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Autore: KurryKaira    20/06/2023    0 recensioni
Il Team Rocket è ormai acqua passata e James e Jessie si rincontrano casualmente dopo tanto tempo. Ognuno ha la sua vita, lui appartiene a una famiglia ricca che detesta, lei è sola e vive come può. Ma rivedersi fa tornare in loro tutte le emozioni e i sentimenti che col tempo avevano lasciato andare. Fino a dove si spingerà, sta volta, il loro rapporto?
Nella fic i nomi sono originali: Jessie/Musashi, James/Kojiro, Miao/Nyasu, Jessiebelle/Rumika ecc.
Genere: Commedia, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James, Jessie, Meowth
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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Quante volte aveva risognato quella notte Kojiro. Ogni volta che per sbaglio, durante la notte, sfiorava il braccio della moglie e si accorgeva che non era Musashi.
Il matrimonio aveva portato forzate effusioni, ma fortunatamente (forse per entrambi) erano rare. Rumika sapeva bene che Kojiro non la amasse ma non sembrava importarle particolarmente e probabilmente il sentimento era ricambiato; la ricca donna pensava spesso che non sarebbe stata stupida tanto quanto la sua povera sosia, non si sarebbe innamorata di qualcuno che mai nella vita l'avrebbe ricambiata, ma il loro era chiaramente un matrimonio di interessi e a lei andava bene così. Kojiro invece si chiedeva altrettanto spesso se la sua sposa sapesse di quella notte nell'albergo del loro ricevimento. Musashi non scherzava quando in treno si diede l'appellativo di amante, perché Kojiro e Rumika si erano ufficialmente sposati da poche ore la notte che successe.
La notte così bella che non poteva essere sprecata così. Lasciò quelle labbra rosse solo per riprendere fiato mentre le lacrime sgorgavano da entrambi.
- Kojiro- approfittò della libertà per chiedere spiegazioni:- Che intenzioni hai? Che significa?-
- Non lasciarmi così, ti prego- disse lui non riuscendo più a sostenere il suo sguardo e chinando la testa si lasciò coprire dai capelli violetti:- non mi basta un tuo abbraccio come addio. Ti prego non lasciarmi così- stringendosi a lei tra i singhiozzi e lei piano posò una mano sulla sua schiena e l'altra scivolò sulla maniglia di una di quelle porte tutte uguali aprendola. Respirava piano mentre indietreggiando entrava nella camera guardando con occhi fermi quelli di lui che al contrario erano così fragili.
- Hai paura?- Le chiese lui scostandole il ciuffo di capelli mentre stesi vicini, su quel letto dalle coperte di seta, si scambiavano gli ultimi sguardi che li erano concessi.
- No- disse lei coraggiosa per poi correggersi subito in una risatina soffocata:- Un po'. Questa mi sembra la cosa più cattiva che ho fatto in vita mia.-
Lui sorrise:- A me sembra l'unica cosa giusta invece.-
" Arceus, Dio, chiunque sia la divinità" pensò "perché non è già successo anni fa?"
Pensò ancora una volta a quanto quella maledetta abitudine avesse rovinato ogni cosa, a quanto avesse preso il più bello dei rapporti, i timidi colpi al cuore, i beautifly nello stomaco, le carezze spontanee, piacevoli imbarazzi, e li avesse trasformati nella più passiva delle emozioni: la noia. Pensò anche, che più che l'abitudine, era stata la paura di non essere ricambiati a trasformare così tanto il loro rapporto, tanto da far autoconvincere entrambi che loro, mai nella vita, avessero potuto avere un futuro insieme.
Era stato così facile invece. " Stupido, stupido me" pensò non trattenendo ancora una volta le lacrime mentre baciava finalmente ogni singolo centimetro di quella pelle che avrebbe da lì a poco dovuto abbandonare, riprovando timidi colpi al cuore, beautifly nello stomaco, carezze spontanee e piacevoli imbarazzi. E sapeva che lei, di solito così sicura di sé, mentre si nascondeva impacciata il viso tra le mani, provava lo stesso. " Perché non ti ho baciata prima?! Stupido, stupido me" e, dopo essersi assicurato che anche a lei andasse bene, non volle commettere più lo stesso errore e quella notte si prese dal suo corpo e dal suo cuore tutto quello che in quegli anni aveva desiderato. Fino a trasformare quel "ti prego non lasciarmi così" in un soffocato:- Ti prego non lasciarmi- piangendo tra il collo e la spalla di lei, abbandonando il corpo stanco addosso a quello delicato e perfetto della donna più bella del mondo, bella fuori e questo lo sapevano tutti e soprattutto bella dentro, e questo lo sapevano in troppo pochi; e lui era tra quelli, si sentii fortunato... e felice.
- Sei tu che hai lasciato me- rispose però la donna non trattenendo più un groppo in gola e le labbra tremanti. Si scostò delicata da lui, si alzò piano riprendendosi timidamente i vestiti e lo guardò ancora lì in quel letto sfatto.
- Mi odi?- Chiese lui cercando di trattenere la disperazione.
- Come poche persone al mondo sanno odiare- gli sorrise rivestendosi:- Però è stato un bellissimo addio, grazie. Me lo dovevi- lo baciò e raggiunse la porta. "Me lo dovevi" lo pensava davvero, nonostante tutto il ghiaccio che ancora ricopriva il suo cuore. "Tu dovevi essere mio" lo pensava spesso in realtà, anche se lo negava anche a sé stessa. Osservò ancora una volta quegli occhi smeraldo che mai avevano smesso di guardarla innamorati ma all'epoca era troppo ingenua per saperli leggere. Aprì la porta:- Penso che anche Nyasu pretenda un addio.-
- Non questo mi auguro- disse lui ridendo e alzandosi. - Cretino- rispose lei ricambiando la risata con voce soffocata:- Ora scusa- disse lei scappando via lungo il corridoio per evitare che lui la vedesse disperarsi, lei era la forte e lui il codardo, voleva che lui non lo dimenticasse! Ma faceva troppo male, faceva troppo male anche per lei, dovergli dire addio. Soprattutto adesso che, nonostante il ghiaccio, aveva capito perfettamente quanto fosse innamorata di lui! E che non avrebbe permesso mai a nessun'altro uomo di farle quello che le aveva fatto Kojiro quella notte, perché era stato bellissimo, ma poteva essere bellissimo solo con lui, e di questo era certa.
" Arceus, Dio, chiunque sia la divinità" piangeva a dirotto correndo lungo la sfarzosità di quel posto " perché mi hai fatto incontrare un uomo così?!" Perché aveva realizzato adesso più che mai che nessun uomo al mondo valeva quanto Kojiro. " E perché poi me l'hai portato via?!" Stanca si lasciò cadere lungo una colonna, nascondendo il viso alle ginocchia non riuscendo più a fermare quel pianto. Pianse fino a quando il suo fidato e morbido compagno la trovò. - Musashi- disse triste:- Ci sono io con te- le disse senza chiedere spiegazioni, poggiando la zampa sul ginocchio della ragazza, che senza alzare lo sguardo si limitò a posare la mano su quella zampa stringendola forte.
E Kojiro quella stessa notte li salutò con la speranza di rivederli un giorno ma loro da quel giorno non si fecero più sentire.


- Perché non mi avete più cercato?- Chiese Kojiro guardando il soffitto steso ancora su quel letto.
- Non l'hai fatto nemmeno tu- puntualizzò l'amica togliendosi del tutto il cappello e poggiandolo sulle buste.
- Non era facile per me! Siete spariti, voi sapete dove abito invece!-
- Ah sì? In quale delle tue tante ville? a Kanto? Hoen? Sinnoh? Dove??-
- Ahah- lui terminò il discorso:- Sei felice di avermi rivisto? Pensi che Nyasu possa esserlo? Perché sai? Non mi sono posto molto il dubbio. Io sono felice e non mi interessa il vostro parere.-
- Ti ricordavo più sensibile- si alzò lei dal letto prendendolo ancora in giro.
- Ricordavi male- scherzò e lei sorrise sincera:- Nyasu sarà molto felice di vederti! Ha solo voluto fare un po' il paladino del sesso debole. Sarò sincera Kojiro- distolse lo sguardo:- Ho pianto tanto la notte del tuo matrimonio e lui mi ha vista. Credo non ti abbia perdonato le mie lacrime.-
- Ho due domande- si alzò dal letto anche lui avvicinandosi a lei.
- Dimmi.-
- La prima e più importante è... il sesso debole? Tu saresti il sesso debole?!-
A confermare la sua ipotesi lei gli tirò un pugno dritto sul naso e chiese nervosa:- La seconda?!-
- Hai pianto per quello che era successo tra di noi?? Non ti era piaciuto?!- Seriamente preoccupato.
- Sciocco- disse arrossendo e voltandosi:- Ho pianto proprio perché mi era piaciuto ma tu non eri mio marito! Pensavo di essere stata chiara prima!-
Lui l'abbracciò rimanendole alle spalle. - Io ti amo- le disse semplicemente soffocando le labbra tra i suoi capelli. - Non ho mai smesso un secondo di amarti, sei un chiodo fisso. Ti prego di credermi.-
Lei non sapeva che dire, strinse i pugni.
- E, lo so che è pretendere troppo, che è la tua vita e devi viverla al meglio ma, io in cuor mio spero che tu non abbia avuto altre relazioni perché a titolo informativo... ne morirei.-
- Tsz- rispose unicamente lei, che sapeva bene di non aver avuto relazioni, non perché i corteggiatori le mancassero e nemmeno perché lei non cedesse alle loro lusinghe ma perché ogni volta, come un monito, le tornavano alla mente gli stessi pensieri di quella sera "nessun uomo al mondo valeva quanto Kojiro". - So che significa morire- si limitò a dirgli sperando di ferirlo col dubbio e ci riuscì perfettamente.
- Andiamo dove lavora Nyasu, a quest'ora dovrebbe essere lì. Poi, vista l'ora tarda che si è fatta torneremo qui per riposare e poi torneremo a Kanto. E tu tornerai alla tua vita e io alla mia- strinse ancora le mani e lo stesse fece lui rimanendo in silenzio. - Ah- aggiunse ancora lei come se tornasse a quella prima volta che insieme condivisero un letto, come a rimediare a uno dei suoi primi grandi errori:- e avevi ragione solo tu, sai?- Lui la guardò non capendo e lei continuò:- Sono una femmina. Io dormirò nel letto e tu sul pavimento.-
Kojiro capì l'antifona ma, dopo un primo momento di rammarico, puntualizzò:- Ma c'è un divano in camera questa volta! Almeno sul divano!-
Lei ridacchiò uscendo dalla stanza per poi essere seguita dall'ex compagno.
Lei era la forte, lui il codardo, e quindi continuò sicura per la sua strada mentre il ragazzo in silenzio la seguiva. Come se quel "ti amo" non l'avesse scossa nel profondo. 
Cercò in tutti i modi di ripensare a tutte le cattiverie che Kojiro le aveva fatto nel tentativo che geloraggio e bora la facessero tornare in sé. Ma non ci riusciva. Le aveva detto "ti amo", all'improvviso, in una non particolarmente bella camera d'albergo, in una giornata qualsiasi, dopo tanto tempo che non si vedevano e con una fede al dito dove su non c'era scritto il suo nome. Eppure le occasioni di rivelarle i suoi sentimenti in passato erano state tante! Lo maledì. Le aveva sprecato un "ti amo", il "ti amo" più importante della sua vita a essere più precisi e questa era forse la più grande della cattiverie che le avesse fatto! E allora perché cavolo, strinse ancora i pugni più forte che poteva, perché cavolo non riusciva a ricreare quel ghiaccio?! Poi cambiò improvvisamente direzione di pensiero. Si fermò lungo quelle strade di Sinnoh, lui quasi le sbatté addosso, si voltò a guardarlo rimanendo in silenzio. Il vento le muoveva i capelli e ricordò di aver lasciato il cappello in camera, che scema! Ma non era questo il punto della situazione. Il punto era... perché non lo ricambiava? Perché non gli diceva " ehi, stupido di un Kojiro. Ti amo anche io!"
- Devi dirmi qualcosa?- Chiese lui insicuro.
Lei aprì piano quelle labbra morbide che lui moriva dalla voglia di baciare ancora ma alla fine non emise nessun suono. Indossava una fede non sua, ribadirono i suoi pensieri, ecco perché. Perché lei sognava il grande amore, e il grande amore è una moglie, non un amante, pensava banalmente. Ma se nessun uomo al mondo era Kojiro chi sarebbe stato il suo grande amore?
Era destinata a morire sola? Come sua madre? Pensò rattristendosi visibilmente.
- Che c'è??- Si preoccupò lui sfiorandole il viso con la mano sinistra e lei si scostò nervosa:- Non toccarmi più con quell'anello al dito!-
Lui si guardò la mano un po' scosso, e senza pensarci troppo si tolse l'anello e lo gettò via lungo la strada, un'auto lo colpì facendolo rotolare via.
- Ma sei pazzo?!- Gli urlò lei sconvolta.
- Ora posso toccarti?-
Lo guardò coi suoi occhioni azzurri un po' stordita, sbattendo le ciglia lunghe più volte.
- Allora?- Le allungò quella stessa mano ora priva di legami. Lei la strinse e in silenzio raggiunsero il chiosco dove lavorava Nyasu, stringendosi la mano come due adolescenti fidanzati da pochi giorni. 
La luce dei lampioni illuminava le ciotole di ramen dei clienti, sembrava così saporito e a loro veniva fame! - Buonasera!- Dissero entrando come se fossero due normali clienti. Ma lo chef urlò di gioia:- Kojiro!!- Mollò tutto ai colleghi e gli si lanciò addosso sporcando leggermente gli abiti pregiati di lui. Gli riempiva il volto di affettuose leccate facendolo ridere imbarazzato:- Nyasu, ora calmati!-
- Ci sono anche io eh- disse ironica la donna.
- Mi hai portato Kojiro!!- Rispose felice:- A te ti vedo sempre!-
- Non è vero che mi vedi sempre- rispose scontrosa.
- Avete fatto pace??- Chiese felice facendoli accomodare e dando loro due pasti caldi chiaramente offerti.
- Non abbiamo mai litigato- rispose lei non con troppa convinzione.
- Ci siamo incontrati per caso a Biancavilla e... eccoci qui!- Rispose lui con la verità.
- Siete venuti da Kanto apposta per me??-
- Certo sciocchino!- Dissero entrambi ticchettando la sua moneta, infastidito scosse la testa e poi sornione e felice si sedette in mezzo a loro.
Quel gatto aveva tante cose da chiedergli:- Non eri sposato?-
- Lo sono ancora, purtroppo.-
- Non è cambiato nulla- spiegò lei in fretta:- sua moglie sarà sulle sue tracce sicuramente.-
- Può essere- alzò le spalle lui.
- Non riesci proprio a volerle bene?- Chiese un po' triste per le sorti dell'amico e Kojiro guardò Musashi.
- Smettila!- Disse allora lei nervosa.
- Di fare cosa?- Ingenuo.
- Di cercare risposte da me! Smettila di flirtare o cos'è tutto quello che stai facendo!-
Nyasu si intromise:- Oh... c'è qualcosa tra di voi?!-
- Me lo chiedo anche io!- Rispose lei nervosa.
Nyasu scocciato:- Avreste dovuto chiedervelo anni fa. Io lo dicevo che c'era qualcosa tra di voi già all'epoca! Ma eravate così stupidi! Vi siete improvvisamente svegliati?! Adesso?!-
Kojiro:- No, no, che? No.-
Musashi, Nyasu:- Non hai detto niente.-
Il pokèmon si innervosì togliendo loro le ciotole:- Se siete venuti a trovarmi solo per starvene voi due a inciuciare per conto vostro mentre io sono il Litwick come al solito siete pregati di andarvene!- Faceva l'offeso.
- No no!- Cercarono di farsi perdonare riprendendosi l'ottimo cibo.
Musashi dopo aver mangiato di gusto il boccone:- Non è vero che inciuciavamo...-
Nyasu, sempre in mezzo a loro, a braccia conserte:- Lo facevate. Spesso.-
Musashi guardò Kojiro:- Non è vero- in attesa di sue rispose e lui in effetti le rispose:- Un po' è vero, inciuciavamo- dando ragione al gatto.
Lei imbarazzata guardò altrove:- Forse inciuciavi tu! Io no di certo!- I due maschi ridacchiarono lasciandola vincere.
Aspettarono, seduti a un tavolo, la chiusura del locale per godersi Nyasu al meglio. Le luci dell'insegna si spensero e la saracinesca cadde giù.
- Ragazzi- disse loro una volta fuori dal posto di lavoro:- Ho appena chiesto le mie ferie. Ne avevo arretrate da un po' perché mi piace lavorare qui. Vorrei riaccompagnarvi a Kanto, se per voi non è un problema!-
I ragazzi commossi lo abbracciarono insieme, com'erano soliti fare in passato. Era tarda notte ormai e tornavano all'albergo con il cuore momentaneamente leggero, come se il loro tempo come squadra affiatata non fosse mai terminato. Come se potessero vivere in eterno, loro tre, come il trio più famoso e amato del Team Rocket. Sorrisero guardando la luna che piena sembrava ricambiare, dimenticando per quei pochi minuti, che tutto ha un'inizio e una fine.
- Un letto solo eh- disse il gatto.
- Sì- disse la ragazza:- Puoi dormire con me sul letto Nyasu.-
- E Kojiro?-
- Kojiro è sposato- disse unicamente lei stendendosi sul letto insieme al micione che felice le faceva la pasta sul petto (come ogni tanto, raramente, era solito fare in passato) scaturendo l'invidia del ragazzo che invece era steso sul divano e si godeva la scena. Il pokémon fu il primo ad addormentarsi stretto tra le braccia della donna. Lei aveva gli occhi chiusi ma Kojiro sapeva bene che era sveglia e parlando a voce bassa, nel buio di quella stanza, le chiese:- Cosa posso fare per farmi perdonare da te?-
Lei continuava a fare finta di dormire perché anche se era la coraggiosa aveva una fifa matta di affrontare questo argomento.
- Io non pretendo che tu sia innamorata di me. Ma almeno tornare all'amicizia che c'era un tempo... perché no? La mia famiglia vi aveva già dato all'epoca il permesso di restarmi vicino. E' l'unico motivo per cui ho accettato tutto. L'idea di non perdervi era tutto per me. Perché non possiamo tornare noi? Io, te e Nyasu nello stesso letto? Perché? Mi merito almeno una spiegazione.-
E lei finalmente gli rispose ma rimanendo con gli occhi chiusi, con la stessa voce pacata che aveva lui, come a non rovinare il silenzio e la felicità di Nyasu:- Perché io sono innamorata di te, Kojiro.-
Una morsa al cuore di lui.
- E tu sei sposato con una donna che non sono io. Per questo non possiamo più dormire nello stesso letto.-
- E quella volta?- Si alterò leggermente rimanendo però al suo posto:- Ero sposato anche quando abbiamo fatto l'amore!-
- Hai ragione- lei invece rimaneva pacata:- E' stato un errore infatti.-
Lui si alzò di scatto e la raggiunse costringendola ad aprire istintivamente gli occhi. Rimase ai lati del letto ma si chinò sfiorandole i capelli tra il delicato e l'irruento:- Non puoi dirlo. Non puoi chiamare errore l'unico pensiero che mi fa addormentare sereno da troppo tempo ormai!-
Lei si limitò a sorridergli:- Pensaci tutte le volte che vuoi, ma sai bene anche tu che quello non era buon senso.-
Lui posò la faccia sullo stesso cuscino di lei, rimanendo però con le gambe fuori dal letto:- Nulla di quello che facciamo noi è buon senso- era dolce adesso:- Ma ci amiamo, dovrebbe contare solo questo- le accarezzò ancora il volto.
- A me non basta Kojiro. Ora ti prego, non farmi piangere di nuovo davanti a Nyasu- concluse con un nodo alla gola mentre il felino con i suoi occhi fini e celesti fissava cupo quelli della sua amata compagna. " Non lasciarla mai" pensò il ragazzo accarezzando lui la testa con affetto per poi tornare su quel divano nella speranza di prendere sonno.
La mattina dopo, chi più chi meno assonnato, armati di bustoni ricchi di vestiti, presero quel treno che li avrebbe riportati a Kanto. Sta volta nel loro vagone c'erano altre due persone, una di questi era una ragazza che conoscevano bene! Aveva con sé un cestino di prelibatezze; era cresciuta un po' da quando tentavano di acciuffare anche a lei qualche pokémon, chissà cosa faceva a Sinnoh? Forse qualche gara? E chissà perché andava a Kanto?
- Cosa c'è di interessante a Kanto per lei?- Bisbigliò indispettita la donna nascosta dal bianco cappello sui capelli ordinati.
Nyasu:- Vero, non c'è granché per una performer!-
Kojiro sorrise trovando gli amici veramente ingenui:- Una cosa interessante per lei c'è eccome a Kanto!-
Musashi:- Sei odioso quando fai il saputello. Parla chiaro!-
Kojiro:- Siete voi stupidi- guardò la ragazzina che a sua volta guardava innamorata fuori dal finestrino del treno leggermente aperto, i capelli caramello leggermente più lunghi le sfioravano leggeri il viso delicato.
Musashi sospirò:- Il moccioso?-
Kojiro:- Sta andando chiaramente da Satoshi. Guarda i suoi occhi!-
Musashi ora guardò quelli verdi dell'amico:- Già, maledetti occhi innamorati.-
Nyasu rovinò il momento:- E' carino che date per scontato che dopo tanto tempo sia ancora innamorata di lui- non aveva torto però, era da parecchio che non la vedevano.
Musashi tirò a Kojiro uno spintone gelosa:- Ora la stai guardando un po' troppo però!-
Kojiro ridacchiò distogliendo lo sguardo. Serena però, l'eterna innamorata compagna di viaggio di Satoshi, si accorse che quei tre confabulavano troppo.
- Scusate, qualcosa non va?- Chiese tra l'educato e l'indispettito, visto che i tre la fissavano da un po'.
L'ex Team Rocket si limitò a ridere imbarazzato. La ragazza allora li scrutò:- Ci conosciamo?-
L'altro signore del vagone leggeva un giornale, ma il chiasso lo infastidiva non poco, fu lui però, prima di Serena, a notare che quel Nyasu parlasse. E allora alla ragazza fu tutto chiaro:- Siete il Team Rocket!!-
  
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