Giochi di Ruolo > Vampiri: la masquerade
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Autore: dimouniak    03/07/2023    1 recensioni
Zack è un ragazzo della campagna inglese che scopre che da millenni la sua famiglia pratica La Caccia, ma pur rimanendone turbato sceglie di entrare nel Mondo di Tenebra che si cela dietro la sua normalità; solo col tempo capirà che il mondo non è bianco e nero e le sfumature di cui è composto sono molto più ampie della proverbiale scala di grigi che credeva.
Genere: Avventura, Dark, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Non tutte le storie iniziano in medias res. Non tutte le storie devono partire dalla fine. Per comprendere certi personaggi, si deve partire dall'inizio, c'è poco da fare.
Come Zachary Singer.
Se non si partisse raccontando il contesto nel quale è nato ed è cresciuto sino all'inizio della sua storia, certe cose sarebbero incomprensibili, ai giorni nostri; se non si spiegasse perché Robert Singer, suo padre, era un uomo burbero e suffegente, non si capirebbe come i suoi figli lo abbiano sempre perdonato e supportato; se non si raccontasse del modo in cui Peter e Cullen, i due figli maggiori, abbiano sempre dato il massimo per permettere al loro fratellino di vivere in pace e sereno, non si comprenderebbe il carattere buono ma viziato del nostro protagonista. Ma stiamo già correndo.

Zachary nacque nel 1676, in un caldo marzo; se dalle sue parti non fosse morta la Baronessa de Clifford, probabilmente nel corso degli anni si sarebbe persa questa informazione: come molti era nato in casa sua aiutato da una levatrice e venne battezzato da un prete che quasi non sapeva leggere nemmeno la Bibbia.
Il suo primo ricordo fu il padre piangere al capezzale di sua madre, una donna di cui a stento ricorda il nome. Nel corso degli anni il nostro protagonista si sarebbe chiesto come fosse possibile che ricordasse quel momento, in quanto sapeva che ella aveva perso la vita dandolo alla luce, ma più gli veniva detto che era impossibile che egli potesse ricordare quel momento, più Zack lo conservava nella sua memoria come un gioiello prezioso e con la sensazione che con la giusta concentrazione riuscisse a riportare dettagli di un incredibile vigore alla portata dei suoi stessi sensi; il colore delle lenzuola sul letto, la luce della candela, l'odore ferroso del sangue e quello sudaticcio di suo padre.
Suo padre l'amava di quell'amore vero e tenero che si legge nei romanzi cavallereschi o si sente nelle ballate struggenti del fondo della notte nei locali umidi e fumosi; la sua perdita fu enorme e cambiò per sempre l'assetto di quella famiglia. Robert, che di mestiere lavorava il ferro, era sempre via per lavoro ed il lutto altro non fece che farlo fuggire da un cantiere all'altro per anni, certo che la sopravvivenza della sua famiglia era affidata a Peter, che ormai aveva quattordici anni e sapeva ben badare ai suoi fratelli, e ad una nutrice che avrebbe condiviso il suo latte con l'ultimo arrivato in casa.
Quando gli fu passata a sufficienza e ricominciò a passare a casa più di qualche frettolosa giornata di programmazione del prossimo lavoro, Zack era in grado di camminare, parlottava abbastanza per farsi capire e mangiava lo stesso pane dei suoi fratelli; Peter aveva messo su una specie di bottega, dove prendeva ordini dai vicini di casa e si faceva aiutare da Cullen a pulire gli zoccoli dei cavalli e rinsaldava pale e picconi in cambio di verdura e formaggio. Presto la famiglia mise su una piccola attività che rendeva il minimo per mangiare ma abbastanza per essere un punto di riferimento per il vicino villaggio di Penrith. E Robert tornò a fare il padre.

Nel corso degli anni, quando la stabilità era tornata in casa e Zachary era divenuto abbastanza grande da poter comprendere certe dinamiche, nasceva un sentimento di ribellione; ad oggi potremmo giustificare i suoi comportamenti come normali per un bambino che vede ben tre figure maschili di riferimento avere accesso ad alcuni privilegi ed alcuni doveri: la cosa che recriminava di più in assoluto era che Peter poteva viaggiare con il loro padre, mentre lui e Cullen dovevano restare in casa a badare alla bottega. E guai se si fossero comportati male o non fossero andati in chiesa, perché sarebbe venuto a saperlo.
Ma soprattutto, essendo Cullen un ragazzo sveglio ed intelligente, sapeva perfettamente tenere le redini di tutto e Zack si trovava la maggior parte del tempo a bighellonare, annoiandosi. Non aveva molti amici, poiché non vivevano abbastanza vicini al paese da poterlo raggiungere da solo in sicurezza, e quei pochi bambini che capitavano nella bottega avevano fretta di tornarsene da dove erano venuti; esplorare i dintorni, addentrandosi nella boscaglia o nella brughiera, aveva da tempo perso il suo fascino; seguendo le istruzioni di qualche contadino ben conosciuto aveva imparato a tenere un piccolo orticello che curava con passione, aveva intrapreso la via della pesca in un rigagnolo con ben poca soddisfazione, aveva imparato a prendersi cura di quegli aspetti della casa che solitamente sarebbero stati di competenza di sua madre, come il camino, la cucina; quando compì tredici anni ebbe anche il permesso di curarsi del tetto e delle assi del pavimento che scricchiolavano di più. Ma non di seguire suo padre in quei viaggi che superavano i confini di Penrith.
Questo toccò a Cullen.
   
 
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