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Autore: fiorediloto40    16/06/2023    2 recensioni
Quando arrivò in prossimità del primo tempio, accadde qualcosa di insolito. Normalmente non avrebbe dato peso ad una scena come quella, passando oltre con disinteresse e celerità, tuttavia, qualcosa di più forte di lui lo costrinse a fermarsi...il terzo guardiano non avrebbe saputo spiegare perché, ad un certo punto, sentì il bisogno di sopprimere il proprio cosmo per nascondersi dietro ad una delle colonne...ma fu proprio quello che fece, osservando di nascosto le due persone che parlavano tra di loro.
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I personaggi appartengono a Masami Kurumada, Toei e Bandai.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Aries Mu, Gemini Saga
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Sentendosi messo alle strette, Shaka fece, a malincuore, ciò che gli era stato ordinato, e quando rientrò dopo che Mu gli ebbe concesso il passaggio, non nascose il suo volto furioso.

- Abbiamo finito con le idiozie? - la voce tradiva la sua rabbia - Vieni Saga...dobbiamo parlare! -.

- Dovrà essere in un altro momento - Saga si limitò a guardarlo di traverso, dopodiché incrociò le braccia riportando lo sguardo in avanti - come puoi vedere, sono occupato -.

- Stai scherzando, vero?! - domandò Shaka non nascondendo il suo nervosismo - Occupato a fare cosa? Le tue sciocchezze con l’Ariete possono aspettare! -.

- Shaka...quale parte di “sono occupato” non riesci a capire? - adesso era Saga che faticava a trattenere i nervi. Già non sopportava quando Shaka assumeva questo atteggiamento con lui, ma farlo davanti ad altre persone lo faceva davvero arrabbiare. Per di più, il fatto che si comportasse così davanti a Mu lo faceva letteralmente incazzare.

Shaka incassò le parole di Saga rimanendo in silenzio per qualche istante, tuttavia, voltandosi e vedendo il confortevole giaciglio che l’Ariete aveva creato sul divano, non ci mise molto a collegare le cose, ed una strana paura cominciò ad invadere la sua mente.

Per la prima nella sua vita ebbe paura di perdere Saga o meglio...la sua relazione con Saga.

Durante gli anni del loro rapporto era capitato spesso che discutessero, anche animatamente, e più volte erano giunti sull’orlo della separazione, salvo poi far rientrare tutto. Anche ciò che era accaduto l’altro giorno era stata più una scenata da parte dell’indiano che non una reale fine...e se aveva sbraitato per l’intero Santuario era stato solo per mettere pressione al suo compagno. 

Tuttavia...ciò che era accaduto dopo lo aveva turbato non poco.

Per due giorni aveva atteso nel sesto tempio che Saga si degnasse di andare da lui per rappacificarsi, come d’altronde era sempre stato, ma non era accaduto, al contrario...ed il problema, ora che lo aveva davanti, era constatare come Saga sembrasse sinceramente disinteressato ad una riconciliazione. Oltreché visibilmente infastidito dalla sua presenza...

C’entrava qualcosa l’Ariete?

L’idea che il suo arrivo avesse interrotto qualcosa fece aggrottare la fronte del sesto guardiano. Non poteva perdere. Il grande Virgo Shaka non poteva perdere...

- Amore mio... - nel giro di qualche istante la voce della Vergine si ammorbidì, ma questo, lungi dall’essere piacevole, suonò inquietante per gli altri due presenti - sono sicuro che l’Ariete ha abbastanza materiale per il suo lavoro - parlando, appoggiò delicatamente una mano sulla spalla di Saga - mentre noi due abbiamo molto di cui discutere... -.

- Ti ho detto che ho da fare Shaka...non insistere - ribadì Saga spostando quel tocco dalla sua spalla.

In quella frazione di secondo, Shaka tentò di afferrare la mano di Saga accarezzandola, ma, dopo un momento, si ritrovò a stringere l’aria.

- Saga... - la sua voce si ammorbidì ulteriormente - cosa credi di ottenere lontano da me? - tuttavia, quello che Shaka avrebbe voluto suonasse come un dolce conforto sembrava più che altro una velata minaccia - ricorda che nessuno...nessuno ti conosce meglio di me... - guardò fugacemente Mu che gli rimandò lo sguardo senza battere ciglio - nessuno conosce il demone che vive dentro di te come lo conosco io...e nessuno sa trattare con lui come so fare io... -.

Su quelle ultime parole, il volto di Saga cambiò all’improvviso. La durezza della sua espressione lasciò il posto allo smarrimento quando le parole di Shaka ferirono la sua coscienza come un colpo di frusta.

Dannazione...chi voleva prendere in giro? Era un mostro...lo era sempre stato e sempre lo sarebbe stato! Nessuna illusione, magia o miracolo avrebbe mai potuto cambiare ciò che era. Si stava solo illudendo pensando che, per uno come lui, potesse esserci un futuro diverso da quello di convivere con la sua colpa e tentare di preservare gli altri dalla sua follia...che per uno come lui potesse esserci speranza...che uno come lui potesse ambire ad essere felice...che uno come lui potesse condividere la propria esistenza con una creatura come...

- Perché ti sei sempre premurato di tenere in vita quel demone...vero Shaka?! -.

In piedi, i palmi delle mani premuti con forza contro il tavolo di legno, i capelli sciolti a causa del movimento rapido...l’ira del primo guardiano fece sussultare i presenti.

Nessuno, da che ne aveva memoria, aveva mai visto Mu così arrabbiato, né tantomeno lo aveva sentito urlare...

Questa inattesa interruzione, tuttavia, sortì l’effetto benefico di placare la mente del gemello che, troppo sorpreso dalla reazione appassionata di Mu, smise di infliggersi inutili torture.

Rendendosi conto di ciò che stava accadendo a Saga, infatti, Mu non aveva più potuto tacere. Shaka lo stava manipolando...e ovviamente il dannato sapeva perfettamente come fare, toccando i punti nevralgici che tenevano Saga saldamente ancorato al senso di colpa, e facendo leva su di esso affinché lo vedesse come il salvatore della sua anima...

- Perché hai sempre fatto in modo che la sua coscienza...quella vera...continuasse ad essere soggiogata, sottomettendola tu stesso alla tua volontà...vero Shaka?! -.

La Vergine socchiuse gli occhi, rivolgendo a Mu uno sguardo omicida.

- Come osi? - parlò a denti stretti - Non sai niente di cosa accade quando... -.

- Come osi tu Shaka?! - lo interruppe duramente Mu - So perfettamente cosa accade quando la parte malvagia di Saga prende il sopravvento su di lui...così come so anche che la sua coscienza può essere riportata indietro...se lo si vuole... -.

Il sesto guardiano spalancò gli occhi, provocando uno spostamento d’aria al quale nessuno dei presenti dette importanza.

- Non so di cosa stai parlando... - la sua voce, tuttavia, per la prima volta davanti ad altre persone, suonò incrinata.

- Non mi provocare Shaka...non ti conviene... - furono le ultime, lapidarie, parole di Mu prima che la Vergine, dopo avergli rivolto un’ultima occhiata sprezzante, uscisse dalla prima casa senza voltarsi indietro.

Per diversi secondi, l’unico suono presente nel tempio fu l’eco dei passi di Shaka, e la fretta con la quale i suoi piedi calpestarono le pietre, la disse lunga su quanta urgenza avesse di lasciare quel luogo. 

Saga pensò a quanto fosse strano quell’atteggiamento...molto strano, per una persona sempre così studiatamente misurata come la Vergine. Aveva seguito quello scontro tra Mu e Shaka in silenzio, limitandosi a spostare lo sguardo dall’uno all’altro. Era evidente che fosse accaduto qualcosa lì davanti a i suoi occhi, solo, non sapeva ancora cosa... che accidenti stava succedendo?!

Il fatto che parlassero di lui come se non fosse presente lo aveva reso terribilmente nervoso. Chiaramente i due cavalieri erano a conoscenza di qualcosa che lo riguardava, e che lui non sapeva o.…forse...non ricordava, ma questo, lungi dal consolarlo lo rendeva solo più inquieto. Soprattutto perché aveva tutta l’aria di essere qualcosa di importante. Tremendamente importante. E lui era più che determinato a scoprirla.

- Puoi spiegarmi cosa è appena successo? - stavolta non c’era scherno, né malizia, e nemmeno arroganza nella voce di Saga, solo un sincero bisogno di comprensione.

Mu, che dopo il breve scontro con Shaka si era chiuso nei suoi pensieri, trasalì quando sentì la voce di Saga riecheggiare nel silenzio del tempio.

In quel momento il suo cuore sembrò fermarsi. Da tempo taceva molte cose, e avrebbe continuato a tacerle solo per il bene della persona che amava, ma ora, quello stupido alterco con Shaka rischiava di portare alla luce cose che erano rimaste sepolte a lungo nelle sabbie del passato, e che lì sarebbero dovute rimanere per il bene di tutti.

- Niente - Mu tentò di far suonare la sua voce calma come al solito. Ma non gli riuscì molto bene.

- Risposta sbagliata - lo tagliò Saga, che vide il tibetano alzare gli occhi al cielo.

- Lo sai bene che io e Shaka non andiamo molto d’accordo...abbiamo opinioni differenti...su tutto... - Mu cercò, a fatica, di minimizzare quanto accaduto, ma il modo evidente con cui evitò accuratamente lo sguardo penetrante di Saga, dette a quest’ultimo la conferma del fatto che stesse mentendo.

- Mu - pur non essendo impaziente, il tono di Saga suonò serio - sei sempre stato un pessimo bugiardo...ora vuoi dirmi, cortesemente, che cosa è successo poco fa? -.

- Niente...davvero Saga... -.

Sebbene ci provasse, Mu faceva fatica a mentire mentre cominciava a riordinare i fogli sparsi sul tavolo. Era evidente come, almeno per oggi, il loro lavoro fosse terminato lì...a parte il fatto che gli sarebbe stato impossibile continuare a causa dei nervi che minacciavano di cedere, sperava che, così facendo, Saga non insistesse sulla questione, limitandosi a tornare al suo tempio.

Cosa che, naturalmente, Saga non aveva la benché minima intenzione di fare. Tutt’altro...

Nel timore che il tibetano si defilasse proprio come sembrava essere intenzionato a fare, Saga si avvicinò, vedendo Mu sussultare quando con la sua grande mano avvolse il polso più sottile, nella silenziosa richiesta di fermarsi.

- Per favore... -.

Un tocco delicato, una richiesta gentile...così lontani dagli atteggiamenti aspri e burberi tipici del terzo guardiano, e che furono sufficienti a far pompare più velocemente il sangue nelle vene di entrambi.

Per lunghi secondi il silenzio carico di tensione ebbe solo l’effetto di rendere entrambi consapevoli dei loro battiti accelerati, ed anche il tempo, quel tempo che secondo Saga non poteva mai aspettare, si fermò nell’emozione di quel piccolo gesto.

Quando Mu trovò il coraggio di alzare lo sguardo trasalì, trovando nelle bellissime giade di Saga, incredibilmente vicine al suo viso, un’espressione che non aveva mai visto prima. Un misto di attesa, aspettativa, speranza...e anche desiderio...

Qualcosa che andava ben oltre i suoi sogni più sfrenati..

Cosa fare? La risposta più sensata sarebbe stata quella di liberarsi dal tocco di Saga ed allontanarsi da lui il prima possibile, però...

Come se una strana forza avesse preso il sopravvento sulla sua volontà, Mu vide il suo corpo disattendere le ragioni della sua mente, ignorando ciò che il buon senso sussurrava alle sue orecchie ed avvicinandosi pericolosamente al greco fino a sentire il suo respiro sul viso.

Un’insolita sincronia permetteva ad entrambi di inalare l’aria dell’altro, mentre i battiti sempre più veloci spingevano il petto di ognuno in un saliscendi carico di attesa.

Non avendo alcun controllo sulle proprie reazioni, Mu poteva sentire il suo cuore spingere furiosamente contro i timpani, mentre il sangue affluiva al viso, tingendo di carminio le sue guance e rendendo più tumide le sue belle labbra.

Saga si sentì venire meno davanti a quello spettacolo...così deliziosamente dolce...così tremendamente sensuale...

Conscio del fatto che quella breve distanza che ormai residuava tra di loro potesse essere cancellata da un solo, piccolo movimento, proprio quando nei suoi occhi si manifestò chiara la volontà di azzerare quello spazio, la voce solenne di Shion risuonò nelle loro menti, spezzando la magia di quegli istanti.

Cavalieri, richiedo la vostra presenza al Grande Tempio il prima possibile. E il prima possibile è.…ora!

Per nessuno dei dodici fu difficile notare che, oltre all’abituale solennità, la voce portava con sé una grande preoccupazione che il lemuriano più anziano, pur tentando di dissimulare, non era riuscito a nascondere. Di conseguenza, ognuno di loro lasciò le attività alle quali si stava dedicando per adempiere immediatamente a quell’ordine. 

- Dobbiamo andare - con gli occhi fissi sul pavimento per nascondere l’imbarazzo, Mu parlò con voce dolce e ferma, sebbene il saliscendi del suo petto tradisse ancora il respiro agitato che la vicinanza del greco aveva provocato - Siamo i più lontani dal Grande Tempio e sicuramente impiegheremo... - tuttavia non riuscì a proseguire.

Mentre con una mano teneva ancora il polso, Saga portò l’altra sotto il mento di Mu, e sollevandolo dolcemente per riportare i bellissimi smeraldi dell’Ariete all’altezza dei suoi, recuperò la leggera distanza che l’interruzione di Shion aveva creato tra di loro.

Mu rimase statico. Per quanto il suo cervello gli suggerisse di muoversi da lì immediatamente per adempiere all’ordine del suo maestro, un’altra ragione, ben più radicata e saggia, gli impedì di fare anche solo un passo, lasciandolo in un’attesa che sembrava infinita, ed in cui l’unico movimento ammesso era il battito del suo cuore, che sembrava voler uscire dal petto da un momento all’altro.

Dandogli tutto il tempo per fuggire, se avesse voluto, Saga portò la mano libera alle labbra di Mu sfiorandole delicatamente con la punta delle dita e facendole aprire leggermente...

Con la stessa gentilezza percorse la linea della mascella, sfiorando la pelle liscia del tibetano fino al collo...quel collo pallido e delicato sul quale lasciò piccole carezze con la punta delle dita.

In un riflesso incondizionato, Mu godette di ogni singolo tocco chiudendo gli occhi, e riaprendoli il tempo necessario per vedere il viso del gemello a pochi millimetri dal suo. Trascendendo ogni ragione, un attimo dopo sentì le gambe venire meno, mentre il sangue affluiva tutto alle sue guance.

Le labbra di Saga premevano dolcemente contro le sue...

Un tocco leggero, una carezza sensuale... il gemello si prese il suo tempo per assaggiare quella pelle liscia e delicata, assaporandola e mordendola delicatamente, prima di chiudere gli occhi e portare la mano dietro la nuca di Mu per approfondire il contatto.

Se il cuore di Mu pompava sangue ad un ritmo maggiore del dovuto, quello di Saga non era da meno. La bocca di Mu era proprio come l’aveva immaginata negli ultimi giorni, perché sì...aveva fantasticato su quella bocca e sul suo proprietario fino ad esserne stanco...

E ora che finalmente una parte, seppur minima, delle sue fantasticherie si stava avverando, dovette suo malgrado ammettere che la realtà andava ben oltre l’immaginazione, perché quelle labbra sfacciatamente perfette erano piene come aveva pensato, sensuali come aveva sognato, e dolci...come mai avrebbe immaginato...

Ho detto ora!

Era evidente come Mu e Saga non fossero gli unici a ritardare la loro presenza al tredicesimo tempio...tuttavia, la voce secca del Patriarca li riportò bruscamente alla realtà mettendo fine a quella deliziosa intimità.

Quando, a malincuore, si staccarono, Saga poté vedere il rossore sul viso di Mu, ed il suo tentativo di nasconderlo puntando lo sguardo in basso gli sembrò talmente adorabile che, se non ci fosse stata di mezzo la convocazione di Shion, nulla gli avrebbe impedito di approfondire ciò che aveva appena cominciato a fare. E solo gli dei sapevano quanta voglia ne avesse...

- Dobbiamo andare - Mu approfittò di quella nuova interruzione per voltare le spalle a Saga nel tentativo di ritrovare un minimo di coerenza, ma sentendo il suo polso ancora trattenuto, riportò il suo sguardo sul gemello in una silenziosa richiesta di spiegazioni.

- Continueremo più tardi... - fu tutto ciò che disse.

E Mu non sapeva bene come interpretare quelle parole, perché se da un lato la richiesta di spiegazioni di Saga era rimasta ancora in sospeso, dall’altra, il modo in cui la voce roca del greco aveva sussurrato al suo orecchio non aveva lasciato possibilità di fraintendimenti circa le sue intenzioni di continuare anche un altro discorso...

Lo vide recarsi verso l’uscita del primo tempio, probabilmente in direzione del suo per poter recuperare l’armatura prima di salire da Shion, tuttavia, prima che sparisse completamente dal suo campo visivo, lo vide fermarsi ed indugiare, prima di voltarsi un’ultima volta verso di lui.

- Non dimenticarlo Mu...abbiamo ancora molto in sospeso - disse senza ombra di scherno, né di malizia. I suoi stessi occhi rifletterono le sue parole, mostrando attesa, aspettativa...ed un briciolo di speranza.

Mu si limitò ad annuire debolmente, e quando Saga fu fuori dalla sua vista, dovette poggiare le mani sul tavolo per reggersi, perché tutte quelle emozioni insieme rischiavano di sopraffarlo. E per quanto l’angoscia di ciò che poteva accadere martellasse nella sua mente non lasciandogli tregua, non poteva negare al suo cuore silenzioso e immutabile di battere forte.

Sulla gradinata che dal tempio dell’Ariete portava a quello del Toro, già vuoto, mentre correva rapidamente saltando i gradini, Saga si fermò di colpo, chiudendo gli occhi e portando una mano alle labbra per sfiorarle appena. Si prese un momento per godere degli ultimi residui del sapore dolce di Mu e del calore del suo cosmo...

A memoria non ricordava nulla che vi somigliasse. Anche se...

Riconnettendosi alla realtà, aprì gli occhi di colpo, ritrovandosi a fissare il vuoto, sinceramente turbato, e piacevolmente inquieto. Al di là di ciò che la sua mente ricordava, c’era un’altra memoria...ben più forte e primordiale...quella del corpo...

****

Le fiamme che si alzavano dai bracieri tingevano di bagliori rossastri le scure pareti del tredicesimo tempio, mentre un leggero brusio rappresentava l’unico suono udibile nel silenzio sepolcrale del luogo.

In semicerchio di fronte al trono patriarcale, seduti sui rispettivi scranni rappresentanti il rispettivo segno, i dodici cavalieri d’oro attendevano impazienti che Shion arrivasse per metterli al corrente delle novità.

Non sapendo come interpretare l’ordine perentorio di Shion, se non con il rischio di una seria minaccia alle porte del Santuario, alcuni compagni d’oro si interrogavano tra di loro a voce bassa, mentre altri lo facevano solo con lo sguardo, non osando proferire parola per non turbare la sacralità del tempio.

A questi facevano eccezione Dohko, che, braccia conserte, attendeva pazientemente ad occhi chiusi seduto sullo scranno della Bilancia, e Kanon, che occupava una delle posizioni ai lati del Patriarca; dopo la loro rinascita, pur mantenendo l’armatura del Drago del Mare, Kanon fu considerato cavaliere dei Gemelli a pari merito con Saga, quindi, quale parte integrante dell’esercito di Atena, ebbe diritto al suo scranno.

Proprio Kanon inarcò leggermente un sopracciglio quando vide il suo gemello arrivare trafelato per sedersi al suo posto, seguito pochi istanti dopo dall’Ariete nelle medesime condizioni.

Con finta noncuranza, nascose tra le sue belle labbra un impercettibile sorriso...oltre al fatto che fossero gli ultimi arrivati, il volto di entrambi non lasciava dubbi sul fatto che fosse accaduto qualcosa. E Kanon era troppo furbo per non notare i particolari; soprattutto quelli che riguardavano il suo gemello di cui, a dispetto di quanto questi gradisse, riusciva a decodificare ogni singola espressione. Dunque, non gli fu difficile notare sia quell’atteggiamento vagamente stralunato che Saga cercava di nascondere, sia gli sguardi furtivi che lanciava in direzione del primo scranno, occupata da qualcuno che versava nelle sue stesse condizioni... 

Sia i pensieri di Kanon che l’attesa dei cavalieri furono interrotti quando la tenda rossa alle spalle dell’altare sacro si aprì lasciando passare l’antico cavaliere dell’Ariete, e facendo sì che il silenzio diventasse ancora più pesante mentre prendeva il suo posto sul trono principale.

- Cavalieri... - Shion avrebbe voluto dire figli, perché era così che considerava quei giovani uomini, tuttavia, il suo ruolo in quel momento non lasciava spazio ai sentimenti. Anche se...il suo volto volutamente scoperto in luogo della maschera da Patriarca, che sempre più spesso giaceva abbandonata dietro al trono, spiegava meglio di qualunque parola il rapporto che aveva instaurato in questa nuova vita con i suoi cavalieri più fidati.

- Sono spiacente di aver interrotto così bruscamente le vostre attività - ed il suo sguardo desolato confermava le sue parole - tuttavia, accadimenti troppo gravi richiedono la nostra attenzione, e, se vi ho convocati con urgenza, è perché non è più possibile tardare... -.

- Cosa sta accadendo Patriarca? - la voce di Aiolos, considerato a tutti gli effetti una delle figure più autorevoli nel Santuario dopo Shion e Dohko, interruppe il silenzio da parte degli ori, lasciando trasparire una preoccupazione che rifletteva perfettamente quella di tutti gli altri.

Shion annuì lievemente prima di riprendere la parola.

- Cose brutte Aiolos...molto brutte... - Shion prese un lungo respiro prima di continuare - È giunta una richiesta di aiuto al Santuario da parte di una popolazione che vive nell’estremo nord della Siberia e che nelle ultime settimane è assediata da forze oscure... -.

- Che intendi per forze oscure? - stavolta a parlare fu Saga, ugualmente titolato al pari di Aiolos.

- Non lo sappiamo - fu la sincera risposta di Shion - purtroppo non abbiamo molte informazioni da parte della popolazione locale, perché neanche loro sanno di cosa si tratti...in sostanza, non sappiamo con chi o cosa abbiamo a che fare...l’unica certezza è che dobbiamo fermarle -.

- Come si stanno muovendo? - domandò Dohko, ancora fermo nella sua posizione meditativa.

- Anche questo non è chiaro, tuttavia...il loro obiettivo è abbastanza preciso - Shion vide tutta l’attenzione rivolta verso di sé - Colpiscono i ragazzi...molti ragazzi stanno scomparendo all’improvviso...si tratta principalmente di giovani, che escono normalmente di casa per svolgere le loro attività quotidiane, salvo farne ritorno pochi giorni dopo...privi di vita... - le ultime parole furono pesanti da pronunciare.

- Ci sono elementi che accomunano queste sparizioni o i giovani vengono rapiti in modo casuale? - mentre parlava, cercando di mantenere un tono fermo, Aiolos stringeva con discrezione la mano di Shura. 

Il suo sesto senso gli diceva che quella faccenda era molto...troppo...pericolosa. Erano cavalieri di Atena, al servizio degli altri, e la loro missione era e sarebbe sempre stata quella di anteporre il bene altrui al proprio, tuttavia...erano anche uomini, con sentimenti, desideri, timori...e la paura che il suo partner venisse scelto per quella missione lo lasciava in preda ad un’irrazionalità che, in altre occasioni, non avrebbe avuto.

- Sì - Shion annuì - in effetti c’è qualcosa che accomuna i giovani che finiscono vittime di queste entità...sono tutti prossimi al matrimonio... -.

Le parole di Shion innescarono un leggero brusio che si diffuse rapidamente nel tempio, ma mentre alcuni cavalieri cercavano di formulare tra loro le prime congetture, il vocio fu messo a tacere quando uno di loro parlò. 

L’unico che potesse farlo, dato che era il solo tra i presenti ad avere cognizione di quel territorio...

- Se posso mettermi... - Camus prese la parola interrompendo il rumore di sottofondo.

- Speravo che lo facessi - gli fece eco Shion, che sin da quando era stato messo a conoscenza del problema aveva sperato che l’Acquario potesse essere d’aiuto - Prego... - lo invitò a continuare con un cenno della mano che tradiva la sua ansia.

- Questa storia mi riporta alla mente qualcosa che ho già sentito...quando vivevo ancora in Siberia - continuò l’undicesimo guardiano - sebbene il villaggio in cui vivevo con i miei allievi si trovasse in una zona abbastanza centrale della regione, ed i collegamenti tra un paese e l’altro fossero difficoltosi, le notizie riuscivano ugualmente ad arrivare...spesso in ritardo, ma comunque arrivavano, soprattutto quando avevano una grande rilevanza... -.

Vide Shion annuire in un silenzioso incoraggiamento a continuare.

- Non più di un paio di anni fa, giunse la voce che in un paese situato nelle propaggini settentrionali del Paese morissero improvvisamente giovani uomini e donne...per quanto la notizia avesse sconvolto tutta la regione e allarmato le autorità, nessuno riuscì a trovare una spiegazione a questo fenomeno, anche perché i corpi dei giovani non recavano segni di violenza né di sofferenza... - Camus si prese un momento per scavare nella sua memoria alla ricerca di elementi utili - All’epoca fu impossibile giungere ad una conclusione logica in merito a quelle morti -.

- Non c’erano neanche congetture? - domandò Shion alzando un sopracciglio, e sebbene la domanda potesse suonare strana, nella sua mente aveva perfettamente senso. Infatti, sulla base della sua esperienza secolare, la gente riusciva sempre a dare una spiegazione, per quanto irrazionale potesse essere, a qualsiasi avvenimento. E quella non poteva essere di certo un’eccezione...

- In effetti sì... - Camus strinse gli occhi cercando di mettere a fuoco i ricordi - ma erano prevalentemente racconti di fantasia, legati a leggende, miti popolari... - disse accompagnando le parole con un gesto di noncuranza.

- Lascialo stabilire a me Camus - la voce di Shion suonò decisa, pur mantenendo quella sfumatura morbida che ormai riservava ai suoi ragazzi - dimmi tutto... -.

- Beh... - l’Acquario alzò leggermente le spalle - ricordo che alcuni anziani parlavano di vendette...castighi messi in atto da entità soprannaturali -.

- Cioè? - Shion strinse gli occhi, mentre la sua espressione si faceva stranamente seria.

- Stando a ciò che dicevano gli anziani del nostro villaggio, sembra che prima delle attuali popolazioni quella zona remota del nord fosse abitata da un altro popolo...probabilmente nomadi che, in cerca di un posto in cui stabilirsi, avevano scelto proprio quella parte lontana da tutti gli altri abitanti della regione per mantenere intatta parte della loro natura impenetrabile -.

- E cosa è successo? - Shion ascoltava Camus con la massima attenzione, mentre gli altri cavalieri alternavano, con la stessa concentrazione, lo sguardo tra il Patriarca ed il loro compagno.

- In realtà non è molto chiaro - Camus scosse dolcemente il capo - ma sembra che, nel corso dell’ultimo secolo, quella zona sia diventata la base di molte ricerche per lo studio del comportamento dei ghiacciai nel circolo polare artico... -.

- Decretando così la fine dell’isolamento di quella gente che aveva cercato di mantenere il resto della popolazione all’oscuro della propria presenza - terminò Shion al suo posto.

- Non solo... - Camus annuì alle parole del vecchio Ariete - non essendo abituati a vivere in comunità con estranei, la fine del loro isolamento decretò anche la loro scomparsa... -.

- Shion...credi che questa storia possa essere plausibile? - con gli occhi finalmente aperti, Dohko guardò Shion in una richiesta sincera. Non c’era scherno né malizia nella sua domanda, solo un’autentica curiosità.

- Non ne sono sicuro... - il Patriarca si prese un momento per pensare nella sua tipica posa riflessiva...la mano sinistra, poggiata sul bracciolo, reggeva il mento mentre la mano destra si apriva e si chiudeva provocando un leggero scrocchio delle dita - però, al momento, è l’unica informazione che abbiamo, e, per quanto possa sembrare assurdo, credo che dovremmo partire da qui -.

- Chi di noi manderai in avanscoperta? - per quanto la domanda, posta da Kanon, fosse assolutamente legittima, generò tra i presenti una tensione pesante.

Quella missione, oltre ad essere difficile e dall’esito incerto, sembrava davvero inquietante.

- In realtà... - rispose Shion deciso - avrei pensato di inviare due di voi per una prima ricognizione - sottolineò le sue parole indicando il numero con le dita - e la mia scelta è ovviamente ricaduta su coloro, tra voi, che hanno una maggiore tolleranza ai climi freddi... -.

I due interessati incrociarono immediatamente lo sguardo, annuendo silenziosamente alle parole del Patriarca.

- Esatto - confermò Shion - Camus...Mu...tra tutti i cavalieri siete quelli in grado di tollerare meglio il clima del posto...cosa ne pensate? -.

Entrambi annuirono con il capo, tuttavia, prima che potessero parlare, due voci sovrapposte li precedettero.

- No! -.

- Assolutamente no! -.

I presenti si scambiarono sguardi confusi, e Kanon alzò le sopracciglia per attutire la sorpresa...la prima voce era nota e la reazione del suo proprietario comprensibile, ma la seconda no...

Perplesso, Shion alternò lo sguardo tra coloro che avevano interrotto Mu e Camus, non riuscendo a comprendere il loro atteggiamento. Né perché lo guardassero in modo apertamente ostile.

- Milo! - Camus rimproverò prontamente l’interruzione del suo partner, fermandolo prima che potesse aggiungere qualcosa che fosse fuori luogo...

Per quanto comprendesse la reazione dello Scorpione, e fosse certo che al suo posto avrebbe provato la stessa preoccupazione, non poteva dimenticare che il loro dovere veniva prima di ogni altra cosa.

- Basta - sebbene non avesse alzato la voce, il tono dell’Acquario non ammetteva repliche, e l’espressione accigliata sul volto Milo segnò la fine del suo disaccordo.

E mentre Milo e Camus regolavano i loro conti, Shion fissava, incredulo, il proprietario della seconda voce dissenziente, non comprendendone minimamente l’operato.

- Saga... - la voce di Shion tradiva il suo stupore - cosa ti porta ad essere in disaccordo con la mia decisione? -.

In effetti, da quando era tornati in vita, non era mai accaduto che il gemello maggiore si fosse opposto alle decisioni del Patriarca. Certo, a volte c’era discordanza di vedute su come fosse meglio organizzare la gestione del Santuario, ma venivano appianate discutendo, e sempre in un clima di collaborazione e di massimo rispetto dei ruoli.

Quella era decisamente una novità per Shion. Tuttavia...oltre a non essere uno sciocco, aveva sulle sue spalle l’esperienza secolare di saper osservare in silenzio. Dunque non gli fu difficile mettere insieme le cose, e correlare quanto stesse accadendo con lo strano confronto di qualche giorno prima nel suo studio, quando la tensione tra Saga ed il suo allievo aveva ingenerato non pochi pensieri nella sua mente...

- Non credo che sia la scelta migliore - rispose Saga tentando di mantenere, a fatica, la sua abituale serietà - Non sappiamo con cosa abbiamo a che fare...non conosciamo i nostri nemici, e se si trattasse di entità immateriali, le tecniche dell’Ariete... - guardò Mu di soppiatto - nonché dell’Acquario... - si affrettò ad aggiungere per non essere troppo ovvio - potrebbero non essere sufficienti -.

Se qualcuno gli avesse chiesto che diavolo stesse facendo, Saga non avrebbe saputo rispondere.

Quella risposta non spiegava niente, ed il modo in cui Shion aveva alzato i suoi tilak rendeva evidente come anche lui non avesse capito nulla. Il fatto, poi, che il Patriarca guardasse Kanon alla ricerca di una qualche spiegazione plausibile per le parole di suo fratello, non gli lasciava dubbi sulla sciocchezza di essersi esposto così apertamente.

Ma poi...perché? Qual era il senso di ciò che aveva appena fatto?

Cercò di ricacciare le emozioni in qualche luogo recondito del suo pensiero attingendo alla logica per trovare una spiegazione a quanto avesse appena fatto, tuttavia, avendo promesso a se stesso di non ignorare più le sue reazioni, prese un respiro profondo, mentre la sua mente realizzava chiaramente l’unica ragione che lo avesse spinto ad opporsi al Patriarca.

L’idea che Mu andasse in missione, in quella missione, non gli piaceva per niente.

Ecco...lo aveva detto! Era stato sincero...quantomeno con se stesso...ma ora? 

Trasalì rendendosi conto che gli occhi dei suoi compagni d’armi erano puntati su di lui in attesa di una spiegazione...persino Shaka, che mai si sarebbe degnato di aprire gli occhi in una situazione come quella, lo fissava sbalordito.

Dirigendo lo sguardo verso il primo guardiano, vide come fosse l’unico a non osare alzare le palpebre per guardarlo, al contrario...il modo in cui si ostinava a fissare il pavimento come se fosse la cosa più interessante del mondo, rendeva evidente la sua fatica nel tentare di nascondere l’imbarazzo che aveva tinto di carminio le sue guance.

Una visione adorabile ai suoi occhi...

Ma che diavolo sto pensando?!

Saga si prese mentalmente a sberle nel tentativo di focalizzare nuovamente l’attenzione sulla questione, riuscendoci solo dopo un buon numero di tentativi. E quando tornò in sé, si rese conto della situazione grottesca nella quale si era infilato, perché oltre ad essersi stupidamente esposto, aveva trascinato con sé l’Ariete, mettendolo in imbarazzo davanti a tutti.

Tuttavia, fu proprio Mu a tirarlo fuori da quella situazione difficile, guadagnandosi la silenziosa gratitudine di Saga. Ormai stava diventando un’abitudine.

- Credo che ciò che Saga sta cercando di dirci... - la voce pacata di Mu ebbe l’effetto di attirare su di sé l’attenzione di tutti distogliendola dal gemello - è che nel caso in cui dovessimo avere a che fare con entità malvagie, il potere di alcuni nostri compagni potrebbe essere più efficace del mio o di quello di Camus... -.

- Di questo sono certo - lo assecondò Shion sporgendosi verso di lui - e, in altre circostanze, avrei sicuramente mandato Deathmask con voi... - disse spostando lo sguardo su tutti i presenti - tuttavia, questa è solo una missione di ricognizione...dobbiamo cercare di capire cosa sta accadendo, ed è per questo che ho bisogno di due persone che siano già abituate a climi estremi, ma soprattutto...che abbiano la pazienza di raccogliere informazioni e che non agiscano in modo impulsivo... - concluse guardando la smorfia maliziosa sul volto di Deathmask.

- Per me non c’è nessun problema - confermò Mu.

- Lo stesso per me - lo seguì subito dopo Camus.

- Bene... - Shion raddrizzò la sua postura - allora è deciso...domattina, alle prime luci dell’alba, partirete alla volta della Siberia... - tuttavia, prima di continuare con le indicazioni per i due cavalieri, un pensiero gli attraversò la mente...qualcosa a cui aveva già pensato quando aveva riflettuto su chi inviare, e che nella discussione aveva rischiato di dimenticare.

- Ah...beh...no...in verità...prima delle istruzioni ci sarebbe anche un altro particolare di cui discutere... - il leggero balbettio di Shion attirò, come una calamita, l’attenzione dei presenti. 

Non era frequente che il Patriarca, un uomo con esperienza secolare e capacità fuori dal comune, mostrasse imbarazzo davanti ai suoi ragazzi...eppure, quel particolare rendeva evidente come l’argomento fosse scomodo. Di conseguenza, anche coloro i quali erano già in procinto di alzarsi per lasciare il Grande Tempio si fermarono a mezzaria tornando rapidamente a sedersi.

- Come ho avuto modo di dirvi... - prese un respiro profondo - ad essere rapiti sono prevalentemente giovani...più precisamente, ragazzi prossimi al matrimonio, e la ragione è facilmente intuibile... - alzò leggermente le spalle.

- La loro innocenza... - fu Kanon a concludere la frase, facendo annuire il Patriarca - la purezza di quei ragazzi rafforza le anime oscure... -.

- Proprio così - confermò Shion - Mu...Camus...è per questa ragione che ho bisogno di appurare una cosa, prima di confermare definitivamente la missione... -.

In una frazione di secondo, gli occhi di Mu e Camus si incrociarono in una mutua espressione di terrore comprendendo ciò che l’antico guardiano dell’Ariete stesse chiedendo loro, e se l’Acquario, seppur con molta fatica, riuscì a mantenere una postura impassibile, il rossore sulle guance di Mu tradì la vergogna di dover discutere di quell’argomento davanti a tutti i loro compagni d’armi.

Le iridi magenta di Shion si mossero alternativamente tra i due cavalieri interessati dalla missione, mentre questi, a loro volta, avrebbero solo voluto che una voragine si aprisse sotto ai loro scranni per inghiottirli senza possibilità di ritorno...

Dal canto suo, il Patriarca non era così sciocco da non rendersi conto dell’imbarazzo nel quale stava mettendo i suoi cavalieri, peraltro due tra i più discreti di tutto il Santuario...tuttavia, quell’informazione gli era necessaria per la loro incolumità, e non avrebbe avuto senso parlarne in privato per poi, eventualmente, dover convocare nuovamente il consiglio. Inoltre, riteneva che questo genere di pudore fosse fuori luogo per chi, come tutti loro, era cresciuto insieme.

- Come avrete già capito, ho bisogno di escludere che quella condizione riguardi anche voi - Shion cercò di mostrarsi il più disinvolto possibile, sebbene non fosse facile - perché vi renderebbe prede appetibili per quelle forze oscure... -.

- Per quanto mi riguarda non c’è problema - Camus si limitò a scuotere il capo in segno negativo, fissando un imprecisato punto nel vuoto e pregando dentro di sé che quella tortura finisse il prima possibile...tuttavia, ciò non fu possibile, perché un certo Scorpione si sentì nello sconsiderato diritto di intervenire...

- Patriarca, stai per caso insinuando che non faccio il mio dovere?! -.

Del tutto fuori luogo, l’unico pregio del commento di Milo fu quello di strappare un sorriso alla maggior parte dei suoi compagni, smorzando così la tensione che, ormai da diversi minuti, si tagliava con il coltello.

Tuttavia, non poté dire altro, perché un colpo sulla testa da parte di Aiolos, ed uno sulla nuca da parte di Dohko, lo misero a tacere.

- Non dire idiozie... - l’arciere parlò a denti stretti.

- Comportati da gentiluomo... - fu il monito del cinese.

Camus non fiatò, ma il modo in cui strinse con due dita il ponte del naso, rese evidente il tentativo di placare il desiderio di uccidere il suo partner, il quale, passando la mano dove era stato colpito, si limitò a borbottare qualcosa che nessuno comprese, né ebbe interesse a farlo.

In tutto questo, l’unico cavaliere che sembrava aver ritrovato un po' di tranquillità era, neanche a dirlo, Saga.

Sì, perché sapere che la purezza fosse un requisito che escludeva i cavalieri da quella missione lo aveva reso insperatamente tranquillo...nella sua mente, infatti, era convinto del fatto che Mu non avesse mai avuto un partner in vita sua e questo, oltre a renderlo incredibilmente tenero e degno di protezione, lo metteva praticamente al sicuro.

È per questa ragione che, qualche secondo più tardi, ciò che quella voce dolce e pacata disse lo colpì come una frustata in faccia.

- Nessun problema - furono le laconiche parole di un lemuriano che continuava a fissare il pavimento sperando nella voragine...

Se la situazione di Camus aveva generato una piacevole ilarità, l’inaspettata risposta di Mu ebbe l’effetto di tacitare completamente l’uditorio. 

Shion alzò i tilak fin quasi all’attaccatura dei capelli, Aiolia guardò Mu con la bocca spalancata tentando di articolare sillabe che non avevano alcun suono, mentre Kanon si limitò ad alzare gli occhi al cielo per poi serrare le palpebre in un’espressione sconfitta...solo lui poteva notare la pesante aura proveniente dal cosmo di Saga, ed in cuor suo, pregò che quella adunanza finisse il prima possibile.

Quando il sospiro di Aphrodite, che era il più distante dal primo scranno, arrivò alle orecchie di Mu, l’Ariete ebbe solo l’ulteriore, spiacevole, conferma di essere al centro dell’attenzione...ed il fatto che quel sospiro fosse di dispiacere per lui, non alleviò la sgradevole sensazione di essere trapassato da tredici paia di occhi.

- Bene... - fu Shion il primo a riprendersi, rendendosi conto di dover spezzare quell’inutile tensione - allora è deciso...Mu, Camus, rimanete per i dettagli...tutti gli altri possono andare, fino a nuova convocazione - furono le ultime parole del Patriarca prima che gli altri ori cominciassero a disperdersi per tornare nei rispettivi templi.

****

Senza alcuna voglia di fermarsi per i pettegolezzi, una volta uscito dal tempio Saga oltrepassò i suoi compagni, ignorando sia le chiamate di Shaka che quelle di Kanon.

In quel momento non aveva davvero voglia di parlare con nessuno.

Sapeva benissimo di non avere alcun diritto né pretesa, ma la verità era solo una e doveva accettarla. Era furioso. L’idea che qualcuno avesse messo le proprie mani sopra ciò che considerava sacro ed inviolabile gli faceva serrare i pugni con forza per impedire a se stesso di sfogarsi su qualunque colonna incontrasse.

Dannazione! Perché?!

A voler essere ragionevole, faceva fatica a comprendere la propria reazione...Mu era un uomo adulto, e, come tale, aveva il diritto di fare ciò che voleva della propria vita. Come d’altronde lui stesso aveva sempre fatto.

Concentrato sulla sua rabbia procedeva spedito, tuttavia, quando si sentì strattonato per un braccio, dovette suo malgrado fermarsi, e, voltandosi, trovò gli occhi del sesto guardiano fissarlo con evidente ansia...questo non era per niente normale per il viso sempre impassibile di Shaka...ciononostante, in quel momento non era dell’umore giusto per sopportare i discorsi dell’indiano, e con un movimento secco si liberò dalla sua presa, riprendendo in silenzio il viaggio in direzione del suo tempio.

- Dobbiamo parlare! - Shaka non era una persona arrendevole, e vedendo che le sue parole non sortivano alcun effetto sull’ormai ex partner, giocò tutte le sue carte - Riguarda quello che è appena successo al Grande Tempio...riguarda Mu... -.

L’ultima sillaba fu l’unico suono in grado di fermare il cammino di Saga e richiamare la sua attenzione, facendolo voltare nuovamente, ed assestando un duro colpo all’ego di Shaka...quella era solo l’ennesima conferma di quanto avesse ormai compreso perfettamente...ma, nonostante ciò, doveva cercare di recuperare il terreno perso. Che era davvero tanto.

- Non qui...è meglio parlare in un posto più tranquillo. Saliamo al mio tempio, lì nessuno ci disturberà... - e sebbene Saga lo fissasse di traverso con evidente sospetto, si incamminò dietro di lui. 

In cuor suo il gemello sapeva benissimo di non potersi fidare di Shaka tuttavia...sembrava davvero essere al corrente di qualcosa che lui ignorava, e le immagini ancora vive del suo battibecco con Mu quello stesso pomeriggio, non facevano altro che avvalorare la sua tesi. Ragion per cui, con celerità da parte di entrambi, anche se per scopi diversi, scesero rapidamente per i templi. 

Procedendo spediti, potevano già scorgere le imponenti statue che sovrastavano il sesto tempio, quando una voce alle loro spalle li fermò sorprendendoli, ma soprattutto, mandando all’aria i piani di Shaka...

- Saga! - la voce imponente fece voltare entrambi i cavalieri. 

- Kanon...che ci fai qui? - Saga sussultò leggermente sorpreso trovandosi di fronte a suo fratello. Li aveva seguiti? Perché?

Shaka, invece, divenne terribilmente nervoso. Lui e Kanon non andavano per niente d’accordo ed il motivo era abbastanza semplice...Kanon non subiva alcun fascino da parte dell’indiano, non gli riconosceva alcuna superiorità, non gli interessava se fosse o meno la reincarnazione di Buddha, e non era in alcun modo intimidito dal fatto che fosse l’uomo più vicino agli dei. Anzi...proprio a questo riguardo, nutriva una serie di dubbi che non faceva fatica a mostrare...

- Scusaci Kanon...io e Saga dobbiamo parlare e... - ma non riuscì a continuare, perché il gemello più giovane lo tagliò senza troppo riguardo.

- Sarà in un altro momento! Saga... - proseguì rivolgendosi al fratello - è con me che devi parlare - e il suo tono non ammetteva repliche.

Saga si accigliò leggermente. Perché tutti sembravano saperne sempre più di lui?

- Kanon...ciò di cui devo parlare con Shaka è importante e.... - ma anche lui fu interrotto bruscamente.

- So perfettamente di cosa dovete parlare - disse facendo trasalire entrambi - ma se vuoi capire qualcosa...Saga...è con me che devi parlare...Shaka ti racconterà solo quello che vuole, come vuole, e per come gli fa più comodo...come ha sempre fatto - concluse guardando di traverso l’ultimo menzionato.

A quel punto, il cervello di Saga cominciò ad elaborare le informazioni ricevute, mettendole insieme e traendone conclusioni...che però erano quanto di più lontano dalla realtà.

Se Kanon sapeva, se era al corrente di tutto, allora, forse, era stato lui...no, non poteva essere...Kanon...con Mu...no no no no no...

Dimenticandosi completamente di Shaka si diresse verso suo fratello con la rabbia e l’incredulità stampata sul suo viso.

- Sei stato tu?! - sussurrò a denti stretti quando fu talmente vicino da trapassarlo con lo sguardo e prenderlo per le spalle.

- Non dire idiozie... - rispose Kanon con una smorfia eloquente e liberandosi facilmente dalla presa - vieni con me! -.

Dunque, infine, era arrivato il momento. Ciò che era stato sepolto per tutelare l’integrità del terzo guardiano sarebbe tornato alla luce, innescato da una serie di azioni e coincidenze che erano solo servite ad affermare la potenza e la grandezza della verità sulle menzogne. Non si poteva più tornare indietro...l’esito, tuttavia, sarebbe dipeso solo dai diretti interessati...

Questi erano i pensieri di Kanon mentre, con Saga al suo fianco, raggiungeva speditamente il loro tempio. Quando entrarono, fu il primo a parlare, nel tentativo di essere il più delicato possibile. Anche se era difficile in quella situazione...

- Saga...perché sei così arrabbiato? - chiese cercando di addolcire la sua voce.

- Come perché?! - Saga lo guardò turbato - Lo so...non ho alcun diritto...ma non ce la faccio... - strofinò le mani sul viso - non riesco a pensare che qualcuno possa avere messo le mani su di lui... -.

- Mu? - domando cautamente Kanon, vedendo Saga annuire con gli occhi chiusi. Sapeva perfettamente di chi stesse parlando, ma voleva che suo fratello lo ammettesse una volta per tutte.

- Vuoi dire che non tolleri che qualcuno diverso da te abbia messo le mani su Mu? - chiese vedendo suo fratello annuire nuovamente - Saga...si tratta di gelosia? - e dicendolo sembrò strano anche a lui, perché Saga non aveva mai mostrato quel tipo di sentimenti.

- Chiamala come ti pare! - rispose Saga con rabbia senza rendersi conto di cosa stesse ammettendo - voglio solo sapere chi è il maledetto... -.

- Saga... - Kanon chiamò suo fratello abbassando le palpebre con aria rassegnata.

- Chi ha osato? Chi?! -.

- Saga... - alzò leggermente il tono di voce, venendo prontamente ignorato.

- Come ha potuto? Con che coraggio il dannato si è permesso di mettere le sue mani su... -.

- Saga! - Kanon dovette urlare per farsi sentire dal gemello. Che si zittì guardandolo accigliato in attesa di sapere che diavolo volesse.

- Sei stato tu -.
   
 
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