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Autore: Fiore di Giada    17/06/2023    0 recensioni
[Libera di amare/ El privilegio de amar]
Vittorio rivela a Cristina la verità sulle menzogne di Tamara.
Tale confessione, pur dolorosa, avrà un esito inaspettato.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Cauto, Vittorio entrò nell’ufficio di Cristina e si chiuse la porta alle spalle.
La ragazza alzò la testa dai documenti e fissò lo sguardo sul giovane.
Che ti succede?, si domandò, perplessa. Il viaggio di lavoro in Europa era stato fruttuoso, ne era ben cosciente.
Eppure, un’ombra velava la luce degli splendidi occhi chiari del suo amato.
− Che cosa ti è successo? Hai avuto problemi in viaggio? – chiese.
A quelle parole, un sospirò fuggì dalle labbra di Vittorio e lui, con un gesto sofferente, si passò una mano sulla fronte. Aveva creduto di avere accettato la verità su Tamara.
Ma quel senso di amarezza, implacabile, opprimeva il suo cuore.
Di scatto, Cristina si alzò dalla scrivania e si avvicinò a lui.
− Vittorio, che cosa ti succede? Mi guardi in modo strano. – ripeté lei, preoccupata. Un’ulteriore disgrazia si era abbattuta su di lui, ne era certa.
− In Europa sono stato bene. Ho visto città meravigliose e ho conosciuto una cultura assai differente dalla mia. Mi piacerebbe ritornare a Praga e a Firenze. Ma vorrei visitare Cracovia, Roma, Parigi, Atene… E mi piacerebbe viaggiare con te e con nostra figlia. – cominciò lui, gli occhi lucidi.
Cristina, con un cenno del capo, annuì e gli posò una mano sul braccio. Le parole di Vittorio erano sincere, ma non liberavano il suo cuore.
Il suo corpo era rigido, come una sbarra di metallo.
− Ma, non so come, Tamara mi ha seguito… − continuò.
Cristina scosse la testa e cominciò ad accarezzargli il braccio.
− Quando siamo arrivati in Italia, la situazione è degenerata. – proseguì Vittorio, il tono apparentemente pacato.
Lei aggrottò le sopracciglia e fissò su di lui uno sguardo perplesso.
− A cosa ti riferisci? – domandò.
− Io e mio padre eravamo a Firenze. E lei ha cominciato a reclamare i suoi presunti diritti di moglie. Ma… Ma tutto era basato su una menzogna. – cominciò lui.
Lei sbarrò gli occhi, stupefatta. Che cosa intendeva dire? 
Vittorio, per alcuni istanti, esitò. Quella rivelazione pesava sul suo animo, ma doveva parlarne con lei.
− Quel bambino… Quel bambino non era figlio mio. Era di un altro uomo. Io… Io ho sacrificato te e Vittoria per una donna indegna, che mi ha mentito per tanto tempo… − confessò.
−Cosa? – esclamò lei. Per tanto, troppo tempo aveva rifiutato gli approcci di Vittorio e lo aveva invitato a rispettare il legame matrimoniale con Tamara.
Il pensiero di quel bambino aveva frenato il suo sentimento d’amore verso Vittorio.
Non era figlio suo…, pensò lei. Per tanto, troppo tempo lui aveva sopportato un matrimonio privo di amore e verità.
E lei, facendosi scudo dei suoi principi morali, aveva contribuito alle sue pene.
Il giovane uomo, per alcuni istanti, fissò un punto indefinito davanti a sé.
− Ci aveva manipolati bene, con quei suoi atteggiamenti teatrali e le sue ridicole scenate… – dichiarò lui.
Deboli singhiozzi risuonarono sulle sue labbra e le lacrime, implacabili, fluirono sulle sue guance. 
Cristina scosse la testa e circondò le sue spalle con un braccio. Vittorio aveva commesso tanti errori, ma non aveva mai cercato con coscienza il male per qualcuno.
Il suo cuore era nobile e gentile e Tamara lo aveva manipolato.
Ma non è solo lei colpevole., pensò. Nessuno aveva cercato di vedere la realtà nella sua interezza.
E Vittorio, a causa loro, si era tramutato in uno spettro malinconico.
− No… Non mi sento colpevole di nulla… Eppure, continuo a dispiacermi per la morte di quel bambino… Lui non aveva alcuna colpa delle cattiverie di sua madre… − confessò lui. 
Si coprì gli occhi con le mani. Se quella creatura fosse nata, le avrebbe donato l’amore meritato da ogni bambino.
Lui stesso aveva avuto la fortuna di essere stato amato da Luciana, che pure non era sua madre naturale.
Cristina, cauta, afferrò i polsi di Vittorio e li allontanò dal suo viso.
Sentendo quel tocco, lui reclinò la testa verso destra, come oppresso da un pesante masso.
− Guardami. – gli disse, calma. Il suo interesse, in quel momento, era Vittorio.
Doveva liberarlo dalla malinconia.
Il giovane, cauto, girò la testa e i suoi occhi cerulei si specchiarono nelle iridi castane di lei. Il suo sguardo irradiava una ferma dolcezza e quietava un poco la sua pena.
− Vittorio, non affliggerti. Tu non sei colpevole di nulla, perché essere ingannati non è una colpa. A volte, la compassione può trasformarsi in un’arma terribile per i disonesti. – affermò Cristina, risoluta. Perfino Luciana, che pure lei disprezzava, meritava più rispetto.
Quantomeno, lei non riversava sugli altri il peso delle proprie sventure.
D’istinto, Vittorio aprì le braccia e strinse Cristina in un abbraccio. Quelle parole, così sincere, allontanavano i suoi residui dubbi…
Anche lui aveva diritto alla felicità.
Delicate, le sue mani si posarono sulle spalle di Cristina e la allontanarono un poco.
− Che cosa c’è, Vittorio? – chiese lei, perplessa.
Le labbra del giovane uomo si sollevarono in un sorriso leggero.
− Cristina… Quando saremo sposati, vorrei portarti in giro per l’Europa. Verresti? – domandò.
L’ex modella, a sua volta, ricambiò il sorriso. Quella dichiarazione, pur insolita, era splendida.
Ormai, nulla si frapponeva tra lei e il suo innamorato.
− Sì, Vittorio. Verrò con te, ovunque tu andrai. −
   
 
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