Camminare per la foresta di notte potrà sembrare una cattiva idea, e, in effetti, secondo la legge morale dettataci dal buon senso è così. 
Ma mentre Tista avanzava tra tronchi nodosi e foglie morte che volteggiavano per terra a ogni suo passo, si domandava se questi precetti fossero applicabili a chi come lei e il suo amico Jyo, nonchè proprietario non ufficiale di quel luogo, aveva vissuto per un tempo così lungo da non riuscire a quantificarlo. 
"Certamente," si disse, "potrei impiegare il tempo che passo da sola a filosofeggiare piuttosto che pormi domande cretine." 
Era pur vero, ma ormai quella strada la conosceva a memoria e i piedi andavano in automatico. 
Una volta arrivata davanti a uno spiazzo privo di alberi ma con una piccola statua di pietra raffigurante una volpe seduta a terra che la guardava con occhi severi, si fermò ad attendere 
"Qual è la musica della vita?" chiese la statua con voce limpida,
"Il silenzio, cugina," rispose Tista.
La statua della volpe si alzò in piedi, fece un salto mortale in aria e scomparve con una piccola nuvola di fumo lilla, al suo posto c'era adesso una porta e quando Tista la aprì notò con disappunto che c'era una tenda di perline. 
Non le piaceva, le sue due lunghe code da gatta ci restavano sempre impigliate. 


Dopo aver districato i ciuffi di pelo che avevano deciso di infilarsi di prepotenza tra le perline e lo spago, Tista fece il suo ingresso nel corridoio per poi varcare la porta della stanza di Jyo (rigorosamente senza tende di perline). 
"Yoo-hoo!" fu l'informale saluto pronunciato a gran voce, accompagato da una serie di fusa di gradimento. 
"Entra." Rispose Jyo, steso sul suo divanoletto con le cinque code lilla sparse sotto di lui come una moltitudine di cuscini, un braccio sul viso a coprirgli gli occhi. 
"Tuo marito ti ha lasciato solo anche stasera? Io chiederei il divorzio se fossi in te," disse poi Tista sedendosi su uno dei braccioli dell'ampio divanoletto al centro della stanza scolpita nella pietra. 
Le volpi di Jyo seguivano curiose la scena, accucciate sul pavimento in terra battuta , mentre le luci delle candele si riflettevano sui barattoli di erbe e pozioni presenti sugli scaffali sopra ai muri. 
"Non chiederò il divorzio, non mi va di passare le serate in solitudine accompagnato solo da bottiglie di liquore."
"Sai che queste due affermazioni si contraddicono, vero?" 
"..." 
"Faresti prima a trovarti un'amante, ci sarebbe quella ragazza che-" 
"Non la voglio." 
"Ma Jyo, lei ti ama!" 
"Io no." 
"Sei veramente cattivo lo sai?" Una volpe si avvicinò a Tista, accucciandosi sul suo grembo, mentre lei assottigliava gli occhi sotto la maschera da gatto che le copriva la parte superiore del viso. 
Sembrando quasi notare questo dettaglio la kitsune si alzò, prese la sua maschera, di foggia simile a quella della sua amica e la indossò. 
"Non sono cattivo" constatò, voltandosi poi a guardare Tista "Sono una persona che è qui da molto tempo, proprio come lo sei tu." 
"Hai ragione." Rispose semplicemente la nekomata, stendendosi con la schiena ad occupare lo spazio precedentemente reclamato da Jyo, "...Non ti annoi?" 
A quel quesito la kitsune rimase un attimo in silenzio. 
Certo, la sua vita forse non era tra le più avvincenti, ma aveva anche lui il suo da fare. Ad esempio, doveva dar da da mangiare alle sue volpi, coltivare erbe, passeggiare per la foresta in cerca di ingredienti per le pozioni, dar di nuovo da mangiare alle volpi... 
Una svolta non avrebbe guastato, "Avevi in mente qualcosa?" 
"Un torneo di combattimento!" 
"Ma non siamo mica in un manga shonen!" 
"Appunto, sarà ancora più interessante perchè non possiamo prevederne le dinamiche!" 
"Ma dove pensi di trovarne uno, scusa?!"
La kitsune pensò che la sua amica doveva essere impazzita, durante i secoli passati assieme avevano fatto la loro buona dose di marachelle, ma un torneo di combattimento era un'idea del tutto nuova, almeno da partecipanti. 
Come spettatori, invece, avevano appreso molte cose sull'anatomia umana intrufolandosi negli scontri clandestini. E Jyo non ci teneva a stare dall'altra parte della gabbia a farsi gonfiare come un impasto in lievitazione. 
Tista, che nel mentre aveva intuito i pensieri del suo compare, sorrise rassicurante "Sarà tutto sicuro, non hai ragione di preoccuparti!" 
"Quanto sicuro?" 
"Abbastanza da non farci lasciare le penne." 
"Quindi non morirò?" 
"Nonostante questa possa essere una possibile via di salvezza per il tuo matrimonio, no." 
Jyo rise discretamente, avvicinandosi in modo tentennante a Tista "Parlamene, così valuterò." 
Tista per tutta risposta gli porse un volantino.


Note d'autore
Una kitsune e una nekomata che decidono di dare un po' di pepe alle loro noiose vite immortali partecipando a un torneo di lotta. Come premessa sa di già visto, difatti mi sono ispirata ai diversi battle shonen che ho visto e letto nel corso della mia infanzia e della mia adolescenza, mi rendo conto che non sia granchè, ma ci si prova. 
Jyo non è un mio personaggio, appartiene a tbhhczerwony, che trovate su ao3 come staerplatinum, ovviamente ho il suo permesso per poterlo utilizzare.
Se volete, lasciate pure un commento o una recensione, sono sempre contenta di leggerli! 
Grazie mille per aver letto!