− Quando è il tuo compleanno, Yanez? – chiese Marianna.
A quella domanda, il portoghese strabuzzò gli occhi e fissò su di lei uno sguardo perplesso.
− Perché questa domanda? – domandò a sua volta.
La giovane si sedette accanto a lui e gli prese le mani tra le sue.
− Perché io e Sandokan vogliamo festeggiare il tuo compleanno. Tu, per noi, sei un fratello. – spiegò.
Un debole rossore velò il viso dell’europeo. Una simile premura era insolita per lui.
Nessuno aveva mai festeggiato la sua nascita.
Marianna, accortasi del suo mutamento d’espressione, sussultò. Perché quella richiesta l’aveva turbato?
− Ti ho offeso? – lo interrogò, gentile.
Yanez scosse la testa e accennò ad un sorriso.
− No, non preoccuparti. Ma la tua domanda mi ha destabilizzato. Mi ha ricordato che ho avuto l’ardire di venire al mondo al di fuori del matrimonio. – spiegò.
Di scatto, si alzò, fece dieci passi e si avvicinò alla finestra.
Il suo sguardo vagò sull’oceano, che, illuminato dalla luce della luna, risplendeva di tremuli bagliori d’argento.
− Io… Io non ricordo nemmeno la mia data di nascita. Ho cercato di dimenticare le mie origini. – concluse.
Ora comprendo la sua ritrosia., si disse la giovane. Conosceva bene l’ingrato destino dei figli illegittimi.
Senza alcuna colpa, sopportavano il peso di colpe non loro.
Forse so cosa fare., si disse lei. Un’idea, come  un lampo, aveva illuminato la sua mente.
Anche lui poteva festeggiare una simile ricorrenza con la sua nuova famiglia.
Si alzò dalla sedia, si avvicinò a Yanez e appoggiò le mani sulle sue spalle.
Colto di sorpresa da quel tocco, l’europeo sussultò, poi si girò.
− Sai, io credo che il tuo segno zodiacale sia il leone. Per me, tu sei nato il trenta luglio. – dichiarò lei.
Perplesso, il giovane aprì la bocca, poi la richiuse. Marianna, con le sue parole, cercava di mostrargli un altro punto di vista.
Forse, la sua esatta data di nascita non era importante.
− Come puoi dire questo? Io non sono impulsivo. Quel segno è più adatto a Sandokan. – rispose, il tono bonariamente ironico.
Il sorriso sulle labbra di Marianna si accentuò.
− Il leone non è solo il segno impulsivo. E’ anche un segno nobile e generoso. E tu sei così, anche se non vuoi farlo notare. – cominciò lei.
Mi conosci bene, Marianna. Ho sbagliato a giudicarti., si disse lui. Tempo prima, aveva condannato Marianna, a causa del suo amore per Sandokan.
Lei, invece, aveva saputo andare oltre la sua maschera.
− Non riesci a vedere il lato spirituale della vita, ma la tua concretezza ti rende una persona affidabile. E’ possibile contare su di te. Sempre.  – continuò lei.
Gli occhi del giovane lustreggiarono di commozione. Quelle parole colmavano il suo cuore di gioia.
Forse, il trenta  luglio non era la sua data di nascita esatta, ma non gli importava.
Marianna, gentile, appoggiò le mani sulle sue braccia.
− Cosa ne dici, Yanez? Ti piace il trenta luglio come nuovo compleanno? – chiese lei.
Il giovane, per alcuni istanti, tacque. In quelle parole, era racchiusa una stima infinita per lui.
La sua famiglia d’origine l’aveva disprezzato, per le sue origini impure.
In Oriente, aveva provato il calore di un affetto familiare sincero.
Poi, d’istinto, allargò le braccia e strinse Marianna in un forte abbraccio.
− Sì, mi piace… E grazie Marianna. Il trenta luglio sarà il mio nuovo compleanno. −