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Autore: Duchessa712    11/07/2023    1 recensioni
Per ogni sguardo e ogni sussurro e ogni notte nelle stanze reali perde parti di sè (innocenza, dirà Alina, dopo, a un certo punto tra la morte dell'Oscuro e l'incoronazione di Nikolaj).
[La storia partecipa alla challenge "GrishaVerse - Tenebre e Titoli" indetta da Ciuscream sul forum Ferisce più la penna]
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Genya Safin
Note: nessuna | Avvertimenti: Non-con, Tematiche delicate
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È solo un po' di me che se ne va

Genya impara - non presto, ma nemmeno tardi - che di rimanere senza fiato e senza forze non ne vale la pena e che le braccia è meglio lasciarle lungo i fianchi che farcele ricadere dopo aver cercato vanamente di liberarsi.

Genya impara che se resta ferma è - non meglio e nemmeno bello, ma - più (o meno) sopportabile: a risparmiare tempo si finisce prima.

Genya impara a tenere gli occhi aperti, chè le lacrime ci sono sempre, ma scorrono solo con palpebre serrate e lo decide dopo la prima volta (quando la guarda e qualcosa s'accende nei suoi occhi) che non gli darà soddisfazione - almeno l'orgoglio, o le briciole che rimangono, se lo terrà per sè, stretto come la vergogna.

Genya impara a serrare le labbra e morderle a sangue pur di non gridare - e vorrebbe farlo così tanto: sente le urla bloccarle la gola e ricaccia indietro con lentezza e dolore - e a ignorare le sue mani che la toccano, il suo corpo sopra il suo, il suo fiato sul suo collo e il suo viso e il suo seno, i movimenti scomposti, i gemiti e i grugniti.

Genya impara a sopravvivere - nel letto del re, nelle stanze d'una regina che non ha nulla da dire, in un mondo che non la vuole senza colore e senza fazione -, ma per ogni sguardo e ogni sussurro e ogni notte nelle stanze reali perde parti di sè (innocenza, dirà Alina dopo, a un certo punto tra la morte dell'Oscuro e l'incoronazione di Nikolaj).

Genya pensa - è sicura ‐ che ne vale la pena: l'Oscuro le dona un colore, le dona uno scopo, le dona vendetta, ma se lo tiene per sè che uccidere il re è stato gratificante - il suo corpo finalmente immobile, le sue mani finalmente incapaci di prenderla, la sua voce finalmente muta per ordinarle di restare -, ma i pezzi che le ha rubato sono rimasti sparsi da qualche parte nel suo letto e nei corridoi e nelle briciole di passato: irraggiungibili.
   
 
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