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Autore: Mari Lace    27/07/2023    9 recensioni
Barbie non prova attrazione per nessuno, e questo non cambia quando ottiene una vagina.
“Parlami di queste… persone arcobaleno.”
Sasha le sorride senza smettere di decorare il suo striscione.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Barbie, Sasha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Storie Aspec'
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Le idee vivono per sempre

 

Barbara è diventata umana da mesi. Ha imparato a bere bicchieri pieni (d’acqua e altre bevande), a usare le scale (lo scivolo della Casa dei Sogni le manca, certi giorni), ha scoperto che ha bisogno di mangiare per avere energie. Ha persino dei genitali, ora: è un’umana sotto tutti i punti di vista! Eppure…

Qualcosa continua a sfuggirle.

Non è niente più che una vaga impressione, all’inizio. Le sembra di non cogliere a pieno i discorsi delle altre persone, a volte, come se le loro parole nascondessero un senso doppio a cui lei non ha accesso; è perché è umana da poco e c’è ancora molto che non conosce, si dice.

La sua nuova famiglia si impegna ad avere una serata film con lei almeno una volta a settimana, ed è affascinante vedere le idee prodotte dagli esseri umani, ma… C’è qualcosa che impedisce a Barbara di ritrovarsi del tutto nei protagonisti, e non è certa che sia dovuto al suo essere nata Barbie.

È quando vede Sasha baciare la sua ragazza che finalmente comprende cos’è che le manca.

Gli umani sembrano tutti mossi dagli stessi sentimenti che ha visto provare da Ken. Ovunque Barbara si giri, si parla di amore – la maggior parte dei doppi sensi, scopre quando finalmente si decide a chiedere spiegazioni, ha a che fare con il sesso. Lei non ha mai desiderato nessuna delle due cose, quando era una Barbie; ovviamente, Barbie e Ken non hanno organi sessuali, perciò non provano alcun interesse per il sesso. Ma lei ha una vagina, ora. Non dovrebbe provare attrazione…?

E tutti i film e i libri che ha recuperato sembrano dirle che il suo scopo nella vita debba essere trovare il vero amore, ma Barbara non riesce a immaginarsi vivere una relazione romantica, per quanto ci provi – non importa se con un uomo o una donna, semplicemente non le interessa. Forse un giorno conoscerà la persona giusta e si innamorerà? Ma se è onesta con sé stessa, non è qualcosa che desidera provare. Barbara è contenta con la sua vita così com’è, con le sue amicizie e il lavoro che ha trovato alla biblioteca del quartiere. Non capisce perché gli altri umani pongano tanta importanza sul trovare una persona da amare di più.

Ha quasi paura di spiegare come si sente a Gloria; non vorrebbe apparirle meno umana.

🩷

“Parlami di queste… persone arcobaleno.”

Sasha le sorride senza smettere di decorare il suo striscione. Le serve per un evento che si terrà due giorni dopo, il Pride, di cui Barbara vorrebbe capire di più.

“Siamo una comunità chiamata in tanti modi diversi,” inizia a spiegare. “Il più diffuso è l’acronimo LGBTQIA+, probabilmente. Serve a includere qualsiasi minoranza sessuale o di genere, tipo me che sono attratta da persone del mio stesso sesso, la mia amica Lucy che è attratta da tutti a prescindere dal loro sesso, le persone che non sono attratte da nessuno…”

Barbara si blocca con il bicchiere a mezz’aria, rovesciandosi accidentalmente addosso un po’ di succo. Non ha importanza. “L’ultima cosa che hai detto.” Sasha alza lo sguardo dallo striscione. “Esistono esseri umani che non provano attrazione per nessuno?”

“Certo.” Sasha torna a tracciare lettere sulla stoffa. “E l’attrazione è più complicata di così, è uno spettro che racchiude moltissime identità diverse, e ne esistono diversi tipi…”

Barbara non segue davvero il resto del discorso. Esistono esseri umani come lei. Non è sola.

“Voglio venire alla parata dell’arcobaleno con te.”

Sasha non risponde subito, dà l’ultimo tocco al suo slogan e richiude il pennarello. “Okaaay,” concede poi.

Barbara batte le mani e va a dare una mano a Gloria con la preparazione della cena.

🩷

“Non capisco.” Barbara non pensa di essersi mai sentita tanto compresa come dalla responsabile dello stand su asessualità e aromanticismo che ha appena finito di ascoltare. “Persone come noi esistono! Il mondo lo sa! Allora perché nei film è tutto così…”

“Amatonormativo?” Jane, la responsabile, le rivolge un sorriso amaro.

Sasha scrolla le spalle. “Benvenuta nel Mondo Reale. E no, buona parte del mondo ignora l’esistenza dello spettro asessuale e di molte altre identità.”

“Ma…”

“Per questo è importante farci sentire,” dichiara Jane. “Possiamo cambiare il mondo solo condividendo le nostre esperienze. Abbiamo ancora pochissima rappresentazione nei vari media, ma piano piano iniziano ad apparire personaggi come noi nelle serie. Personaggi che non sono robot, addirittura.”

Barbara resta in silenzio, cercando di assimilare le informazioni.

Jane le porge un biglietto. “Qui trovi la mail della nostra comunità, l’Asexuality Awareness Society, e il mio numero di telefono. Possiamo parlare ancora, se vuoi.”

Barbara annuisce; l’idea le piace molto.

Jane raggiunge un altro gruppetto in piedi a sfogliare dépliant, e poco dopo Sasha trascina Barbara allo stand seguente a scoprire cosa significhi intersex.

🩷

Barbara sta fissando la pagina gialla ormai da un’ora, spingendo nervosamente il tasto per far uscire e rientrare la punta della sua penna rosa senza mai scrivere una parola. Clic, clic, clic. Il quadernino dai fogli colorati come l’arcobaleno è un regalo che le ha fatto Gloria, e inizialmente lei aveva pensato di usarlo come diario, ma ora… Ora ha quasi paura di rovinarlo scrivendoci qualcosa che non sia abbastanza valido. È irrazionale, ma le parole di Jane e di Ruth continuano a girarle in testa, alternandosi e sovrapponendosi.

È importante farci sentire. Le idee vivono per sempre.

Con un sospiro, Barbara si decide e impugna la penna. Se commette un errore, potrà sempre ricominciare da capo.

In un mondo tutto rosa, dove ogni giorno appare perfetto, viveva una donna che aveva un amico…

  
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