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Autore: Fiore di Giada    13/06/2023    0 recensioni
[[Hercules- il guerriero]]
− Ti chiedo solo una cosa… Vai avanti… Io ti aspetterò… Festeggeremo insieme… − promette il mercenario, il tono deciso.
Lo sguardo di Hercules si posa sul viso di Autolico.
Il suo sguardo cupo risplende d’una luce viva sul pallore spettrale dei lineamenti.
La morte è vicina a lui… Eppure, cerca di darmi speranza…, pensa. Il carattere di Autolico si è mantenuto risoluto e deciso.
Non vuole scaricare su di loro un greve preso.
La morte non ha mai spaventato il suo spirito e la fronteggia, beffardo.
Accenna ad un sorriso, poi prende la mazza e corre verso il campo di battaglia. Vorrebbe accompagnarlo negli ultimi momenti, ma non può.
La loro battaglia non è finita.
Genere: Azione, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Lo sguardo di Autolico, simile ad un uccello predatore, si posava sulle armate di Re Cotys. 
So dove colpire., pensò, un sorriso beffardo sulle labbra sottili.
Le sue mani, rapide, corsero ai pugnali. Li afferrarono.
Poi, li lanciarono.
I coltelli, con tonfi attenuati, si piantarono nei colli dei militi, liberi dall’elmo.
Ario, d’istinto, iniziò a correre, mentre Tideo si frapponeva tra lui e le frecce, facendo roteare le asce.
Lo sguardo di Autolico si posò su Re Cotys e la sua fronte si corrugò. Il suo sangue avrebbe posto termine a una simile guerra.
Prese un altro coltello. Fissò lo sguardo sull’anziano monarca.
Poi, provò a lanciarlo.
Un dolore atroce, ad un tratto, si irradiò lungo tutto il suo petto e il sangue sprizzò dalla sua bocca.
Il pugnale, non più stretto dalla sua mano, cadde a terra con un tonfo.
Che… Che stupido…, si disse. Aveva pensato di potere terminare la guerra.
Si era esposto ed era stato colpito.
Senza un gemito, cadde sul terreno, mentre il mondo, attorno a lui, precipitava nella tenebra.
 
A fatica, aprì gli occhi.
− Autolico… Autolico… − sussurrò una voce accorata.
Perplesso, l’uomo sbatté le palpebre e i suoi occhi si fissarono nelle iridi di Hercules, lucide di preoccupazione. Il suo amico di sempre era lì, accanto a lui?
La mano sinistra del semidio, gentile, si posò dietro la testa del mercenario e la sollevò un poco, mentre la destra, con lievi movimenti delle dita, gli nettava il sangue dalle labbra.
Un lungo brivido, come una frustata, percorse il corpo del colosso. La pelle del suo amico era gelida e un pallore spettrale, livido, dominava il suo viso.
Eppure, i suoi occhi neri brillavano, indomiti.
− Non è finita… Lo sento... − mormorò Autolico.
Di scatto, Hercules alzò la testa.
Il cielo era nero di frecce, mentre l’aria risuonava delle urla di dolore e vittoria dei combattenti.
− Hai ragione… Non è ancora finita. – confermò l’eroe, amaro. Quel vile tiranno, ebbro della sua presunzione, non si arrendeva.
Ma non conosceva la forza del loro gruppo.

− Perdonatemi, se potete… Ho cercato di fare qualcosa, ma non ho ottenuto nulla… − confessò.
Hercules si morse le labbra e la sua mano, leggera, si posò sui capelli dell’amico. Le parole del mercenario vibravano d’amarezza.
Il cinismo è svanito e ha rivelato la verità del suo cuore, palpitante di giustizia.
− Non dire queste parole. L’importante è… è la tua presenza. Hai fatto quello che hai potuto. – mormorò. Deve mantenere il suo contegno.
Non può lasciarsi abbattere dalla disperazione.
− Ti chiedo solo una cosa… Vai avanti… Io ti aspetterò… Festeggeremo insieme… − promise il mercenario, il tono deciso.
Lo sguardo di Hercules si posò sul viso di Autolico. 
Il suo sguardo cupo risplendeva d’una luce viva sul pallore spettrale dei lineamenti.
La morte è vicina a lui… Eppure, cerca di darmi speranza…, pensò. Il carattere di Autolico si era mantenuto risoluto e deciso.
Non vuole scaricare su di loro un greve preso.
La morte non aveva mai spaventato il suo spirito e lui, in quel momento, fronteggiava la morte, beffardo.
Accennò ad un sorriso, poi prende la mazza e corre verso il campo di battaglia. Avrebbe voluto accompagnare il suo amico in quei momenti, ma non ne aveva la possibilità.
La loro battaglia non era finita.
   
 
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