Elena sapeva già tutto di Damon perché Caroline ne parlava spesso. Ne parlava sempre, a dire il vero, neanche fosse ipnotizzata. Ma era solita fare così per tutti i ragazzi carini per i quali si prendeva la cotta del mese, e quindi la lasciava fare.

Anche altri ragazzi, a scuola e al Grill, parlavano di lui. Ma, a differenza di Caroline, non dicevano niente di buono.

C’era chi diceva fosse a capo di una setta, che spacciasse quella droga che ti trasforma in un cannibale, e che fosse colpa sua l’assassinio nei boschi dei due campeggiatori. C’era chi addirittura giurava di averlo visto ripulire dal loro sangue i sedili della sua Camaro. Che avesse fatto un giro per la costa, dove faceva sparire belle ragazze dalle spiagge e dai college. E che fosse venuto a Mystic Falls per fare incetta di nuove vittime. Elena aveva relegato quelle chiacchiere al gossip malato che si faceva negli anni Sessanta. Stefan le aveva detto che suo fratello se n’era andato di casa per una lite, anni prima, e che non era mai stato un tipo pacifico. Ingigantire quella descrizione non le avrebbe giovato a nulla.

Era capacissima di perdere il sonno appresso a quegli occhi azzurri, così stranamente familiari, già di per sé.