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Autore: Khailea    07/06/2023    0 recensioni
Un'avventura action con trame avvincenti e personaggi unici e caratteristici!
Saghe appassionanti e ricche di colpi di scena, special divertenti e di ogni genere!
Unisciti alle stravaganti avventure degli studenti della Werewolf Shadow!
I personaggi di cui si parla in queste storie sono inventati da un gruppo di role chiamato Werewolf's Shadow 2.0.
Questo è il secondo progetto di fiction scolastica del gruppo fatto con l'approvazione dei suo componenti.
Non ci sono collegamenti con il precedente progetto e la trama é molto diversa.
Il logo del lupo appartiene al nostro gruppo esattamente come i personaggi e l'ambientazione.
Se volete unirvi a noi potete fare richiesta qui https://www.facebook.com/groups/660949357417726/members/
Genere: Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Personaggi in questo capitolo: 
Jack
Daimonas 
Ailea
Khal 
Lighneers 
Zell 
Astral 
Lacie 
Hope 
Grace 
Milton 
Seraph 
Alexander 
Johanna 
Samantha 
Nadeshiko 
Ayame 
Ryujin
Yume
Cirno
Vladimir
Annabelle
Wyen
 
 
 
 
 
 
 
 
Chiunque fosse alla guida di quello stramaledetto furgoncino, di sicuro non aveva la patente da tanto: le brusche frenate, le sterzate all’ultimo secondo e l’acceleratore che premeva come se il diavolo gli fosse alle calcagna.
Con quel briciolo di umorismo che era riuscito a racimolare Jack cercava di sdrammatizzare la sua attuale situazione, per quanto fosse più l’incertezza riguardo l’identità dei suoi rapitori a turbarlo.
Tutto girava attorno alla domanda “Erano servi di Alastor, o semplici umani?”, finché quel pensiero continuava a tormentarlo non avrebbe potuto mettersi il cuore in pace, in particolar modo perché era certo che, da lì a poco, Daimonas sarebbe arrivato, e l’ultima cosa che voleva era attirarlo in una trappola.
Quando all’ennesima curva andò a sbattere nuovamente la testa contro la parete vicina tentò di urlare dalla frustrazione, inutilmente visto il bavaglio sulla bocca.
Certamente avrebbe restituito prima possibile il favore per quel trattamento alla “sacco da box”.
Ah-ha, una battuta gli venne in mente senza nemmeno pensarci: “Conosco il gioco Jack in the box, ma non il Jack sacco da box”.
Daimonas avrebbe riso con lui probabilmente.
Inspirò, più per incitarsi a mantenere i nervi saldi più che per un effettivo bisogno.
Se almeno quei tizi fossero stati più inclini a conversare… non si sarebbe annoiato tanto. Contare le curve aveva perso il suo fascino già una decina di svolte prima.
Trascorse altro tempo, e Jack ebbe la certezza che fossero usciti da Rookbow quando avvertì la strada sterrata sotto le ruote.
Dovevano essere nella foresta, ma perché stavano evitando le strade?
Non aveva senso, a meno che non stessero cercando di seminare qualcuno.
Daimonas? L’aveva trovato?
Quella piccola speranza purtroppo cominciò ad affievolirsi sempre di più mentre il furgone macinava altri metri di terreno.
Mantenere la calma cominciava a farsi sempre più difficile, quasi cominciava a sperare che quel viaggio non finisse mai, ma anche stavolta dovette affrontare una cruda delusione.
Avvertì il furgone rallentare, e poi frenare del tutto. Pochi istanti dopo qualcuno ne aprì le porte ed un gruppo di persone entrò cominciando ad afferrarlo per tirarlo via.
Jack, per quanto immobilizzato, tentò di dimenarsi, nella speranza di colpirne almeno uno con una testata.
L’unico risultato che ottenne fu un’altra scarica di teaser.
Venne buttato a terra come un sacco di patate, e nuovamente trascinato verso chissà dove.
L’unica premura che quei tizi gli stavano riservando era evitare che il sacco sulla testa gli scivolasse via.
Non andarono molto lontano stavolta, poi Jack avvertì uno stridulo cigolio e nuovamente il gruppo lo trasportò, solo che stavolta sembravano stare scendendo lungo una scalinata.
Nessuno diceva una stramaledetta parola, quasi a volergli pizzicare di più i nervi. I loro passi cominciarono a rimbombare sotto un eco sordo, erano definitivamente in uno spazio chiuso, ma non potevano essersi spostati tanto da avere già raggiunto una città. Quindi, dovevano trovarsi ancora vicino a Rookbow, magari nello spazio esterno alla foresta.
Continuarono a muoversi, e Jack cominciò a sentire degli strani rumori provenire dai dintorni: ringhi, latrati, sibili ed ululati mostruosi.
Ciascun suono contribuì ad aumentare la sua tensione. Era chiaro che non fossero versi umani, ma non erano nemmeno completamente… umani.
I versi comunque non lo accompagnarono ancora a lungo, presto svanirono, e lui venne disteso a pancia in su sopra ad un tavolo mentre decine di mani gli strinsero mani e piedi per bloccarlo a delle cinghie.
-Toglietegli il sacco.-
Qualcuno gli strappò l’oggetto dalla testa, tirandogli via anche qualche capello tanto fu brusco.
Una luce accecò Jack per qualche secondo, istintivamente il ragazzo tentò di liberarsi, ma si rese presto conto che a malapena era in grado di muoversi. Non solo le braccia, ma anche vita, torace e collo erano stati legati, quasi fosse una farfalla che veniva bloccata su un foglio tramite degli spilli.
Lentamente forme e colore ripresero forma, sebbene accecate da un’enorme lampada proprio sopra la sua testa.
Riuscì ad intravedere degli spessi muri grigi ed un soffitto dello stesso colore, dei ripiani in metallo vicino al tavolo su cui era disteso, pieni di bisturi e macchinari orribili dai denti affilati, ma non era questo il dettaglio più terrificante di tutti.
Dieci persone sopra di lui lo fissavano, vestiti con enormi camici bianchi che li coprivano da capo a piedi, non mostrando nemmeno i capelli sotto il fine tessuto, e con dei grossi occhiali protettivi dalle lenti scure.
Uno di loro prese un mini-registratore dalla propria tasca, premendone il pulsante rosso.
-Procediamo con le analisi.-
 
 
 
 
 
 
 
 
Trasportare ventidue studenti da una parte all’altra della città non è certo la cosa più semplice del mondo, e per quanto nel gruppo fossero presenti persone con tutte le disponibilità a radunare un paio di macchine, quelli che avevano effettivamente la patente si scoprì non fossero così tanti, inoltre era meglio spostarsi in un unico blocco per evitare di perdersi.
Per questa ragione, una volta appurata la posizione dei rapitori sul navigatore, tutti si operarono per trovare l’autobus più veloce per uscire dalla città.
Proprio in quel momento avevano appena preso i posti e si stavano preparando a partire, ma l’idea non aveva fatto entusiasmare Daimonas, che seduto fissava il finestrino con sguardo serio.
-Daimonas, che succede?- gli chiese Wyen, preoccupata.
-Dovrei essere già lì. Potrei essere già lì.- rispose lui in un mormorio.
Sentiva di stare tradendo la fiducia di Jack perdendo tempo in quel modo, con i suoi poteri nel giro di poco avrebbe potuto raggiungerlo e salvarlo, invece stava prendendo uno stupido autobus.
-Non sappiamo cosa ci aspetti, potrebbe essere pericoloso.- replicò la sorella, che al contrario di Daimonas in quel momento riusciva a ragionare con giudizio.
-Non per me.-
Fu infatti la risposta del ragazzo.
Non era un umano, le sue possibilità andavano ben oltre le loro, e non poterle sfruttare per salvare chi amava lo uccideva.
-Non sappiamo quello che ci attende, potrebbe essere pericoloso andare da soli. La nostra natura non ci esonera dalla morte, e non ci rende onnipotenti agli altri. Non fare tue le convinzioni di nostro padre.-
Le parole della sorella colpirono Daimonas come una spada in pieno petto.
Non voleva essere come lui, non lo sarebbe mai stato.
Wyen aveva ragione, non sapevano cosa avrebbero potuto trovare, ragionando in quel modo avrebbe potuto solo peggiorare le cose.
La prese per mano, abbassando lo sguardo. -Grazie…-
Avrebbero salvato Jack, tutti insieme. Aveva promesso che si sarebbe fidato di loro, che li avrebbe trattati come una squadra, ora doveva dimostrare che non erano solo parole a vuoto.
 
 
 
 
 
 
 
 
Per uscire dai confini della città c’era voluta almeno un’ora partendo dalla scuola, ed un’altra mezz’ora per percorrere a piedi il tratto che dalla strada conduceva al punto segnato sul GPS.
A quanto pareva il furgone era uscito dalla strada principale, rallentando in questo modo il tentativo dei ragazzi di raggiungerlo in fretta, ma certo non li aveva fermati, e quando arrivarono in un’ampia radura verde Vladimir affrettò il passo, fermandosi all’improvviso senza avvertire.
-Ci siamo!-
Al suo urlo, Cirno inciampò nei propri piedi rotolando a terra di qualche metro, aggrappandosi alla giacca di Zell trascinandolo con sé, e Lacie andò a finire contro Wyen, facendola quasi cadere.
Fortunatamente, la ragazza riuscì a stringerla a sé prima che ciò accadesse.
-Scusa nya!-
Wyen sussultò, ma non si scompose, distogliendo rapidamente lo sguardo. -Non preoccuparti.-
Lacie le sorrise, lasciandola andare.
-Vladimir! Ti sembra il modo!- sbraitò alle loro spalle Ailea, finita in una situazione simile a quella delle due, solo che lei e Seraph erano ruzzolate per terra ed ora sulla sua fronte c’era un bel segno rosso.
-La prossima volta avvertici in anticipo…- le fece eco l’altra, lanciando un’occhiataccia ad Astral, che da lontano ridacchiava.
-Scusatemi, ma come ho detto, siamo arrivati.-
-Dove, di preciso? Non c’è niente qui.- ribatté Grace guardandosi attorno.
-Sei sicuro di non avere preso una cantonata?- aggiunse Ayame.
Vladimir scosse rapidamente il capo, soprattutto di fronte al pallore di Daimonas. -È tutto corretto, si trovano proprio qui.-
Eppure, dov’era questo qui?
I ragazzi continuarono a guardarsi attorno, ispezionando l’area. Controllarono cielo e terra, ogni centimetro che non si allontanasse troppo dal punto indicato da Vladimir.
Anche Lighneers cercò di contribuire alla ricerca, seppure non rimanendo vicino come gli altri.
-Lighneers? Hai trovato qualcosa?-
Annabelle vedendolo spostarsi l’aveva raggiunto, guardando gli stessi punti guardati da lui.
-Non ancora.- mentre parlava continuava ad allontanarsi, tenendo la testa bassa.
-… credi che Vladimir abbia sbagliato?- chiese la ragazza sottovoce.
-No. Vladimir è un genio informatico, non si sbaglia. È sicuramente qui, ma lo spazio dove hanno portato Jack potrebbe essere più grande del previsto, e l’ingresso non così vicino.-
-Potrebbe essere sottoterra?-
-Sì, è per questo che cerco… e sembra che ci sia qualcosa qui.-
Poco distante da loro Lighneers notò la presenza di alcuni segni nel terreno, che indicavano il passaggio di un veicolo. Questo poi sembrava essersene andato, ma era certo che fosse rimasto fermo lì per qualche minuto almeno.
-Vado a chiamare gli altri!- disse Annabelle voltandosi, ma Lighneers la fermò.
-Aspetta, meglio non dare false speranze. Rimani ad aiutarmi.-
La ragazza si fermò all’istante, sorpresa di sentire delle parole simili da lui, ma annuì, e sorridendo tornò verso di lui. -Devo cercare qualcosa di specifico?-
-Prova una botola, o dei segni tra l’erba.- rispose lui, immaginando che, se i rapitori avevano un minimo di cervello, avrebbero fatto il possibile per cancellare le proprie tracce. -… grazie comunque, per l’aiuto che mi dai. Senza di te credo che non sarei andato avanti a lungo.-
Le sue parole arrivarono inaspettate, ed Annabelle non seppe veramente cosa dire.
Alla fine gli sorrise, abbozzando una piccola risata. -Mr. lupo solitario che dice queste cose? Non sei così cattivo allora.-
Lighneers scosse il capo, divertito dal nomignolo. -Mi sono sempre chiesto, perché hai deciso di farlo? Di aiutarmi, e parlarmi quando tutti ti avranno detto era meglio lasciare perdere.-
Già, glielo avevano detto eccome, e probabilmente lo avrebbero fatto ancora per molto tempo.
-Non mi piace che la gente mi dica cosa devo fare, o con chi devo essere amico, come se sapessero cosa è meglio per me a prescindere. Forse l’ho fatto solo per screzio.-
Erano parole amare, però anche sincere. Avrebbe potuto dirgli “Perché sapevo che eri buono” “Non si giudica un libro dalla copertina”, ma sapeva che Lighneers poteva benissimo gestire quel genere di verità, e dicendogliela sperava che anche lui sarebbe stato sincero con lei.
-… tu non sei più lo stesso Lighneers, vero? È successo qualcosa al mare, con il professore.-
Un breve silenzio, ricordi ancora troppo vivi per poterli gestire serenamente.
Alla fine il ragazzo rispose con un lieve sussurro.
-Sì.-
Forse, se anche gli altri avessero saputo del legame con Zero, avrebbero indagato di più sui cambiamenti nel loro compagno di classe: la rabbia che se n’era andata, il vuoto negli occhi, quella fredda pace che ora lo muoveva, e soprattutto il suo aspetto, non più quello di un ragazzino.
-Cosa è successo?-
-Per voi solo una notte come tante, per me sette anni di allenamento.-
Le gambe di Annabelle vacillarono, e solo miracolosamente riuscì a reggersi in piedi. Lentamente riuscì a voltarsi verso di lui, pallida in volto.
Lighneers abbassò lo sguardo, in silenzio, ben sapendo quanto potesse essere difficile gestire una tale notizia.
-Ho trovato qualcosa!-
Lontano dai due Seraph aveva lanciato un grido, attirando immediatamente gli altri a sé.
-Cosa? Che hai trovato?- le chiese Daimonas ansioso, guardandola inginocchiata a terra.
-Qui, ci sono dei segni. Credo che sia l’ingresso per entrare.- rispose Seraph, indicando un sottilissimo punto in cui i fili d’erba mancavano.
Daimonas si mise accanto a lei, tentando immediatamente di forzare un passaggio, ma a malapena riusciva ad infilare le unghie in quello spazio.
-Deve esserci un comando per azionarlo, o una leva nascosta.- azzardò Johanna, chinandosi tastando il terreno.
-Potrebbe anche essere telecomandato.- obbiettò Alexander.
-Beh, speriamolo. Sarebbe più facile aprirlo.- disse Vladimir, armeggiando con il cellulare.
La piccola Sammy gli si affiancò, tirandogli un lembo della camicia. -Riuscirai ad aprirlo, non è vero Vladimir?-
-Ma certo piccola, stai a guardare.-
Trascorsero circa una manciata di secondi, poi a partire dallo stesso punto indicato da Seraph si aprì uno spacco nel terreno, che aprendosi sempre di più rivelò una discesa in cemento nel sottosuolo, che avanzava per metri e metri in una tenue oscurità.
Vladimir si voltò verso gli altri con un grande sorriso. -Dite tutti grazie alla mia intelligenza artificiale, Raye.-
-Grazie Raye!- esultò Hope, facendo un primo passo verso il cupo ingresso.
Alexander le prese subito la mano, fermandola. -Aspetta, non sei armata.-
-Già, è un problema che dovremmo cominciare a risolvere qui.- annuì Nadeshiko.
Non era certo la prima volta che si trovavano in una situazione pericolosa e metà di loro non aveva nemmeno un coltello a proteggersi, o quasi.
Ailea fortunatamente di quelli ne aveva a bizzeffe. -Coraggio, a chi serve uno, lo prenda.-
Ne consegnò uno ad Hope, Johanna, Grace, Milton e Sammy, per quanto l’idea di dare un’arma alla bambina non entusiasmava nessuno, ma non potevano nemmeno lasciarla da sola lì fuori con il rischio che qualcuno arrivasse.
Nadeshiko e Lacie non ne avevano bisogno, avendo dalla loro l’agilità e le unghie estremamente affilate data la natura felina delle due, quindi rifiutarono l’arma.
L’unico rimasto senz’arma era Lighneers, che avvicinatosi ad Ailea si fermò di fronte alla ragazza.
-Posso chiedertene uno?-
Ailea lo squadrò da capo a piedi, stringendo le labbra in una smorfia. Con ogni probabilità avrebbe preferito conficcargliene uno nella schiena, ma rigirò il manico, passandoglielo.
-Grazie.-
L’altra non rispose, dandogli le spalle e Khal presto le si avvicinò, lanciando un rapido sorrisetto in direzione di Lighneers, che però non raccolse la provocazione.
-Bene, siamo tutti pronti?- chiese Ryujin, con le proprie spade pronte in mano.
-Prontissimi.- confermò Yume, ed Ayame le fece eco attivando la propria motosega.
-Più o meno.- ribatté Annabelle. Nella sua voce si leggeva una chiara punta di tensione.
Lighneers accanto le mise una mano sulla spalla. -Andrà tutto bene. Tieni l’arco pronto.-
La ragazza annuì, preparando già una freccia.
Qualsiasi cosa avessero trovato laggiù, avrebbero recuperato Jack.
   
 
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