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Autore: Meiko    11/09/2003    5 recensioni
Ultima di queste mie miny-story dedicate alla mia big-story "l'angelo indifeso". AMio parere, questoè il più bello e il più triste che abbia mai scritto, è proprio da leggerlo e gustarselo!
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era morta.
Morta.
Che crudele destino, per una creatura così bella, così gentile.
Kiko.
Il suo nome esprimeva la sua dolcezza.
E lei era morta…
Perché i migliori devono morire?
Che mondo schifoso!
Da quella morte cos’ improvvisa, così sconvolgente, nessuno aveva parlato, e per molto tempo erano stati intrattabili, irascibili.
Goku piangeva spesso, anche di nascosto, Hakkay non sorrideva neanche in quel suo modo triste, Gojio stava zitto, non riusciva più a fare dell’ironia, e se parlavi con Sanzo, stai tranquillo che sfoderava la sua Shureiju, pronto a farti fuori.
Decisamente la situazione non era delle migliori.
Ma cosa fare?
Lei non c’era più.
Morta per salvare le persone che amava di più al mondo.
Morta per lasciare vivere loro, che l’avevano liberata.
Avevano liberato le sue ali, e lei le aveva aperte, volando via.
I suoi occhi verdi che esprimevano una tristezza infinita, per poi irradiare di gioia, quando li vedeva, e sapeva che li aveva accanto a se.
Lunghi capelli corvini, dai riflessi bluastri, che ondeggiavano intorno alla sua figura magra e slanciata.
Solo una cicatrice sul ventre, che deturpava quella pelle così bella, così liscia e pallida.
Così calda.
E il suo sorriso.
Prima triste.
Poi felice, sereno, gioioso.
Risate come scrosci d’acqua.
Poi…un sorriso di gratitudine.
E le sue mani che stringevano quelle loro, e le sue ultime parole.

-Grazie di tutto…vi voglio bene…vi amo…-

li amava
Li amava con tutta se stessa, li voleva vedere vivere, ed essere come erano sempre stati.
Ma ora non era più così.
Era morta, morta, morta.
Ma questo sembrava essere un concetto troppo forte per loro.
Loro, che piangevano silenziosi, quando l’oscurità li avvolgeva, quando nessuno li vedeva o li ascoltava.
Anche il bonzo corrotto. Persino Sanzo aveva pianto, lacrime amare, che scivolavano silenziose dalle guance lisce, mentre lui si dava mentalmente dello stupido, i sensi di colpa lo attanagliavano.
Ma non era colpa sua.
Non era colpa sua.
Gia…peccato che nessuno l’aveva convinto di questo.
Non avrebbe mai dimenticato quando, verso la sua fine, vide quel corpo coprirlo, e quella mano che la trapassava, le unghie sporche di sangue.
Una furia indescrivibile l’aveva travolto.
E non aveva lasciato scampo a nessuno.
Poi aveva preso quel corpo, e lei sorrideva tranquilla, un piccolo rivoletto di sangue deturpava la sua bellezza così dolce.
In quel momento, aspirò una boccata di fumo, e formò una nuvoletta.
E la vide in quella nuvola, che sorrideva rispettosa.
“Onorevole Sanzo”
Sul balcone, Hakkay era appoggiato al muro, seduto sulla balaustra, una gamba a penzoloni, e fissava la volta celeste notturna, le stelle la macchiavano di piccoli punti d’argento, mentre una luna a falce solcava quell’oscurità.
Non aveva dimenticato il loro discorso, di come lei si era così preoccupata per lui, di come aveva sofferto con lui, stringendogli la mano, quella volta, in camera.
Si, perché lui in qualche modo era sveglio, lo erano tutti.
Aveva sentito le sue lacrime bagnarlo, mentre lei sussurrava quelle parole, a bassa voce, tra singhiozzi sommessi.
“Allora lascia che ti stringa io, Hakkay…”
e lui l’aveva lasciata fare, mentre avvertiva quel calore pervaderlo, e per un momento si era sentito libero…e amato.
Poi, quando lei era uscita dalla stanza, aveva fissato quelle lacrime, che luccicavano, e le aveva leccate via.
Salate.
Ma con al loro interno la tristezza e il dolore di chi, ormai, aveva perso tutto.
Appoggiò con uno sbuffo la testa sul muro, nemmeno Hakuryu era felice; la sua amica era morta…
Gojio era seduto nella sua stanza, fumando silenzioso.
“Dormi, piccolo mio”
lei…
Che lo aveva cullato come se fosse stato suo figlio, cantandogli quella ninna nanna, aiutandolo e sostenendolo, come una vera madre.
Una madre che non lo rifiutava, non piangeva nel guardarlo.
Ma che, invece, gli sorrideva, felice, affettuosa, dandogli un bacio sulla fronte.
Lui era stato felice, si era sentito così amato…come mai prima d’ora.
Un amore dolce e materno, ciò che a lui era mancato.
Ma lei ora non gli avrebbe più cantato quella melodia.
Non lo avrebbe più cullato, ne sorriso affettuosa.
No…lei era morta.
E Goku?
Lui era immobile, sdraiato sul suo letto, aveva appena smesso di piangere ancora una volta, per la sua amica, che aveva scoperto di amare, come amava il bonzo.
Lei scherzava con lui,chiacchierava, rideva e giocava, spensierata.
“T’invidio…”
lei che lo invidiava.
Perché lui era innocente.
Ma anche lui aveva due facce, come la medaglia di Kiko.
Due facce, una delle due malvagia, oscura.
Che non voleva mostrare a lei, così dolce.
Non voleva che lei inorridisse.
Ma lei non ne aveva paura, non ne aveva mai avuto.
E si era appoggiata sulla sua spalla, stupendolo. Poi anche lui si appoggiò sul suo capo, i suoi capelli erano così morbidi…
In quell’istante, tutti e quattro caddero in un dolce sonno, sperando che appena svegliati quell’incubo fosse cessato, sapendo in verità che quella era la cruda realtà.


Sanzo era ancora appoggiato alla finestra, questa volta intorno a lui solo una luce chiara, che quasi lo accecava, e continuava a fumare, quando si voltò, e vide una figura familiare avvicinarsi, inchinandosi lievemente, togliendosi il cappuccio cremisi e sedendosi di fronte a lui, sorridendo in quel suo modo triste.
-Lo sai che detesto che tu sorrida in quel modo. Somigli troppo ad Hakkay-
la ragazza annuì, il suo sorriso si fece più dolce e felice.

“Così va bene, onorevole Sanzo?”

-…si, Kiko…-
Hakkay era appoggiato con la testa sul muro, seduto sulla balaustra del balcone, e aprì gli occhi dolcemente, rivelando le iridi verdi alla dolce figura davanti a se, che gli sorrideva, anche lei seduta sulla balaustra, verso il balcone.
-Speravo di rivederti almeno un ultima volta-
lei sorrise dolce.

“Lo speravo anch’io”

Gojio avvertì due mani che lo accarezzavano con dolcezza sulla fronte, e la vide sporgersi verso di lui, per poi sedersi sul letto accanto a lui, e attendere.
Senza fiatare, il Kappa si sdraiò, appoggiando la testa sulle gambe di lei, che sorrise materna, riprendendo ad accarezzare i suoi lunghi capelli Magenta.
-Potresti cantarmela un ultima volta?-
lei si limitò ad annuire, mentre dalle sue labbra usciva una nenia molto dolce, che cullava il Kappa.

“Goku! Svegliati, pigrone!”

il ragazzo aprì gli occhi, e si trovò perso in due iridi verdi luminose, brillanti di allegria.
Alzò la testa stupito, e la vide davanti a se, vestita come al suo solito con quel mantello cremisi, sotto la camicia bianca e i jeans.
E sorrideva divertita.

“Goku, andiamo a giocare!”

il demone sorrise, e le prese la mano che le porgeva.
-Perché sei tornata?-
Sanzo la fissò a lungo, mentre il sorriso lentamente svaniva dal volto di Kiko, che si voltò verso la finestra, davanti a lei il cielo di mattina, costellato da nuvole bianchissime.

“Ero molto triste. Vi vedevo così infelici…per colpa mia…”

-Tua?-
la ragazza annuì, mentre scendeva sul pavimento liscio del balcone, i piedi nudi non producevano alcun rumore, mentre camminava lenta, voltandosi poi verso Hakkay, che la guardava stupito.

“Voi piangete per me…perché io me ne sono andata, e di questo me ne sento la colpa”

Gojio non rispose, guardando il volto triste di Kiko, che guardava davanti a se, prima di abbassare lo sguardo verso gli occhi rossi del demone.

“Sono tornata per l’ultimo saluto”

-L’ultimo saluto?-
Goku si voltò, colpito, mentre lei sorrideva, tenendo le mani dietro la schiena
.

“Si, l’ultimo saluto. Presto me ne andrò via…andrò da mia madre ed Hiyling, che mi aspettano. Sai, ho avuto un ultimo desiderio da esprimere. E il mio ultimo desiderio è stato quello di rivedervi, un ultima volta, anche solo in sogno”

-Non dovevi sprecarlo in questo modo, stupida-
sorrise divertita, mentre il bonzo sbuffava, inspirando e cacciando via un’altra nuvola di fumo.

“Chi ti dice che io l’abbia sprecata?”

il bonzo si voltò a guardarla, e sorrise triste, lasciando che alcune lacrime sfiorassero il suo viso.

“Mi siete mancati molto…”

Istintivamente, tutti e quattro i ragazzi l’asciugarono via, con i pollici, accarezzando quel viso, che ora sorrideva, sprigionando un calore dolce e sereno.
Lei li guardava sorridente, per poi chiudere gli occhi.
Di colpo, dietro di lei, due grandi ali bianche apparvero, alcune piume volavano leggere, e la sua veste era diventata candida, i capelli neri che fluttuavano leggeri, le iridi si erano fatte più brillanti.
-Ho sempre pensato che tu fossi un angelo…-
Hakkay sorrise dolce, e lei arrossì, per poi girarsi su se stessa, lasciandolo ammirare il corpo magro e aggraziato avvolto da quel tessuto candido, le ali bianche erano luminose.

“Allora? Come sto?”

-Sei…bellissima-
sorrise dolce a Gojio, tenendo il capo del demone tra le gambe, accarezzandolo lievemente, togliendo dai suoi occhi una ciocca di capelli rossi, baciandola leggermente.
-E sai volare?-
la ragazza annuì, spiccando un balzo, e facendo un piccolo volo, per poi atterrare di fronte a Goku, sorridendo divertita, mentre il ragazzo rimaneva senza parole.

“…io…non vi ringrazierò mai abbastanza. Grazie, per tutto quello che avete fatto per me.”

Si era alzata, allontanata leggermente, per poi voltarsi, ed inchinarsi timorosa di fronte al bonzo, che si era alzato, e con una mano le aveva fatto alzare il volto.
-Siamo noi a doverti ringraziare…-
-Allora… questo è un addio?-
la ragazza fissò stupita il piccolo demone scimmia, che si era fatto triste. Gli si avvicinò, e lo abbraccio con forza.

“No, è solo un arrivederci. Io vi guarderò sempre, dall’alto. Perché io vi amo, vi amo tantissimo, e non potrò mai dimenticarmi di voi”

-Anche noi non ti dimenticheremo mai. Sarà il ricordo più bello e più dolce che noi abbiamo mai avuto…-
lei sorrise, avvicinandosi ad Hakkay, alzandosi in punta di piedi, ed accarezzando Hakuryu, sorridendo felice.
Ad un tratto, dal nulla nella mano le apparve il medaglione, con fare gentile lo mise nel palmo di Sanzo, chiudendo poi la mano, e stringendola tra le sue.

“Tieni, è un dono che faccio a tutti voi. E vi dono…anche il mio cuore…”

contemporaneamente, alzò il viso e baciò Sanzo, si alzò in punta di piedi e sfiorò le labbra di Hakkay, abbassò il capo e lasciò che Gojio la baciasse, tenendole la testa, temendo che si allontanasse, e baciò le labbra di Goku, sorridendo.
Quando poi si separò dal bacio, sorrise felice, per poi svanire, in una colonna di luce, i capelli fluttuanti, le iridi verdi lucenti, il sorriso felice.

“Arrivederci, amici miei. Vi amo. Sarete sempre nel mio cuore. Io…vi guarderò sempre…e non piangete per me…sorridete…”

Quando i quattro si svegliarono, erano di nuovo nelle loro posizioni, nelle loro stanze.
Solo un calore soffuso sulle labbra, e un luccichio nella mano chiusa del bonzo, e che aprì, rivelando un medaglione dorato, che si spaccò in quattro parti.
Quando poi, quella mattina, i quattro ripartirono, sembrava che niente fosse successo, ricominciando il loro viaggio con i sorriso di Hakkay, i battibecchi di Gojio e Goku e l’harisen di Sanzo.
Chiunque, però, avesse controllato bene, avrebbe notato un piccolo luccichio, sotto i vestiti dei quattro compagni; un pezzo di un medaglione dorato brillava, e dentro di esso, l’immagine di una bellissima fanciulla, che sorrideva radiosa, vestita di una candida veste, con due grandi ali bianche luminose.

Fine
. Meiko

  
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