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Autore: IvyDolceDormire    10/07/2023    1 recensioni
- Vedo che è già su tutti i telegiornali. Perché non nominano anche il fatto che sono riuscito a catturare un intero gruppo di criminali ricercati? - esclama stizzito.
- Perché i tuoi boxer con i nuggets sono più interessanti - commenta una vocina soave.
David abbassa lo sguardo alla sua sinistra. Non saprebbe dire se lei è spuntata dal nulla proprio in quel momento o è stato lui che, in preda al malumore, non l'ha notata. Fa un sorriso malvagio.
- Guarda chi è tornato da Chi-Non-So, la nostra Cindy Lou!
Genere: Demenziale, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo 5

- Come va il percorso di de-alcolizzazione? - Emanuel non sa neanche se è il termine giusto per definire una persona che deve uscire da quel tipo di dipendenza, ma contando tutto l’alcol che ormai ha in corpo quell’uomo, forse è giusto sul serio.
- Bene – risponde prendendo un sorso dalla fiaschetta.
- Vedo. Stasera andiamo a fare una partita a biliardo?
- Stasera sono con Cindy.
- Ovviamente – fa lui con tono eloquente.
David si acciglia – Cosa intendi dire, ciccio?
- Niente, solo che ormai passi più tempo con lei che con me.
- Sei geloso? Stiamo facendo la maratona di una delle sue serie del cazzo, non è colpa mia.
Emanuel si butta sul divanetto e alza un sopracciglio – Dave.
- Eh.
- È la tua ragazza.
David si blocca e aggrotta la fronte, la voce più acuta – Cosa?
- Cindy, è diventata la tua ragazza.
- No, non lo è.
- Sicuro?
- Fra me e lei non c’è quel tipo di rapporto – mormora abbassando lo sguardo – Siamo solo amici.
- Non ci credi neanche tu a questa cazzata, vero?
- No – ammette senza sentimento, completamente dissociato dalla cosa.
Thump thump thump.
La porta del suo inconscio inizia a cigolare ma non guarderà verso di lei finché sarà l’unica cosa che potrà fare, l’unica scelta che gli rimarrà da prendere, perché sa che se si volterà finirà per cedere ed aprirla.
 
Sono appena usciti dal paninaro quando una donna dall’aspetto familiare si dirige verso di loro con passo spedito e il volto sfigurato dalla rabbia. Cindy non ha neanche il tempo di capire chi sia o che stia succedendo che David si frappone fra loro un attimo prima che quella cominci a strillare e agitare i pugni in aria.
Ah, ma certo. L’ex moglie di David. Se non fosse che è paralizzata dalla sorpresa, probabilmente scapperebbe per la vergogna per i pochi passanti che li guardano. Fortuna che non c’è quasi nessuno in giro. La donna sta colpendo il detective alla cieca mentre urla insulti e imprecazioni e Cindy ci mette un po’ a capire che sono rivolte a lei.
- ORA BASTA! - tuona l’uomo zittendola e allontanandola con una spinta – Sei impazzita?! Che diamine ti è preso? Vuoi che richieda un ordine restrittivo? Perché non ci metto niente, sai!
Quella risponde con uno sproloquio confuso e disordinato di cui Cindy capisce solo parolacce e ulteriori insulti volgari e offensivi verso David e “quella troia”, immagina si riferisca sempre a lei. David stringe il pugno, pericolosamente vicino alla fodera della pistola, e fra i denti ringhia – Non. Osare. Tu non la conosci.
- Sei un egoista bastardo! Non vedi come sono ridotta per colpa tua?! E tu te ne vai in giro con questa sciacquetta a sbandierare in giro la tua felicità!
- Gwen, vattene adesso finché te lo dico con le buone.
- È almeno maggiorenne? Da quale liceo l’hai presa?!
- Gwen! – ripete con voce imperiosa.
Cindy sente il cuore battere forte, ma non è solo per il panico. David non la corregge, non le dice che non è la sua compagna e che fra loro non c’è niente, non gli importa degli insulti che rivolge alla sua persona ma è furioso per quelli rivolti a lei. Non può fare a meno di arrossire nonostante la situazione.
- Tu! - la donna la giudica da sopra il braccio teso dell’uomo - Non ti vergogni?! Non ti fai schifo da sola a scoparti i mariti delle altre? Scommetto che lo fai per soldi! - fa uno scatto verso Cindy col chiaro intento di attaccarla - Sei una disgusto-
Non ha il tempo di finire che David la gira e sbatte contro la prima auto vicina, l’ammanetta recitandole la solita tiritera, chiama la centrale e, premendole una mano sulla schiena per tenerla ferma, si volta verso Cindy con aria mortificata. Lei è ancora lì, ammutolita e un po' spaventata, con la sua borsa di tela colorata stretta al petto.
- Mi dispiace – dice soltanto, la voce carica di tristezza e vergogna.
- Tutto ok – risponde con voce piccola piccola non sapendo che altro dire – Giri spesso con le manette?
- Non sai mai quando potrebbero servirti – gli scappa un sorrisetto e fa una breve risata, sollevato che stia abbastanza bene da scherzare.
La volante arriva poco dopo e carica la donna, loro due salgono in macchina di David in silenzio, tesi e a disagio. Accende il motore e si schiarisce la gola – Ti porto a casa e torno in centrale.
- E la maratona?
- Sinceramente, adesso ho altri cazzi per la testa.
- Ma era la nostra serata assieme...
Stringe il volante con forza, chiaramente ancora arrabbiato - Sì beh, quella psicopatica ha deciso di piombare dal cielo e romperci il cazzo, quindi...
- Perché non l’hai smentita? - domanda – Riguardo noi due.
David sbatte le palpebre e schiude le labbra pensando a cosa dire.
- Non lo so... - ammette allora con voce un po’ incerta – Ti ha dato noia?
- No. Anzi, grazie per avermi difesa.
- Non essere ridicola – sbotta con dell’astio che sa non essere rivolto verso di lei – Doveva solo provarci a torcerti un capello, quella... - fa un grosso respiro e trattiene l’insulto - Con che coraggio poi, proprio davanti a me.
- Adesso ci tocca passare la serata in centrale.
- Ci?
- Il programma era stare assieme o sbaglio?
David ridacchia – Volevo solo mangiare un cazzo di panino alla porchetta in santa pace e guardare teen drama scadenti, e invece...
- Scadente lo dici a tua madre, Gossip Girl è uno dei pilastri. E poi ti avevo dato un’altra opzione, sei tu che l’hai rifiutata.
- E grazie al cazzo, volevi farmi ascoltare dei fottuti adolescenti cantare tutto il tempo!
 
Inutile dire che l’espressione di Gwen nello scoprire che Cindy non solo è quasi trentenne ma anche una collega di lavoro è senza prezzo. Restare soli tutte e tre mentre i vari documenti e protocolli e altre robe burocratiche vengano preparati è un’esperienza strana. Cindy mangia delle noccioline prese al distributore, le gambe incrociate e il piede che dondola allegramente, David è appoggiato al muro con le braccia conserte e sorride, cosa che Gwen non vede da decenni e che la fa sentire più miserabile di quanto non fosse prima. Fissa la ragazza come se le avesse effettivamente rubato il marito e Cindy pensa che, se non ci fosse tutto quell’odio a deformarle il viso e sottrarle le energie e il colorito delle guance, sarebbe una donna molto bella. Le dispiace davvero assistere allo sgretolamento di una donna che sicuramente ha delle belle qualità e dei talenti che vengono oscurati dal peso della sofferenza e della solitudine. Gwen non è pazza, non è psicopatica, non è lo stereotipo della donna ferita incapace di lasciar andare un uomo. O almeno, non solo. Gwen è prima di tutto una donna sola e depressa che ha bisogno di conforto e ascolto e non sa dove trovarlo.
- Spero tu sia contenta di scoparti mio marito – dice quella sputando veleno – Goditelo finché fa lo splendido, perché presto rovinerà tutto, quel lurido ubriacone lo fa sempre.
David la guarda con occhi vitrei, non risponde. Cindy mastica una nocciolina, pensierosa, e poi ride dolcemente, provocando maggior irritazione nella donna.
- Cosa c’è da ridere?!
- Che... - ridacchia – Che in realtà ultimamente andiamo ad ubriacarci assieme e a rincorrere procioni. Il detective scoppia in una risata così forte e improvvisa che esplode attraverso le labbra e lo scuote costringendolo a piegarsi in due, Cindy ride con lui.
Gwen guarda la scena da lontano come uno spettatore davanti ad un quadro, partecipe ma non coinvolta. Quando torna a parlare, la sua voce è sommessa – Con me non hai mai riso così. Neanche una singola volta.
L'uomo sbatte le palpebre, perplesso. Non saprebbe dire se ha ragione o meno, onestamente ricorda ben poco. Però ha riso, certo, all’inizio erano felici, infondo. Non sa perché ma istintivamente cerca lo sguardo di Cindy e il cuore sobbalza nel trovare quel sorriso confortevole e rassicurante che ormai gli è così familiare.
- Sono felice – dice non distogliendo gli occhi da quelli della ragazza.
---
Cindy si ritiene proprio fortunata di poterlo veder ammanettare qualcuno per la seconda volta in una settimana. Normalmente è una cosa a cui assiste di rado, e meno male, perché ogni volta rischia di svenire. La parte primitiva di lei impazzisce in quelle semplici dimostrazioni di forza e dominanza, chiedendone anche un po’ su di sé ma in una sede diversa.
Sta ancora fantasticando quando lui l’approccia e comincia a parlarle.
- Cinderella, mi stai ascoltando?
- No, scusa, dimmi.
- Stasera c’è l’addio al celibato di un mio collega.
- Congratulazioni per le nozze...?
- Usciremo a bere – aggiunge, ansioso di sapere la sua risposta.
Cindy ride – Va bene, Dave, non devi mica darmi conto. Non sono né tua mamma né tua moglie.
- E andremo in uno strip club.
- Buon divertimento.
Spera di essere sembrata più naturale possibile anche se non è riuscita a mantenere il contatto visivo.
- Non devi essere gelosa, principessa.
- Perché dovrei essere gelosa di te?
- Perché sono bello e affascinante e avrò delle spogliarelliste che mi balleranno addosso? Magari se sarò fortunato tornerò a casa con il perizoma di qualcuna di loro.
Cindy alza le sopracciglia e lui ghigna.
- Scherzo – aggiunge David – Ho già le mutandine più belle della contea.
Sta parlando delle sue? Sta parlando delle sue. Quelle con gli unicorni. Arrotola il quaderno pronta a colpirlo ma le casca di mano quando dalla tasca della giacca lui tira fuori giusto qualche centimetro di quelle che, Cindy ne è sicura, non sono quelle con gli unicorni, ma quelle color carta da zucchero, ricamate e brillantinate.
E lui va in giro con quelle nella tasca tutti i santi giorni?
David le ammicca e la lascia lì a bocca aperta.
 
Qualcuno urla sotto casa sua, ci mette qualche minuto a capire che si tratta di David e che sta gridando il suo nome. Si affaccia e scuote la testa, basita.
- Ti credi Marlon Brando? - cerca di non alzare la voce, anche se sicuramente ci ha già pensato lui a svegliare tutti quanti – Non potevi bussare come le persone normali?!
Lui sghignazza, circondato da Emanuel e qualche altro collega, tutti palesemente sbronzi e di ottimo umore. David ha in mano ha un mandolino, trovato chissà dove, e glielo mostra alzandolo in alto.
- Cindy! Volevo cantarti qualcosa di romantico, ma non so suonare niente a parte quello che ho imparato alle medie, quindi...
Comincia a suonare, e male. Qualche luce si accende, arrivano le lamentele, Cindy non sa se sentirsi imbarazzata, infastidita o divertita mentre il gruppetto attorno schiocca le dita a ritmo, pronti ad affiancarlo nel ritornello. Qualcosa in lei le dice che è il caso di afferrare il telefono e cominciare a riprendere.
 
Thumbelina, Thumbelina tiny little thing
Thumbelina dance, Thumbelina sing
Thumbelina what's the difference if you're very small?
When your heart is full of love you're nine feet tall
 
- Ssssh! Zitto! Dave zitto! Oh mio Dio – scoppia a ridere e si nasconde il viso dietro la mano. David è maledettamente stonato e matto come un cavallo ma diamine se non lo sposerebbe all’istante.
 
Though you're no bigger than my thumb (than my thumb)
Than my thumb (than my thumb), than my thumb (than my thumb)
Sweet Thumbelina don't be glum (don't be glum)
Now now now, hee hee hee, come come come
 
- E BASTA! - si lamenta un vecchietto da dietro la tenda.
- STAI ZITTO VECCHIACCIO!
- CHIAMO LA POLIZIA!
- IO SONO LA POLIZIA! - esclama allargando le braccia con fare bellicoso.
Gli altri lo trattengono, Cindy è ancora piegata in due dalle risate. I compagni gli danno pacche sul petto e sulle spalle, lo incitano, incoraggiano e rassicurano. David annuisce con convinzione e torna a guardare in alto verso Cindy e la indica.
- Lucinda! Io.... io... - si volta verso gli altri – Che cosa dovevo dire?
- Daaaveee! - dicono in tono di rimprovero costringendolo a guardare Cindy.
- Lucinda! - ricomincia, pronto a improvvisare – L'amore fa schifo, il matrimonio è una bugia e le favole sono tutte puttanate!
- Complimenti, ottimo incipit – commenta Emanuel sarcastico alzando i pollici all’insù e presagendo già il peggio.
- Ma tu no – continua David con trasporto – Tu sei fantastica, e sei dolce, e sei vera. Sei la mia principessa e se dovessi sposarmi una seconda volta, cazzo, non può essere se non con te. Tu mi fai credere di nuovo all’amore, Cindy, e alle fiabe, alle promesse, a tutto ciò che ho sempre disprezzato e rifiutato perché ferito e disilluso. Lo so che non sono granché, sono vecchio, ho la pancetta da birra, non sono molto alto e sono un cinico figlio di puttana, ma non posso stare senza te, non lo voglio. Sono un alcolizzato e tu sei la mia marca preferita di liquore, Cindy. E ho bisogno di te perché quando siamo insieme sono una persona migliore, tu mi rendi migliore, e felice. Cambierò, diventerò l’uomo che meriti. Quindi stai con me, Cinderella.
C'è più di una testa affacciata ad osservare la scena in silenzio, profondamente combattute fra l’essere turbate, divertite o intenerite. Cindy lo guarda in silenzio, ha smesso di ridere da un bel po’, e dalla sua espressione di marmo non si legge nessuna emozione. Non ha smesso di riprendere un attimo, il telefono bloccato a mezz’aria anche se non ha più guardato attraverso lo schermo. Quando sparisce dalla finestra David si volta verso gli altri, pallido e agitato.
- È stato un disastro, eh?
Emanuel sporge il labbro e aggrotta le sopracciglia scuotendo la testa, come a dire ‘Nah, non così tanto’, ma gli altri alle sue spalle annuiscono all’unisono. Al suono della porta che si apre David scatta sull’attenti, ha il cuore in gola, guarda Cindy avvicinarsi con braccia incrociate e sguardo fisso, il mandolino lo ha abbandonato nelle mani di qualcun altro. Il gruppetto si fa indietro per lasciargli un po’ di privacy.
- David Montgomery – pronuncia lei – Stai dicendo sul serio?
Lui annuisce esitante – Voglio cambiare davvero, Cindy, smetterò anche di bere.
- Disse l’uomo ubriaco – sussurra a mezza bocca Emanuel.
I due non lo sentono neanche, troppo persi nei reciproci occhi.
- Tu sei completamente pazzo.
- Questo lo hai sempre saputo.
- Hai finito di straparlare al vento?
David annuisce ancora e Cindy lo afferra per il colletto della camicia – Allora baciami, stupido.
Non se lo fa ripetere due volte. Una scossa li pervade e gli provoca la pelle d’oca, allo stesso tempo un caldo senso di conforto e appartenenza gli invade il petto, calmandoli. È David a chiedere il permesso premendo la lingua contro il suo labbro inferiore, Cindy glielo concede pienamente senza più remore o timori. David sa di Jack Daniel’s, tabacco e ferro a causa del taglio sul labbro, risultato probabilmente da un altro scambio di opinioni. Cindy invece ha il sapore della tisana alla lavanda e di qualcos’altro che David non saprebbe descrivere ma che è tremendamente buono. Le tiene il viso fra le mani per poter esplorare la sua bocca con calma, lentamente, ma senza pietà, non sarà sazio finché quel dolce sapore non diventerà anche il suo.
- Sono svenuto e sto sognando o è un’allucinazione per l’alcol? - sussurra sulle sue labbra sognante ed attonito – Sta succedendo davvero?
- Non puoi rimangiarti quello che hai detto, chiaro? - minaccia con tenerezza – Neanche se sei sbronzo e stai delirando. Non si torna indietro.
- Non voglio tornare indietro.
Le dita di Cindy s’intrufolano fra i suoi capelli e li stringono forte, la mano di David va alla nuca per tenerla ferma e torna sulle sue labbra con più audacia e sensualità di prima, provocandole un brivido intenso. Si staccano solo quando sembra il momento giusto, quando il fiato comincia a mancargli.
- Ti voglio – dice in un sussurro carico di desiderio – Voglio restare con te stanotte.
L'ultima volta che lo ha detto le è saltato addosso nella sua cucina. Quella notte andò tutto così male… e David è di nuovo ubriaco, ma stavolta le cose sono diverse. Stavolta è tutto diverso.
Quindi annuisce, provocando fischi e applausi dal gruppetto di uomini, David gli rivolge il dito medio senza guardarli. L’attimo dopo stanno entrambi correndo su per le scale, mano nella mano, le guance che fanno male per l’intensità dei sorrisi.
 
L'indomani mattina però David è sparito nel nulla e il suo lato del letto è freddo.
---
- Quindi fammi capire, prima le fai una serenata promettendole che non ti saresti tirato indietro, ci vai a letto insieme... e poi ti tiri indietro e sparisci per cinque giorni?
- Sono andato nel panico – si giustifica David.
- MA TU SEI COGLIONE! – urla Emanuel nell’ufficio del partner.
- Non è questo il peggio.
- E cosa, sentiamo?
David rigira i pollici, è pallido e suda freddo, gli occhi sono lucidi ma non ha lacrime da versare.
- David... che cosa hai fatto? - ribadisce seriamente preoccupato. Se l’amico ha quell’espressione di pentimento dev’essere successo qualcosa di veramente terribile.
Quello borbotta qualcosa in modo troppo veloce e sommesso, Emanuel si acciglia – Cosa? Non ho capito una singola parola.
- Io... sono andato... - e di nuovo la voce cala.
- Cristo David alza la voce!
- Sono andato a letto con Gwen, ok?!
Un silenzio pesante e grave cala nella stanza. Emanuel lo guarda ma fa fatica a riconoscere l’amico, la delusione si fa spazio velocemente sul suo volto.
- Sono andato nel panico! Ho iniziato ad avere mille dubbi e non sapevo che fare! Io rovino sempre tutto, lo sai tu, lo sanno tutti e lo sa Gwen! I-io... non lo so, ero ubriaco e deliravo e ho pensato a tutti i modi in cui avrei potuto mandare tutto a puttane e alla fine l’ho fatto.
Emanuel scuote la testa con forza e fa qualche passo indietro, come colpito da un’onda d’urto.
- Non ci credo. Non posso cre- Cristo Santo ma che... non so che dire. Non so come aiutarti. Se ti fotti con le tue mani io... - sospira e si siede sul divano, completamente svuotato di tutte le energie.
Il volto dolce e raggiante di Cindy di qualche notte fa è davanti ai suoi occhi e riesce a vederla frantumarsi per colpa di David. Cerca di tornare in sé, di pensare a qualcosa, qualsiasi cosa per salvare la situazione, ma non può. Succede velocemente, David spalanca gli occhi accorgendosi della porta socchiusa e poi il suono di tacchetti fin troppo familiari che corrono via.
Emanuel affonda il viso fra le mani, David rimane perfettamente immobile, una statua di sale.
Dentro sente solo un silenzio assordante. La porta è scardinata, ogni sua paura, ogni emozione e pensiero represso è uscito fuori, un vaso di pandora che si è scatenato. Ora c’è solo lui e non c’è più niente da fare, se non continuare per la strada che ha intrapreso.
David fa per alzarsi e seguirla, ci ripensa e si rimette seduto sotto lo sguardo interdetto dell’amico.
- Vai a inseguirla, no?!
- No – scuote la testa, stordito – No, è meglio così.
- Meglio così?! - balza in piedi – L'unica cosa bella della tua miserabile vita è appena corsa via da te e tu non hai intenzione di rincorrerla e rimediare?!
- Non posso rimediare – risponde amaro – Non vedi?
- David-!
- BASTA! - urla interrompendolo e alzandosi, se ne frega se da fuori si è sentito - Non posso rimediare, certe cose non possono essere riparate! Ho sbagliato dal principio a lasciarmi andare, l’ho solo illusa quindi è meglio che io me ne stia zitto e fermo prima di poter peggiorare tutto, perché io peggioro sempre tutto. Lei è una ragazza stupenda, lei è... lei è perfetta e si merita il meglio. Guardami, ti sembro il meglio per lei? Non prendiamoci in giro. Merita qualcuno che può condividere le gioie con lei, merita di sposarsi e avere una famiglia, una vita completa e riuscita. Francis è quello che fa per lei, un giovane bravo e di successo, non questo – sputa con disprezzo indicandosi con un gesto – Un fallito divorziato di mezza età, un vecchio ubriacone che distrugge tutto ciò che tocca e che non ha aspirazioni e sogni nella vita. Il meglio che io posso offrirle è levarmi dai piedi prima di affossarla con me. Non posso renderla felice e fidati, fa male esserne consapevole. Francis o qualcun altro di più adatto consoleranno il cuore che io ho rotto e da lì potrà avere la sua vera storia d’amore, con la persona giusta. So che sono un soggetto abbietto e dissennato ma sono comunque abbastanza maturo da prendermi le mie responsabilità. Non merito neanche di provare a riaverla. Non merito né lei né di essere felice, lo sappiamo tutti quanti in questa fottuta città. Quindi permettimi di fare l’unica cosa giusta che posso fare per lei: lasciarla andare ed essere davvero felice con qualcun altro.
Emanuel ha ascoltato in silenzio quello che è stato il discorso più serio e sincero che David abbia mai pronunciato e finalmente riesce a vedere tutto ciò che gli ha nascosto finora sotto litri e litri di liquore. David, che finora si era sempre mostrato forte e strafottente, in realtà ha così paura di vivere che si è incasinato da solo e davanti all’unica possibilità di cambiare, di essere felice, ha fatto un passo indietro per tutelare Cindy.
- Tu la ami davvero, non è così?
David non lo guarda, fa finta di sistemare dei documenti e per Emanuel è abbastanza.
 
Cindy ha pianto per più di un’ora, nascosta in un angolo dell’archivio, prima che Isabella la trovasse per caso e l’avvolgesse in un saldo abbraccio materno.

 

 

  
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