BLANCA
La tua mano si alza a
toccare il nulla. Sfiora l’aria fredda del mattino che entra dagli spifferi
della finestra. Mi senti? Sono qui accanto a te. Non devi cercare nessuno. Non
c’è nessuno in quell’aria fredda. Stai con me.
Chiudi gli occhi ed il braccio torna scomposto sul tuo stomaco. Sul tuo petto.
Il labbro superiore, staccato da quello inferiore, lascia che ti si formi
l’ombra sensuale a forma di U capovolta. Più larga. Non so nemmeno come
descriverla mentre respiri con lentezza. Stai assaggiando l’ultima aria del
mattino? Riapri gli occhi e le pupille si voltano a guardare me, mentre il
petto si allarga e respiri altra aria. Faccio lo stesso senza rendermene conto.
Profuma come profumano gli angeli. Nei tuoi occhi brilla una macchia larga di
luce che a tratti nasconde la pupilla nera che questa mattina è larga e tonda.
Non vuol mostrare il tuo bel colore Viola.
“Quanto si guadagna?” La
tua voce mi raggiunge dopo. Rauca e quasi impercettibile. Ma è lì, che vuole
chiedermi qualcosa.
“Cosa?”
“Una volta, in mezzo al cielo,ho visto delle nuvole bianche. Erano ..”
T’interrompi a guardare il soffitto e porti un braccio sulla fronte. Mi fai
paura così. Smettila d’essere indifeso, ti prego. “… bianchissime. E ..” Vedo
in te che quello che stai per dirmi non avrà nessun significato. So che
vorresti dirmi tutt’altro, ma anche adesso, non vuoi dirlo. “.. mi sono accorto
che quelle nuvole venivano da una fabbrica.. E tu.. “ Non mi fare sentire il
groppo che hai in gola se non vuoi che adesso mi metta a piangere come uno
stupido idiota. Perché davvero non è quello che voglio fare. “E tu hai detto.. Quella è una fabbrica di nuvole?!”
Sbuffi un risolino divertito mentre sento che quel groppo in gola non se ne
vuole andare, anzi sembra del tutto deciso e pronto ad esplodere. Calo gli
occhi sul tuo corpo. Uno spiffero ti lascia rizzare i peli biondi delle
braccia.
“Tu non morirai.. non permetterò che accada..
“ Mormoro senza che possa fare a meno di stringergli il polso. Scorgo il mio
riflesso nei tuoi occhi. Non sono pronto per una perdita simile. Non voglio,
non posso. No.
“Non siamo noi a
decidere.. e togliti quella faccia.. “Mi dici, ma è la tua mano adesso a
cercare la mia. “Se vengo a sapere che hai pianto sulla mia tomba torno a
picchiarti..” E’ adesso che non riesco a farmi scappare le lacrime mentre mi
porto seduto. Dio come mi fa male il cuore. Il peso sul letto cambia. Mi giro e
sei in piedi a fissare la finestra. Fuori piove. I tuoi polpastrelli toccano il
vetro freddo. T i volti. Il sole si fa
strada tra le nuvole, e dietro di te tutto è luce bianca. Forte e sconvolgente.
Illumina tutto di te. Porto una mano davanti agli occhi mentre rimango
abbagliato. E tutto è bianco.
Fine.