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Autore: _SbuffodiNuvola_    20/07/2023    1 recensioni
“Si chiuse la porta alle spalle e vi si appoggiò, sospirando. Non sarebbe riuscito ad arrivare a fine giornata, lo sapeva. Non con Yuki e i suoi meravigliosi capelli, lasciati sciolti, che lo incantavano ogni volta che li guardava.
-Morirò. -si disse, sconsolato. -Morirò per colpa delle fanfiction.”
Cosa succederebbe se Momo leggesse delle fanfiction su lui e Yuki?
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Momo, Yuki
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Quella volta in cui Momo rischiò di non sopravvivere per delle fanfiction




Internet. Che posto strano, vero? Ci puoi trovare di tutto: notizie del giorno, ricette culinarie, siti di shopping online, informazioni di qualsiasi genere…

E, su alcuni siti, le cosiddette “fanfiction”. 

Momo ne aveva sentito parlare da sua sorella, anni prima, quando era interessato solo al calcio e di leggere storielle d’amore non ne aveva voglia. Non che adesso ne avesse, ma quando s’imbatté in un sito totalmente per caso, quella sera, decise di curiosare un po’. Tanto, si disse, non aveva niente da fare e il giorno successivo avrebbe avuto impegni solo dopo pranzo, perciò poteva anche andare a dormire tardi.

Sapeva che avrebbe trovato storie di tutti i generi e su qualsiasi anime, manga, libro, serie tv o film e persino su attori e cantanti, così, per divertimento, controllò nella lista delle fanfiction su cantanti e idol, tanto per vedere se c’era qualcuno di sua conoscenza.

Beh, aveva ragione.

Per primi trovò gli IDOLiSH7. Rimase stupito (e anche spaventato) da quanta gente avesse indovinato le coppie che si erano venute a creare nel gruppo. Iori e Riku, Mitsuki e Nagi, Sogo e Tamaki… e Yamato? In alcune storie era fidanzato o interessato a qualche ragazza, in altre stava insieme a Ryunosuke Tsunashi, il che rese dubbioso Momo. Non sapeva l’orientamento sessuale dei suoi due kohai e non aveva mai sentito quei due parlarne, in effetti. Vabbè, non avrebbe mica giudicato.

Lesse un paio di storie, poi tornò alla pagina principale e trovò fanfiction sui TRiGGER. Lesse un paio anche di quelle, trovando cose che non si sarebbe mai aspettato: se era rimasto sconvolto dalla coppia “Ryunosuke x Yamato”, rimase ancora più interdetto da “Gaku x Tenn”. Quei due insieme? Non riusciva a immaginarseli. 

Dopo aver letto qualcosa anche in quella sezione, continuò a cercare.

-Aspetta… MA CHE?! -esclamò vedendo il nome di un certo duo che conosceva benissimo.

 

Re:vale 

 

Seguito da un numero alquanto elevato di fanfiction, forse erano anche più di quelle degli IDOLiSH7 e dei TRiGGER.

Ecco, adesso aveva paura sul serio. 

Lui e Yuki non erano nient’altro che buoni amici e partner, non c’era amore fra di loro… o meglio, Momo era stracotto del suo compagno, ma non sapeva se lui ricambiasse o meno, nonostante gli avesse detto più volte che a lui teneva molto. 

Momo si era beccato una cotta anni prima, quando sua sorella lo aveva portato al primo concerto dei Re:vale a cui avesse mai assistito. Yuki aveva quel non so che di misterioso che lo aveva incuriosito e… beh, era anche un bel ragazzo.

Poi quella cotta era diventata qualcosa che il giovane aveva faticato a spiegarsi per mesi. A distanza di cinque anni, infine, Momo era giunto alla conclusione che fosse innamorato di Yuki.

Ma immaginarselo sopra di lui, a letto, a fare solo Dio sapeva cosa fra le lenzuola era un altro discorso! Non aveva mai pensato a sé stesso e il suo partner a fare quelle cose. Se proprio, le sue fantasie mentali finivano al primo bacio sulle labbra. Fine.

E la cosa gli era sembrata strana, in effetti. 

Comunque, Momo fissò lo schermo del suo cellulare e prese un bel respiro. Solo una, si disse. Ne avrebbe letta solo una e poi basta. Tanto per vedere cosa pensavano le fan su di loro.

Aprì la prima che trovò e iniziò a leggere.

Non era poi tanto male, anzi, sembrava una scena presa direttamente dalle loro giornate di lavoro… il problema venne verso metà del racconto:

 

“Momo non riusciva a muoversi, bloccato com’era fra il muro e il corpo di Yuki, che teneva un braccio contro la parete e lo fissava con quei suoi occhi di ghiaccio. 

-Yuki, che cosa vuoi fare? -chiese il più piccolo, spaventato da quella situazione.

-Penso che tu l’abbia capito. -rispose l’altro prendendogli il mento con la mano libera.

Senza lasciargli il tempo di dire alcunché, si avvicinò e lo baciò con passione, cogliendolo alla sprovvista. Momo si lasciò subito andare, permettendo a Yuki di trascinarlo sul divano del camerino, dove iniziò a strappargli i vestiti di dosso…”

 

***

 

-Momo? Mi stai ascoltando?

Il diretto interessato sobbalzò, risvegliandosi dai suoi pensieri. Si era perso a fissare Yuki (o meglio, le sue labbra), che parlava con lui e Okazaki riguardo una nuova canzone. Il suo partner si era accorto della cosa, anche perché il più giovane non aveva spiccicato parola, contrariamente al solito.

-Eh? Ah! Sì… sì. Ehm… scusa, mi sono solo distratto un attimo. Dicevi? -rispose, sentendosi arrossire fino alla punta dei capelli.

-Stai bene? Sei strano oggi. -disse Yuki aggrottando le sopracciglia. Momo deglutì a vuoto, mentre gli occhi color ghiaccio lo scrutavano, dubbiosi. No, così non aiutava proprio. Gli faceva tornare in mente le scene che aveva letto la sera prima.

-Io ehm… -balbettò cercando di fare un sorriso come suo solito. Okazaki gli mise una mano sulla spalla: -Hai bisogno di un po’ d’aria? Sei tutto rosso.

-NO! -urlò Momo, poi si accorse di essere scattato come una molla e si affrettò ad aggiungere: -No, sto bene. Davvero. Dev’essere solo un po’ di stanchezza. Continua pure, Yuki.

Yuki lo fissò ancora per un attimo, poi abbassò gli occhi sul foglio che aveva appoggiato sul tavolo attorno al quale stavano seduti e riprese a spiegare: -Stavo dicendo, qui non mi convince il passaggio fra il ritornello e la strofa successiva. Tu cosa ne pensi?

Allungò il foglio e gli indicò con l’indice il punto della canzone che intendeva. Momo cercò di concentrarsi su quello, cancellando dalla testa la fanfiction o, per meglio dire, le fanfiction che aveva letto la sera precedente. Dopo aver finito la prima, non era riuscito a trattenersi e ne aveva lette altre, senza accorgersi di essere rimasto sveglio fino alle tre.

-Ehm… a me piace molto anche così, ma se vuoi provare a cambiarla, cambiamo pure. -disse sperando di sembrare convinto. In realtà non aveva nemmeno idea di quale canzone stessero parlando.

-Sì, sono d’accordo. Provate a modificarla, poi decideremo la versione migliore. -concordò Okazaki. 

Parlarono per altri quindici minuti, poi fecero una pausa in cui Momo corse nel camerino che era stato assegnato ai Re:vale per il programma a cui avrebbero partecipato di lì a un’ora.

Si chiuse la porta alle spalle e vi si appoggiò, sospirando. Non sarebbe riuscito ad arrivare a fine giornata, lo sapeva. Non con Yuki e i suoi meravigliosi capelli, lasciati sciolti, che lo incantavano ogni volta che li guardava. 

-Morirò. -si disse, sconsolato. -Morirò per colpa delle fanfiction. 

La maniglia si abbassò e lui saltò in aria, scostandosi più velocemente che poteva.

Yuki entrò e chiuse la porta. Lo guardò, sospettoso.

-Che hai? -chiese solo.

-Io? N-Niente. Niente. Mi sono solo spaventato perché non pensavo che fossi subito dietro di me. -fece una risatina nervosa.

Yuki scosse la testa e gli si avvicinò lentamente: -No, intendo oggi. Ti comporti in modo strano. 

-No, sto…

-Non dire che stai bene. Perché non è così. -lo interruppe, fermandosi di fronte a lui. -Non solo poco fa, ma anche prima, quando ci hanno intervistato alla radio. Saltavi sulla sedia appena facevo un movimento. Pensavi che non me ne fossi accorto? 

Momo si morse il labbro. Cacchio.

E adesso come spiegare il motivo del suo nervosismo? Come faceva a dire a Yuki che aveva letto quelle storie su di loro? E come confessare che in realtà sperava succedessero scene come quelle immaginate dai loro fan?

-Io… -riuscì a dire. 

-Tu? -lo incoraggiò il suo partner. -Momo, ti ho detto più volte che puoi fidarti di me. Cosa c’è che non va?

Momo sospirò profondamente. O la va, o la spacca.

-Prometti di non ridere di me? -chiese.

-Perché dovrei ridere di te?

Il più giovane si allontanò dall’altro per chiudere a chiave la porta. Gli fece segno di sedersi sul divanetto e fece altrettanto, prendendo il cellulare.

-Ieri sera io… ho trovato delle storie. 

-Storie? 

-Sì. -Momo cliccò sul primo link che trovò, cercò la prima storia che aveva letto e porse il telefono a Yuki. -Leggi.

Sebbene dubbioso, il suo partner prese il cellulare e iniziò a leggere. 

Momo si portò le ginocchia al petto, dove il cuore sembrava voler uscire dallo sterno. Aveva paura della reazione di Yuki. Certo, si conoscevano da anni ormai, si capivano con uno sguardo, spesso era come se si leggessero nel pensiero e tante volte si erano ritrovati a dire le stesse cose all’unisono, era come se avessero sviluppato una specie di telepatia.

Eppure, Momo faticava ancora a capire Yuki. C’era sempre una parte di lui che rimaneva un mistero, una parte di cui il più giovane non sapeva cosa pensare.

Ad un certo punto, Momo vide la mano di Yuki porgergli il cellulare. Doveva aver finito di leggere.

-E quindi? -chiese il più grande, imperturbabile come suo solito. L’altro si voltò talmente in fretta che si fece male al collo.

-Come sarebbe dire “e quindi”? -fece, sconvolto. -Hai letto?

-Sì.

-Ti rendi conto che quelli siamo noi due?

Yuki annuì, incrociando le braccia e mettendo una gamba sull’altra, serio.

-E ti rendi conto che le fan credono che facciamo…

-Lasciale credere. -alzò gli occhi color ghiaccio sui suoi, rosati. -O non ti piace l’idea di te come passivo fra noi due?

-NO! -Momo praticamente urlò, alzandosi dal divano. -ASSOLUTAMENTE!

Yuki fece un sorrisetto furbo e a quel punto Momo realizzò cos’aveva appena detto. Si sentì arrossire di colpo, così si affrettò a distogliere lo sguardo dal suo partner, allontanandosi verso la porta. 

-V-Voglio d-dire… io… nieeeeente. Non ho detto niente. -balbettò, gesticolando. 

-Mh-mh. Sicuro? -fece Yuki, alquanto divertito.

-Sì, cioè. Mi conosci ormai, no? Sai che ogni tanto parlo da solo e quindi finisco per dire cose che non dovrei dire ad alta voce eheh. -Momo sbattè la schiena contro la porta e si mise a cercare la chiave con una mano. -Ecco, dovrei trovare un modo per imparare a non parlare da solo. Magari cercherò su…

SBAM.

Sobbalzò, ritrovandosi una mano di Yuki proprio accanto all’orecchio sinistro e il viso del suo partner a pochi centimetri dal suo. Proprio come nella fanfiction… oh cavolo.

Deglutì e si impose di mantenere la calma, ma non era per niente facile. Non riusciva neppure a distogliere lo sguardo dagli occhi di Yuki! Si sentiva… debole. E in totale balìa del suo partner.

No no no. Non doveva succedere. Non poteva essere vero.

-Yuki, che cosa vuoi fare? -chiese. Yuki fece un sorrisetto.

-Penso che tu l’abbia capito. -disse, avvicinandosi pericolosamente. Momo rabbrividì: erano le stesse cose che si erano detti nella prima fanfiction che aveva letto la sera prima. Chiuse gli occhi, spaventato. Ok che sognava di trovarsi in situazioni come quella con Yuki da una vita, ma… gli sembrava fin troppo improvviso.

E poi Yuki si mise a ridere e Momo riaprì gli occhi, sorpreso.

-Ma… ma che… -balbettò.

-Dovresti vedere la tua faccia in questo momento. -rispose Yuki piegato in due dalle risate.

-Ma che cavolo…

-Credevi davvero che ti avrei praticamente obbligato? -il più grande si asciugò una lacrima. -Dio, non ho mai riso così tanto! 

Ok, a Momo piaceva sentire Yuki ridere in quel modo, visto che non succedeva mai… però non stava capendo nulla.

-Era uno scherzo? -riuscì a chiedere.

-Beh, ho senso dell’umorismo anche io, sai. -rispose l’altro raddrizzandosi. Aveva un leggero sorriso a incurvargli le labbra e per Momo fu difficile non sciogliersi. Amava quel sorriso. 

Si costrinse a distogliere lo sguardo e a mettere il broncio, sperando di far sembrare che non ci fosse rimasto male. 

-Per stavolta te lo concedo. -disse. Yuki gli mise una mano sulla spalla e così Momo si voltò a guardarlo. Era tornato serio.

-Seriamente però. Non preoccuparti per quelle storie. Le fan pensano questo? E lasciale fare. -poi fu il suo turno di distogliere lo sguardo. -E poi, a me non dispiace così tanto…

Momo ci mise qualche minuto a metabolizzare l’ultima frase e, quando capì cosa intendeva il più grande, arrossì.

-N-Nemmeno per me è un problema. -disse, giocherellando con gli anelli. 

Si sorrisero per un attimo, poi il cellulare di Yuki vibrò e il cantante fu costretto a controllare chi fosse.

-Ah, Okarin dice che fra dieci minuti tocca a noi. Dobbiamo prepararci. -disse. Momo annuì, un po’ deluso. Avrebbe voluto continuare quella conversazione con il suo partner, ora che gli aveva detto cosa lo aveva turbato per tutto il giorno.

Si cambiarono, mettendo i costumi cuciti apposta per il loro nuovo video musicale e pochi minuti dopo erano nel backstage del programma live a cui erano stati invitati come ospiti.

-Momo?

-Sì?

-Nemmeno a me dispiace l’idea di te come passivo fra noi due, sai? Hai un faccino così carino.

Momo sbattè le palpebre per qualche secondo, basito, poi esclamò un: -EEEEH?

-Oh, tocca a noi. 

-COS’HAI DETTO?

-Che tocca a noi. -e, facendo l’occhiolino leggermente rosso in faccia, Yuki si avviò verso il punto da cui dovevano entrare in scena. Momo si affrettò a seguirlo, ancora sconvolto. 

Ebbe la conferma di ciò che intendeva Yuki solo quella sera… e non gli dispiacque affatto.

   
 
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