Il gruppo chiamato Iron Shield se ne stava in una stanza nella base lunare a pulire le armi e il clima era di quelli migliori: JimiJengo li aveva appena pagati profumatamente per il loro ennesimo successo. Alpha si stava fasciando l’avambraccio sinistro dopo che era stato ferito accidentalmente. Epsilon, l’unica donna del gruppo, era sdraiata a leggersi un libro mentre Gamma, Beta e Delta stavano dormendo nei loro letti a castello. All’improvviso si accese il maxischermo che avevano in stanza dove arrivavano i dispacci con le missioni ma non comparve il loro committente ma bensì un uomo vestito di nero e una maschera bianca a cui era raffigurato un volto sorridente. Costui sparì per qualche secondo, mostrando JimiJengo legato ad una sedia e con dei vistosi segni di percosse sul volto. I “dormienti” si svegliarono di colpo, raggiungendo Alpha mentre Epsilon lanciò il libro in aria. -Ora che ho la vostra attenzione vi mostro il vostro caro leader, così forte da sottostimare la mia potenza e sagacia. Immagino che voialtri non siate interessati a salvarlo dato che vi paga per eseguire i propri sporchi lavori. Mercenari o meno, vi dico che lo tengo qui, in un luogo sperduto sulla Terra. Potreste abbandonare ogni velleità e lasciarlo morire, ma perdereste le vostre commesse oppure venite qui, affrontate me e se vi va bene lo salvate. A voi la scelta. Il Necromante chiude! – L’immagine del rapitore del Comandante svanì e calò il silenzio all’interno del gruppo. Gamma si avvicinò ad Alpha, dicendo: -Troveremo di certo un altro ricco mecenate che ci darà ciò che vogliamo! – -E se così non fosse? Ricordiamoci che JimiJengo ci ha espresso molte volte la sua fiducia e non sarebbe corretto nei suoi confronti non dargliela. Non pensate? – esclamò Epsilon Delta scosse il capo. -Non ho mai sentito parlare di quel Necromante. Mi sorprende negativamente che il Comandante si sia fatto catturare! – disse Delta. -Potrebbe essere stato preso alle spalle. Che ne sai? – rispose a tono Epsilon. -E se fosse così pericoloso da mettere in subbuglio il nostro sistema di governo? – dichiarò Beta. Alpha alzò il fucile d’assalto e sembrò esser pronto a sparare per prendere la parola quando si bloccò, come se sentisse qualcosa. -Tutti a terra! – I suoi commilitoni eseguirono l’ordine e di lì a poco la camera venne bersagliata da colpi di proiettile provenienti dall’esterno. -Siete feriti? – domandò il caposquadra. I quattro compagni si mossero, dando segni di vita. Circa due minuti dopo chi era all’esterno smise di sparare ed Alpha accorse alla porta d’emergenza aprendola con un calcio e fu fuori, vedendo colui che gli aveva avvertiti del rapimento, il Necromante, a bordo di un trasporto spaziale di colore grigio metallizzato con delle eliche nella parte anteriore dello scafo. Alle spalle di Alpha si palesarono Beta, Gamma, Delta ed Epsilon, pronti a far fuoco. Il nemico, ad un certo punto, prese dalla sua destra un lanciarazzi e sembrò prendere la mira. -Fossi in voi ci penserei bene se volete salvare JimiJengo! – Sparò e il razzo s’abbatté contro l’edificio che ospitava, tra gli altri, la stanza dove riposava l’Iron Shield; questi ultimi s’abbassarono prima che quel colpo potesse far saltare l’edificio. -Vi aspetto sulla Terra idioti! – urlò il Necromante. Venti minuti più tardi i membri della squadra se ne stavano seduti ad osservare il fuoco che divampava. C’erano brusii tra i commilitoni ed Alpha, a quel punto, per mettere a tacere i malumori si erse e volle parlare ai suoi uomini. -Ciò che ci è successo è un chiaro segno che dobbiamo salvare il Comandante, anche a costo di rinnegare ciò che siamo. Ci tiene a noi, come ha detto Epsilon e questo essere mi ha francamente arrabbiato: lo dobbiamo accoppare, usando anche metodi poco convenzionali. Ci state? – I sottoposti annuirono anche se non ne ero convinti totalmente. -Dove potrebbe trovarsi? – chiese Beta. -Ho sentito JimiJengo parlare molto di una città in particolare, New York. Credo possa trovarsi lì. Non ci resta che dirigerci lì in quelle rovine e salvare il Comandante JimiJengo! – Alpha alzò il fucile e sparò qualche colpo per incitare i propri compagni. CONTINUA