Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
Segui la storia  |       
Autore: Giuls_breath    17/07/2023    0 recensioni
Era stata sopraffatta dalle convenzioni, dalle etichette, ancora. Lei che aveva imparato ad essere libera, avrebbe voluto poter imporre le sue regole, quelle che aveva imparato stando con lui, con Sandor Clegane.
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Sandor Clegane, Sansa Stark
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A




Tutti mentono


 
Sansa finse di dormire per buona parte della notte, si ripeteva che l’uomo le mentiva, non l’avrebbe riportata a casa, non conosceva davvero i suoi fratelli, non le aveva fornito una notizia vera, non sapeva niente di lei, era un bugiardo.
Tutti mentono. Tutti gli uomini sono dei bugiardi.
Sentiva il cuore batterle dolorosamente nel petto, non avrebbe mai voluto essere una persona così rigida, così fredda, così sospettosa. Aprì più volte gli occhi e guardò verso il giaciglio sul quale riposava l’uomo, osservò se si trovasse per davvero ancora lì o se la stesse ingannando in qualche modo, sospirò sembrava che dormisse davvero. Forse per davvero le sue intenzioni erano buone e nobili, ma Sansa era ancora troppo spaventata o forse arrabbiata o probabilmente entrambe le cose e per tanto non riusciva a credere a quell’uomo dall’aria tanto mite e gentile.
Per un momento pensò di uscire dalla tenda e tornare alla stanzetta che con il trascorrere delle lune aveva imparato a chiamare casa, ma poi decise di non farlo, le parole del cavaliere l’avevano profondamente angosciata.
Si rigirò nel letto, quel giaciglio non era poi così male, forse era lo stato della giovane a farla sentire del tutto inadeguata; tuttavia, nonostante il ferreo desiderio di proteggersi di Sansa, questa si addormentò. Non ricordò cosa sognò, ma per la prima volta quasi sicuramente non sognò.
 
Thorin comprese quasi subito che lei non dormiva, lo capì dal respiro corto e teso, alzò solo un momento lo sguardo e ne vide anche la posizione rigida. Non si fidava di lui, ma d’altronde – si disse – chi si sarebbe mai fidato di colpo di qualcuno che diceva determinate cose?
Probabilmente a spaventarla e impedirle di fidarsi del tutto di lui aveva contribuito anche quel suo iniziale atteggiamento di chi cercava a tutti i costi un contatto visivo, chissà forse le era sembrato un uomo che cercava donne con le quali divertirsi a tutti i costi!
Si sistemò di nuovo e pensò che avrebbe fatto in modo che la sua giovane compagna di viaggio si fidasse di lui, non importava quanto tempo occorresse, lui le avrebbe fatto capire che di un uomo come lui ci si poteva fidare!
 


 



 
Sandor non riusciva a dormire. I suoi sensi di colpa peggioravano di giorno in giorno, quel senso di colpa fu ulteriormente acuito dal non aver accompagnato – per la prima volta – il suo signore da qualche parte, lui che non faceva mai domande, lui che obbediva e basta, aveva morso la mano del suo padrone ribellandosi a quel viaggio.
L’unica altra occasione in cui aveva morso la mano del suo padrone era stata quando aveva lasciato Approdo del Re e aveva deciso di sua volontà di sottrarre Sansa a quell’inferno di morte, fiamme e ad un’esistenza che sarebbe stata quella di una prigioniera.
Bevve, bevve, bevve, bevve.
Bevve fino a stordirsi, fino a che i suoi sensi non furono completamente offuscati.
Neanche quello gli dava più giovamento, si sentiva solo un fottuto idiota.
Cazzo, aveva permesso che una ragazzina lo riducesse in quello stato!
Si ritrovò a pensare, fra un insulto rivolto a sé stesso e un’altra volta agli dèi e ancora un’altra agli Inferi, che cosa ne fosse stato di lei… era viva? Era viva ed era tornata dalla sua famiglia? Stava bene?
Era morta in quel bosco per mano di qualcuno? Per aver battuto la testa?
Quei pensieri stavano uccidendo il Mastino, riducendolo ad una pallida copia di sé stesso.
I giorni dalla partenza del suo sovrano furono l’uno uguale all’altro; un giorno arrivò persino a chiedersi se Robb Stark non gli avesse fatto il suo nome e il suo Re, una volta tornato lì nell’Ovest, non l’avesse punito per fare un piacere allo Stark! Quando però gli effetti dell’alcool iniziarono a scemare, si disse anche che sicuramente il Re del Nord avrebbe avuto altri pensieri al di fuori di lui. Tutto però dipendeva se Sansa era tornata lì a casa sua…
Perché Sansa avrebbe dovuto chiedere di lui? O anche solo parlarne?
Erano passati quasi dieci anni. Non era lui il centro del mondo, forse lo era stato per un po' per la giovane Stark, ma poi così com’era iniziata, così era finita.
O forse no… chissà.
 


 



Quando il Sole illuminò di nuovo le terre del villaggio, Sansa fu svegliata con una mano che la scosse piano sul suo braccio, lei per tutta reazione estrasse il coltello e lo puntò contro la persona che aveva osato toccarla: si rese subito conto che si trattava dello stesso uomo che l’aveva ospitata quella notte e ritrasse così l’arma qualche istante dopo.
“Avrei potuto uccidervi.” asserì Sansa posando l’arma, lui scosse la testa e si allontanò dicendo “Lo so, ma come avete potuto vedere, ho rischiato. Buongiorno, comunque.”
“Buongiorno.” replicò lei mettendosi a sedere e infilando i suoi stivaletti scoloriti.
“Volevo dirvi… ieri sera ero serio quando vi ho parlato di vostro fratello Robb Stark e della mia intenzione di riportarvi da lui.”
“Davvero? Perché? Volete una ricompensa? Essere investito di altri titoli o terre?”
Lui scosse la testa “Niente di tutto questo. Ho una grande stima per la famiglia Stark e poi siamo alleati da… un po' di tempo. Se posso far tornare a casa un membro della loro Casata, ne sono contento.”
“Io non vi capisco.” proseguì lei “Se voi siete a capo delle Terre dell’Ovest, che vi importa che io stia qui o in qualunque altro posto del continente?” gli chiese.
“Toglietemi una curiosità, siete sempre stata così sospettosa?”
“No.” rispose semplicemente incrociando le braccia.
“Lo siete diventata per proteggervi, lo capisco.” asserì interpretando quel monosillabo “Meglio di quanto voi possiate credere!” aggiunse notando lo sguardo dubbioso di Sansa “Comunque, il piano è questo, domani partiamo e due o massimo tre lune saremo a Grande Inverno, godreste della mia protezione e della protezione del mio esercito, nessuno vi toccherà e il primo che lo farà perderà una mano, ve lo garantisco.”
“Posso andare ora?” chiese facendo per uscire dalla tenda e sembrando ignorare del tutto quanto l’uomo le aveva detto.
“Se è questo quello che volete, non siete prigioniera.” rispose, Sansa fece per aprire la tenda quando Thorin aggiunse “Però, vi prego di pensarci. Domani sarà la partenza. Se volete unirvi a noi, le condizioni le conoscete.”
“E quali sarebbero i miei obblighi verso di voi?” chiese lei stringendo appena il lembo della tenda tra le dita.
“Obblighi? Pensate ancora che pretenda qualche ricompensa da voi?” lui scosse piano il capo “Non voglio nulla da voi, Sansa. Davvero. Un vostro sorriso sincero e la vostra fiducia verso di me sarebbero già più che sufficienti.”
Una volta che Sansa ebbe ascoltato quelle parole, uscì dalla tenda e tornò nella sua misera abitazione, chiuse la porta alle sue spalle bloccandola e dopo essersi lasciata sfuggire un sospiro triste, si avvicinò al suo letto, alzò il piccolo materasso e sotto di esso trovò quel mantello ormai logoro che Sandor le aveva regalato tante, troppe lune fa, lo prese fra le mani e lo annusò come a voler cercare di rievocare l’immagine e l’odore di lui.

 
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones / Vai alla pagina dell'autore: Giuls_breath