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Autore: Tomoe_Akatsuki    18/06/2023    0 recensioni
Malachor è una ferita aperta, all'interno della ciurma dell' Spettro.
Per quanto riguarda Rex, è sanguinante. Ma è un vecchio clone, con anni di perdite e morti alle spalle. Sa che ciò che deve fare è cercare in qualche modo di rattoppare, di rimettere insieme i pezzi. Sa anche che ogni cosa andrà al suo posto con il tempo, ma non ce la fa proprio a starsene con le mani in mano.
Un vecchio simbolo mandaloriano, che lui ha portato durante la guerra, gli viene in aiuto.
Kanan ancora non lo sa, ma ciò di cui gli ha fatto dono il clone è un grande riconoscimento.
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Capitano Rex, Kanan Jarrus/Caleb Dume
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Quando venne avvistato il Phantom in cielo, l'intera base si bloccò. Nessuno si mosse. L'aria calda di Atollon si fece immobile.
Il Phantom atterrò, e ne scesero Kanan ed Ezra, il primo con un braccio passato sulle spalle dell'altro, per essere guidato.
Hera fece un passo verso di loro e l'immobilità abbandonò la base, mentre con espressione triste prendeva il volto di Kanan tra le mani, vedendo il bendaggio di fortuna.
Le era già stato comunicato sulla via del ritorno che Kanan aveva perso la vista per colpa di Maul, ma vederlo con i suoi occhi era più doloroso di quello che aveva pensato.
  Rex si fece avanti tra Zeb e Sabine, che si voltarono verso di lui, ed incontrò lo sguardo di Ezra.
Il ragazzo piegò le sopracciglia verso l'alto, in una scusa, in una manifestazione del dolore che provava. C'era anche una traccia di colpevolezza - non poteva dire se era meritata o solo autoinflitta - e perdita, come una nave che vaga nello spazio senza poterne gestire la direzione.
Il vecchio clone abbassò lo sguardo e chiuse gli occhi.
Ashoka era morta. Era morta nel modo che desiderava, combattendo contro Darth Vader - tentando di riportare Anakin alla Luce. Non doveva addolorarsi per questo.
Eppure sentiva la tristezza, il dolore della perdita, annidarsi dentro di lui. Anche la solitudine si fece strada dentro di lui. Con la perdita di Ashoka, aveva perso tutti, chiunque avesse avuto importanza nella sua corta vita.
Era un vecchio clone solo.

Rex si ritrovava spesso a soffermarsi ad osservare la figura di Kanan Jarrus, inginocchiato  a meditare dove non avrebbe dato fastidio ma sapeva di essere reperibile - non che ora fosse ormai di alcuna utilità.
Il clone provava un senso di dispiacere ogni volta che lo vedeva.
  Kanan non era Anakin o Ashoka. Ma aveva carisma, che era ciò che gli aveva permesso di mantenere insieme la ciurma dello Spettro in tutti quegli anni, malgrado le loro differenze, di riuscire a portare a termine così tante missioni con successo, nonostante le difficoltà che avevano incontrato nel mezzo. 
Ora, con la sua assenza, Rex poteva vedere come il gruppo poco alla volta si stesse sgretolando. Hera faceva ciò che poteva per tenerlo insieme, ma non essendo sempre presente sul campo di battaglia, il compito era ricaduto su Ezra, che però aveva iniziato a percorrere una via, apparentemente più semplice e veloce ma oscura, che faceva arricciare le sopracciglia al vecchio clone e lo preoccupava - la Forza la conosceva poco, solo per quello che gli aveva spiegato anni addietro Ashoka, però sapeva riconoscere quando le persone prendevano le strade sbagliate.
  Oltre al carisma, Kanan era dotato di grande coraggio - senza coraggio, non sarebbe sopravvissuto all'Ordine 66, alla lunga caccia dell'Impero. Non si sarebbe ribellato ad esso, non avrebbe commesso tutte quelle operazioni e missioni, praticamente mortali. Senza coraggio, non sarebbe andato su un pianeta Sith, non avrebbe affrontato Maul, un avversario che sapeva esponenzialmente più forte di lui, mentre tre Inquisitori lo incalzavano alle spalle.
  Rex posò il cassone che stava portando per terra, e si passò il dorso della mano sulla fronte.
«È troppo pesante per te, vecchio clone?» ridacchiò Zeb, passandogli a fianco, che ne portava tre.
Il clone non rispose subito, immerso in ciò che l'aveva fatto fermare, ossia la soluzione al dubbio - e soprattutto, problema - che lo affliggeva da diverso tempo. Si diede dello stupido per non averci pensato subito.
«Allora? Con la vecchiaia hai perso anche l'udito oltre alle forze?» disse il Lasat, che si era fermato poco più avanti e si era voltato, dato che non aveva ricevuto risposta.
«Garazeb Orrelios, ti conviene tacere se non vuoi essere degradato seduta stante da capo della sicurezza ad addetto al carburante.» rispose Rex, il sorriso di quando minacciava in modo bonario si formò sul suo volto, mentre riprendeva la cassa che aveva posato e raggiungeva Zeb, che si mise a ridere al suo commento.

Quella sera, Rex chiese a Kanan la visiera che indossava costantemente, tenuta a copertura degli occhi, con la scusa che era danneggiata in un punto e rischiava di rompersi. Il Jedi aveva alzato un sopracciglio dubbioso, ma gliel'aveva data comunque.
Nella quiete dei suoi alloggi, il clone aveva sistemato una lampada in modo che illuminasse il cassone improvvisato tavolo, su cui era poggiata la visiera. Di fianco, c'erano un assortimento di barattoli di vernice presi da Sabine - a cui aveva detto che voleva ritinteggiare l'armatura bianca rubata all'Impero e rinfrescare la vernice del suo vecchio elmo.
Si rese conto che era tanto tempo che non prendeva in mano un pennello per decorare l'equipaggiamento, suo o di qualche altro clone - spesso succedeva che i cadetti chiedessero aiuto a lui per decorare la prima volta la loro armatura, data la notorietà del suo talento in questo. Una fitta di nostalgia si fece strada in lui, come ogni volta che ripensava ai giorni della guerra, probabilmente i migliori della sua vita, nonostante fosse circondato costantemente da morte e colpi di blaster.
Scosse il capo, scacciando i ricordi, e prese in mano la visiera, esaminandone il colore per capire quale si abbinava meglio per ciò che aveva intenzione di tracciare su di essa.
Quel verde scuro, con sfumature grigie al suo interno, era un colore difficile da abbinare, doveva ammetterlo. Però era un colore che apparteneva a Kanan, in tonalità più scure - come lo spallaccio che portava sulla spalla destra - e più chiare - la maglia che indossava costantemente. Non permetteva colori accesi, come la buona parte di quelli che Sabine gli aveva dato, ma si abbinava meglio a quelli più tenui, tipo il grigio e il bianco. Scartò il nero in principio, sapendo che era un colore che Kanan non avrebbe mai indossato -  Rex sapeva di questa sua regola autoimposta, dato che gli ricordava l'Impero, contro ciò che stavano combattendo.
Infine, la sua scelta ricadde sul bianco. Semplice, rimandava al suo passato al Tempio, al suo essere Jedi, al suo Lato della Forza.
Intinse il pennello nel barattolo e, dopo aver tolto la vernice in eccesso da esso, tracciò con mano lenta ma precisa delle forme allungate, simili a degli occhi.
Jai'galaar'la sur'haii'se.
"Occhi del falco urlatore", in Mando'a. Simbolo ricevuto in occasione di atti di grande coraggio, basati sulla mitica creatura mandaloriana che era il falco urlatore.
  Rex se gli era guadagnati durante una delle sue prime missioni in guerra, e Alpha-17 glieli aveva dipinti personalmente sul suo primo elmo.
Ora, passava questa tradizione a Kanan - seppur alla sua insaputa -, riconoscendo il coraggio che aveva avuto su Malachor, e l'onore che lo caratterizzava in ogni situazione, per quanto avversa e con poche vie di soluzione.
  «Ho ancora la mano ferma di dieci anni fa.» commentò, guardando il lavoro svolto con espressione soddisfatta. Ridacchiò.

«Capisco perché hai dipinto i Jai'galaar'la sur'haii'se sulla visiera. Sei stato più lungimirante di me in questo caso, Rex.» disse Kanan, posandogli una mano sulla spalla, una volta tornato dal recuperare Ezra prima che cadesse al Lato Oscuro.
«Oh, in un modo o nell'altro saresti arrivato anche tu a questa comprensione, Generale.» Il clone sorrise, ricambiando la stretta sulla spalla.
Kanan sorrise con lui, all'uso del vecchio grado militare destinato ai Jedi.
«Hai avuto speranza in una mia guarigione. Te ne sono grato.»
«Combattere a fianco dei Jedi, per i miei fratelli e per la Ribellione mi ha insegnato che la speranza è la chiave di tutto, insieme alla pazienza. Con la speranza si può raggiungere qualunque cosa, per quanto lontana sembri.»


 

N.d.A.
Giusto due piccoli appunti su alcune cose che ho scritto (tendenzialmente miei headcanon):
- Rex, per via dei Jai'galaar'la sur'haii'se che porta e oltre al fatto di essere uno dei primi (soprattutto durante la fase I) ad avere l'armatura decorata, ha la fama di essere bravissimo nel decorare le armature. Per cui, quando durante la fase II è permesso ai cloni di decorarle, Rex è spesso interpellato nel farlo dai cloni della 105esima, ma non solo.
- Il primo a donare gli Jai'galaar'la sur'haii'se a Rex è stato Alpha-17, in realtà arriva da una Fanfiction che ho letto su Ao3, in cui in seguito ad una durissima missione di fine allenamento in cui salva la vita a Cody (e in cui Cody acquisisce la sua caratteristica cicatrice, anche se Internet dice che è dovuto ad un incidente in speeder), per premiare il suo coraggio e la sua resistenza, Alpha-17 disegna sull'elmo di Rex gli occhi del falco urlatore.

Tomoe

 

   
 
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