che il prendere in custodia qualcuno duri così a lungo. Il bambino ha quasi tre anni – verrà cresciuto insieme ad Aenys, e i due studieranno e si addestreranno insieme. Idealmente, quel cameratismo si trasformerà in lealtà per la corona e, quando il bambino diventerà il Lord delle Isole di Ferro, le nostre casate saranno delle strette alleate. Fino ad allora, gli uomini di ferro dovranno rigare dritto, a meno che non vogliano che accada qualcosa al loro futuro lord.” 
 
 
Lucerys boccheggia. “Faresti del male al bambino se suo padre dovesse agire a sproposito?” Aemond grugnisce internamente. Il suo piccolo maritino non è fatto per la politica, e certamente non è fatto per la guerra. 
 
 
“E’ la minaccia di ciò che dovrebbe tenere in riga Dalton. In ogni caso, se Greyjoy dovesse mai agire in modo sbagliato, potremmo semplicemente bruciare Pyke, installando dei reggenti in vece del nostro protetto, per governare da qui.” Aemond non è del tutto avverso a quell’opzione. Summerhall garantiva loro una terra fertile, e avere accesso ad una flotta sarebbe molto vantaggioso.  
 
 
Suo nipote sembra combattuto, giocherellando con le proprie mani. A Lucerys piacciono i bambini, e aveva spesso espresso delle preoccupazioni sul fatto che i loro piccoli sarebbero stati da soli, così lontani dal resto della loro famiglia. “Con questo, sia Saera e Aenys che qualsiasi futuro figlio potremmo avere, guadagnerebbero un compagno con cui passare il tempo, oltre ai propri fratelli.” Quello fa in modo che gli occhi di Lucerys si illuminino di colpo. Suo marito annuisce, rivolgendogli un lieve sorriso.
 
 
“Il bambino ha un nome?”
 
 
Sul viso di Lucerys c’è un leggero rossore che confonde Aemond, ma lui lo ignora. “Toron.” Lucerys ripete il nome, come se lo stia testando. 
 
 
“Toron. Che nome strano.” Aemond annuisce per concordare. Personalmente, trova che i nomi di quelli che non hanno origini Valyriane siano piuttosto insignificanti. Lucerys ondeggia sui propri talloni, sbirciando il viso di Aemond. “Ai-ai bambini sei mancato.” 
 
 
Aemond fa un verso di assenso. “Lo avevo immaginato, anche se non ho avuto la possibilità di salutarli come si deve, prima che tu mi puntassi.” Lucerys diventa tutto rosso in viso, mormorando delle scuse sottovoce. “Andiamo a dirglielo, adesso – sono sicuro che sono entrambi molto confusi.” Lucerys annuisce, tenendo la testa bassa, mentre segue Aemond fuori dalla fossa. 
 
 
Vale la pena di aver dovuto avere a che fare con tutti quei grattacapi per questi ultimi mesi, quando Saera corre su delle gambine incerte precipitandosi tra le sue braccia, con un sorriso così simile a quello di Lucerys.
 
 
 

 
 
 
Toron viene fatto sistemare nella stanza dei bambini insieme ai figli di Aemond, e Saera – nonostante sia a malapena grande abbastanza da riconoscere dei visi al di fuori di quelli dei suoi genitori e di suo fratello – decide che il bambino dagli occhi e dai capelli scuri è il suo nuovo migliore amico. Ciò significa che lei passa tutto il tempo della cena cercando di offrire al bambino dei pugnetti di purè di carote, provando a morderlo quando lui rifiuta. 
 
 
Una volta che i loro bambini e il loro nuovo protetto vengono finalmente messi a letto, Aemond si ritira nelle sue stanze, permettendosi di farsi un lungo bagno bollente per la prima volta da settimane. Si sfrega per bene con del sapone di liscivia e con un panno, grugnendo dal sollievo quando l’acqua penetra nei suoi muscoli doloranti. Le lunghe giornate passate sul dorso di Vhagar, e ascoltando Jacaerys e Daeron bisticciare, avevano lasciato Aemond con dei nervi a fior di pelle, e lui non vuole fare altro se non strisciare nel proprio letto e dormire su un vero materasso. 
 
 
Sta tentando di asciugare i suoi capelli tagliati in modo grossolano, quando la porta delle sue stanze si apre e dei lievi passi si fanno sentire in camera sua. 
 
 
“I tuoi capelli sono diversi.” Aemond lancia un’occhiata a suo marito, che indugia al lato opposto della stanza, apparendo piuttosto timido. È ovvio che anche Lucerys si sia appena preparato per andare a dormire, a giudicare dal fatto che ha addosso una lunga camicia da notte che gli sfiora la parte superiore delle ginocchia. I capelli di suo nipote sono cresciuti dall’ultima volta che Aemond l’aveva visto, e le sue ciocche scure adesso gli si arricciano intorno alle guance e alla nuca. 
 
 
Aemond si passa una mano tra i capelli. “E’ esatto. Erano diventati una seccatura stando in aria così a lungo, non ne valeva la pena averli così lunghi.” Lucerys fa un verso d’assenso, camminando verso di lui. Senza il suo permesso, suo nipote allunga una mano, passando le dita tra le ciocche di Aemond, lunghe fino alla sua mascella. 
 
 
“Mi piacciono. Mi ricordano Daemon.” Lucerys fa roteare una ciocca intorno al proprio dito. “Anche se credo di preferirli lunghi.” Suo nipote sorride – fissandolo con occhi socchiusi.
 
 
Aemond fa un verso d’assenso, avvolgendo una mano intorno al polso sottile di Lucerys per riabbassargli la mano. “Ricresceranno. Ora dimmi, Nipote,” Strattona Lucerys in avanti e il ragazzo barcolla. “Perchè sei qui?” Lucerys sbatte rapidamente le palpebre, e il suo viso arrossisce improvvisamente.
 
 
“Spe-speravo che potessimo parlare,” La sicurezza di Lucerys lo abbandona tanto velocemente quanto l’aveva eretta. “E’ passato tanto tempo dall’ultima volta che abbiamo avuto un momento da soli.” Gli occhi di suo nipote percorrono e osservano il torso nudo di Aemond. “Oh Dèi,” Appoggia una mano sopra una cicatrice in fase di guarigione lungo la vita di Aemond. “Ch-che è successo?” 
 
 
Camminando verso il tavolo del soggiorno, Aemond versa dalla caraffa un calice di vino rosso dorniano per sé e uno per Lucerys. Offre il bicchiere a suo nipote e il ragazzo prende un sorso – il suo viso fa una smorfia per via del sapore aspro. 
 
 
“Dalton Greyjoy era riuscito a mettere mano su uno scorpione,” Aemond prende un lungo sorso del proprio vino. “Aveva sparato a Vhagar e mi aveva sfiorato con quel cazzo di dardo.” 
 
 
Lucerys si agita nervosamente sul posto, le sue mani stanno stringendo il bicchiere con così tanta forza che il metallo trema. “Per amore della Madre,” Lui sussurra con un volto pallido. “T-ti ha fatto male?” Aemond scoppia a ridere, e quello fa sobbalzare Lucerys.
 
 
“Certo che ha fatto male, taoba (ragazzo).” Aemond finisce il resto del proprio vino. “Non hai mai prestato attenzione durante le tue lezioni di storia? Il dardo di uno scorpione è esattamente ciò che ha ucciso la Regina Rhaenys e Meraxes.”
 
 
In qualche modo, il viso di Lucerys diventa ancora più pallido. “Saresti potuto morire?” È una domanda che sembra più un’affermazione. “S-saresti potuto morire, lasciandomi solo?” Quello sorprende Aemond. Lui riabbassa il proprio bicchiere, osservando Lucerys dalla testa ai piedi. Suo nipote è cresciuto dal loro matrimonio quasi due anni fa, ma sembra sempre lo stesso piccolo ragazzo fragile che se n’era stato in piedi afferrandosi la parte anteriore della propria vestaglia con degli occhi enormi. 
 
 
“Avrei creduto che quella sarebbe stata una buona cosa per te, Nipote. Ti saresti liberato di me – l’uomo orribile che eri stato costretto a sposare.” Aemond sprofonda su una poltrona.
 
 
Lucerys si acciglia intensamente, attraversando la stanza così da potersi trovare di fronte ad Aemond. “Perché dovrei volerti morto, qybor (zio)? Tu sei,” Deglutisce in modo evidente. “Sei il padre dei miei figli. E… e loro ti amano.” La sua voce si indebolisce verso la fine.
 
 
Aemond sospira. Considerando la repentinità del suo fidanzamento e del successivo matrimonio, Aemond crede di essere stato molto flessibile alla nuova vita che si era ritrovato a ricevere. Aveva sposato e si era portato a letto quel marmocchio di suo nipote, aveva generato due figli in salute – un maschio e una femmina che avrebbero portato avanti sia il titolo di Targaryen sia quello di Lord di Summerhall, e gestendo una nuova fortezza con un successo ineguagliato dai suoi altri parenti maschi. Nonostante tutto questo, però, sembra che nessuno sia mai soddisfatto. 
 
 
Lui si rimette in piedi a piena altezza e Lucerys barcolla all’indietro, guardando mentre Aemond si incammina verso la propria camera da letto. Suo nipote resta sull’uscio goffamente, mentre Aemond rovista nelle tasche del suo mantello e nelle sue sacche di cuoio da viaggio, fino a quando la sua mano non si chiude intorno a ciò che stava cercando. Fa cenno a Lucerys di avvicinarsi, e suo nipote si trascina nella stanza con un’espressione nervosa. Afferrandogli il polso, Aemond stende le piccole dita di Lucerys, facendogli scivolare l’anello che tiene in mano nel dito accanto al mignolo. 
 
 
L’anello è fatto di ferro, incastonato da piccole perle e da uno zaffiro di dimensioni generose al centro.
 
 
“Strappato dal dito di una delle mogli di sale di Dalton Greyjoy.” Dai suoi resti carbonizzati, ad essere esatti, ma Lucerys quello non ha bisogno di saperlo. 
 
 
Suo nipote fissa quel gioiello con occhi spalancati. Quando si erano sposati, tra i regali che avevano ricevuto abbondavano pezzi di alta gioielleria e pietre preziose. Aemond indossava spesso anelli fatti da rubini, smeraldi e oro lucido, mentre Lucerys preferiva vedere le gemme trasformate in spille e fermagli per capelli che i loro figli potessero indossare. Lucerys stesso indossava raramente dei gioielli, anche se ad Aemond piaceva parecchio il modo in cui gli zaffiri scuri e gli smeraldi luccicanti complimentavano gli occhi e i capelli scuri del ragazzo, quando ne era decorato. Forse, con un po’ di persuasione, Aemond sarebbe riuscito a convincere Lucerys ad indossare un paio di quei delicati orecchini di perle che aveva ricevuto da Pentos. 
 
 
“Lo sai perché gli uomini di ferro si prendono così tante mogli?” Lucerys scuote la testa, i suoi occhi non lasciano l’anello mentre ci gioca. “Quei vili amano combattere – le loro terre hanno poco da offrire, così stuprano e saccheggiano fino a quando non si sentono soddisfatti del loro bottino. Il loro sangue arde costantemente per via della violenza, quindi devono prendersi molte mogli per espellere le proprie energie.” Appoggia una mano sotto il mento di Lucerys, alzandoglielo, così che il ragazzo lo guardi. “Quando una moglie non riesce più a soddisfare, viene messa da parte per lasciare il posto a un’altra.” Lucerys emette un lamento – un’espressione ferita gli balena sul viso. 
 
 
Quando Aemond aveva perso l’occhio, suo padre si era rifiutato di chiedere giustizia per lui. Ma ora? Ora Aemond ha il suo aggressore proprio dove l’aveva sempre voluto. Lucerys è tenero e malleabile; suo nipote è così desideroso di compiacere, per non venir messo da parte. Re Viserys aveva negato ad Aemond la possibilità di avere giustizia, e così gli Dèi avevano corretto quello sbaglio, mettendogli Lucerys dritto tra le mani. Anche se non era il suo partner ideale, Lucerys aveva dimostrato di essere utile a qualcosa almeno per una volta – aveva partorito dei figli forti e in salute per Aemond, ed è impaziente quanto un cucciolo trascurato di compiacerlo ancora di più. 
 
 
Si sporge in avanti, il dito gentile sotto il mento di Lucerys diventa una presa debole attorno alla mascella di suo nipote. “Continua a soddisfarmi, e non ti mancherà mai niente.” Lucerys si scioglie nella sua stretta. Suo nipote non si oppone quando Aemond preme le proprie labbra sottili contro quelle più morbide di Lucerys, gemendo in modo acuto a bocca chiusa e con le mani che si stringono a pugno sul petto di Aemond. Dal momento in cui è sceso dall’ala di Vhagar, il sangue di Aemond gli stava urlando di possedere Lucerys. Combattere nelle Isole di Ferro gli aveva fatto qualcosa. Jacaerys aveva affermato che Aemond combatteva come un indemoniato – lo spargimento di sangue non riusciva a scoraggiare il suo operato, anzi, permetteva ad Aemond di devastare ancora di più quei dannati pirati che lo avevano costretto a stare lontano dalla sua famiglia per mesi interi. Dalton Greyjoy si era preso più di venti donne come sue mogli di sale, ma Aemond non aveva alcun desiderio per le baldracche d’accampamento che si erano trascinate dietro di loro per tutta la durata della loro campagna militare. Aveva passato quasi ogni notte nella sua tenda da solo, frustrato, mentre si addormentava immaginandosi dei morbidi capelli scuri e degli enormi occhi innocenti.
 
 
Lucerys avvolge le braccia intorno al collo di Aemond, sciogliendosi contro di lui. “Dèi,” Lui geme, “Mi sei mancato.”
 
 
 

 
 
 
La seconda figlia femmina di Aemond nasce piccolina e più bella di qualsiasi altra cosa su cui abbia mai posato il suo occhio. Naerys ha un colore di capelli così chiaro che le sue scarne ciocche dorate brillano come stelle, quando Aemond la tiene in braccio sotto i raggi del sole che si riversano dentro le stanze di Lucerys dall’esterno – una piccola stella cadente che sta tenendo tra le mani. Lei è venuta facilmente al mondo, Lucerys ha avuto la fortuna di un travaglio agevole, e la loro figlia condivisa è nata solo dopo poche ore dall’inizio delle doglie. A parte il fatto di essere un tantino troppo piccola, Naerys è perfetta. 
 
 
“Se continuerai a fissarla in quel modo ancora a lungo, le trafiggerai l’anima, kepa (papà).” Aemond alza lo sguardo da sua figlia, guardando suo marito, che è rimasto steso sul letto del parto – il sudore che gli si sta asciugando nei capelli gli fa apparire la sua chioma scura ancora più riccia. Lucerys è stato molto più in salute durante questa gravidanza, rifiutando l’aiuto della sorellastra di Aemond per tutta la sua durata, lasciando invece che le balie si prendessero cura dei bambini quando era troppo esausto. 
 
 
Voltandosi verso una balia, Lucerys fa un cenno con la mano. “Per favore, va’ a prendere i miei altri figli.” Aemond si siede su una poltrona accanto a suo nipote, e Naerys sbadiglia. 
 
 
“E’ stanca,” Lui dice. “I bambini possono conoscerla più tardi.” Lucerys si acciglia guardandolo, gli angoli della bocca gli scendono in un broncio. 
 
 
“Naerys è una neonata, dormire è tutto ciò che farà per i primi cinque mesi della sua vita.” Suo nipote prova a mettersi a sedere, finendo per trasalire, ma schiaffeggia via la mano di Aemond quando la allunga per aiutarlo. “Sto bene. E Saera era entusiasta all’idea di conoscerla – tua figlia non riuscirà a riposare fino a quando non l’avrà fatto.” Aemond culla la neonata tra le sue braccia, e Lucerys gli rivolge un sorrisetto. “Ti sei già affezionato parecchio a lei.”
 
 
Aemond fa un verso d’assenso. “È piccola – Jaehaera e Jaehaerys erano di una dimensione simile quando sono nati. Devi assicurarti che le venga dato cibo a sufficienza così che possa irrobustirsi.” Lucerys ride, gli occhi gli si increspano ai lati. 
 
 
“Ne sono consapevole, Aemond. A questo punto, ho già cresciuto due bambini e mezzo – l’appetito di un bimbo in crescita non mi è sconosciuto.” 
 
 
Le porte delle stanze si aprono di colpo, e Aemond riesce a sentire i passi veloci di Saera che sfrecciano per il soggiorno, prima di vederla irrompere nella camera da letto. I capelli della piccola sono arruffati e il viso di lei è luminoso, mentre spintona e supera le levatrici e le balie che stanno ancora indugiando. 
 
 
“Bambino!” Lei strilla. “Bambino, bambino, bambino, bambino!” Saera prova a fare baccano sul letto, finendo per incespicare e caderci sopra di faccia. La confusione della bambina è ovvia quando si guarda intorno sul materasso e non vede un neonato con cui giocare come fosse un bambolotto. Aenys strascica nella stanza dopo la sua energetica gemella – mano nella mano con la propria balia. “Dov’è bambino?”* Saera grida, sbattendo le mani sul letto. 
 
 
Aemond schiocca la lingua. “Fa’ silenzio, figlia. Tua sorella sta riposando.” Il suo avvertimento fa solo in modo che Saera strilli ancora più forte.
 
 
“Io ho sorella? Voglio vedere! Per piacere!” Lei gattona fino al bordo del letto e Lucerys deve afferrare il retro del vestito della piccola bimba per impedirle di cadere giù. Saera fissa la neonata infagottata tra le braccia di Aemond con un’espressione corrucciata. “Sembra strana.” Lei punzecchia Naerys con un dito cicciottello. “Perchè?” La loro figlioletta è in quell’età dove ha più domande di quanto loro abbiano risposte. 
 
 
Lucerys sospira – Aenys è gattonato sul letto e gli si è accoccolato contro il fianco. “Anche tu avevi quell’aspetto un tempo, tesoro mio.” 
 
 
“Bleah,” Saera si acciglia. “Io sono carina – Kepa dice che lo sono.”          
 
 
Il suo nipote-marito lo guarda male da sopra la testa di Aenys, ma Aemond lo ignora. “Siete tutti carini, Saera. E lo sarà anche Naerys quando sarà più grande.”
 
 
Lucerys è corretto nella sua osservazione.
 
 
Quando raggiunge i sei mesi di vita, Naerys è una cosettina adorabile. È molto più silenziosa di quanto lo erano i gemelli alla sua età, ma si mette a sedere da sola ridacchiando quando Aenys le fa le smorfie. Anche il ragazzo Greyjoy sembra essersi piuttosto affezionato alla piccola bimba. Il drago di Naerys non nasce, ma Aemond ha fiducia nel fatto che l’uovo dorato si schiuderà un giorno, nel prossimo futuro. 
 
 
La sua figlia femmina minore non è nemmeno schizzinosa – passa le sue giornate ad imparare come mangiare purè di piselli e facendo pisolini sul petto di Aemond mentre lui esamina gli ordini commerciali dalle casate limitrofe. Lucerys insegna ai gemelli come fare collane di fiori nel loro giardino, e Toron sembra essersi adattato piuttosto bene alla sua nuova realtà. I piccoli hanno ormai raggiunto l’età dove sono più combattivi di prima, e Saera fa in modo che i suoi sentimenti vengano conosciuti in lungo e in largo coi suoi strilli acuti, ma suo nipote è ancora tutto intero quando striscia a letto a fine giornata. 
 
 
Loro sono, a tutti gli effetti, felici. 
 
 
E poi Lucerys si ammala. 
 
 
Succede lentamente, e poi tutto in una volta. Un momento, suo nipote è in salute e sta giocando coi loro figli nelle foreste che circondano la loro casa, e quello dopo, le cameriere lo trovano collassato per terra nella stanza dei bambini. Lucerys diventa pallido e macilento a livelli preoccupanti – il suo respiro è debole e affannoso, mentre se ne sta confinato a letto nelle sue stanze ormai inutilizzate. Non riesce più a trattenere un qualsiasi tipo di cibo, diventando sempre più magro giorno dopo giorno. La sua pelle è sudata, e vedere il suo nipote solitamente vivace così privo di qualsiasi luce mentre piagnucola dal dolore, fa male al petto di Aemond. La cosa peggiore è che i bambini riescono a capire che c’è qualcosa che non va. Aenys piange per sua madre ogni giorno, e Toron è costretto a confortare in modo goffo e anche ad intrattenere una Saera estremamente irritabile. 
 
 
I maestri sanno ben poco di ciò che non va col marito di Aemond, e nessuna quantità di minacce fa cambiare la loro diagnosi: per ora, Lucerys è nelle mani degli dèi. Aemond non ha altra scelta se non di rimanere seduto al fianco del suo nipote ammalato durante le lunghe nottate, pregando che non arrivi mai il giorno in cui dovrà spiegare ai loro figli perché la loro madre non c’è più a giocare insieme a loro.
 
 
Naerys mostra dei sintomi di un qualche tipo di malattia una settimana dopo Lucerys, ed Aemond decide che gli dèi non hanno posto in casa sua. 
 
 
Anche se Lucerys non riesce più a tenere nello stomaco un qualsiasi tipo di cibo che non sia della zuppa annacquata e del pane saltuario, Naerys è ancora impaziente di bere il suo latte, ma diventa… più lenta. Lei reagisce a malapena ad Aenys quando lui prova a giocare con lei, e inizia a fare i capricci come mai prima. Lei vagisce e piange con così tanta forza, rivaleggiando addirittura una Saera arrabbiata. Tra il continuare a gestire la fortezza e il supervisionare i suoi bambini, Aemond si ritrova sempre più oberato di lavoro con ogni giorno che passa, e il suo unico conforto sono i momenti che riesce a passare da solo con la sua figlia più piccola.
 
 
È durante uno di quei preziosi momenti che Aemond nota cos’è cambiato in Naerys.
 
 
Gli occhi della piccola non sono più delle luminose gemme viola. No – adesso gli occhi di sua figlia somigliano a delle pozze ghiacciate di lillà e blu. 
 
 
Lui alza un dito sopra il viso della bambina e lo ondeggia da un lato all’altro. Naerys non segue quei movimenti con gli occhi. 
 
 
Con calma – in modo molto più calmo di quanto Aemond non si senta dentro di sé – esce dalla stanza dei bambini con sua figlia stretta al petto, camminando in silenzio verso le stanze dove Lucerys risiede coi loro figli. Lucerys è addormentato profondamente in un sonno indotto dal latte di papavero, mentre Aenys e Saera se ne stanno stesi entrambi accanto a lui, ancora svegli ma iniziando ad assopirsi in modo evidente. Uno dei fratelli Manderly fa la guardia a fianco del letto e fa un cenno con la testa ad Aemond. 
 
 
Ignorando le domande di Maestro Anson e delle domestiche presenti, Aemond prende in mano la ormai dimenticata ciotola che un tempo conteneva la lieve zuppa che Lucerys prendeva come pasto giornaliero, e la piazza in faccia al maestro. 
 
 
“Assaggiala.” Lui ordina, con Naerys ancora stretta fermamente al proprio petto. Aenys e Saera lo guardano entrambi con curiosità. 
 
 
Maestro Anson fa una faccia confusa. “Chiedo perdono, Mio Principe?” La mano di Aemond freme dalla voglia di afferrare One-Eye, ma invece lui si limita a digrignare i denti. 
 
 
“La tua catena porta con sé un anello d’argento, non è così?” Aemond spinge la ciotola più vicino al viso di quell’uomo. “Assaggiala e dimmi che cazzo di veleno è stato continuamente somministrato a mio marito – il nipote del tuo Re – per le ultime due settimane.” Un sussulto collettivo riempie le camere, e Maestro Anson diventa completamente pallido, togliendogli subito la ciotola da mano per far scorrere un dito lungo i residui della zuppa sul fondo. Si porta il dito sulla lingua, e i suoi occhi che si spalancano confermano i sospetti di Aemond. 
 
 
Naerys si lamenta tra le sue braccia. 
 
 
“Raduna i servi delle cucine e le balie dei bambini.” Aemond non guarda Ser Torrhen mentre gli parla. “A nessuno sarà consentito lasciare i territori del castello fino a quando non avrò saputo chi ha cercato di uccidere mio marito e la mia bambina.”   
 
 
 

 
 
 
Ci vuole un’altra settimana per espellere il veleno dall’organismo di Lucerys.
 
 
‘Sangue di Vedova.’ Maestro Anson gli dice. ‘Cucinato in piccole parti dentro a dei pasticci e, più tardi, nel brodo che il Principe Lucerys beveva quando non riusciva più a trattenere nel suo stomaco qualcosa di più grosso.’ Era stato fatto in modo da causare un lento, ma doloroso, cedimento del sistema corporeo. Per farlo sembrare come se Lucerys fosse semplicemente morto di una malattia naturale. 
 
 
Non c’è una risposta chiara su cosa sia stato fatto a Naerys. Maestro Anson afferma che aveva visto dei veleni con degli effetti uguali a ciò che era accaduto alla loro piccola solo a Qarth. 
 
 
La loro bambina è stata accecata, e nessuno riesce a dar loro una risposta definitiva sul perché.
 
 
Lucerys collassa in un pianto isterico e Aemond può solo infuriarsi. Sbatte nelle segrete metà della loro servitù, ma ne vengono ricavate ben poche informazioni di valore. Un fornaio e una delle balie di Naerys confessano di essere stati pagati da un benefattore sconosciuto per somministrare i veleni che erano stati dati loro. Entrambi insistono che non sapevano cosa stessero dando da mangiare al principe e alla principessa – solo che stavano facendo ciò che aveva indicato loro una persona molto più potente di entrambi. Non dicono nient’altro. 
 
 
Aemond decapita il fornaio con One-Eye e dà la balia in pasto a Vhagar. La donna strilla e implora pietà mentre la carne le viene bruciata via dalle ossa, e tutto ciò a cui Aemond riesce a pensare sono i bellissimi occhi di sua figlia che sono stati derubati della possibilità di vedere il mondo intorno a lei.  
 
 
Lucerys esige che tutta la loro servitù venga licenziata e rimpiazzata, rifiutando addirittura di lasciare, o di permettere che i loro figli lascino, le loro stanze personali per più di un mese dopo l’incidente. Aemond è più che felice di accontentarlo. 
 
 
Ignorano le lettere spedite dalla loro famiglia, dove viene espresso il desiderio di far visita alla nuova arrivata.
 
 
‘Lei è cagionevole di salute.’ Rispondono a quelle lettere. Le uniche a cui raccontano una qualche parvenza di verità sono le loro madri, perché sono entrambi incapaci di mentir loro. 
 
 
Ci vogliono mesi per convincere Lucerys a mangiare senza che lui quasi svenga dalla paura. 
 
 
Nonostante tutto, Naerys rimane una stella luminosa nell’occhio rimanente di Aemond; entrambi sono solo due bambini che sono stati derubati della loro vista. Naerys è il suo tesoro più prezioso, ed Aemond la difenderà ad ogni costo. Lui non era riuscito a proteggerla, e se ne pentirà per il resto della sua vita. 
 
 
Il loro castello diventa chiuso a tutti. Nessuno entra senza approvazione, e a nessuno è permesso di rimanere solo coi bambini. 
 
 
Sono più felici così.         
 
 
           
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note varie:
 
 
--- In futuro tradurrò un’altra serie scritta da Corviids, la “gilded lilies” – e quindi ci tengo a precisare (come fatto anche da Corviids a suo tempo), che in quell’universo Naerys non ha perso la vista nel modo in cui avete letto in questo capitolo.
 
 
--- Quella che avete letto in questo capitolo, dopo che Aemond è tornato dalle Isole di Ferro, è la prima volta che Aemond e Luke avevano fatto sesso sin dai tempi della notte della consumazione del loro matrimonio (in cui Luke rimase in dolce attesa dei gemelli, e unica volta in cui avevano mai bombato), quasi due anni prima…Per quasi due anni non si erano minimamente sfiorati nemmeno con un dito (ma poi hanno recuperato con gli interessi, visto che da questo punto in poi non si sono più fermati, lol).
 
Ma come mai, dopo la parentesi di Aemond nelle Isole di Ferro, quei due sono di botto diventati intimi??? Ce lo spiega Corviids!
 
Corviids ha spiegato che per tutto questo capitolo abbiamo letto di quanto quei due si sentissero completamente soli quando erano divisi, e stando lontano dall’altro.
 
Prima restano isolati dal resto della loro famiglia andando a vivere a Summerhall, poi c’è la visita di Alicent, la partenza di Aemond per le Isole di Ferro, e tutte quelle cose hanno fatto capire a Luke quanto lui in realtà volesse/avesse bisogno di Aemond accanto a sé.
 
Mentre invece Aemond se ne va in guerra e all’improvviso si ritrova a pensare “Cavolo….mi mancano Luke e i miei bambini”. Quindi quando Aemond è tornato, sia lui che Luke erano in uno stato d’animo dove volevano a tutti i costi quel tipo d’intimità. Iniziano ad andare a letto insieme perché desideravano essere vicini a qualcuno…e presto tutto ciò diventa “Wow, ma è davvero bello fare sesso con te…continuiamo a farlo”. LOL.
 
 
--- L’anello che Aemond ha regalato a Luke in questo capitolo (e sì, è lo stesso l’anello con cui Luke stava giocherellando nello scorso capitolo, quando aveva paura per Naerys), non è per niente l’unico regalo che gli ha fatto, anzi, ci ha preso l’abitudine.
 
A detta di Corviids, Aemond lo fa sembrare una cosa di poco peso, nulla di ché, ma ogni volta che torna da qualche viaggio, torna sempre con dei preziosissimi regali (molto costosi) per Luke. Glieli porge con nonchalance, e poi lo fissa in modo intensissimo fino a quando Luke non afferra il messaggio e chiede ad Aemond di aiutarlo ad indossare il gioiello di turno.
 
Perché Aemond fa questi regali? Perché, sempre a detta di Corviids, Aemond ama avere una scusa di vedere i polsi sottili, le lunghe dita e il collo chiaro di Luke decorati con dei simboli del fatto che lui appartiene ad Aemond.
Luke asseconda con gioia suo zio, anche se pensa che certe volte Aemond spenda davvero troppo, lol.
 
 
--- “Anche se non era il suo partner ideale”…Questa frase aveva colpito molto il fandom, a quanto pare, perché più di una persona aveva chiesto a Corviids dei dettagli a riguardo. Soprattutto riguardo la questione del “ma allora Aemond chi voleva come partner ideale????”.
 
Corviids ha risposto ai vari dubbi, spiegando che quella frase pensata da Aemond era molto generale, visto che lui non aveva un partner ideale. Perché, prima di sposarsi con Luke, Aemond aveva sempre dato per scontato che prima o poi si sarebbe sposato per dovere, con qualcuno la cui famiglia avrebbe portato un qualche aiuto, o del prestigio, ai Verdi. Non programmava di certo un matrimonio d’amore.
 
Inoltre quelli erano i pensieri che Aemond aveva ai primi tempi del suo matrimonio con Luke…ha decisamente cambiato idea col passare degli anni, capendo che forse forse gli è capitato proprio di trovarsi in un matrimonio d’amore col suo partner ideale, lol. Ma capirete meglio in futuro (anche se il cambiamento in Aemond si poteva intravedere già quando Luke era quasi morto avvelenato, qualche mese dopo la nascita di Naerys).
 
 
--- Quello di Naerys è stato il parto più facile per Luke, ma la gravidanza più facile era stata quella in cui aspettava Gaemon. Lì Luke era semplicemente perennemente affamato e arrapato, lol.
 
--- Vorrei precisare una cosa riguardo il finale dello scorso capitolo, per togliervi ogni confusione. Aemond non stava picchiando Luke! Jace aveva frainteso tutto! Il suono di schiaffo che aveva sentito era il rumore dei fianchi di Aemond che sbattevano contro Luke, e Luke non stava gridando di dolore, ma stava urlando dal piacere.
 
--- Naerys, tra tutti i pargoletti (sia maschi che femmine), è la figlia preferita di Aemond. Aemond la idolatra praticamente. Corviids ci ha mostrato anche, sul suo blog di tumblr, un “momento rubato” che risale a poco dopo la nascita della piccola, con Luke che sorprende Aemond nella stanza dei bambini con Naerys in braccio, a coccolarla. Iniziano a fare i soliti discorsi da genitori “assomiglia a te”, “no assomiglia più a te”, e subito dopo che Aemond aveva asserito che la piccola somigliava tutta a Luke, se n’era uscito con un “E’ bellissima”, a cui Luke aveva risposto “Già, è proprio incantevole”, a cui Aemond aveva replicato “Certo che è bella, sei tu che l’hai partorita”. E nulla, la tenerezza.
 
* Sì, Luke, ciccino mio, ma almeno Aegon non aveva mai tentato di far passare un qualche suo bastardo per figlio legittimo avuto da Heleana, cercando di farlo diventare suo erede al trono, eh! È un tantino diverso il discorso, cicciottolo mio. Il problema non è che tu e i tuoi fratelli belli belli siete bastardi, il problema è lo spacciarvi per legittimi, quando non lo siete. Te lo dico con amore, Lucerys caro.
 
* In questo capitolo Saera parla in modo sgrammaticato perché è ancora molto piccola, sono errori fatti di proposito da parte mia/di Corviids.
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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