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Autore: E_AsiuL    25/07/2023    0 recensioni
Il rapporto tra il medico legale Tessa Beale e il detective Gabriel Giuliani non è mai stato idilliaco. Ma le cose potrebbero cambiare per via di un serial killer, il cui operato toccherà Tessa un po' troppo da vicino.
Genere: Introspettivo, Noir, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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16

Era buio. E lei odiava il buio. Non che fosse sicura che, intorno a lei, fosse davvero buio, in realtà. Aveva una benda intorno alla testa, talmente spessa che, anche se avesse avuto un faro puntato in faccia, per lei sarebbe stata la mezzanotte più nera possibile. Faceva freddo, ma era probabile che era fosse perché era senza vestiti, sdraiata di schiena su una superficie liscia.
Ora so come si sentono i miei cadaveri, pensò. Però loro non sono legati al tavolo.
Le faceva male lo stomaco, ma quello era il problema minore, dovuto solo alla fame. Non ricordava nemmeno più quando le era stato dato qualcosa da mangiare, men che meno da bere. Sapeva solo che, per il momento, era sola. L’unico suono che riusciva a sentire era quello del proprio respiro, troppo agitato e superficiale.
Se continui così, non risolvi niente. Respira lentamente. Respira normalmente. L’ossigeno ti serve. L’ossigeno è tuo amico, si ripeté.
Il problema era che respirare era difficile, figurarsi fare qualche respiro profondo, che le sarebbe anche servito a calmare il cuore impazzito che le batteva contro le costole.
Le costole. Deglutì rumorosamente. L’aveva buttata giù dalle scale, prima di rinchiuderla in quello scantinato. Arrivata a terra, le aveva assestato qualche calcio. Il crack lo aveva sentito, almeno una gliel’aveva rotta, di costola. Poi le aveva calato con forza un piede sulla mano, e di crack Tessa ne aveva sentito qualcun altro. Se fosse uscita di lì, le sarebbe servita un bel po’ di fisioterapia, per poter riprendere a usarla.
Poi, l’aveva spogliata. Tessa aveva stretto i denti, bendata fin dall’inizio, mentre meticolosamente e lentamente veniva lasciata in mutande e poi legata polsi e caviglie sul tavolo.
Di tanto in tanto, le veniva portato qualcosa da mangiare o da bere, probabilmente il minimo che bastava per non farla morire, perché altrimenti che sfizio c’era?
Tessa deglutì di nuovo e fece il respiro più profondo che le riusciva, cercando di fare l’inventario delle proprie condizioni: una mano rotta e, probabilmente, almeno una costola nello stesso stato; un taglio profondo e suturato all’altezza della clavicola; altri meno profondi all’interno coscia; diverse bruciature di sigaretta su braccia e seno. Questa volta, aveva deciso di andarci piano. Ancora non le aveva toccato la faccia, né strappato le unghie. Ancora non era rimasta completamente nuda. Ancora non le aveva messo un solo dito sul ventre.
Che intenzioni aveva, con lei?
Si stava divertendo di più a torturarla con le parole, più che nel fisico. Le aveva chiesto più di una volta se si aspettava che i suoi amici poliziotti sarebbero venuti a cercarla, sempre se si fossero accorti della sua scomparsa. Importava qualcosa a qualcuno, se Tessa spariva? Probabilmente no. Forse, avevano pensato che fosse andata a buttarsi in un fosso, visto che aveva tanta voglia di farsi del male da sola, no? A chi sarebbe importato se la piccola, patetica Theresa Beale spariva?
No. No. A Roxy importava. A Emmie.
Ad Alex.
L’avrebbero cercata. L’avrebbero trovata. Sì, e per fare cosa? Alex le aveva chiaramente detto che poteva ammazzarsi. Quanto più che lei aveva deciso di non tenere il bambino, quindi lui non avrebbe avuto motivo di restare con lei. Di tornare con lei.
Provò a scuotere la testa, ma le faceva male tutto.
E poi, i passi sulle scale.

A/N: rieccomi! Scusate, ci ho messo un po', ma nel frattempo l'ho anche finita, quindi a breve vi do in pasto anche il resto. Se c'è ancora qualcuno, battete un colpo e fatemi sapere che ne pensate (anche solo per mandarmi al diavolo)

 
  
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