Anime & Manga > Kenshiro / Hokuto no Ken
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Autore: Redferne    10/07/2023    4 recensioni
Tre fratelli.
E una tecnica segreta che rappresenta la summa, lo stadio ultimo di una disciplina millenaria dall'incomparabile potere distruttivo.
Ed il modo in cui essa coinvolgerà le loro vite, ed i loro rispettivi destini.
Genere: Azione, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jagger, Kenshiro, Raul, Ryuken, Toki
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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CAPITOLO 20

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Non appena se ne uscì dall'armeria non gli bastò che riprendere immediatamente a osservare le indicazioni fornite dal signore e padrone del maniero. Ovvero seguire la cordata composta dagli uomini del Re disposti in due file parallele, che lo stavano affiancando sin da quando aveva messo piede all'interno della magnificente ma solitaria quanto silenziosa struttura.

Procedette lungo la via che gli avevano preparato i soldati e riprese le scale, salendo ancora più in alto.

Sempre più in alto, sino in cima. Ed arrivò proprio nel punto dove aveva immaginato.

Nel punto dove lo aveva visto l'ultima volta prima di infilarsi al chiuso, nel ventre del castello. Nel punto dove gli aveva dato e fornito precise disposizioni sul modo in cui si sarebbe dovuto presentare al suo cospetto.

Anche se più che disposizioni si erano trattati di ordini.

Ordini perentori, da seguire e a cui attenersi con scrupolo, e col sottinteso ma nient'affatto velato consiglio di non provare né osare minimamente a contestare o sgarrare.

Ma di non osare neanche per sogno. Nemmeno con l'idea o col pensiero. Pena la vita.

Quando Jagger uscì di nuovo alla luce del sole, avanzando lungo l'ampia balconata costruita sul tetto e che aveva già intravisto dal pianterreno, Shin stava ancora là.

Si trovava ancora nello stesso punto di prima, e non si era mosso di un solo millimetro.

Ma a differenza del loro precedente incontro con successivo scontro, questa volta non gli stava di fronte.

Non si era neanche girato. Aveva deciso di non concedergli nemmeno il lusso e il privilegio di poterlo guardare in faccia, una volta che avrebbero ripreso la loro conversazione.

Gli stava dando le spalle, senza particolare patema o preoccupazione.

Un gesto che poteva passare come piuttosto spavaldo e temerario. Oppure come piuttosto stupido e sprovveduto, a seconda dei casi e dei punti di vista.

Forse gli stava semplicemente dimostrando di non temere nulla da lui e da qualsiasi cosa che potesse provenire da lui. O magari voleva fargli capire che non era il caso di starsene sulla difensiva, e che il dialogo sarebbe proseguito da ora in poi su toni e binari decisamente più amichevoli.

Molto promettente, senza alcun dubbio. Anche se non bisognerebbe mai dare le spalle a un praticante di Hokuto, specie se si tratta di un maestro.

L'Hokuto é un'arte omicida, e trova la sua massima espressione nell'assassinio. Specialmente in quello silenzioso, che avviene nell'ombra.

E' un lavoro sporco, dove non bisogna dare assolutamente nell'occhio o farsi riconoscere o vedere da qualcuno mentre lo si compie.

Ma qualcuno deve pur farlo. E quel qualcuno é l'uomo di Hokuto. Da sempre.

Ed il buio e le tenebre sono i suoi amici, colleghi e compagni più fidati. Perché lo rendono invisibile. Ed invincibile.

Si dice che combattere contro uno di Hokuto equivalga a fronteggiare un intero esercito capace di scagliare e di lanciare ben settecentootto frecce in contemporanea e nelle stesso momento.

Tutte acuminate e cariche di veleno, tante quanti sono i punti vitali presenti e riconosciuti nel corpo di un essere umano. E tutte dirette verso di essi per trafiggerli, senza margine o possibilità di errore alcuno.

E quando si ha davanti uno di Hokuto non si dovrebbe mai commettere il madornale quanto clamoroso errore di non tenerlo sempre sott'occhio, ogni secondo.

Perché non appena ti sfugge alla vista, alla prima occasione che ha e che gli si dà di scampare e di sottrarsi a proprio sguardo...si é già spacciati. Morti.

Se lo lasci fare e gli dai il benché minimo campo d'azione...sei finito.

E quello stronzo non lo stava minimamente curando. Poteva esistere insulto peggiore, per un maestro dell'Hokuto – Shinken?

Praticamente gli stava dando da capire che non ne aveva bisogno o necessità, di farlo. Perché da lui e dalla sua arte sentiva di non dover temere pressoché nulla.

Per lui la Divina Arte erra da considerarsi inoffensiva.

In realtà non era niente di tutto questo. Perché c'era dell'altro.
Mancava un dettaglio. Un particolare era omesso, anche se non certo volutamente.

La minaccia, così come la sensazione che trasmetteva sino a saturare tutta la'ria e l'ambiente circostanti, era palpabile.

Con quell'atteggiamento a prima vista così irrispettoso ed irriguardoso nei suoi confronti, Shin gli stava lanciando un chiaro quanto inequivocabile messaggio.

Di stare attento. Ma molto, molto attento.

Sai chi sono. E sai che ti ho concesso il diritto, anzi il privilegio di starmi davanti e al mio cospetto.

Renditi conto di chi hai davanti. E tienilo bene a mente.

Quindi di ciò che hai da dire, e poi vattene.

Più chiaro di così...

Tanto valeva cominciare, dunque..

Era decisamente meglio non seguitare ad indugiare oltre.

E più saggio non attendere né farlo aspettare ulteriormente.

Inspirò profondamente, ed in quell'attimo preparò all'istante il discorso che intendeva fargli.

Un sermone, il suo, che aveva già preparato da tempo, del resto.

E poi attaccò.

“Salute a te, Shin” esordì.

“Vieni al dunque” lo smorzò l'altro. “Mi sembrava che lo avessi capito. E che ci potessi arrivare da solo, a capire di tagliare corto e di non farmi perdere altro tempo. Considera già un mezzo miracolo il fatto che io ti abbia concesso di discorrere con me. Anche solo di potermi rivolgere la parola, se pur per un breve attimo. Ma evidentemente, devo constatare che certi stupidi sono davvero troppo stupidi, per poter comprendere le cose per proprio conto.”

Jagger fece finta di nulla. Anche a fronte di quest'ennesimo insulto.

Si era già promesso e ripromesso a sé stesso di non reagire, e che tutto quello che avrebbe riguardato solo lui e lui solo soltanto, non sarebbe rientrato nel conto.

Che tanto, al momento giusto...gliel'avrebbero pagata tutti. Tutti quanti.

Cara e salata. Biondo stronzo e arcigno compreso.

“Sono qui per un motivo ben preciso, come potrai ben immaginare.”

“No, invece. Non lo immagino affatto. Così come non capisco affatto il motivo per cui sei qui. Per quale ragione hai messo piede nel mio regno?”

“Ecco, io...mi sono permesso di presentarmi al tuo cospetto come ambasciatore di pace.”

“Ambasciatore di pace, dici? E per conto di chi? Mi piacerebbe tanto saperlo.”

“Per conto dei miei due fratelli maggiori. Raoul e Toki.”

“Senti, senti....vorrai scherzare. E da quando in qua ti saresti messo a far da ambasciatore a loro due? Non credo te lo abbiano concesso, stando a quanto mi risulta. Così come non credo che sarebbero molto contenti, se sapessero del fatto che tu abbia deciso e avuto la sfrontatezza di prenderti una simile libertà. Soprattutto sul fatto di parlare e di agire in vece loro. A parer mio...sei qui ad agire in loro nome senza neanche averli interpellati. Ti stai prendendo un bel rischio, nel caso tu non te ne sia accorto.”

“Non preoccuparti di questo. Ritengo di saperne abbastanza sul loro conto da poterti riferire in tutta sicurezza dei futuri e possibili sviluppi.”

“Ah, sì? E cosa sapresti, di grazia? Cosa sai, di tanto interessante? Cosa mai sapresti, che può interessarmi?”

“Beh...giù da basso, poco fa, mi hai detto di temere la loro arte. Ebbene, io sono qui per dirti che non hai proprio nulla da temere, da loro due.”

“Tsk. E tu come faresti, ad esserne tanto sicuro? Sentiamo.”

“Prendi mio fratello Toki, ad esempio. Convengo che la sua tecnica é dir poco eccezionale, ma...la sua pericolosità é relativa. Lui rappresenta un caso a parte. Non ha ambizioni di sorta. Non é interessato alla fama, alla gloria o alla conquista. Non ha sete di potere. La sua unica intenzione é velleità e di utilizzare la Divina Arte di Hokuto al solo scopo medico e terapeutico. Vuole usare le sue conoscenze sugli tsubo per aiutare i malati e gli infermi a guarire dai loro morbi e dalle loro paralisi! Ma tu dimmi...che razza di spreco. Si può essere più idioti? Si può essere più idioti di così, secondo te? Non trovi anche tu che sia una perdita di tempo, eh? Una totale perdita, sia di tempo che di energie!!”

“Già. Può darsi. Ma ognuno ha il diritto di usare le sue capacità come più desidera. E come più gli aggrada.”

Molto, molto strano. Persino curioso.

Singolare, davvero.

Sembrava quasi...dava a momenti l'impressione di non voler insultare Toki nemmeno a distanza.

Forse non voleva permettersi di giudicarlo o di offenderlo nemmeno bisbigliandogli alle spalle, o con interposta persona.

A tal punto?

A tal punto doveva aver così tanta paura di lui.

“Proprio così, Shin” confermò Jagger. “Così come tu userai il tuo potere per ottenere tutto ciò che vuoi. E che desideri tanto ardentemente. Lasciati dire che ti capisco. Ti capisco perché anch'io la penso uguale, se ci tieni a saperlo. La penso proprio come te. Anch'io userò le mie tecniche per avere ciò che voglio! Tutto quel che voglio!!”

“Mph. E cosa vuoi, di grazia?”

“Quel che vuoi tu, in fin dei conti. Anche se mi accontento di decisamente meno, rispetto a te. Io non voglio un regno, un esercito o un castello. Non ne ho bisogno. Non mi serve. Voglio solo...voglio solo la libertà. La libertà di agire come mi pare. La libertà che viene data al detentore, reggente e successore della Divina Arte dell'Hokuto – Shinken! La libertà di dispensare la vita e la morte dalle proprie mani, a seconda della sua volontà e del suo capriccio! E la libertà che mi permetterà la stupenda forza garantita dal mio ruolo. Chi é più debole dovrà inchinarsi a me! Tutti i deboli dovranno inchinarsi ed obbedire a me, che sono più forte! Così come dovranno farlo con te, e senza minimamente osare o pensare di potersi opporre o di contraddirci! Questo pensiero...questa idea mi dà i brividi. Mi dona un piacere indescrivibile! Un piacere quasi mortale...”

“Ecco!!” Gridò. “Questo! Questo, é il vero potere!!”

“No, invece. Questa é una logica sbagliata” lo riprese Shin, contraddicendolo. “Una logica come la tua é quella dei perdenti, dei miserabili e dei falliti. In ogni luogo ed in ogni tempo. Da sempre.”

“Può darsi. Ma a me va bene così. Va benissimo così!!”

“Contento tu...”

“Si può sapere cosa c'é di strano? Poter ragionare così é il privilegio del reggente della Divina Scuola dell'Hokuto – Shinken! E' il diritto ed insieme il dovere legittimo del più forte!!”

“Ma tu non sei affatto il più forte” lo corresse nuovamente il biondo. “Se vorrai fare una cosa del genere, non é detto che tutto fili liscio come prevedi tu. Potrebbe toccarti di combattere contro tuo fratello. Toki ti impedirà senz'altro di fare una cosa del genere. Non ti permetterà, di agire così.”

“Te l'ho detto, io e te non abbiamo nulla da temere da uno così. Lui vuole aiutare la gente, ma non ha la benché minima intenzione di difenderla o di proteggerla. Lo farà solo e soltanto nella misura che la sua condotta morale e la sua missione gli concederanno. Lo si potrebbe quasi paragonare ad una santo, ma non é un crociato. Non sprecherà la sua vita a tentare l'impossibile. O a provare a cambiare il mondo. Salverà solo quelli che incontrerà ed incrocerà lungo il suo cammino, e quelli che il lavoro che si é scelto gli permetterà di ritrovarsi davanti. Ma non andrà in cerca di coloro che giudica violenti, o malvagi. Il suo scopo é di aiutare il bene, non certo di ostacolare o di punire il male.”

“Forse é proprio come dici” commentò Shin con tono freddo quanto indifferente, senza mostrare reazioni di sorta. “Chissà. Chi può saperlo, di questi tempi. Chi può sapere cosa aleggia nella testa di uomini simili.”

“Fidati” lo rassicurò Jagger. “E' come ti dico io. Lo conosco fin troppo bene. E in tal proposito...ne approfitto sin da ora per comunicarti che non c'é motivo per cui io e te si debba entrare in conflitto, un giorno. Anche il prossimo Dio della morte dovrà cominciare ad adeguarsi ai tempi che cambiano! Dovrà farlo, se non vuole che il suo ruolo venga inevitabilmente ridimensionato per poi cadere nel dimenticatoio e nell'oblio! E se la nuova era che sta arrivando sarà segnata dalla violenza e dalla forza...vorrà dire che io farò ed agirò in modo che accada ancora più alla svelta! Non lo impedirò in nessun modo, stà tranquillo. Anzi...se a dominare saranno i più forti e malvagi, io farò in modo di accelerare la cosa! Dal canto mio, farò in modo di velocizzare ancor più il processo! Te lo posso promettere sin da ora! Persino giurare, se vuoi! Perché non é di alcun mio interesse ostacolare i tiranni, o proteggere i deboli o gli innocenti! Perché nessuno é innocente, a questo mondo! E chi é debole...vuol dire soltanto che non ha le capacità per sopravvivere nel nuovo mondo che si verrà a creare, capito? Nel mondo che noi creeremo! Nel mondo che quelli come io e te andranno a costruire! Se moriranno, vuol dire che non erano degni di continuare a vivere, e che non vi é alcun posto per loro, qui! Ha ragione mio fratello Raoul! Per gli sconfitti, i deboli e gli incapaci non vi sarà che la morte, come unico premio!!”

“Raoul...” mormorò il biondo. “Ecco, vedo che ci sei arrivato. Ci siamo arrivati. A quanto ne so, lui ha mire ed obiettivi differenti da Toki. E sono gli stessi dei nostri. Sono identici ai miei. Sono che sono moltiplicati per mille, ed elevati all'ennesima potenza.”

“Lui vuole il mondo” continuò. “Ma l'intero mondo non gli basta. Non gli é di certo sufficiente. Quello non é che il principio. E solamente l'inizio. Da lì vuole passare al cielo, per scalzare Dio. Per usurpargli il trono dell'eternità. Ma non potrà ascendere alla conquista del regno celeste, se prima non riuscirà ad ottenere ed ereditare tutta quanta la Terra. E se davvero vuole possedere l'intero pianeta...é inevitabile che prima o poi finirà col mettere gli occhi e le sue brame anche sul mio regno, e i miei possedimenti. E io e lui dovremo scontrarci.”

“E' fatale che arrivi quel giorno, prima o poi” concluse. “Ed oltretutto...se mai succederà, non sarà solo per quel motivo.”

“Tu ti preoccupi troppo” minimizzò l'allievo di Hokuto. “Ti riempi la testa con mille e mille pensieri inutili. Che ti creano solo paure e timori totalmente ingiustificati. E un condottiero non si muoverà mai, se é la paura a guidarlo. Un sovrano del tuo rango non può permetterselo.”

“Quel giorno di cui tu parli é ancora molto lontano” gli spiegò. “E fa parte di un futuro ancora ignoto. Chissà cosa mai potrà accadere, prima di allora. E quante ne accadranno, prima che arrivi. Il mio fratello più anziano ha un intero mondo, prima di dover giungere ad incrociare le armi con te. Inoltre, ha ancora un intero esercito da doversi costruire. E una tecnica da dover affinare a dovere, nonostante sia già eccelsa. Mi ha già dato da capire che é sua ferma volontà ed intenzione piegare i maestri delle scuole minori che non lo appoggeranno nei suoi piani, in modo da ridurli all'impotenza e carpire così le loro tecniche segrete. Ma come ti ho appena detto...vale solo per le scuole minori. Non ha intenzione di fronteggiare un Sacro Pugno di Nanto, anche se di fatto non teme nulla e nessuno. Ma affrontare te significa attirarsi le ire e doversela vedere anche con i restanti Sacri Pugni, e lui non vuole questo. Un attacco contro di te equivarrebbe ad un'autentica dichiarazione di guerra nei confronti degli altri cinque Generali dei Sacri Cancelli Imperiali, e Raoul non si vuol mettere contro di vuoi tutti insieme contemporaneamente. Soprattutto contro il Sacro Imperatore, visto che detiene la Tecnica più potente tra tutte le vostre centootto discipline.”

Ed inoltre...” continuò, “...ho sentito dire che il detentore della vostra Scuola HOO – KEN, il PUGNO DELL’UCCELLO MITOLOGICO, abbia ottenuto un corpo inscalfibile. Pari a quello del mitico HOUHOU, della leggendaria araba fenice! Dell'animale che da sempre é spirito guida e protettore di quella disciplina, nonché suo nume tutelare! Sembra che nemmeno la nostra tecnica dell'Hokuto Shinken possa nulla contro di lui. E pare che i suoi tsubo vitali siano pressoché irraggiungibili! Corre persino voce che non li abbia neppure!!”

Così pare...” si limitò a confermare Shin, con tono svagato. Ed in tutto questo non si era ancora girato.

Non, non aveva ancora deciso di farlo. E nemmeno dava l'aria di averne l'intenzione.

“Mi devi credere” insistette Jagger. “La supremazia di Hokuto non é affatto così scontata come si possa credere. Lascia che te lo ripeta di nuovo...cosa c'é di certo a questo mondo, ormai? In un mondo come questo? Perché é pur vero che se Nanto agisce ed entra nel caos, Hokuto deve intervenire per fermarla e ripristinare l'ordine. Ma se é Hokuto a muoversi per primo, e senza alcun motivo...allora Nanto si ricompatta, e ridiventa tutt'uno. E Raoul non lo vuole, te l'ho detto. Lui...mio fratello preferisce che le cose restino così. Che voi rimaniate così.”

Shin sogghignò.

“Certo” disse. “Come no. Logico, che ci preferisca così. Divisi. Almeno potrà sistemarci come quando e meglio crede, e senza alcuna difficoltà.”

“Te l'ho detto, Shin. Quel giorno di cui parli appartiene al futuro. E' ancora lontano. Fino ad allora, sarete liberi di agire, ed ognuno di voi sarà libero di fare quel che ritiene più proficuo ed opportuno. Tanto, qualunque cosa facciate o decidiate di fare, non é del tipo che può dare fastidio ad uno come lui.”

Allargò le braccia, come a volergli mostrare, oppure dimostrare qualcosa.

“Guarda!!” Gli fece. “Il mondo é tanto grande. Così grande...io dico che c'é posto per tutti. Per tutti quelli come noi. Del resto la storia lo insegna, lo ha sempre insegnato. I tiranni non si fanno la guerra tra loro, a meno che non vi siano costretti. E poi...lo hai detto anche tu. Chissà cosa può mai frullare nella testa di uomini come mio fratello. Oggi il mondo, domani...domani il cielo. E poi...poi chissà! Chi può mai saperlo? Raoul mira al cielo. Ma una volta che intraprenderà la scalata al cielo, vi sarà bisogno che qualcuno rimanga sulla Terra. Per gestirla e per governarla. E credo...credo che la lascerà a voi. E scommetto che ne sarà bene felice! Sarà ben felice, di farlo! A lui non interessa affatto combattervi, te l'ho detto. A mio fratello preme soltanto che nessuno lo ostacoli nella sua impresa. E non essere d'accordo con lui non significa affatto ostacolarlo! Quanta gente, quanti subalterni rimangono alle dipendenze e alle obbedienze dei loro superiori e svolgono tutti i loro ordini e comandi, pur odiandoli! Io credo...io credo che si possa convivere tutti quanti tranquillamente, pur standosi sui coglioni a vicenda. Dopotutto...ci si può anche odiare in santa pace, no? Non lo trovi anche tu?”

“Piuttosto...” buttò lì sibillino, qualche istante dopo. “visto che stavi parlando e hai tirato in ballo i miei fratelli...noto che ne manca uno, all'appello.”

“Non ne hai menzionato uno” gli ribadì. “O forse...hai volutamente evitato di farlo?”

Shin parve esitare, per un attimo.

Jagger sogghignò, da sotto alla maschera.

Tutta quanta la sua gelida indifferenza e noncuranza mischiata alla sua fredda sicurezza erano come svanite di colpo. Evaporate, da un momento all'altro.

Lo Shin cinico, analitico e calcolatore aveva lasciato spazio a quello incerto ed insicuro.

L'aveva punto sul vivo. Aveva trovato il nervo scoperto.

E come Raoul gli aveva insegnato...quando si trova il punto debole, bisogna insistere sempre e soltanto su quello, fintanto che non scompare. O se l'altro é talmente imbecille da continuare a volerselo tenere e lasciare dove sta, senza nemmeno provare a neutralizzarlo.

Tanto valeva battere il ferro finché era ancora bello caldo.

“Sentiamo” gli fece. “Cosa pensi di Kenshiro?”

Nessuno poteva immaginare quale terribile prezzo gli stava costando anche solo il doverlo nominare.

Gli si stavano letteralmente rivoltando le budella per il disgusto. E si sentì come se fosse lì lì sul punto di vomitare e rigettare di stomaco, quasi.

Ma era per un buon motivo. Il suo. E le buone cause richiedono sempre qualche sacrificio.

Avrebbe avuto tutto il tempo di fargliela ripagare e cacare a dovere, a quello stronzo.

E già solo per quello godeva. A pregustare il momento in cui gliele avrebbe ridate tutte indietro fino a ripagargli per intero il conto. Interessi compresi.

“D – di lui...” disse il biondo con un fremito, “di lui preferisco non parlarne.”

Aveva esitato. E stava tuttora esitando.

Evidentemente anche lui doveva costargli parecchio, parlarne. Almeno quasi quanto gli doveva essere costato a Jagger. Se pur per poco, pochissimo.

“Preferisco non parlarne” ripeté infastidito Shin. “Perché su di lui non penso nulla. Anche se...”

“Anche se?”

“Anche se...una cosa da dire ce l'avrei, a riguardo.”

“Ah, sì? E sarebbe?”

“Posso solo dire che tuo fratello minore é fortunato. Molto fortunato.”

Ecco.

“E' proprio di questo che volevo parlarti, Shin.”

“D – di questo? Cosa...che cosa intendi dire?”

“Col fatto che mio fratello é fortunato ti stai riferendo a Julia, non é forse così? Intendo dire che provo una gran pena, per quella fanciulla.”

“P...pena, dici?”

“Esatto. Pena. Una profonda pena. Sin dal primo momento che l'ho vista e incontrata. Ed ancor di più quando ho scoperto chi é che aveva scelto. Dopo aver saputo e sentito con le mie orecchie a chi é che aveva deciso di donare il suo cuore, i suoi sentimenti ed il suo amore. Non riuscivo a crederci, davvero. Beh, detto tra noi...sai cosa penso? Che é un peccato. Un gran peccato, davvero. Perché può anche darsi che l'amore é cieco e che non conosca ragioni, ma...per me quella ragazza é stata fin troppo avventata e sprovveduta. Perché é davvero un gran misero destino quello che l'attende.”

“Proprio così” insistette. “L'aspetta una ben misera fine, se le cose non cambieranno.”

Sia dalle prime battute del nuovo discorso che aveva appena intrapreso, le sue parole si erano fatte via via sempre più cordiali e confidenziali. Ed aveva preso pure ad avvicinarsi, senza alcun timore.

A Jagger era tornato il coraggio. Perché lo stava tenendo in pugno, con quell'argomento. E lo sapeva.

Lo sapeva benissimo. Aveva capito sin da subito quali fili tirare, e sin dal primissimo istante.

“E la vuoi sapere un'altra cosa, visto che ci siamo?” gli chiese. “Se accetti il mio onesto parere...Julia é davvero sprecata, per quell'idiota di mio fratello. Quel pusillanime di Kenshiro non la merita. Non ne é assolutamente degno. Una come Julia, una così candida, pura ed innocente...merita molto di più. Molto più di quella miseria che può offrirgli un imbecille come quello. Merita un amore altrettanto puro, candido ed innocente. Uno...uno come il TUO.”

“Tu!!” Esclamò, come colto dal fulmine o dalla scintilla di un'improvvisa intuizione ed ispirazione.

“Sì! Tu, Shin! Tu sei in grado di farlo! Tu sei il solo che la merita, che la meriterebbe per davvero! Perché solo tu sei in grado di offrirle l'amore che merita! L'amore degno di una Dea scesa tra i mortali quale é lei!!”

“Smettila” gli intimò Shin. “P – perché...perché mi stai dicendo queste cose? E per quale motivo vieni a dirle proprio a me?”

“Suvvia, Shin. Non essere sciocco. Mi hai preso per un idiota, per caso? Credi davvero che sia così stupido? Per quale motivo credi che sia venuto a dirti tutto questo, eh? Perché so che tu provi gli stessi sentimenti di quel verme di mio fratello minore, ecco perché! La ami anche tu! Julia ti é sempre piaciuta! Prova a negarlo, se ne hai il coraggio! E se tu la ami proprio come io penso...non ti rimane che una cosa, da fare. Una soltanto, prima che sia troppo tardi!!”

“E...e sarebbe a dire?”

“Oh, e molto semplice. PRENDILA, Shin. Devi prenderla. Prenditela e portatela via con te, se ci tieni alla sua vita!!”

Jagger aveva guadagnato sempre più terreno, nel frattempo. E passo dopo passo, inesorabilmente...gli era ormai giunto alle spalle. Con l'altro che se ne rimaneva in perfetto quanto religioso silenzio. E che non faceva più una sola ed assoluta piega.

Oh, sì.

Lo stava letteralmente tenendo in pugno, con la scusa di far finta di tenerselo e di portarlo sul palmo di una mano.

Lo teneva in pugno. E per le palle.

Perché partono tutte da lì, le decisioni di un uomo.

Di un vero uomo. E di uomini come Shin.

Da laggiù. Dalle palle.

Si cerca una femmina che possa riempire il vuoto del cuore, quando in realtà é proprio il contrario. E cioé di svuotare il pieno di una parte situata parecchio più sotto.

Gliele stava già stringendo e soppesando, in attesa di dargli la stretta finale e decisiva.

Già. Non gli rimaneva che strizzare, adesso. E godersi lo spettacolo.

“Ascolta, Shin!!” Gli fece. “Ascoltami! Non dirmi che hai davvero intenzione di arrenderti e di lasciar perdere così! Perché dovresti farlo, eh? Per quale motivo dovresti cedere? Sentiamo! Lo sai anche tu come é fatto mio fratello minore! Non ha scorza, é troppo ingenuo e sprovveduto! Non é altro che un inetto, un incapace ed un debole! Non se la caverà a lungo! Non potrà sopravvivere alla nuova era che sta arrivando! Non ha alcuna speranza! Non ha neanche una minima possibilità, di farcela! Non sarà in grado di proteggerla e di difenderla! E quando quello non ci sarà più...quando lo avranno ucciso, che fine credi che farà Julia? Finirà nelle mani di qualcun altro! Del primo che capita! Il primo che passerà di lì la catturerà e la farà sua, che lei lo voglia oppure no! E se lei non ci starà, o non vorrà...verrà ammazzata a sua volta! Rifletti, Shin. Vuoi davvero che quella ragazza faccia una simile e così misera fine? Vuoi davvero che la donna che tu ami, che ami più di ogni altra cosa al mondo finisca così?!”

“Sul serio ti sta bene così?” Insistette. “Beh...io non credo! Non ci voglio credere! Mi rifiuto, capito? Non oso pensare che un uomo del tuo calibro se la lasci scappare così dalle proprie mani! Che se la lasci scappare senza far nulla! Ricorda che questa che sta arrivando...l'era che sta arrivando é quella dei demoni! E in un'epoca simile sorride solo il DIAVOLO! Perciò bisogna anche diventarlo, all'occorrenza. Per il bene di chi amiamo bisogna essere disposti a tramutarsi anche in belve feroci ed assetate di sangue!!”

“Hokuto e Nanto sono le due facce di una stessa medaglia” intervenne Shin, riprendendo così la parola. “E Julia é l'erede di Nanto consacrata ad Hokuto per ristabilire l'equilibrio. E' il suo destino, da sempre. E' quella, la ragione per cui l'hanno condotta lì da voialtri sin da bambina. L'erede legittima di Nanto deve stare con il legittimo successore di Hokuto, non con un Generale dei Sacri Cancelli Imperiali quale sono io.”

“Nanto non può stare con Nanto stessa” proseguì. “E' impossibile, inaudito. Tutto ciò va contro l'intera armonia dell'universo. Se lo facessi...mi dichiarerei colpevole di fronte a tutto quanto l'intero creato. Si scatenerebbe il caos. E firmerei la mia condanna a morte.”

“Pfui!!” Obiettò sprezzante Jagger. “Quel che dici sono pure eresie. Nient'altro che sciocchezze. Hokuto, Nanto...credi davvero che questo cosa abbiano ancora valore, oggigiorno? Credi che avranno mai un valore, in futuro? Le arti mortali sono tutte finite, amico mio. Così come certe gerarchie ed ordini costituiti che se ne stanno immobili ed immutabili da interi millenni! Il rango, il grado ed il titolo non conteranno più nulla! Più niente! Ormai chi vuole qualcosa o qualcuno, chiunque vorrà qualcosa o qualcuno...sarà libero di potersi prendere ciò che più gli aggrada. E se é abbastanza forte e potente, potrà prendersi tutto quel che vuole e che desidera, senza più alcun limite! Te l'ho già detto e te lo ripeto ancora...và oltre. Supera certe stronzate, una buona volta. Ormai sono completamente prive di senso.”

“Tu la fai facile” gli rispose Shin. “Tanto sarei io a rischiare, poi.”

E comunque Kenshiro...”proseguì, “...Kenshiro non costituisce certo l'unico problema. Trattandosi di Julia...ci sarebbe inevitabilmente di mezzo anche Raoul.”

“Cosa?!”

“Proprio così. I tuoi tre fratelli sono tutti quanti innamorati di Julia. Compreso il tuo fratello più anziano. E' questo, il motivo di cui ti parlavo prima. Il motivo per cui prima o poi io e lui si dovrà entrare in conflitto. Toki sembra aver accettato di buon grado che suo fratello minore e Julia si siano messi insieme, ma per Raoul...per Raoul é ben diverso. Lui la vuole. La vuole esattamente quanto la voglio io. E non si fermerà di fronte a niente, pur di averla. Non appena saprà che l'avrò presa io...si metterà sulle mie tracce e mi inseguirà. E ti ho già detto che non ho la benché minima intenzione di combattere contro di lui. Temo troppo il suo pugno. Non é detto che riesca a sconfiggermi, ma...potrebbero non esserci vincitori, dal nostro duello. Vi sono serie quanto concrete possibilità che ne verremmo fuori sconfitti entrambi. E piuttosto malridotti, nella migliore delle ipotesi. E talmente menomati che potremmo essere costretti...che dovremmo accantonare ambedue i nostri propositi di conquista. Forse per sempre, addirittura. E questo...questo nessuno lo vuole. Io no di certo. E ho buon motivo di credere che neanche lui lo voglia.”

“Ecco” puntualizzò Jagger. “Lo hai detto. Lo hai proprio detto, cazzo. Nemmeno Raoul lo vuole. Ti stai facendo sin troppi problemi. E prima del tempo, a parer mio. Il tempo di cui parli é ancora lontano. E sta a te decidere come e se dovrà arrivare. Tu e Raoul avrete tutto il tempo di trovare un accordo, su Julia.”

“Tu non di devi preoccuparti, di questo” lo rassicurò. “Non ti devi assolutamente preoccupare. Può darsi magari che sia come dici tu, certo. Ma anche se così fosse...Julia non é la priorità per lui, al momento. Proprio così. Nonostante ci tenga, quella fanciulla non sta in cima alla lista dei suoi desideri, almeno per ora. E puoi stare più che sicuro che non lo sarà per un bel pezzo. Te lo garantisco io.”

“So bene che anche lui la desidera” ammise. “Mph. E chi non la vorrebbe, in fin dei conti? E' una donna bellissima, il meglio che un uomo potrebbe volere. Diamine, pensa che la voleva persino il primogenito della sua famiglia adottiva! Persino il suo fratellastro voleva sposarsela! E lo avrebbe fatto, se i legami di sangue non glielo avessero impedito! Ma tieni conto che al mio fratello più anziano interessa il possesso, non certo l'amore. Per lui l'amore é una cosa da sdolcinati. Da autentici rammolliti. Lui é un Re, un condottiero! Ed un condottiero esprime ciò che prova e i suoi sentimenti allo stesso modo in cui vive, pensa ed opera. E cioé con l'appropriarsene, a dispetto di tutti e della volontà e del parere degli altri! Anche Raoul vuole Julia, certo. Ma la vuole perché é una cosa bella. Ed il suo sogno rimane la conquista del cielo, ricorda. Ricordatelo bene. Non metterà mai una donna davanti al cielo. Nemmeno se si trattasse della sua preferita! Non lo farebbe nemmeno per Julia, sappilo! Nemmeno per lei! Se ragioniamo in tal senso...lei rappresenterebbe la classica ciliegina sulla torta. La ricompensa finale per il lungo lavoro svolto! Tornerà a reclamarla solo quando si sarà impadronito di tutto. E fino ad allora...potrebbe anche decidere di lasciartela, chissà. Dopotutto sa che con te é in buone mani. La difenderesti da chiunque, e non permetteresti di toccarla a nessuno che non sia tu, nemmeno con un solo dito! Sai come si dice...alle volte nessuno come il tuo peggior nemico é in grado di tenere da conto le cose a cui tieni, no? E comunque, come ti accennavo poc'anzi...avrete tutto il tempo di trovare un accordo, a riguardo. La guerra in cui si vuol lanciare mio fratello é una guerra infinita, che temo non terminerà tanto presto. E mentre sarà impegnato a combattere...non potrà portare Julia con sé, durante i suoi ripetuti viaggi e spostamenti. Avrà senz'altro bisogno di qualcuno che ne abbia cura, e che la tenga d'occhio. E anche se un giorno dovesse davvero riuscire nel suo intento e dovesse malauguratamente tornare a riprenderla per portarla via con sé...beh, può sempre darsi che prima o poi se ne stufi. E allora vedrai che la lascerà di nuovo a te. Tutto può essere.”

“Tutto può essere, Shin” gli ripeté. “E in ogni caso...avresti un bel po' di tempo a disposizione per divertirti con lei e spassartela a dovere, no? Ah, ah, ah!!”

Furono quelle parole.

Furono quelle, le parole che Jagger non avrebbe mai dovuto dire. Ed oltretutto ebbe la pessima quanto disgraziata idea di unirle con una risata sguaiata quanto totalmente fuori luogo ed inopportuna.

Shin, ad udire tutto ciò, si risvegliò come di colpo da torpore ammantato di disinteresse nel quale sembrava essere sprofondato da qualche minuto.

Si girò di scatto, spalancando le braccia e piegando lievemente e leggermente le gambe dopo averle piazzate alla stessa e medesima distanza delle spalle.

I muscoli erano tenuti tesi e contratti, come se fosse pronto e sul punto di scagliarsi all'attacco da un istante all'altro.

“T – Tu!!” Urlò. “Razza di miserabile!!”

Jagger, d'istinto, si spostò all'indietro inorridito. E nel farlo inciampo e cadde direttamente sul proprio fondoschiena. E dalla posizione seduta in cui si trovava non poteva fare a meno di continuare a guardarlo.

Gli occhi del biondo guerriero erano letteralmente iniettati di sangue. Ed il volto aveva assunto un'espressione famelica e feroce, con i lineamenti tiratti e le due file di denti tenute ben serrate ed esposte in bella vista. Come quelli di una fiera.

Di una belva assetata di carne e di sangue.

“A – aspetta!!” lo implorò Jagger, mettendo una mano verso la sua direzione in evidente segno e rischiesta di tregua ed armistizio. “I – io...io ti giuro c – che non volevo...s – se ho detto...se ho detto qualcosa di male o c – che non dovevo, i – io...io t – ti c – chiedo...”

“Sta zitto!!” Ruggì Shin, ammutolendolo. “Devi stare zitto, mi hai sentito? Lurido animale che non sei altro! Devi tenere chiusa quella tua bocca di merda, é chiaro? Ma come osi? Come osi parlare di LEI in questo modo?!”

“I – io...”

“Taci!! Taci, ho detto. Tu non ti rendi conto di chi stai parlando. La fanciulla del cui nome tu osi riempirti la bocca é come un puro giglio. Il più puro e profumato tra i fiori, capito? E tu ti permetti di oltraggiarla parlandone in questo modo! Chi o cosa credi che sia Julia, per me? Pensi forse che io possa trattarla come una prostituta? Che me possa disfare dopo averne approfittato? Fottuta bestia immonda che non sei altro...dovrei ucciderti adesso, solo per questo! Seduta stante! E solo per avermi costretto ad usare un termine così infamante e ad associarlo a LEI!! Julia...Julia é come una DEA! Una Dea, mi hai sentito? Una dea scesa dal cielo tra voi miseri e schifosi mortali, per condividere la sua bellezza con le vostre squallide quanto inutili esistenze!!”

Sembrava davvero sul punto di farlo a pezzi con le sue mani. Ma subito dopo, incredibilmente...si calmò.

La sua bocca si chiuse, pur mantenendo uno sguardo oltremodo severo. E decise di ricomporsi.

Si girò, dando e concedendo di nuovo le spalle al suo visitatore.

“Vattene” gli intimò. “Vattene, ora. E non farmelo ripetere due volte. Lasciami solo. Devo riflettere su alcune cose, e decidere sul da farsi.”

“P – prometti...” balbettò Jagger mentre si rialzava e rimetteva in piedi, “promettimi solo che penserai a quel che ti ho detto.”

“Ci penserò” fu la secca risposta da parte di Shin. “E' tutto ciò che ho da dirti. E non ho intenzione di farti sapere altro, in merito. Adesso sparisci. Ti ho detto che non ti avrei ucciso solo per rispetto nei confronti dei tuoi due fratelli maggiori, ma sono sempre in tempo per cambiare eventualmente idea. Ed é quel che farò, se non ti levi immediatamente di torno. Tu e quella tua disgustosa testa deforme. Và via!!”

No. Decisamente non vi era bisogno di farselo ripetere un'altra volta. Non era proprio il caso.

Jagger guadagnò l'uscita alla chetichella ma con una certa sollecitudine, camminando all'indietro per paura di venire aggredito mentre si ritirava.

Prese l'uscita e si dileguò, veloce come il vento.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Se ne rimase anche lui nascosto dentro ad una coltre di perfetto quanto inespugnabile silenzio, mentre si stava allontanando dalla cittadella fortificata, allo stesso modo e dello stesso genere in cui aveva deciso di trincerarsi il suo interlocutore. Nonché colui che lo aveva appena congedato.

Prima di perdere le staffe e di cacciarlo via in malo modo e nell'arco di un paio di secondi netti e pure scarsi, s'intende.

E adesso stava procedendo proprio come era entrato. Circondato da due file di soldataglia, come in un cordone sanitario o di sicurezza nei pressi ed in concomitanza di qualche evento. Con i più che, a vederlo allontanarsi a passo lento ma di gran carriera non ce la facevano proprio a nascondere e a celare un sorriso.

Di conforto. E di evidente quanto conclamato sollievo.

Quello che si esibisce a sé stessi senza dare però particolarmente o vistosamente nell'occhio, a fronte di una persona non gradita ed indesiderata che per nostra gioia ha decuiso finalmente di levare il disturbo e di togliersi e sciacquarsi dallo scroto e dalle palle.

Davano tutta quanta l'impressione che con l'imminente commiato da parte di quel tizio a dir poco inquietante, l'aria tutt'intorno ne setsse iniziando in qualche recondito modo a risultarne via via sempre più alleggerita. Decisamente.

Come se uno avesse mollato una loffa di quelle davvero puzzolenti e tremende, lì in mezzo. E che poco prima di asfissiare tutti fosse riuscito, non si sa come e chissà per mezzo di quale sortilegio o magia, di riuscire a risucchiarsela tutta quanta di nuovo nel suo culo da dove era uscita.

Doveva emanare un gran odore di merda, anche al solo vederlo.

Fu solo quando uscì finalmente dalla cinta muraria e dai bastioni della Croce del Sud che l'impassibilità di quella massa informe che ormai costituiva più della metà del suo volto si sciolse.

E fu solo allora che anche Jagger si concesse un sorriso di gusto. Anche se per tutt'altro motivo.

Era andata. Era fatta.

Ce l'aveva fatta.

Certo, aveva corso qualche rischio. Ben più del dovuto e di quelli che aveva immaginato e previsto, ma...il suo piano era andato a buon fine.

Il suo stratagemma era andato in porto.

Era fatta. Lo aveva intortato a dovere.

Era riuscito a convincerlo.

Glielo aveva messo contro.

Non poteva dire di avere ancora la conferma ufficiale e definitiva, ma era chiaro e lampante che Shin avrebbe fatto senz'altro qualcosa. E non se ne sarebbe rimasto a guardare con le mani in mano.

Assolutamente. Non lo avrebbe mai permesso.

Lo aveva convinto ad agire nel momento stesso in cui il biondo lo aveva invitato ad entrare nella sua dimora.

Per il resto...gli era bastato guardarlo in faccia non aveva appena nominato quella stronza.

Ma soprattutto gli era bastata ed avanzata la sua reazione furibonda non appena gli aveva accennato al fatto che Julia sarebbe rimasta senza nessuno che la potesse difendere, proteggere.

Si dice che un vampiro diventi invulnerabile a qualunque cosa nel momento stesso in cui lo lasci oltrepassare la soglia e l'uscio di casa tua.

Ovviamente é sufficiente non farlo, ma per fortuna...qualche coglione sprovveduto lo si torva sempre.

E Shin quello, era.

Un coglione. Nient'altro che un povero coglione. Che era buono soltanto di giocare a fare il despota ed il tiranno sanguinario, ma che in realtà si faceva consigliare e guidare anche lui dal cuore e dai sentimenti. Anche se aveva una maniera tutta sua e ben strana, di dimostrarlo.

Dall'amore.

Un vero coglione, appunto. Esattamente come quel bastardo.

Quel grandissimo bastardo e figlio di puttana che aveva osato ridurlo così.

Uomini come quello e come Shin sarebbero stati destinati a soccombere, nella nuova era che già stava facendo capolino. Se si riusciva ad avere lo stomaco ed il fegato di poterli chiamare uomini.

No, non erano uomini. Uomini erano piuttosto quelli come lui e come suo fratello Raoul, che non si facevano dominare e piegare da un'insulsa femmina con la patetica scusa di rispettarla.

Uomini come loro erano destinati ad ereditare e a dominare il mondo, un giorno. Ed insieme ad esso la Divina Arte dell'Hokuto – Shinken, anche.

Ora avrebbe pensato a tutto lui.

Le loro faccende non lo riguardavano più.

Loro due, i loro destini e quel che avrebbero fatto e che sarebbe accaduto e successo non lo riguardava più. E nemmeno gli interessava.

E lo stesso discoros valeva anche per quella stupida puttana.

Se fosse stato Shin a vincere, gliel'avrebbe lasciata tranquillamente. E se si fossero eliminati a vicenda, l'avrebbe presa con sé per poi portarla a consegnarla direttamente a Raoul.

C'era da scommettere che l'avrebbe accolto a braccia aperte. E che gli avrebbe proposto senz'altro di entrare tra le sue fila.

Dopotutto, era ciò che voleva. Sin dall'inizio.

E se Raoul non l'avesse voluta...ci avrebbe pensato lui, a trovarle una sistemazione.

L'avrebbe venduta al miglior offerente. E per un pezzo di carne così pregiata e di prima scelta gli acquirenti potenziali non mancavano di certo.

Avrebbero fatto a gara. E l'avrebbero riscattata e pagata a peso d'oro.

Senza dover contare che era pure illibata...forse.

Perché non lo si poteva mai dire con certezza. Non ci si poteva mettere di sicuro la mano sul fuoco.

Lui non lo avrebbe fatto di sicuro.

Erano tutte uguali le donne, in fondo.

Tutte troie. E dall'uomo non volevano che una cosa.

Magari quella aveva già fatto tutto senza che lo si venisse nemmeno a sapere.

Ed il tutto con quel branco di emeriti imbecilli che stavano lì a lottare e a scannarsi per contendersi la virtù di una che magari teneva la fica più sfondata di un vecchio divano mezzo rotto.

La prova suprema dell'inguaribile coglionaggine di certi esemplari di maschi.

E no. Lui francamente non se la sarebbe neppure scopata, nonostante fosse una vera e rara bellezza.

A quello ci avrebbe pensato lo stronzo figlio di mignotta che se la sarebbe comperata. Ed accollata.

Era un onere che era ben disposto a cedergli più che volentieri.

A Jagger l'idea non gli passava nemmeno per l'anticamera del cervello. Men che meno per quella dei coglioni.

Per il semplice fatto che non gli andava di infilare il cazzo nello stesso buco dove un giorno avrebbe potuto pure infilarlo quello stronzetto. La sola idea lo schifava.

Con un pizzico di fortuna...gliel'avrebbe strappata via prima ancora che si fosse potuto levare la soddisfazione di farsela almeno una volta, al povero verginello.

Neanche la consolazione di sbattersela e di spararsi la prima fottitura della sua vita, doveva lasciargli.

Doveva morire come aveva vissuto. Senza sapere e capirci un cazzo di niente.

Come un insetto. Come l'insetto che era.

Che suo fratello minore potesse uscirne vittorioso era da escludere. Da escludere categoricamente.

Da non prendere nemmeno in considerazione.

Perché era troppo giovane, troppo piccolo, troppo inesperto. Troppo scarso. Troppo incapace.

E troppo vigliacco.

Non era altro che un debole, che persino in battaglia si faceva mille problemi, remore e scrupoli di ogni tipo quando si trattava di ferire, danneggiare o fare del male a qualcuno. Persino quando quel qualcuno era uno che avrebbe voluto tanto ucciderlo e farlo a pezzi.

Era talmente cretino da ostinarsi a voler negare anche l'evidenza.

Non avrebbe mai avuto il coraggio di ammazzare Shin, nemmeno se messo alle strette e con le spalle al muro. Così come non aveva avuto il coraggio di dare il colpo di grazia a lui.

Mentre Shin...

Aveva come l'idea che Shin non si sarebbe posto gli stessi problemi, al momento giusto e decisivo.

Non avrebbe esitato. In quello era da considerarsi come lui. E come Raoul.

Almeno in quello.

Perfetto. Semplicemente perfetto.

Comunque andasse, comunque fosse andata...suo fratello minore era destinato a perdere.

A perdere lo scontro. A perdere la sua donna. A perdere la sua vita.

A perdere tutto. Per poi morire.

Il ghigno maligno si trasformò in una risata fragorosa.

Aveva imbastito uno spettacolo di prim'ordine. E non vedeva l'ora che cominciasse, per goderselo tutto dal primo all'ultimo istante.

Ed in prima fila, pure. Si era già auto – prenotato un posto, se era per quello.

Finalmente le ocse stavano cominciando ad andare per il verso giusto.

Il futuro era roseo. E luminoso.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Rimase sulla balconata ad osservare la grottesca e claudicante figura che si allontanava, e le tenne gli occhi addosso sino a quando non la vide sparire oltre l'ultima fila di grattacieli.

Ottimo. Adesso poteva finalmente tornare a concentrarsi sui propri pensieri.

Shin si riteneva forte ed invincibile, secondo il tipico modo di ragionare dei leaders e dei condottieri.

Praticamente imbattibile, grazie ai poteri che gli conferiva il suo Sacro Pugno.

Il NANTO KOSHU – KEN, lo stile dell'Aquila Solitaria. Una delle Sei Discipline Maggiori, a capo di tutte le centootto scuole della costellazione caratterizzata dalla splendente Croce del Sud.

Eppure...era preoccupato. E non riusciva ad ignorarlo né a nasconderlo. Nemmeno a sé stesso.

Ne sapeva a sufficienza sul conto della Divina Arte dell'Hokuto – Shinken da potersi tranquillamente rendere conto che affrontarla non costituiva di certo uno scherzo. Neppure per un maestro quale era lui.

Ovviamente si dice da sempre che non contano gli stili praticati.

Nessun stile é superiore o meno ad un altro, conta solo l'abilità e le conoscenze di chi lo pratica.

Ma anche da quel punto di vista...era innegabile che la Divina Scuola avesse avuto una fioritura di talenti a dir poco eccezionali, in quest'ultima generazione di adepti.

Persino Kenshiro, che era sicuramente l'allievo più giovane, non andava affatto sottovalutato.

Aveva già dato prova di capacità a dir poco tremende, nelle volte in cui le loro scuole si erano radunate per delle sfide a puro scopo dimostrativo, e che in quanto tali venivano bloccate ed interrotte al primo sangue versato.

Anche se le botte scambiate erano dannatamente vere e reali, però. E ne facevano testo i diversi combattenti che ne uscivano pesti e con le ossa rotte. Nel migliore dei casi.

Ad un certo punto avevano deciso di proibirli, perché l'infermeria era già bella piena. Di questo passo, si sarebbe dovuto iniziare a scavar fosse per poi portare i feriti e i moribondi direttamente al camposanto. E poi da lì al crematorio, che a quel punto ci mancava solo quello.

Restava comunque il fatto che la Divina Arte di Hokuto era davvero potente.

Molto, molto potente. Però...

Però durante il combattimento con quella sottospecie di ominide, di scarto di verme dal cranio ormai reso deforme aveva iniziato a rendersi conto di una cosa.

Era stata una roba di breve durata, e non si era nemmeno impegnato al massimo delle sue capacità, ma...ma forse quell'autentico scimunito e cervello di gallina nemmeno si era reso conto di quanto gli poteva essere risultato utile.

Stava già cominciando a macinare neuroni e ad elaborare un'adeguata strategia, sulle base delle più recenti informazioni raccolte.

Poche ma significative, si era detto.

Probabilmente non era roba che avrebbe potuto funzionare con guerrieri esperti del calibro dei due fratelli più grandi, ma con quelli alle prime armi...beh, era ancora tutto da decidere. E da vedere.

Raoul e Toki non ci sarebbero cascati. Ma Jagger sì. E forse...

...E forse anche Kenshiro.

Non restava da provare e verificare se era vero, come nella più classica delle dimostrazioni di stampo scientifico.

Non gli restava che agire. Per vedere se era come aveva pensato. E se aveva ragione.

E lui, Shin the King, il Re Shin...

Lui aveva sempre ragione. Ragione su tutto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Salve a tutti, rieccomi qua!!

Chiedo scusa per la lunga attesa, ma finalmente il nuovo capitolo é pronto.

Diciamo che ho avuto un periodo un po' incasinato, ragazzi.

Tanto per cambiare.

Un motivo ve l’ho anticipato la volta scorsa, quindi ben capirete di che si tratta.

Sto spedendo il manoscritto del mio romanzo un po' dappertutto, nella speranza che possa interessare a qualcuno.

E intanto, già che ci sono, l’ho iscritto anche a qualche concorso letterario.

Bisogna tentarle un po' tutte, come dico io.

Incrociamo le dita…

Ma ci sono novità anche nella vita quotidiana.

Sul lavoro mi hanno trasferito di reparto dopo ben 22 ANNI.

Al momento non faccio più il turno di notte.

Forse ci smenerò un pochetto dal punto di vista pecuniario, ammettiamolo pure.

Ma finalmente la sera riesco a tornare a casa dalla mia dolce metà e dalla mia piccola.

E questo, come diceva una vecchia pubblicità...NON HA PREZZO.

Dopotutto mia moglie ha ripreso a lavorare, quindi...dovremmo cavarcela ugualmente.

Stando a quel che dicono i miei capi, si tratta di una soluzione temporanea e non durerà per sempre.

Vedremo. Intanto, a me va benissimo così.

Qualche novità anche dal punto di vista puramente letterario.

Per quanto riguarda le mie fanfiction, s’intende.

Ho cambiato il programma di scrittura, e quello che sto utilizzando ora mi pare un po' più affidabile.

Il che si dovrebbe tradurre in meno errori (una cosa che da sempre mi fa venire il cimurro, se mi consentite l’espressione), e quindi un po' meno lavoro per il mio stimatissimo collega Joseph, che mi fa da editor per quanto riguarda l’altra mia fanfiction in corso, quella su Zootropolis.

Si spera, almeno. Ma non garantisco niente.

Ma veniamo al capitolo.

Allora? Che ne pensate?

Io l’ho trovato buono.

Sorvolando sul fatto che Jagger, pur essendo pazzo si dimostra un gran furbacchione, mi sono piaciuti i ragionamenti di Shin.

Forse é pazzo a sua volta, anche se non certo ai livelli di Jagger.

La sua pazzia é dovuta al fatto che é ebbro di potere.

E’ folle, sanguinario e crudele. Ma non é certo uno stupido.

Ho sempre pensato che nutrisse dei dubbi, sul fatto di sconfiggere Ken e rapire Julia.

In quanto generale di Nanto é ben conscio anche lui dei legami che intercorrono tra la sua scuola e quella di Hokuto. Così come sa che un atto come il suo rischia di far scoppiare una guerra.

Lo attanaglia il forte sospetto di essere sul punto di fare una grossissima CAZZATA. Perché il suo gesto va contro l’intero ordine e l’armonia dell’universo.

Eppure lo fa ugualmente.

Non c’é niente da fare, purtroppo. Quando c’é di mezzo l’amore (e la passione, soprattutto), gli uomini non ragionano più.

Lo insegna la storia e soprattutto la letteratura.

Per Julia...Shin é disposto ad andare contro pure al destino e all’intero creato.

E veniamo al consueto angolo dei ringraziamenti, prima di chiudere.

Un grazie di cuore a vento di luce, Asrael e Devilangel476 per le recensioni all’ultimo capitolo.

E poi a Giuseppe Reale per la recensione al capitolo 3.

E come sempre, un grazie a chiunque leggerà la mia storia e se la sentirà di lasciare un parere.

Che altro dire? Beh, non molto, a parte che spero di pubblicare ancora un episodio prima della consueta pausa estiva.

Nel frattempo, grazie ancora a tutti e alla prossima!

 

 

See ya!!

 

 

 

 

 

Roberto

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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