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Autore: annapuff    28/06/2023    0 recensioni
Yoongi e Isabel si sono incontrati all'aeroporto così proprio come il fato aveva deciso.
Entrambi ormai divisi da tre anni, provano ad andare avanti con le proprie vite e i propri problemi.
Continuano a essere separati, lei alle Hawaii dalla madre, e lui in tour con gli altri membri.
Ci troviamo nel 2017 che prospetta tante tragedie, tanti personaggi sia vecchi che nuovi e anche scandali!
Genere: Sentimentale, Suspence, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Jung Hoseok/ J-Hope, Kim Taehyung/ V, Min Yoongi/ Suga, Nuovo personaggio
Note: AU, Missing Moments, Soulmate!AU, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Maybe it's fate'
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CAPITOLO 48: THE SILENCE BEFORE THE NOISE
11 AGOSTO 2017
Isabel era intenta a preparare la valigia, non aveva poi molta voglia di partire dato la situazione attuale, erano passati tre giorni dal disastro al club e la tensione era alta in tutti, come anche il morale sottotono.
Lei però aveva altro da fare, e non poteva fermarsi per le emozioni, esse dovevano essere messa da parte, doveva rimanere lucida.
Aveva una mostra da inaugurare a Chicago, l’aveva organizzata per giorno quindici agosto, per l’anniversario della morte di Do-yoon.
Tutti i piani che aveva attuato finora erano stati solo dei test, per capire quanto in là potesse spingersi.
Il piano di salvare Jisoo e di coprire la fuga inscenando anche la morte di sua madre era stato portato a termine e la vittoria era stata schiacciante.
A contribuire alla vittoria era stata anche la notizia uscita un mese fa che il fratello aveva rilasciato un’intervista sul proprio padre mettendolo in cattiva luce, ciò aveva fatto in modo che suo padre fosse diventato più paranoico, infatti nell’ultimo periodo aveva ridotto i compiti di suo fratello tenendolo a distanza dalle varie riunioni.
Isabel sapeva che doveva solo dare il colpo di grazia a suo fratello e farlo fuori del tutto. Il piano attuato con Ji-hoo doveva portare a ciò, ma c’erano stati degli imprevisti a cui avrebbero dovuto porre rimedio.
Il comandante corrotto della polizia: Lee Dong-seok, era stato l’imprevisto, lui che non voleva prendere in considerazione la denuncia delle due prostitute, e che al momento stava anche coprendo tutta la situazione di Hye-ri, non facendola pagare alle cugine Chang.
Dovevano solo eliminare lui, far in modo che tutti sapessero della corruzione e solo così denunciare il tutto.
La mostra dedicata a Do-yoon i dipinti delle varie coppie, erano solo il punto di partenza per un piano molto più ampio che stavano studiando da giorni.
 
Isabel si mosse con calma per la stanza da letto, arrivò al comò aprì l’ultimo cassetto e prese un libro in mano.
Autobiografia di Lee Do-yoon.
Autrice Lee Min-su.
 
Non era quello che avrebbe voluto scrivere, ma sarebbe bastato almeno per quel momento.
Dopo la mostra dove c’erano i vari dipinti di Do-yoon, tra cui il suo e quello di Bong-cha, avrebbero fatto uscire la biografia del fotografo.
Biografia dove c’erano insinuazioni anche sul comandante Lee Dong-seok, uno dei fratelli di Do-yoon che aveva nascosto tutti i soprusi della sua famiglia fatti ai danni del fotografo e della sua ragazza.
 
Isabel ormai lo sapeva bene, non si trattava più solo di distruggere la sua famiglia, ma tutte quelle famiglie corrotte dell’alta società di cui faceva parte.
La sua, quella di Do-yoon e di Bong-cha, quella di Ji-hoo, quella dei Chang, erano solo le prime di una lunga lista che stavano incominciando a stilare.
 
Rimise il libro apposto, e prese un paio di magliette, le sistemò con cura all’interno della valigia e poi la chiuse.
Sospirò passandosi una mano sul collo, afferrando il suo ciondolo e chiuse gli occhi stanca.
Erano stati dei giorni molto pieni e frustrati.
Tutto sarebbe stato anche più frenetico più avanti.
“Sei pronta?” chiese Chung-hee vicino alla porta.
“Non sei costretto a seguirmi, dovresti rimanere.” Disse lei guardandolo dispiaciuta.
 “Vengo. Così evito di pensare.” Disse secco, “Ti aspetto in macchina.” e così dicendo andò via.
Avevano avuto una brutta litigata, dopo la sera del party al club, Chung-hee aveva incolpato lei e i bts di tutto quello che era accaduto, ed era ancora arrabbiato con loro, quasi vicino all’odio.
Non poteva dargli torto, era stata tutta colpa loro, e avrebbero portato tutti il peso di quello che era successo.
Isabel sospirò triste, tolse l’elastico dal suo polso e si lego i capelli con calma, afferrò la valigia togliendola dal letto.
Prese il telefono dal comodino e come per magia in quel momento arrivò immediatamente una chiamata.
“Yoongi-ah?” rispose subito.
“Ehi.. Volevo salutarti prima che partissi…” disse lui con voce lieve.
“Torno fra una settimana…” disse lei sorridendo però felice che lui l’avesse chiamata per un saluto.
“Lo so… ma ero in pausa.” Si giustificò lui un po’ in imbarazzo.
“Hai fatto bene, sono felice di sentirti” disse lei con voce dolce, sembrava per un attimo di essere tornati quelli di tanti anni fa, lui che s’imbarazzava e lei che era di nuovo dolce e rassicurante.
“Dashimen viene con te alla fine?” chiese lui cambiando discorso.
“No, ha deciso che non se la sente… sta venendo Chung-hee…” sospirò lei affranta.
“Oh… non rimane qui? Dovrebbe!” disse Yoongi sorpreso.
“Non lo so.. Yoongi non so il perché viene con me.. senti ma Tae come sta?” chiese lei a disagio.
“Si sta impegnando tanto nelle riprese, penso sia in fase di negazione, come se niente fosse successo” disse preoccupato lui.
“Comprendo… non sarà facile” disse lei sempre più a disagio, odiava non poter stare vicino a Tae, e odiava che loro avessero da lavorare e Tae dovesse far finta di niente.
“Ci siamo noi con lui, e lo controlliamo” provò a dire in modo rassicurante.
“Va bene… Yoongi… devo andare ora” disse lei dispiaciuta di dover chiudere.
“Ci vediamo al tuo ritorno, ti amo”
“Ti amo anche io”  e così dicendo chiuse la chiamata, afferrò la valigia e si avviò per andare via.
 
13 AGOSTO 2017
Il dormitorio dei bts era stranamente troppo tranquillo e il silenzio era ormai di casa, erano giorni che non si sentivano schiamazzi, urla  e litigate varie.
Avevano tutti l’umore sotto i piedi.
“La doccia è libera se qualcuno ci deve andare” disse Namjoon entrando in soggiorno con aria stanca.
“Ci vado io.” disse Jungkook alzandosi riluttante dal divano e trascinandosi di peso in doccia.
“Taehyung?” chiese Namjoon a Yoongi che era lì sul divano seduto.  
“È con Dashimen e Hoseok, più tardi tornano” disse Yoongi sospirando.
“Comprendo…” sussurrò Namjoon andandosi a sedere sul divano vicino a Yoongi, continuando a sospirare.
“Non ne va bene una…” disse Yoongi con risentimento nella voce.
“No… Jin è andato di nuovo in agenzia?”
“Si insieme a Yun-hee continuano a provare a supplicare Pd-nim di farli testimoniare, di far testimoniare tutti i presenti”
“Non li dirà mai di sì… il caso comunque non regge manca la testimone principale” disse Namjoon preoccupato “Isabel ti ha detto qualcosa di nuovo?” chiese poi.
“Il solito… Chung-hee non le parla, anche se stanno insieme a Chicago. Lei non fa pressioni si sta tenendo alla larga. Ma è sicura che Chung-hee abbia fatto un accordo per non sporgere denuncia contro i Chang.”
“Ve lo ha detto Ji-hoo?” chiese Namjoon.
“Si, famiglie potenti.. così ha detto Isabel, faranno in modo che sia un incidente senza andare in denunce, insabbieranno tutto.” Strinse i pugni Yoongi, soldi e potere, così la gente la passava liscia.
“Cazzo… che schifo.” Disse Namjoon con rabbia.
“Eh si… Io vado a riposare, sei sicuro che per quella cosa vada bene?” chiese leggermente riluttante Yoongi.
“Si, l’album è finito, e abbiamo registrato l’ Mv, l’importante che il diciotto ti fai trovare in Giappone” disse con una scrollata di spalle Namjoon.
“Non intendevo per gli impegni lavorativi, con quelli mi sono accordato con i manager… intendevo di lasciare voi per un po’ di giorni.” Disse lui riluttante, non era ancora convinto della scelta che aveva preso.
“Ce la caveremo, Dashimen prenderà il tuo posto nel supporto morale” provò a fare dell’ironia Namjoon.
“OH… beh tanto siamo simili… anzi lui sembra molto più affettivo di me, e non si direbbe a guardarlo”
“eh eh…” disse ridacchiando Namjoon.
“Nam?” chiamò Yoongi
“Cosa?” chiese lui guardandolo dubbioso.
“Tu stai bene?” chiese poi con sentimento.
“Si… ormai è passato no?” disse cercando di sembrare sicuro di sé.
“Mmh… sei molto forte sai. Vado a dormire, buonanotte” gli diede una leggera pacca sulla spalla incoraggiante.
“Buonanotte” disse Namjoon sdraiandosi sul divano.
Si coprì gli occhi con un braccio, sbuffando leggermente, si stese sul divano, cercando di regolarizzare il respiro.
Nessuno di loro stava bene, ognuno aveva i suoi drammi, anche se il suo si era finito, era comunque una ferita aperta che continuava a lacerarli il cuore.
Si sentiva soffocare dagli eventi, si sentiva anche lui stremato, avrebbe tanto voluto rifugiarsi in quella camera d’albergo dove era solito andare con Jisoo, in quel posto dove il tempo sembrava fermarsi e dove non c’era alcun problema.
Quel posto non c’era più, Jisoo non faceva parte più della sua vita, era stato solo un amore di passaggio finito in tragedia, com’era stato anche l’amore con Bo-ra.
Amori di passaggio.
Bo-ra a differenza di Jisoo era stata sempre onesta con lui, sempre così schietta e pura.
Bo-ra che aveva lasciato in quel fatidico giorno in cui aveva incontrato Jisoo al solito parco dove andava, quel giorno in cui l’aveva baciata.
Aveva tradito il suo primo amore, e l’aveva lasciata con la scusa della distanza e che non sopportasse la lontananza.
Tutto perché aveva visto in Jisoo un nuovo posto dove andarsi a rifugiare, per scappare dai problemi e spegnere il cervello.
Amore, non sapeva quale dei due fosse stato reale.
Pensava di non essere in grado di amare realmente e che usasse le relazione solo come scusa per scappare dal presente, dalle troppe pressione, e dai suoi doveri.
Doveri, aveva il dovere di badare al suo gruppo e di prendersi cura di tutti loro, specie in quel momento, dove Tae era devastato dal dolore, e Jin hyung devastato dai sensi di colpa di essersi fatto ingannare da una ragazza che pensasse fosse l’amore della sua vita.
 
Jin e Yun-hee stavano camminando per il parcheggio della big-hit in silenzio, entrambi con aria affranta.
Salirono sul SUV di Jin ed entrambi sospirarono nello stesso istante.
Si guardarono per un momento, capendosi all’istante, era meglio lasciar perdere non avrebbero mai convinto nessuno ad agire.
“Vieni al dormitorio?” chiese Jin mettendo in moto.
“Si… controllo Taehyung come sta…” rispose lei in maniera distratta mentre guardava fuori dal finestrino.
“Allora andiamo direttamente lì.” Disse secco Jin.
Il silenzio calò in macchina, erano entrambi sia molto stanchi sia arrabbiati, per tutti  gli avvenimenti recenti.
“Oppa se vuoi parlare di come ti senti, puoi farlo con me” provò a dire lei in imbarazzo rompendo quel silenzio che si era creato.
“Tranquilla Yun, io sto bene, sono solo arrabbiato, passerà tutta questa rabbia.” Rispose Jin continuando a guardare la strada dritta di fronte a lui, non c’era molto di cui parlare, per quanto avesse provato ad aggiustare tutto, la colpa era solo e unicamente sua, e del fatto che si fosse fatto raggirare da due pazze.
“Forse dovresti sfogarti un po’, puoi farlo con me” disse lei dolcemente.
“No, Yun-hee, preferisco di no. Poi tu hai i tuoi problemi da risolvere.” Disse serio.
“Di cosa stai parlando?” chiese Yun-hee incerta.
“Vieni in agenzia con me da sola, Jimin non ti accompagna” disse lui avendo notato che da dopo il fattaccio successo al club, entrambi non si parlavano.
“Jimin si sta occupando di Taehyung, io sto provando a spalleggiare te, non c’è alcun problema se è questo che stai insinuando” disse lei provando a rimanere salda con la sua bugia,  la realtà era che avevano litigato ferocemente dopo il club, ma non avevano parlato di quello con nessuno, Jimin si era chiuso in un silenzio e la evitava con la scusa che fosse preoccupato per Taehyung.
“Mmmh… se lo dici tu, ma fidati di me, è meglio affrontare subito le problematiche, se no rischiate di finire come me, ho temporeggiato parecchio, e questo è il risultato.” Disse con un leggero astio verso se stesso.
“Oppa non è colpa tua, non è colpa di nessuno.” Provò a dire lei cercando di consolarlo.
“Era la mia ragazza!” disse Jin frenando bruscamente a un semaforo.
Yun-hee sussultò per la brusca frenata e lo guardò leggermente preoccupata, non era giusto che Jin s’incolpasse di tutto, non era colpa sua quello che era successo.
“Tu non potevi sapere che fosse così! Oppa non darti colpe, è inutile che qualcuno di noi si dia le colpe, sono successi una seria di eventi che hanno portato a ciò. Nessuno poteva prevederlo, neanche Isabel ha capito cosa realmente volessero da noi e da lei!”
“Rimarrà un mistero, poiché non posso avvicinarmi a lei stando all’agenzia”
“Oppa è meglio così, hai visto sono delle pazze, quello che è successo a Hye-ri…. È una tragedia ed è solo colpa loro” disse lei con voce tremante soffocando un singhiozzo. Solo il pensare al sorriso di Taehyung di quella sera e di quando li aveva presentato ufficialmente la sua ragazza e poi le sue urla strazianti, le faceva solo sentire una stretta al cuore e anche fin troppo dolorosa.
“Taehyung non si riprenderà mai… sono convinto che si incolpi anche lui” disse Jin con aria affranta ripartendo con la macchina.
“Anche io mi sono data le colpe per essermi messa in mezzo.”
“Forse Chung-hee ha ragione, sia noi sia Isabel siamo una minaccia per tutti.” Disse lui con rabbia.
“Non è vero! Non è colpa nostra. Sono state loro due” provò a dire di nuovo Yun-hee.
Quella era la frase che continuava a ripetersi in tarda notte quando non riusciva a dormire, continuava a ripetere che le colpe erano solo delle due ragazze.
Ma aveva sempre in testa la voce di Jimin che le urlava contro e le dava la colpa di tutto.
“è colpa tua! Se non ti fossi buttata in mezzo per recuperare la collana, Taehyung non avrebbe perso la sua ragazza!” gli aveva urlato così nel bel mezzo di quella feroce litigata.  
Era vero, aveva una parte di colpa, come era vero che ognuno di loro aveva fatto la propria parte.
La colpa era di tutti, se avessero tutti agito in maniera diversa Hye-ri che  tra altro era estranea agli eventi non ne avrebbe pagato le conseguenze.
 
Il silenzio ricalò in macchina, Jin continuò a guidare, volendo solo arrivare a casa più velocemente possibile, voleva solo chiudersi in camera sprofondare nel letto e provare a non pensare, perché i pensieri lo stavano facendo diventare matto.
La rabbia che provava era troppa e non sapeva come sfogarla, avrebbe solamente voluto affrontare Yuri una volta per tutte, ma ormai lei era stata cacciata dalla Big-hit, e messa in lista nera non si sarebbe mai potuta avvicinare a nessuno di loro.
 
Jimin si aggirava per il soggiorno facendo avanti e dietro nervoso.
“Jimin torneranno a breve Hoseok mi ha scritto che sono in macchina” provò a dire Namjoon che era seduto sul divano, Jimin era piombato da poco lì e aveva interrotto i suoi pensieri.
Il rumore della porta che si apriva echeggiò per tutta la stanza, Jimin saltò in aria e come una scheggia impazzita andò incontro al suo migliore amico di ritorno.
“Siete tornati!” trillò Jimin bloccandosi e sorridendo a Taehyung che fece solo un cenno con il capo.
“Va un po’ meglio?” chiese speranzoso, per poi guardare Dashimen e Hoseok dietro Taehyung che facevano no con il capo.
“Hai fame? Mangiamo qualcosa?” provò a dire Jimin affiancandosi al suo migliore amico, che alzò lo sguardo vitreo su di lui.
Jimin continuò a sorridergli gentile e incoraggiante, anche se davanti a se vedeva il vuoto negli occhi di Taehyung, un vuoto causato da dolore puro.
“Devi mangiare qualcosa” provò a incitarlo.
Taehyung fece solo di no con la testa, abbassò lo sguardo sui suoi piedi e si trascinò verso la stanza da letto.
 
Namjoon che era seduto sul divano guardò i ragazzi scuotendo il capo abbattuto.
“Non ha parlato, ci abbiamo provato a farlo parlare, ma niente si è chiuso in silenzio”  spiegò Dashimen sconfortato.
“Durante le riprese sembrava stare bene” disse Jimin sbattendo i piedi per terra.
“Sembriamo tutti stare bene quando ci puntano una telecamera in faccia, è il nostro lavoro, il fatto che siamo un gruppo, ci porta a non crollare del tutto.” Disse Namjoon.
“Anche tu ai concerti stavi bene, nonostante le minacce di morte.” disse Hoseok.  
“Ma non sono mai stato così assente… sembra uno zombie” soffiò con tono inquieto Jimin, erano giorni che Taehyung fingeva di stare bene davanti alle telecamere e che poi si chiudeva in un cupo silenzio con loro, sembrava di aver a che fare con due persone anziché che con una.
“Ognuno reagisce al dolore in maniera differente” disse Hoseok affranto.
“Vado in camera da lui, almeno non lo lascio solo.” Disse Jimin tristemente per poi lasciare la stanza per tornare dal suo migliore amico.
Tra i tre calò il silenzio e l’imbarazzo di non saper bene cosa dire.
“Yoongi domani va lì, tu rimani con noi vero?” chiese Namjoon a Dashimen che guardava un punto indefinito del corridoio leggermente sovrappensiero.
“Si… ma in Giappone non posso venire, devo rimanere qui per alcune faccende di lavoro” disse nervoso.
“Non preoccuparti, stai facendo anche fin troppo in questi giorni per noi.” Disse Hoseok con orgoglio, stringendosi al braccio del suo fidanzato e guardandolo amorevole.
“Ahia… se mi dici così e mi guardi in quel modo, mi farai sentire in colpa per il fatto che ora devo andare via” disse scuotendo leggermente il capo.
Tutti e tre provarono a ridere un po’ forzatamente alla battuta di Dashimen per alleggerire la tensione, si guardarono tutti un po’ a disagio, era difficile provare a essere allegri dopo quello che era successo.
“Tranquillo Jin sta tornando e Yu-hee penso rimarrà.” Disse rassicurante Namjoon.
“Ahhh allora Jimin dormirà con lei, sto io con Taehyung stanotte, puoi andare sentendoti più sollevato”
“Devo ringraziare Yun-hee e il suo trasferimento qui in dormitorio” annuì con convinzione Dashimen facendo ridacchiare tutti e due i ragazzi.
Namjoon però dopo la risata si rabbui per una frazione di secondo.
“Cosa?” disse Dashimen avendo notato quel minimo cambio di espressione.
“Non so… non si parlano. Jimin e Yun-hee, c’è qualcosa che non va.” Disse Namjoon pensieroso.
“Nam… sarà un tuo presentimento, perché con tutto quello che è successo negli ultimi mesi, penso sia normale che si pensi al peggio.” Provò a smorzare un po’ Hoseok per poi guardare il suo fidanzato in cerca di appoggio “No?” chiese a Dashimen.
“Si, sarà così saranno solo impegnati, Jimin ad occuparsi di Taehyung e Yun-hee con la campagna andiamo a testimoniare e inchiodiamo le vipere in prigione” cercò di suonare rassicurante Dashimen.
“Se fossero in prigione, avremmo risolto la maggior parte dei nostri problemi e invece, probabilmente staranno per sempre a piede libero.”
“Probabilmente, ora scusate, ma io devo scappare mio zio mi aspetta per discutere di affari” disse sorridendo gentile, e con espressione di scuse poiché stava interrompendo così  bruscamente il discorso.
“Vai tranquillo” sorrise Namjoon.
Hoseok sorrise a Dashimen leggermente impacciato, non sapendo bene come salutarsi.
“Potete anche darvelo un bacio eh” li prese in giro Namjoon ghignando, almeno loro due sembravano aver chiarito i loro problemi, e quella era già di per sé una vittoria.
Hoseok arrossì e Dashimen gli stampò un leggero bacio. “Fatto! Non ti facevo così pervertito Namjoon” stuzzicò Dashimen.
“Aish! Idiota!” per giusta risposta gli lanciò uno dei cuscini del divano che però beccò Hoseok che boccheggiò confuso.
“Io scappo, buon proseguimento!” e ridendo si diede alla fuga dando però prima una pacca sul sedere a Hoseok, così da lasciare i due rapper lì a ridacchiare.
 
Dashimen camminava con fretta verso il corridoio nel seminterrato dell’hotel diretto alla stanza segreta di Isabel, era in ritardo anche fin troppo, ma non aveva potuto evitarlo, stava cercando di dare tutto il suo supporto al gruppo, e specie a Taehyung.
Si sentiva ancora in colpa per non aver mai capito che il ragazzo fosse stato arrabbiato con lui.
Lui ci teneva a Taehyung, evitava a dirlo, ma era il suo preferito.
Isabel aveva sempre avuto ragione a vedere in Taehyung qualcosa di diverso. Quel qualcosa di diverso che aveva, quel qualcosa di speciale però si stava spegnendo sempre di più in lui. Dashimen non avrebbe mai pensato di vedere scomparire quella luce brillante che solo Taehyung aveva nei suoi occhi.
Era successo, quella luce non c’era più, gli occhi di Taehyung erano completamente vuoti.
Entrò nella stanza senza troppi preamboli e strabuzzò gli occhi confuso.
“Ehi ciao! Ho portato un po’ di cose, non ti dispiace vero?” chiese Ji-hoo girando con la sedia e sorridendogli.
“No, direi di no” disse Dashimen guardando innamorato tutta l’apparecchiatura informatica di fronte a lui.
“Hai dei buoni computer, ma ho portato un altro po’ di cose, e sono gratis”
“Isabel avrebbe dovuto presentarci prima” disse sorridendo allegro.
 “Si avrebbe dovuto, o farmi partecipe da prima di tutti i suoi piani malefici, beh meglio tardi che mai” sorrise amichevole.
“Si. Non è che io mi fidi tanto di te.” disse Dashimen guardandolo di sottecchi.
Isabel aveva presentato i due ragazzi prima di partire, ed erano stati tutti a parlare insieme a Chin-hae di vari piani e di vari progetti futuri.
Lei sarebbe per forza dovuta partire, e Dashimen aveva concordato che avrebbe collaborato lui con Ji-hoo.
Anche Ji-hoo era pronto a tutto come Isabel. I moventi del ragazzo sembravano buoni, vendetta sui chaebol che facevano sempre come se la legge non fosse importante per loro, come se ne potessero sempre sfuggire.
Era motivato a prendersi l’azienda del padre, a far crollare suo fratello un inetto come quello di Isabel, e a incastrare la sua matrigna causa della morta di sua madre.
“Ti fiderai con il passare del tempo, quindi che dici ci mettiamo all’opera e vediamo come far diventare pubblico questo mio sito internet?” chiese ridacchiando pronto al lavoro. Era molto a cui dovevano lavorare, a partire dal sito internet che Ji-hoo aveva creato anni fa, dove erano custoditi tutti i segreti della nuova generazione dei Chaebol.
“Si. Ti farò vedere come sono bravo” disse con aria di sfida ma amichevole.
“Sono proprio curioso, non ho ancora trovato nessuno bravo come me con i computer, anche se il lavoro che avevi fatto per quei video della sorveglianza erano molto buoni, mi hai stupito.”
“E immagino che come informatico tu abbia anche dato uno sbriciata ai miei computer?” disse sapendo che anche lui avrebbe fatto lo stesso.
“Certo… ti ho portato una chiavetta con un nuovo programma di sicurezza, e in fase sperimentale ma ti piacerà”
“Se stai cercando di comprare la mia simpatia, questo è un buon modo” ghignò Dashimen.
“Non ci voleva poi molto mi sa” disse con una risata e una scrollata di spalle.
Dashimen ridacchiò e si andò a sedere vicino a lui pronto a lavorare su un altro computer.
“Per quel fatto dei vostri fratelli novità?” chiese Dashimen.
“Si, io e Chin-hae abbiamo parlato oggi, il comando si rifiuta di prendere le denunce delle due ragazze. Le ha cacciate di nuovo ed è sempre il commissario Lee Dong-seok,.”
“Avete filmato tutto o devo entrare come hacker nel sistema di sorveglianza?” chiese Dashimen, non li piaceva molto dover entrare nei vari sistema di polizia come hacker infin dei conti anche lui aveva fatto parte di quel sistema ma in America.  
“Ho un amico, ci darà lui il materiale di tutto, ma alcuni video dovrai recuperarli tu.”
“Comprendo…. Mio zio sembra sicuro di questo piano.” Disse Dashimen leggermente perplesso, far crollare il comandante della polizia sarebbe stato un rischio, ma suo zio sembrava volerlo fare a tutti i costi, probabilmente per qualche questione in sospeso con l’uomo.
“Isabel è anche sicura, siamo pronti. Se vuoi lì c’è la copia del libro che ha scritto.” Disse voltandosi e indicando un pacco sigillato di cartone.
“Sai non pensavo sarebbe riuscita a scrivere un qualcosa, che dici lo sponsorizziamo con il sito come secondo post?” chiese Dashimen tornando a guardare il computer.
“Si, ma dobbiamo sbrigarci a salvare tutti i post all’interno così che possiamo pubblicarli solo noi e quando vogliamo e cosa vogliamo.”
“Cazzo… quindi tu hai creato questo sito internet, dove tutti i Chaebol potevano registrarsi e dove ognuno di loro pubblicava pettegolezzi e scandali in forma anonima?” chiese stupito cominciando a maneggiare con il computer osservando il sito.
“Si, e loro l’hanno fatto.. che idioti.” Disse Ji-hoo con una risata di scherno.
“Buon per noi, ora abbiamo tanto materiale su chiunque, Isabel ha il materiale su le famiglie” disse Dashimen fiducioso di tutto il materiale che avevano.
“Si.. però le famiglie sono difficili da distruggere, io penso che dovremmo incominciare dai figli, colpiamo prima loro con gli scandali e poi andiamo a ritroso sui genitori.”
“Perfetto… si parte dalla famiglia di Do-yoon quindi, facciamo crollare il capitano che è uno dei suoi fratelli con le insinuazioni nel libro e dopo di che si mandano i video dove caccia le ragazze e facciamo uscire direttamente la notizia sempre su questo sito.” Riepilogò il piano Dashimen.
“Si. Se il capitano del distretto crolla, tutti i suoi casi saranno messi sotto esame, e noi troveremo dello sporco nelle questioni dei chaebol. Utilizzeremo anche il caso della vostra amica quella caduta dalle scale, così da incastrare So-hee e la cugina”
“Mi sembra ottimo il tutto, difficile, ma abbiamo tempo.”
“Si abbiamo tempo. Lavoriamo a questo per iniziare, dobbiamo fare in modo di non perdere neanche il sito se ce lo chiudano e di ripoterlo aprilo”  disse Ji-hoo leggermente dubbioso.
“Per quello nessun problema ci penso io, prendo due birre dal mini frigo, scusa amico ma io lavoro con l’alcool.”
“Mi accontenterò della birra, da domani porto il mio rum” sogghignò Ji-hoo.
Dashimen annuì con il capo e si alzò, avrebbero dovuto lavorare tanto, e lui non avrebbe mai potuto seguire Hoseok nel prossimo tour previsto per ottobre, sperava che sarebbe andato tutto bene.
Sapeva però che tutto quello che stavano facendo sarebbe stato un segreto, meno cose avrebbero saputo i bts, meno avrebbero rischiato di essere immischiati, erano successe già fin troppe catastrofi.
Dashimen ora finalmente capiva Isabel e il voler proteggere a tutti i costi i ragazzi. In ballo c’era fin troppo.  
 
14 AGOSTO 2017
Erano le sei del mattino e Tae si era svegliato presto, aveva lasciato sia Hoseok e Jimin a dormire e si era avviato con passo pesante verso la cucina per bere un po’ d’acqua.
Prima di recarsi in cucina si fermò per un attimo in soggiorno, guardò il divano e rimase un attimo perplesso.
Se non fosse stato dilaniato dal dolore dentro di se si sarebbe intromesso, avrebbe svegliato i due abbracciati sul divano e avrebbe fatto una strigliata a entrambi.
Più li guardava, più si sentiva vuoto.
Non aveva importanza nulla, neanche intervenire per aiutare Jimin a salvare la sua relazione.
Tutti i suoi buoni propositi, le speranze nell’amore, tutto il suo affannarsi era ormai sparito, così come lo era Hye-ri, che non era lì con lui.
Con passo lento e le spalle incurvate andò verso la cucina, le relazioni degli altri non erano affari suoi, niente più aveva realmente importanza.
 
10:00 DEL MATTINO
“Sveglia! Jungkook svegliati!” urlò Jimin.
Jungkook si mosse piano sul divano scuotendo la testa, la persona vicino a lui però si svegliò subito mettendosi a sedere spaventata per via delle urla del suo fidanzato.
“Che cosa succede?” trillò impaurita Yun-hee guardò prima Jimin in piedi di fronte a lei, e Hoseok che lo aveva appena affiancato.
“Avete visto Tae?” trillò in preda al panico Jimin.
Hoseok invece guardava i due sul divano stranito che avessero dormito insieme lì.
“No… noi ci siamo addormentati” disse nervosa Yun-hee.
“Cazzo! Non è in casa, dove può essere andato! Da solo per giunta!” guardò Hoseok vicino a lui in preda al panico.
“Dai forse è andato a fare una passeggiata… non c’è bisogno di preoccuparsi.” Provò a dire Hoseok, non pensando che fosse un problema che Taehyung fosse uscito da solo.
“Perché urlate?” bofonchiò Jungkook stropicciandosi gli occhi e mettendosi a sedere.
“Jimin sta dando di matto” disse Hoseok scuotendo leggermente il capo.
Jungkook guardò Yun-hee strabuzzando gli occhi e si mise in piedi allontanandosi da lei in imbarazzo e in colpa.
“Hyung, ci siamo solo addormentati non è successo niente, non prendertela con Yun-hee” provò a giustificarsi Jungkook.
“Cosa?” aggrottò la fronte Jimin guardandolo sconcertato.
“Ci siamo solo addormentati” disse Jungkook pronto a lottare per difendere la ragazza.
“Tu e Taehyung? Ma se Taetae ha dormito con me! Di che stai parlando” trillò in preda al panico Jimin.
“Sta dando di matto perché non trova Taehyung” disse Yun-hee sbuffando e alzandosi.
“Ah.” Disse Jungkook guardando Jimin scuotendo il capo.
“Ah?” disse Jimin confuso “Di cosa parlavi tu? Secondo te perché dovrei dare di matto se no per Taehyung.”
“Ah… non so forse perché hai trovato me e Yun-hee a dormire sul divano…?” tentennò nel dirlo, scambiando un’occhiata con la ragazza che aveva arricciato le labbra leggermente innervosita.
“No. Non mi importa, puoi dormire quanto vuoi con lei. Io devo andare a cercare Taehyung, lui ha la precedenza.. ” Disse scontroso, fretta Jimin lasciò la stanza scappando versola porta di casa per andare via a cercare il suo migliore amico.
Nella stanza si erano tutti freddati dato la frase detta da Jimin.
Hoseok e Jungkook si scambiarono uno sguardo confuso, pensando entrambi di non aver sentito bene.
Yun-hee si andò a sedere sul divano vicino e nascose la faccia tra le sue mani incominciando a singhiozzare.
“Vai segui Jimin prima che combini qualcosa, rimango io qui” disse Jungkook al suo Hyung per poi andarsi a sedere vicino a Yun-hee e abbracciarla cercando di farla calmare.
Jungkook sapeva che sarebbe stato molto più giusto come fidanzato, era lui che si prendeva cura di lei, che sapeva qualunque cosa, era lui che aveva fermato Yuri da picchiare Yun-hee. Era lui che aveva sentito quella litigata tra i due, che non aveva detto niente a nessuno, che aveva fatto finta di non sapere niente.
Aveva deciso di prendersi cura di Yun-hee cercando di farla parlare per rassicurarla che niente di quello che era successo fosse colpa sua.
Qualunque cosa Jimin facesse nei confronti della ragazza, era solo farla piangere, lui non l’avrebbe mai fatta piangere, lui ci teneva a Yun-hee e si sarebbe preso cura di lei anche al costo di non essere mai ricambiato e di soffrire, ma l’amava troppo.
 
Angolo dell’autrice:
Capitolo di passaggio prima della chiusura!
Si il prossimo è l’ultimo poi andremo al 4 volume!
Si chiudono degli arci narrativi e se ne aprono altri.
Namjoon fa il forte, e decide di riprendere in mano i suoi doveri, lo vediamo parlare con Yoongi e anche con Hoseok e Dashimen. Menzionata anche la sua ex del suo spin off… che è in pausa ma spero di poter riprendere in mano!
Hoseok e Dashimen sono fidanzati, e si può dire che i problemi per questa coppia siano finiti.
Dashimen però sarà indaffarato con Ji-hoo e i vari piani malefici.
Jin si è liberato della fidanzata e farà i conti con la propria rabbia.
Tae è distrutto per Hye-ri, non li importa più di niente.
Jimin e Yun-hee sono in rotta, Jkey prova a raccogliere i pezzi della ragazza.
Isabel parte e va a organizzare la mostra di Do-yoon.
Si ha scritto un libro con un falso nome min su XD Min sugaaaaaaaaa!
Nominato il comandate della polizia imparentato con Do-yoon, è colui che mette a tacere tutti gli scandali.
Di Yuri nessuna menzione… per il momento lei e la cugina si sono salvate in calcio d’angolo.
Ci si legge giovedì! Con l’ultimo capitolo! Chissà se vi lascio in tragedia! XD
 
 

 
 
 
   
 
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