Akihito si trovava in terrazza. Era una serata tranquilla e tiepida. Da dove si trovava, riusciva a vedere le stelle. Asami era ancora a lavoro, come sempre e il giovane ragazzo decise di godersi quel momento di pace e tranquillità.
Mentre beveva il suo succo, pensò che la vita era proprio strana. Non avrebbe mai creduto che all’eta di 26 si sarebbe trovato a vivere in un lussuoso attico, con un uomo che era considerato il più potente di tutto il Giappone. Non sembra nemmeno la realtà. Scosse la testa.
All’inizio aveva avuto paura di Asami e di quello che gli avrebbe fatto. Lo odiava perchè non sopportava il suo modo di fare e il suo carattere. Solo perchè aveva soldi e potere, credeva che potesse fare quello che voleva con chiunque. Ricco, bastardo, snob. Doveva ammettere che però aveva il suo fascino. Aveva una bella corporatura e sapeva il fatto suo.
All’inizio il loro rapporto si basava semplicemente sul rapporto fisico e basta ma poi il tempo passava e tra varie avventure, alla fine Akihito era finito a vive nel lattico di quello yakuza. Prima dormiva in una camera tutta sua ma che ora fungeva da laboratorio e camera da lavoro, poiché il legame che tra i due uomini che si era creatore era diventato più profondo. Chi l’avrebbe detto.
Pian piano i suoi vestiti finirono nell’armadio, assieme a tutti gli indumenti firmarti e fatti su misura. Entrambi non avrebbero immaginato che sarebbero arrivati così lontano, ma sembrava che avessero imparato a comunicare tra di loro, a capirsi e trovare il giusto equilibrio.
Akihito sapeva del lavoro che Asami svolgeva, ma non gli importava entrare nei dettagli. Se qualcuno gli chiedesse perchè sta con il grande yakuza, tutti penserebbero per i suoi soldi o per il bel aspetto, ma non erano queste le ragioni del motivo del perchè aveva deciso di rimanere a fianco al l’uomo dagli occhi dorati.
Asami era intelligente, carismatico, un passo davanti a tutti, esuberante, provocatorio, maniaco del lavoro, enigmatico, intimidatorio. Tutto questo era l’uomo, in più era bello come un dio greco e anche se lo irritava ammetterlo, era davvero bravo a letto. Non che lo ammetterò mai ad alta voce. Akihito sorrise perchè poi c’era un lato di quell’uomo che solo a lui gli era dato a vedere.
Il grande Asami poteva mettere paura a chiunque e di certo faresti qualunque cosa per non trovartelo sulla tua strada. Ma quando era da solo con il giovane, era più gentile, più dolce. Nessuno userebbe queste parole per descrivere il grande yakuza. Per non parlare di quei rari sorrisi che solo il fotografo riusciva a farli fare.
È vero che era possessivo e un gran bastardo ma finché lì lasciava la sua libertà, al biondo andava bene così. Akihito aveva imparato ad apprezzare per l’uomo che è e non vorrebbe mai che l’uomo cambiasse per lui. Se ami qualcuno, lo accetti per quello che è. Il giovane stava con lui per quel che è e non per quel che ha. Era questa la differenza che c’era tra lui e gli altri ex amanti che aveva avuto il grande yakuza. Lui non voleva niente da Asami, tranne lui stesso come persona.
Sapeva che Asami aveva lavori legali e non, ma non gli importava. Aveva imparato che c’erano criminali e criminali, e che non tutti erano uguali. Poi con il tempo aveva capito che per essere diventato l’uomo che è oggi, essere così ricco, riconosciuto da tutti come l’uomo potente che era, dietro doveva esserci tanto sacrificio e lavoro. Apprezzava questo suo lato perchè sapeva che Asami non aveva ottenuto tutto quello che ha per fortuna o roba del genere, ma perchè ha lavorato sodo. E tutt’ora da il massimo nel suo lavoro.
È un uomo facile da apprezzare ma difficile da capire. Ma a me va bene così. Ormai tutto di me gli appartiene e anche se potessi tornare indietro, rifare tutto questo. La mia anima è legata a lui e se per stare con lui devo sopportare l’inferno, bene, che il fuoco mi avvolga.