Nii-san

«Ricordati che è suo fratello», iniziò a ripetere a se stesso come un mantra quando la sorprese avvinghiata a lui, intenta a mangiargli la faccia di baci.

   «Athrun», sembrò chiedergli aiuto Kira, in seria difficoltà.

   «Che è successo?», volle sapere l’altro, portando pazienza.

   «Piangeva leggendo quel libro», spiegò Cagalli con preoccupante ardore nello sguardo.

   «Non stavo piangendo», protestò il suo gemello, sempre più impacciato a causa delle coccole di lei.

   «Ma avevi gli occhi lucidi», ribatté la fanciulla. «Oh, Athrun! Avresti dovuto vederlo! Mi sono letteralmente sciolta!»

   La sua guardia del corpo sorrise, avvicinandosi per lisciare la chioma castana del ragazzo. «Adesso capisci come ha conquistato la mia amicizia?»

   «Ehi!», s’indispettì il loro giocattolo, tentando di divincolarsi dalle loro grinfie. «Smettetela! Mi state trattando come se fossi vostro figlio!»

   Sperò, con queste parole, di averli imbarazzati abbastanza da farli desistere dal continuare con quei vezzeggiamenti inopportuni. Ma, neanche a dirlo, aveva fatto i conti senza l’oste.

   «Ad avercelo, un cucciolo così tenero!», cinguettò sua sorella, rischiando di staccargli la testa dal collo dopo l’ennesimo abbraccio.

   Imprecando fra i denti e sentendo terribilmente mortificata la propria virilità, Kira smise di opporsi, rassegnato com’era al suo destino di eterno bambino agli occhi della bionda. Fu il suo migliore amico a risollevargli il morale, battendogli una pacca sulla spalla.

   «Non c’è niente di male a commuoversi per un buon romanzo», gli disse, afferrando finalmente l’innamorata per la collottola per cercare di staccargliela di dosso una buona volta. «L’importante è che tu sia sempre in grado di capovolgere la situazione quando serve.» E dal momento che lui parve non capire, l’Ammiraglio Zala concluse: «Perciò, te ne prego: se dovessi ancora accorgerti che uno di noi sta commettendo una follia, non esitare oltre e, se necessario, distruggi il mio Mobile Suit tutte le volte che ti pare e rapisci Cagalli sull’altare in altre cento, mille occasioni.»

   «Anche nel giorno del vostro matrimonio?», domandò il soldato di ZAFT, curioso di sapere fin dove avrebbe potuto spingersi.

   «Per poi rischiare di nuovo ch’io detoni il mio Gundam addosso a te?», scosse il capo Athrun, guardandolo con disapprovazione. «Ti ho detto di capovolgere la situazione comportandoti da fratello maggiore, non da idiota.»