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Autore: _the_unforgiven_    25/06/2023    0 recensioni

V e Johnny, Johnny e V.
Una collezione di momenti sparsi, verso il finale della storia: di gelosia, di amore e di cosa ce ne fa sentire degni.
Ha luogo dopo gli eventi di "closer", con qualche riferimento a quella storia.

Johnny Silverhand / Fem!V
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: V
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'believe in me as i believe in you'
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(la mia più bella cosa mai successa)

prologo

V

 

Il suo cuore si era fatto più pesante non appena aveva messo piede sul terreno intriso di petrolio.

Una sgradevole sensazione, come una mano viscida che le premesse sulle spalle, l'aveva accompagnata fin da quando lei e Rogue erano arrivate a Ebunike; aveva continuato a crescere mentre in silenzio aspettavano che si facesse sera.

Ora, lì ai pozzi petroliferi, mentre con riluttanza V abbandonava la moto sul ciglio della strada, la desolazione si era fatta quasi insopportabile.

"OK. Dev'essere qui in giro da qualche parte," intervenne Johnny. "Non posso credere che si siano presi la briga di trascinarlo fin qua."

Ostentava di parlarne come di un vecchio catorcio arrugginito, ma V riusciva a sentire una sottile tensione stringersi come un cavo d'acciaio attorno al petto.
È il suo corpo che hanno portato qui.

Era Johnny che avevano ucciso e gettato a marcire nello squallore di quella terra nera e fradicia.
Nelle viscere di V bruciava una rabbia amara che a stento bastava a cauterizzare la sua pena.

"Meglio della discarica dove hanno buttato me," offrì in un malfermo tentativo di dissimulazione.

Ma non era preparata a quanto suonava fragile la voce di Johnny mentre mormorava piano "E' così, quindi."

Le apparve davanti solo per sedersi lentamente su un mucchio di rottami. Come se non gli bastassero le forze per restare in piedi. Come se non riuscisse più a sollevare il capo. "Non c'è proprio niente, qui."

La sconfitta gli si era così avviluppata addosso da non lasciare spazio al respiro. Qualcosa si era rotto.

V non aveva mai desiderato tanto violentemente di poterlo stringere.

Invece se ne restò seduta, a consumarsi di frustrazione, perché non poteva offrirgli neppure il conforto di una mano sulla spalla.

Tutto quello che aveva erano parole; e tutte erano gusci vuoti, perché quello che in realtà avrebbe voluto dirgli era altro, era tutto.

Invece, inventò su due piedi la sciocchezza delle sue iniziali incise su una lastra di metallo; quando avrebbe voluto piuttosto scoprirsi il braccio, mostrargli quasi le stesse lettere impresse sulla pelle, quello scarabocchio infantile tatuato per scherzo ma che adesso le era caro, che non aveva cancellato, che non avrebbe cancellato.

Quando lui le chiese di improvvisare il suo epitaffio, sentì il cuore traboccare.

Sei la mia rovina e la mia salvezza.
Sei la persona più egocentrica del mondo, sei una forza della natura.
Sei il coltello che mi uccide e che mi libera.

E io sono davvero io solo da quando sono con te.

Quando le tornò la voce, gli parlò di un combattente che non si era mai arreso, di un coraggio che sfidava la morte.
E dell'uomo che le aveva salvato la vita.

Per un momento, lui la guardò come se davvero potesse vederle dentro.

"V. Non hai idea di quanto voglio che sia vero."

Ma lo hai già fatto.

Una lacrima le scivolò dagli occhi per correre veloce sulle sue labbra; e anche se non le pronunciò ad alta voce V pregò che potesse sentirle, le parole che le invadevano il cuore, lo hai fatto.

Lo fai.

 

prologo

Johnny

 

Chi di loro due prendesse iniziativa era una cosa che Johnny spesso non si domandava neanche più.

Specialmente per le infinite piccole cose che non rispondevano a nessuna logica particolare: chi aveva sbadigliato per primo. A chi era venuto in mente di scofanarsi due piatti di mapo tofu durante un appostamento (entrambi avevano giurato e spergiurato di odiare da sempre il cibo piccante, dopo).

Neppure in quel momento, quindi, mentre armeggiavano con il sistema di alimentazione delle montagne russe di Pacifica, Johnny sapeva se li spingeva l'ancestrale attrazione di V per i vecchi rottami, il proprio personale cocktail di curiosità e insensibilità al rischio, o la voglia di fare qualcosa di sciocco e inutile solo per il gusto di poterlo fare, e di scegliere di farlo solo per sé.

Sapeva solo che nel richiudere la scatola dell'alimentatore di emergenza V lo aveva guardato, e nei suoi occhi c'era un luccichio complice e eccitante come il vento fresco che soffiava dal mare.

Sapeva che V era corsa al binario ridendo come per batterlo sul tempo, come se ci fosse stata un'intera folla e non lei sola pronta a salire su quella trappola arrugginita; quando aveva tirato giù i maniglioni di sicurezza, senza pensarci ci si era aggrappato anche lui, come se per dividerli avesse potuto bastare una cosa banale come la gravità; e mentre il vagone partiva le aveva detto scommetto che strillerai come una ragazzina, V, come se proprio quello fossero, due ragazzini al luna park e come se da un momento all'altro potesse voltarsi, prenderle la mano e dirle che vederla ridere gli faceva mancare il fiato.

Sapeva che mentre la guardava alzare le braccia e ridere forte, con il vento nei capelli e il sole sulla faccia, aveva pensato che il suo posto era lì, nel vento e nel sole, e che quella città di aria stagnante e luci artificiali l'aveva soltanto presa in prestito.

E Johnny non era convinto che esistesse un dio, e anche se c'era aveva sicuramente di meglio da fare; ma gli rivolse comunque una silenziosa preghiera, mentre erano ancora sospesi fra il cielo e il mare, a urlare come bambini.

Liberala.

Da questa città. 
Da me.

Non la vedi?

Mentre il vagoncino si fermava, V si voltò a guardarlo senza fiato, con il volto acceso e gli occhi brillanti... e annunciò che le chiavi della moto le erano appena cadute in mare.

Johnny alzò teatralmente gli occhi al cielo, e lei scoppiò in una crisi di riso buttandosi indietro sul sedile. Johnny continuò a guardare in alto, ma non riuscì a nascondere un sorriso.

Vedi? 
È fatta per essere libera.

 

 

 

 

   
 
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