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Autore: Andrea Micky    25/06/2023    0 recensioni
[https://it.wikipedia.org/wiki/School_Days_(videogioco)]
Nonostante l'anime School Days mi sia piaciuto, l'empatia provata per Katsura Kotonoha mi ha spinto a scrivere un finale più "normale" per lei.
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Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ricominciare 
by Andrea Micky 

Con passo malfermo, Katsura Kotonoha uscì dall’edifico scolastico, ancora sconvolta da quello che le era successo. 
Lei, che aveva avuto problemi persino a baciare il suo fidanzato, aveva appena fatto sesso...ma non era stato con il suo amato Makoto, ma con un altro ragazzo, un amico di lui chiamato Taisuke Sawanaga, che l’aveva presa contro la sua volontà e non si era fermato nonostante le sue suppliche, giustificando quel gesto con l’amore che provava per lei.
Ma quello che Katsura vide una volta uscita le fece ancora più male, perché, davanti al falò che concludeva il festival scolastico, Makoto stava ballando allegramente insieme a Sekai, che concluse il ballo con un appassionato bacio sulle labbra del ragazzo, senza che questi si opponesse al gesto. 
Profondamente ferita da quella scena, la ragazza si rannicchiò contro il muro e si mise a piangere. 

“Hai visto, non é vero?” domandò una voce alle sue spalle. 
Sorpresa, Katsura girò la testa, incrociando così lo sguardo con la capoclasse Setsuna Kiyoura. 
“Makoto ora sta con Sekai e tu non puoi farci niente. Lui ha fatto la sua scelta e tu devi solo accettarla” proseguì implacabile quest’ultima. 
“Ma lui é il mio ragazzo” obbiettò debolmente Katsura. 
“Ora non lo é più” si limitò a risponderle con voce dura la capoclasse.
“Anche a te piace Makoto. Perché accetti tutto questo senza reagire?” domandò Katsura, cominciando ad alterarsi. 
“Perché Sekai é mia amica e voglio che sia felice. Soprattutto dopo che me ne sarò andata” rispose Setsuna, rimanendo perfettamente calma. 
“Amica? Una parola senza senso: Sekai non si é fatta scrupoli a rubarmi il ragazzo ed anche Sawanaga ha agito alle spalle di Makoto senza porsi troppi problemi” protestò Katsura, girandosi verso la sua interlocutrice. 
Setsuna non comprese l’ultima parte di quel discorso, ma la vista della camicia in disordine di Katsura rese tutto terribilmente chiaro.

“Kotonoha! Ma che cosa ti é successo?” domandò sorpresa Setsuna.
“Non dirlo a Makoto, altrimenti lui non mi perdonerà mai” supplicò Katsura, mentre afferrava la capoclasse per le spalle, stringendo più forte che poteva. 
“Va bene” rispose Setsuna, assecondandola momentaneamente. 
Soddisfatta della risposta ricevuta, Katsura mollò la presa e Setsuna, una volta allontanatasi a sufficienza da lei, usò il suo cellulare per chiamare la polizia e l’ospedale. 

Poco dopo, tutti gli studenti presenti al festival si erano radunati intorno all’ambulanza venuta a prendere Katsura. 
“Makoto. Makoto. Dove sei?” domandò la ragazza, che era stata sedata e fatta sdraiare sopra una barella. 
“Stia calma, signorina. Adesso la portiamo in ospedale” le rispose un infermiere, mentre la barella veniva caricata sull’ambulanza. 
Con le ultime forze rimastele, Katsura si guardò intorno, alla disperata ricerca di Makoto, ma l’effetto dei sedativi ebbe la meglio su di lei e la ragazza sprofondò in un sonno profondo. 
E mentre il veicolo partiva, un ispettore di polizia disse “Adesso, mettetevi in fila e recatevi ordinatamente nelle vostre classi, dove un agente raccoglierà le vostre testimonianze, in modo da chiarire le dinamiche di questa terribile vicenda”. 
Gli studenti ubbidirono e mentre eseguivano le istruzioni ricevute, si scambiarono fra loro delle occhiate sconvolte.

Fra i primi ad essere interrogati ci furono Makoto e Sekai, che presero in modo diverso l’accaduto. 
“Povera Katsura. Mi chiedo se ciò che le é successo non sia stata colpa nostra” disse lei. 
“No di certo. Noi non c’entriamo nulla con questa storia” rispose con freddezza lui. 

ALCUNI MESI DOPO 
Quando Katsura lasciò la clinica in cui era stata ricoverata, fu la sua sorellina Kokoro, insieme all’autista di famiglia, ad andare a prenderla, per riportarla a casa. 
“Ciao, Katsura. Che bello rivederti” disse la bambina, mentre abbracciava forte la sorella. 
“Anche io sono felice di rivederti, Kokoro. Ti sei comportata bene mentre io non c’ero?” domandò la ragazza, accarezzandole dolcemente la testa. 
“Sì” rispose la bambina. 
“E mamma e papà come stanno?” volle sapere Katsura. 
“Stanno bene, ma non sono potuti venire perché avevano delle questioni lavorative da sistemare” spiegò Kokoro. 
“Non importa: li rivedrò stasera a cena” disse Katsura, sorridendo felice all’idea di tornare alla sua vita di un tempo. 

Una volta a casa, Katsura andò subito nella sua camera, trovandola in perfetto ordine. 
“Non é cambiato niente durante la mia assenza” pensò la ragazza, guardandosi intorno. 
In quel momento, lo sguardo di Katsura cadde sulla scrivania, dove il suo cellulare si stava ricaricando.
Provando un certo timore, la ragazza prese in mano l’apparecchio e consultò il registro delle chiamate ricevute, trovandolo completamente vuoto. 
Capendo cosa ciò significasse, Katsura consultò la rubrica e selezionò il numero di Makoto, per poi cancellarlo, insieme a tutte le foto del ragazzo.
Dopo di che, sospirando, la ragazza fece la stessa cosa con il numero e le foto di Sekai. 
“É tutto a posto?” chiese Kokoro, affacciandosi sulla porta. 
“Adesso sì” rispose Katsura, mentre rimetteva il cellulare sulla scrivania. 

Il giorno dopo, per festeggiare adeguatamente il suo ritorno, Katsura portò la sorellina in giro per la città e tutto andò bene fino a quando Kokoro ebbe fame. 
“Dove ti piacerebbe andare a mangiare?” la chiese Katsura. 
“Lì” rispose la bambina, indicando un locale poco distante. 
“Allora andiamoci subito” incitò allegramente Katsura, tenendo Kokoro per mano.
 
Una volta entrate nel locale, le due sorelle si sedettero ad un tavolo e consultarono il menù. 
Quasi subito arrivò una cameriera, che domandò loro “Cosa vi porto?”. 
Riconoscendo quella voce, Katsura sussultò, mentre Kokoro esclamò “Hey, ma tu sei un’amica di Makoto!”. 
A quel punto, agendo d’istinto, Katsura alzò lo sguardo, ritrovandosi faccia a faccia con Sekai. 

“Katsura. Sei proprio tu?” domandò sorpresa Sekai, lasciando cadere il blocchetto delle ordinazioni. 
“Sì. Sono proprio io” rispose Katsura, cercando di mantenere la calma.
“Che succede? Ci sono problemi?” domandò il responsabile del locale, arrivando con passo svelto. 
“No: semplicemente, io e Sekai eravamo amiche e siamo sorprese di rincontrarci” spiegò Katsura. 
“Capisco” rispose l’uomo, squadrando con diffidenza la sua dipendente. 
Senza aggiungere altro, Sekai annotò l’ordinazione delle due sorelle e si recò nella cucina del locale, da dove non tornò più.  
Dopo essere state servite da un’altra cameriera, Kokoro e Katsura consumarono il loro pasto in silenzio e una volta finito, quest’ultima chiamò l’autista per farsi venire a prendere. 
Ma quando l’automobile arrivò e le due sorelle stavano per salire a bordo, sopraggiunse Sekai. 
“Devo parlarti, Katsura” disse con tono deciso la ragazza. 
“Va bene” rispose lei, mentre faceva cenno alla sorella di precederla a bordo. 
Kokoro ubbidì, ma non poté fare a meno di preoccuparsi di quello che le due ragazze si sarebbero dette.

“Che cosa vuoi?” domandò Katsura, facendosi seria. 
“Volevo solo dirti che mi dispiace per tutto quello che hai dovuto passare. Soprattutto perché parte di quegli avvenimenti é successa per colpa mia e di questo me ne scuso” rispose Sekai, tenendo lo sguardo basso. 
“Apprezzo il gesto -rispose Katsura- Comunque, non devi preoccuparti per me: alla clinica dove sono stata in cura, mi hanno detto di andare avanti, senza farmi tormentare dal passato ed é ciò che intendo fare”. 
“Ti auguro di riuscirci, perché io non potrò farlo di certo” disse Sekai, mettendosi a piangere. 
“Cosa vuoi dire?” domandò sorpresa Katsura. 
Scossa dai fremiti, Sekai spiegò “Il giorno del festival scolastico, Makoto ha tradito anche me. E anche se stavamo insieme, si é portato a letto tutte le ragazze della classe”. 
“Non lo credevo capace di una cosa simile. Sembrava un ragazzo così a modo” ammise sorpresa Katsura. 
“Già. Sembrava” ripeté rabbiosamente Sekai. 
“Essere traditi da chi si ama é di certo una brutta cosa, ma se io l’ho superata, ci riuscirai anche tu” disse Katsura, dando le spalle a Sekai. 
E mentre saliva in macchina, la ragazza aggiunse “Dal mese prossimo, frequenterò una nuova scuola, quindi non ci rivedremo mai più. E lo stesso vale per Makoto. Pertanto, addio, Sekai e se sei ancora in contatto con Kiyoura, ringraziala da parte mia: se non mi avesse incontrata la sera del festival, non so come le cose sarebbero andate a finire”.
E una volta che Katsura ebbe chiuso lo sportello, l’automobile partì, ponendo fine non solo alla discussione, ma anche ad un doloroso capitolo della sua vita. 

Rimasta sola, Sekai osservò il veicolo allontanarsi e quando scomparve del tutto alla vista della ragazza, quest’ultima appoggiò una mano sul suo grembo, dicendo “No, io non potrò dimenticare Makoto come hai fatto tu. Perché ha lasciato qualcosa di prezioso dentro di me”.
FINE
   
 
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