Film > Encanto
Ricorda la storia  |      
Autore: MaryFangirl    20/07/2023    0 recensioni
Camilo, irritato dalle aspettative della sua famiglia sul suo futuro, decide di perseguire una certa pessima idea. La pessima idea si chiama Bruno. (BruMilo)
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri, Bruno Madrigal, Camilo Madrigal
Note: Lime, Traduzione | Avvertimenti: Incest
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Questa è una fanfiction tradotta dall’inglese, potete trovare i dettagli dell’originale qui sotto.
 
Titolo originale: The one that I want
Link storia originale: https://archiveofourown.org/series/2769418
Link autore: https://archiveofourown.org/users/haemoheretic/pseuds/haemoheretic
 
 
Il lavoro si divide in due parti: la prima è una semplice OS e può essere letta da sola, senza andare oltre; la seconda in realtà era l’inizio di una long, ma l’autore non è mai andato oltre il primo capitolo. Ho deciso di tradurlo ugualmente perché ritengo funzioni bene anche come one shot, per quanto mi sarebbe piaciuto molto leggere il resto (e mi piacerebbe ancora, ma non essendo aggiornata da oltre un anno, ho forti dubbi).
 


1. Ci sono cose peggiori  

Camilo sta ribollendo.
 
Aveva pensato – davvero pensato – che tutti i casini fossero finiti quando il fidanzamento di Isabela con Mariano era stato annullato. Quando avevano ricostruito Casita e dato a Mirabel la sua maniglia e tutto il resto. Ma no, a quanto pare, essendo il nipote maschio più grande della terza generazione Madrigal (e non si sarebbe soffermato sulla definizione di ‘maschio’), lui aveva delle responsabilità. Non bastava che fosse personalmente responsabile della custodia dei bambini di un intero villaggio, né che in certi giorni a malapena ricordasse com’era la propria faccia, no! Avendo compiuto diciotto anni, apparentemente doveva trovare una ragazza adeguata da sposare.
 
Onestamente, le sue cugine e i suoi fratelli avevano reagito con uguale irritazione. Così si era conclusa la cena – Isabela che faceva spuntare cactus da ogni superficie, Mirabel che sparava repliche come proiettili, Dolores e Luisa in quanto silenziose presenze giudicanti alle loro spalle. Era fuggito in camera sua, come un codardo, ed è qui che si trova ora, raggomitolato sul letto, cercando di calmare i propri pensieri furiosi.
 
Ora è sicuro che tutti se ne siano andati. Potrebbe scivolare in cucina e racimolare qualche avanzo. Magari fare una passeggiata nell’aria fresca della sera. Sarebbe ragionevole.
 
Dio, Camilo è così stanco di essere ragionevole.
 
Pensano che lui sia il combinaguai della famiglia. Non è un’accusa ingiusta, ma Camilo ha sempre tenuto a freno i suoi peggiori impulsi, troppo spaventato di suscitare la rabbia di Abuela e di ferire sua madre. Mirabel aveva, per un breve periodo, preso la sua corona, ma ora le attenzioni sono tornate su di lui e gli fa venire voglia di dimostrare che hanno tutti ragione. Prendere le sembianze di altre persone, rubacchiare qualche porzione di cibo extra – pensano che quello sia sbagliato? Cosa potrebbe fare davvero, se ci riflettesse?
 
Potresti scappare, suggerisce la sua mente. Quando Bruno lo ha fatto, si sono incazzati.
 
Ci riflette. Riflette su Bruno, che aveva rinunciato a tutto per la famiglia e trascorso un decennio in isolamento. L’impressione che Camilo aveva di Bruno era stata inizialmente influenzata dalle descrizioni dei suoi genitori, ma una volta tornato, aveva imparato ad apprezzare la compagnia dell’uomo: non un malvagio agente del caos, ma un goffo appassionato di teatro.
 
Riflette sulla risatina nervosa di Bruno quando Camilo esagera un po’, la sincerità con cui diventa il partner di Camilo quando gli chiede di esercitarsi su un ruolo, il modo in cui i suoi occhi si illuminano quando Camilo vuole ascoltare l’ultimo copione che ha scritto.
 
Riflette sulla cotta che ha saldamente tenuto rinchiusa nei recessi più profondi della sua mente durante gli ultimi tre anni.
 
Riflette, infine, sugli sguardi che Bruno gli lancia quando pensa che Camilo non se ne accorga.
 
Camilo è in piedi ancora prima di rendersi conto di cosa sta facendo. Le piastrelle di Casita si muovono sotto i suoi piedi come se conoscesse la sua intenzione, poi è alla porta di Bruno e non si preoccupa nemmeno di bussare.
 
Bruno è sdraiato su una poltrona a leggere; chiude di scatto il libro quando vede il suo visitatore.
 
“Camilo” dice, alzandosi goffamente, “io, uh...stai bene?”
 
“Sì” dice Camilo, “sto benissimo, zio”
 
“Oh” Bruno distoglie lo sguardo, poi torna su di lui, “bene. Ero preoccupato”
 
“Perché?” Camilo inizia a colmare la distanza tra loro.
 
“Beh, non sembravi stare bene. Prima” lo sguardo di Bruno è ovunque tranne che sul viso di Camilo, “il che è comprensibile, io, uh, non avevo apprezzato affatto quando era successo a me”
 
Camilo esita. “...ti aveva detto la stessa cosa? Abuela, intendo”
 
Bruno fa una smorfia e annuisce. “Dopo che Julieta e Pepa si sono sposate, sai, era tutto un ‘quando Bruno si sposerà’, ‘quando Bruno avrà figli’, cose del genere” dice con una risatina, “ma io non l’ho...mai fatto. Poi c’è stata Mirabel e...immagino che ora sia ricaduto tutto su di te” sospira, “mi dispiace, nipote”
 
“Perché non l’hai fatto?”
 
Bruno strabuzza gli occhi.
 
“Perché non ho...?” si muove a disagio, “beh, uhm...non c’era...una ragazza...con cui volevo stare. In quel senso”
 
“È lo stesso per me” dice piano Camilo e Bruno lo guarda con occhi spalancati.
 
“Oh” dice gentilmente, “oh, mi dispiace”
 
Allunga la mano e afferra quella di Camilo in quello che probabilmente dovrebbe essere un gesto di affetto familiare, ma un brivido percorre ugualmente la schiena di Camilo.
 
Bruno aggrotta la fronte e annuisce, più a se stesso che a Bruno. “Io...starò dalla tua parte. Lo prometto. Dovresti poter stare con la persona che ami”
 
“Anche se è qualcuno che non dovrei volere?” Camilo gira la mano, intreccia le dita con quelle di Bruno, preme i loro palmi.
 
Un’ombra passa sul volto di Bruno. “Non so cosa intendi” dice, e per uno che ama recitare, Bruno è un pessimo bugiardo. Camilo passa il pollice sul dorso di Bruno e si avvicina, facendogli urtare le gambe contro la poltrona.
 
“Io penso di sì” dice, portando la mano di Bruno alle labbra.
 
“Camilo” dice Bruno con tono di avvertimento, ricadendo sulla poltrona mentre Camilo si spinge più in avanti. “Io non...”
 
“Sì, invece” sibila Camilo. La sua lingua lambisce il pollice di Bruno.
 
“Tua madre mi ucciderà” tenta Bruno, gli occhi guizzano impazziti.
 
“Ti spaventa un po’ di pioggia?”
 
“Mi spaventa molto di più”
 
Camilo lascia la mano di Bruno e prende il suo viso con entrambe le sue. “Guardami negli occhi e dimmi che non mi vuoi, me ne andrò”
A questa vicinanza, può vedere le minuscole macchioline color smeraldo negli occhi castani di Bruno. Lentamente, le mani di Bruno si posano sui suoi fianchi e Camilo si lascia guidare sulle sue gambe.
 
“Okay” dice Bruno, le dita scorrono lungo la spina dorsale di Camilo, fermandosi sulla parte bassa della schiena, “okay”
 
“Sì?” Camilo si sposta, appoggia la fronte contro quella di Bruno, si rende conto con gioia selvaggia che sono a pochi centimetri dal baciarsi. Afferra i capelli di Bruno e tira, strappando all’uomo un gemito che gli incendia il sangue.
 
“Sì” ansima Bruno, “okay”, poi Camilo sente le mani di Bruno sul suo collo e viene trascinato in un bacio. La barba ispida di Bruno raschia la sua pelle, ma tutto ciò a cui Camilo riesce a pensare sono i suoni che provengono dalla gola di Bruno, il modo in cui i suoi denti graffiano le sue labbra, la mano che preme Camilo più contro di lui. Camilo morde e viene ricompensato da Bruno che lo attira ancora di più finché i loro petti sono incollati.
 
“I vestiti” dice sulla bocca di Bruno. In qualche modo riescono a sbarazzarsi della parte superiore. Bruno interrompe il bacio e Camilo se ne lamenterebbe, ma poi sente una lingua contro il capezzolo e improvvisamente non pensa a niente.
 
Per un po’ Camilo lascia che Bruno tracci una scia sul suo petto, usando la sua caratteristica concentrazione. Poi si muove e la sua coscia preme contro quella che è inequivocabilmente l’erezione di Bruno. Affonda le unghie nella sua schiena e Camilo si muove ancora solo per sentire Bruno rabbrividire sotto di lui.
 
“Pensi che dovremmo spostarci a letto?” soffia. Quando Bruno lo guarda, lo fa con un misto di incredulità e speranza.
 
“Milo” dice e Camilo lo bacia di nuovo, afferrandogli le mani per tirarlo in piedi. Non si aspetta che Bruno lo trascini per la stanza, ma gli piace, Bruno lo spinge sul materasso e sale su di lui. Quando esita, con il viso contorto dall’incertezza, Camilo ribalta le posizioni e abbassa i fianchi, rendendo chiare le sue intenzioni.
 
“Secondo cassetto” mormora Bruno all’orecchio. Camilo impiega un momento per capire cosa intende. Nonostante la precedente sicurezza, il rossore si diffonde sulle sue guance mentre armeggia nel comodino di Bruno. Il secondo cassetto contiene solo una bottiglietta di una sostanza che Camilo non riconosce, ma può intuirne lo scopo.
 
Forse percependo la sua titubanza, Bruno passa le dita tra i suoi capelli, accarezzandogli delicatamente la guancia. “Non siamo costretti” dici, “se dici basta, ci fermiamo, senza altre domande”
 
“Zitto” borbotta Camilo, baciando il palmo di Bruno, “solo che non ho...”
 
Sente Bruno trattenere l’istinto di scusarsi, dalla tensione del suo corpo. “...posso mostrarti” dice invece.
 
“Okay” dice Camilo, a malapena in grado di respirare. Poi, “Aspetta” e rimuove la cintura di Bruno. Con qualche difficoltà, si tolgono i vestiti rimanenti.
 
“Tutto bene?” chiede Bruno, quando sono pelle contro pelle. Camilo annuisce contro il suo collo, poi sente Bruno stappare la bottiglietta. Gemiti silenziosi riempiono l’aria; Camilo continua a baciare lungo la mascella di Bruno, osando faticosamente pensare a cosa stanno facendo le sue mani, a come apparirebbe Bruno se Camilo si azzardasse a guardarlo.
 
Le dita di Bruno sono unte quando toccano Camilo. Un gemito gli parte dalla gola e istintivamente si rannicchia, le mani si aggrappano inutilmente alla schiena di Bruno.

“Ci penso io” mormora Bruno. “Dio, Milo, sei incredibile”

“Anche tu” ansima Camilo. Si mette a sedere, inginocchiandosi tra le cosce di Bruno. C’è ancora un accenno di esitazione sul volto di Bruno, anche se è lì steso e pronto per Camilo.

Basta, pensa Camilo, e si sposta. Le cosce di Bruno intrappolano i suoi fianchi come se fossero fatte per questo, ed è l’incoraggiamento di cui Camilo ha bisogno per proseguire. Anche con il lubrificante, c’è un po’ di resistenza e per un avventato momento pensa che non ce la farà...

Poi scivola dentro, Bruno grida e Camilo impazzisce.

Appoggia la fronte contro il petto di Bruno, una mano ghermisce la sua coscia. Bruno gli afferra i capelli, il sedere, ovunque riesca ad arrivare; baci sulle labbra sul collo e sul petto, gli morde la spalla mentre i suoi muscoli iniziano a contrarsi irrefrenabilmente.

“Amore mio, amore mio” dice, tenendo Camilo contro di sé, il calore è troppo e Camilo si riversa.
 
Bruno preme un bacio sulla testa di Camilo. Camilo lo cerca maldestramente e cattura le sue labbra in un vero bacio, tenendo una mano sulla sua nuca.
 
“Stai bene?” chiede Bruno.
 
“E tu?” replica Camilo con un sopracciglio alzato.
 
Bruno sbuffa e distoglie lo sguardo. “Sai cosa intendo” sembra stranamente vulnerabile, pensa Camilo.
 
“Sto bene” dice, avvolgendosi intorno al dito un ricciolo sciolto di Bruno, “alla grande, direi”
 
Bruno gli lancia uno sguardo di sincera incredulità, così Camilo inizia a baciargli il collo finché non lo sente ridacchiare.
 
“Lo stiamo davvero facendo” dice Bruno. Non è proprio una domanda, ma Camilo annuisce.
 
“Ti sta bene?” chiede. Bruno gli arruffa i capelli e quando i loro occhi si incontrano Camilo è colto di sorpresa dal nudo affetto che vi legge.
 
“Piccolo, finché stai bene tu, sto bene io” la sua espressione cambia, “ma se non è così, allora ti prego di non preoccuparti per me...”
 
Camilo lo interrompe con un bacio. “Smettila di preoccuparti”
 
“Mh. Spiacente, non posso” Bruno gli strofina il naso, “sono esattamente il tipo di persona che si preoccupa”
 
“Ugh” bofonchia Camilo e Bruno ride, allentando un po’ la tensione. Non è molto diverso da come parlano normalmente, tranne il fatto che sono entrambi nudi.
 
Bruno inspira e Camilo preme un dito contro le sue labbra. “Se intendi chiedere una qualsiasi cosa che riguarda ciò che è fuori da questa stanza, puoi aspettare fino a domani?”
 
“Ah” dice Bruno, poi, “sì, suppongo di sì”
 
“Bene” Camilo sbadiglia. Sa che dovrebbe andare a farsi una doccia, da all’improvviso l’idea di spostarsi è insostenibile. Bruno scorre delicatamente con le dita tra i suoi riccioli, è caldo e solido sotto Camilo, e in questo momento è tutto ciò che conta.
 
Rannicchiati l’uno contro l’altro, i due cadono in un sonno tranquillo.
 
 
2. Potremmo farcela
 
Il pensiero balza nella mente di Camilo quando sente il materasso affondare. Bruno scivola sotto le coperte, accarezza delicatamente la sua guancia con la mano callosa.
 
“Resti stanotte?” chiede, come se Camilo non avesse detto di sì le ultime cinquanta volte che glielo ha proposto (più di cinquanta, pensa Camilo, poi si ferma, non ha voglia di occuparsi della matematica).
 
Camilo lo guarda, osserva il nudo affetto nei suoi occhi castani, l’emozione indifesa che non mostra a nessun altro.
 
Il pensiero gli torna di nuovo in mente e questa volta lo lascia pronunciare ad alta voce.
 
“Ti amo”
 
Bruno batte le pelpebre. “Cosa?”
 
“Cosa?” ripete Camilo, immediatamente rannicchiandosi su se stesso. “Cavoli. Niente. Buonanotte” fa per girarsi e sente Bruno agitarsi; si lascia trattenere dalle membra ancora troppo magre dell’uomo.
 
“Tu” inizia Bruno, e se Camilo aveva pensato che ci fosse affetto nel suo sguardo prima, non è niente rispetto a come Bruno lo sta guardando ora. Fa quasi male essere amati così tanto e così apertamente. “Dici davvero?” riesce finalmente a dire.
 
Ci sono mille modi in cui Camilo potrebbe gestire la situazione, un migliaio di battute scaltre che lo porterebbero saldamente nel regno del sesso occasionale e delle cattive idee. Ma Camilo si sta ancora riprendendo dal post coito e Bruno lo guarda come se fosse il mondo intero, quindi sceglie di dire “Sì” ed è sincero.
 
Dal movimento delle labbra di Bruno capisce che vorrebbe chiedere di più, per punzecchiare e ottenere l’esatta definizione di amore in questo contesto, ma l’uomo si limite a premere la fronte contro la sua e dice: “Anch’io”
 
Passa allora un lungo silenzio. Non imbarazzante, ma pieno del peso di una verità rimasta taciuta.
 
Prima di addormentarsi, Camilo si sorprende a pensare che vorrebbe che fosse così facile. Che Bruno fosse solo un amante – anche più anziano, e maschio – che Camilo potrebbe presentare alla sua famiglia. Bacia lo spazio tra le sopracciglia di Bruno, dove sono incise le deboli linee di mille cipigli e pensa, ‘Una rosa con un altro nome...’
 
.
 
Bang. Bang. Bang.
 
Camilo si sveglia, incerto.
 
Bangbangbangbang.
 
Si guarda intorno, cercando di mettere in ordine il suo cervello stordito dal sonno e giunge a una serie di conclusioni.
 
Punto primo: è ancora nella stanza di Bruno. Il braccio di Bruno è appoggiato pigramente sul suo fianco, e apparentemente è beatamente inconsapevole del trambusto.
 
Punto secondo: la luce che filtra dalle persiane è della tinta lavanda sfumata dell’alba. È presto, molto più presto di quanto Camilo si alzi di solito quando rimane nella stanza di Bruno.
 
Punto terzo: qualcuno sta bussando con molta forza e insistenza alla porta di Bruno.
 
Con tutto questo in mente, Camilo stringe i denti, prende le sembianze di Bruno in pigiama, getta una coperta sull’uomo addormentato e arranca verso la porta.
 
“Zio Bruno!” esclama Luisa appena lo vede. È vestita per la sua corsetta mattutina e il suo labbro inferiore trema. Non un buon segno.
 
“Luisa” dice in quella che spera sia un’approssimazione disinvolta del tono di Bruno. Le mattine non sono il suo forte. “Che succede?”
 
Si rende conto che lei cerca di guardare oltre all’interno della stanza e si sposta di conseguenza, tentando di proteggere dalla sua vista il grumo sotto la coperta.
 
“Camilo è con te?”
 
Camilo/Bruno la fissa con aria assente. “Cosa?”
 
È impossibile che Luisa, tra tutti, abbia capito. Giusto? Nemmeno Dolores ha...
 
Poi segue il suo sguardo fino alla porta appena aperta e il suo cuore crolla sul pavimento.
 
Quella che era la semplice illustrazione di Bruno che usava i suoi poteri, adesso mostra inequivocabilmente lui e Bruno fianco a fianco, con le mani intrecciate.
 
“Oh” dice debolmente. Si sporge a guardare in fondo al corridoio e sì, c’è un inconfondibile vuoto nel punto in cui dovrebbe esserci la sua stanza. “Oh merda”
 
“Aspetta” dice Luisa, la fronte corrugata in concentrazione, “tu...e Camilo...?”
 
“Okay, prima di tutto” bofonchia, perché se deve affrontare tutto questo, tanto vale farlo correttamente, e torna nelle sue sembianze.
 
“Oh, giusto” Luisa fa una pausa, poi riprende il filo dei pensieri, “tu e zio Bruno...?”
 
Non ha senso negarlo ormai, quindi Camilo prende coraggio e dice: “Sì”
 
Sembra strano. Solo una parola e tutto che ha tenuto nascosto con tanta difficoltà è allo scoperto. Aspetta e osserva Luisa, che riflette per un lungo momento. Alla fine, qualcosa sembra scattare dietro il suo sguardo. “Ooohh”
 
Normalmente Camilo risponderebbe più elegantemente, ma è privo di caffeina, di cibo e la casa ha deciso di rivelare il suo segreto a tutta la famiglia, quindi suppone che Luisa lo perdonerà quando dice: “Che cazzo significa, ooohh?”
 
“Voglio dire” fa lei, ancora accigliata, “ha senso, sai?”
 
“Davvero?” chiede Camilo, che comincia a pensare che questa situazione non ne abbia affatto, di senso, e pur essendo l’amante di suo zio da diversi mesi.
 
“Mh” è la risposta di Luisa. Annuisce. “Sì. Credo di sì. Insomma, è strano, ma...” alza le spalle.
 
Camilo si prende un momento per elaborare. Di tutti i possibili esiti della loro relazione rivelata alla famiglia, questo non era previsto. “Non sei...disgustata?” chiede, cauto.
 
Un’altra pausa riflessiva. “Non credo” dice, “insomma, Casita pensa che vada bene, no?” bussa alla porta incriminata, poi la guarda di nuovo. C’è un’espressione tenera sul suo viso.
 
Sono carini, ammette Camilo osservando l’immagine. A differenza della porta precedente, Bruno è ora raffigurato con un piccolo sorriso. Il pensiero gli viene di nuovo in mente, si posizione da qualche parte sotto la cassa toracica. ‘Lo amo’.
 
Un’ampia e calda mano si posa sulla sua spalla. “I secondogeniti devono restare uniti” dice Luisa con un sorriso fiducioso. Un’immagine inizia a dipingersi nella mente di Camilo, vaga e confusa.
 
“In questo caso” dice, “potresti farmi un favore?”
 
.
 
“Lo sapevo!”
 
Camilo si acciglia mentre Mirabel si piega in due, contorta in una risata isterica. Non si è fermata dal momento in cui ha posato gli occhi sulla (loro?) porta di Bruno; è un miracolo che non abbia svegliato tutti. Bruno, ormai perfettamente sveglio, la osserva dal letto con aria minacciosa.
 
“Non è così divertente” borbotta.
 
Mirabel tira su col naso e si asciuga una lacrima. “No, no, hai ragione”
 
“Invece che produrre degli eredi come bravi figli maschi, avete deciso di fare sesso tra voi” dice Isabela da un angolo, “è divertente”
 
“Isa” interviene Luisa, frustrata, “dovresti essere di aiuto”
 
“Sì, esatto” dice Mirabel prima che Isabela possa ribattere. Camilo non sa bene cos’abbia detto Luisa per coinvolgere le sue sorelle, ma sembra che stiano accogliendo la rivelazione con calma. Lancia un’occhiata di traverso a Mirabel, che gli lancia qualcosa di simile a un sorriso confortante prima di battere le mani. “Okay. Aiutami, Isa. Sette membri della famiglia stanno ancora dormendo”
 
Isabela muove il polso e una vite con sette rose dai colori vivaci si snoda intorno a Mirabel. lei coglie la prima, color arancio, e la solleva. “Antonio. Ha otto anni, andrà bene”
 
Camilo sussulta leggermente. “Credi?” se c’è qualcuno che non vuole assolutamente ferire, è il suo fratellino.
 
“Sono stata in camera con lui per cinque anni” afferma lei, “lo prometto”
 
“Va bene. Poi?”
 
“Dolores” dice Mirabel, tenendo un fiore pallido.
 
“Probabilmente lo sa già” concede Camilo.
 
“Come, davvero?” Bruno si sposta sul bordo del letto, accanto a Camilo, “ma...siamo stati così attenti...”
 
“È Dolores”
 
Le tre ragazze annuiscono consapevolmente alla dichiarazione di Camilo.
 
Toc toc toc.
 
“Ed eccoci qui” dice sottovoce mentre Mirabel si alza ad aprire la porta.
 
Dolores, con i capelli raccolti sotto un foulard, si avvicina ad abbracciare Camilo. Alle sue spalle giunge un Antonio assonnato, alcuni topi confusi ed eccitati sbirciano dai suoi riccioli.
 
“I topi dicono che ti sposi, fratellone” dice, sbattendo le palpebre. Mirabel lo prende in braccio e scaccia i roditori, che si affrettano a sistemarsi sul cuscino di bruno. “Posso portare l’anel...” si interrompe sbadigliando e il cuore di Camilo si stringe.
 
“Certamente, Tonito” dice, allungandosi a dargli un buffetto sul naso, “non ti escluderemo”
 
“Evvai” dice Antonio, riaddormentandosi subito sul petto di Mirabel.
 
“Non voleva che lo riportassi a letto” spiega Dolores, un braccio intorno a Camilo. Poi: “Sapevo che c’era qualcosa tra voi due”
 
“È quello che ho detto io!” sussurra Mirabel.
 
“La state prendendo molto bene” osserva Bruno. Camilo sente una mano sfiorargli la gamba, chiedendo e offrendo allo stesso tempo conforto. Stringe le dita intorno a quelle di Bruno e cerca di ignorare la bile che gli sale in gola.
 
“Fuori due” dice, guardando attentamente le rose di Isabela, “ne mancano ancora cinque”
 
“Giusto” Mirabel considera le opzioni, quindi solleva delicatamente una rosa verde acqua. “Papà. Lui è la chiave”
 
“Come?” domanda Camilo. Accanto a lui, Bruno emette un suono pensieroso.
 
“Se si convince Agustin, lui convincerà Julieta e Felix. E con Felix...” si interrompe. “Potrebbe funzionare”
 
“Rimane ancora Abuela”
 
Bruno sbuffa. “Non preoccupatevi per lei” attirando cinque paia di occhi increduli, aggiunge: “Mi sono già allontanato una volta. Cosa può fare, cacciarmi di nuovo?”
 
Nonostante sia abbastanza sicuro che Bruno stia bluffando, Camilo gli stringe la mano e ride. “Va bene, Abuela è un problema di Bruno. Cosa facciamo noi?”
 
Mirabel, Dolores e Luisa iniziano un’accesa discussione sui dettagli di una bella colazione portata a letto, quindi Camilo si prende un momento per inclinarsi verso la spalla di Bruno e mormorare: “Stai bene?”
 
“Uh, no” risponde Bruno, “neanche un po’. Tu?”
 
“Me la cavo”
 
“Beh, meglio di me”
 
Camilo fa scorrere il pollice sul dorso di Bruno. Dice “Resta con me”, in tono sia di comando che di supplica.
 
“Sempre” risponde Bruno. Camilo sente la forza tornare nella sua voce. “Sempre, vita mia”
 
“Patetici” dice Isabela, lanciando su entrambi una pioggia di petali.
 
.
 
Viene presa la decisione: le ragazze penseranno al padre e Dolores riporta Antonio a letto, lasciando Camilo e Bruno soli in quella che ora è la loro stanza. Guardandosi intorno, Camilo individua i punti in cui Casita ha incorporato la sua stanza a quella di Bruno. Ci sono specchi a figura intera accanto all’armadio, una bacheca di schizzi e fotografie che rappresentano i suoi ultimi obiettivi per praticare le sue trasformazioni, camaleonti intrecciati a clessidre negli arazzi appesi ad ogni parete.
 
Bruno appoggia il mento sulla spalla di Camilo, con le braccia gli avvolge il petto.
 
“Mi piace” dice piano.
 
“Sì?”

“Beh, voglio dire...”
 
Camilo lo zittisce con un bacio. “Penso” inizia, “che sia la prima volta che dici che ti piace qualcosa senza che sia io a dirlo per primo”
 
“Ah” Bruno arrossisce e strascica i piedi, ed è la cosa più adorabile che Camilo abbia mai visto. “Forse”
 
“Mi piace” lo scimmiotta Camilo. Passa le mani sulle braccia di bruno e lo sente rilassarsi.
 
“È solo che non voglio metterti pressioni” mormora Bruno contro la sua spalla. Un dito traccia un percorso dal suo collo fino alla parte bassa della schiena.
 
“Sei messo così male, eh?”
 
Lo dice con leggerezza, ma gli occhi di Bruno sono scuri quando alza lo sguardo. “Sì”
 
Un brivido corre lungo la schiena di Camilo, e se non stessero aspettando gli altri, spingerebbe Bruno di nuovo sul letto. Ma si accontenta di un bacio profondo, le dita strette tra i suoi capelli.
 
“Anche io”.

  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Encanto / Vai alla pagina dell'autore: MaryFangirl