Aveva sperato fino all’ultimo di non doverlo fare.

Era consapevole che non sarebbe bastata una confessione scritta, non dopo tutto quello che era accaduto. Una parte di lui avrebbe voluto abbracciarlo, spiegargli che capiva il suo gesto e che era pronto a perdonarlo, voleva davvero perdonarlo perché perdonarlo implicava riaverlo al proprio fianco una seconda volta, poter avere una seconda possibilità anche se in segreto. Tuttavia era consapevole che non poteva permetterselo, non lui.

 L’altro lo aveva posto di fronte a una scelta e poi gli aveva impedito di compierla, portandogli via l’unica persona di cui si fidava, trasformando quello che avevano avuto in una copia distorta e grottesca, una crudele parodia del sentimento che avevano condiviso da giovani. Voleva ucciderlo con le proprie mani, voleva che soffrisse tanto quanto lui aveva sofferto e che sapesse che aveva fallito, che il suo piano era destinato all’insuccesso. Se chiudeva gli occhi Lorenzo de’Medici vedeva ancora il volto di Giuliano stravolto dal dolore, sentiva il momento in cui il suo amato fratello era morto ad opera degli intrighi di Jacopo. E Francesco, il suo Francesco, che tutto sapeva, non aveva fatto nulla per fermarlo anzi aveva aderito con piacere a quella cospirazione calpestando il loro passato e i tanti momenti nascosti che lui celava nel proprio cuore come un tesoro.

Avrebbe tanto voluto che tutto tornasse come prima, che Francesco lo amasse come quando erano giovani e si incontravano di nascosto per baciarsi ed esplorare i rispettivi corpi lontani da occhi indiscreti meditando su come avrebbero potuto cambiare Firenze, prima che quell’amore venisse contaminato dalle bugie di Jacopo. Non erano nemmeno bugie ma comunque lui non avrebbe mai permesso che Francesco avesse un ruolo di secondo piano, aveva cercato di tutto per farlo sentire un suo pari ma l’altro non aveva mai voluto capire.

Sarebbe stato tutto così facile.

Francesco avrebbe dovuto solamente dire quelle parole e lui avrebbe fatto di tutto per salvarlo, letteralmente di tutto. Era disposto a corrompere tutta Firenze, ad affrontare l’odio della sua famiglia e il volto perplesso di Guglielmo ma lo avrebbe fatto, se solo Francesco avesse detto quelle tre parole lo avrebbe fatto, per lui.

Ti amo, ti ho sempre amato.

Non chiedeva altro, solamente che l’altro gli dicesse quelle parole, che lo amasse come una volta e lui avrebbe dimenticato tutto e avrebbe fatto di tutto pur di salvarlo dal boia. Non credeva alle parole dell’altro, che lo avesse fatto per Firenze e per la sua libertà, i Pazzi volevano cedere la città a papa Sisto per “salvarla”, davvero credevano che il ligure avrebbe rispettato la repubblica? Sarebbero stati solamente i suoi lacchè, possibile che Francesco non volesse capire?

Rimase ad osservarlo un’ultima volta, nonostante le torture e la prigione c’era in lui una fierezza che lo rendeva ancora più bello, un orgoglio che lo faceva apparire di un fascino che fino ad allora non aveva mai posseduto.

Forse se fossero stati da soli, se avesse potuto parlargli in privato, nell’intimità del suo studiolo o della cella… forse sarebbe riuscito a fare qualcosa, capiva perché Francesco non voleva parlare, l’arroganza della famiglia Pazzi in lui sfolgorava, l’altro era pronto a diventare un novello Bruto e si stava preparando per quel momento.

<< Non fare nulla di cui potresti pentirti >> gli disse Sandro poco dopo aver dato l’ordine di impiccare tutti loro escluso Montesecco. L’ho già fatto Sandro, se solo sapessi si ritrovò a pensare. Lui che amava ancora Francesco, che avrebbe fatto di tutto per riavere il suo amore aveva appena dato ordine di giustiziarlo e nella maniera più infamante. Aveva già dovuto sopportare di vivere senza di lui ma questa volta… questa volta sarebbe stato diverso, lo sapeva fin troppo bene.