Hershel Anderson, quarantotto anni, era fisso a guardare il mare al tramonto dalla balconata della sua casa e indossava la sua armatura con imponenti spallacci d’acciaio, bracciali della stessa materia e un sottoarmatura in fibra di titanio di colore viola che lasciava intravedere gli avambracci e gli addominali scolpiti.
Tirò fuori da una delle tasche poste alla vita un sigaro e lo mise in bocca e lo accese, fumando e rilassandosi. I capelli grigi e neri si muovevano per il vento, stesso dicasi per la barba bianca con baffi e mosca di colore nero.
Alle spalle dell’uomo arrivò una giovane donna sui venticinque anni che indossava una tunica da notte bianca che le metteva in risalto le forme.
Si mise davanti a lui e l’abbracciò.
-Hai fatto tanto per tante persone. Perché rispondere agli ordini anche per questa missione? Non ti viene voglia di rilassarti e dare priorità alla tua vita? –
La giovane donna lo baciò e Hershel sorrise, guardandola negli occhi.
-Ho avuto una vita difficile e impegnativa passata a schivare proiettili e a dormire dove mi capitava. Ho avuto un figlio a cui non ho mai potuto garantire affetto e ora tu, mia cara Greta, non solo mi darai un altro erede a cui darò amore ma mi hai fatto capire che la mia vita non è solo uccidere. Eseguirò questa missione e poi mi ritirerò. È una promessa! –
L’uomo sollevò la giovane donna e la baciò con passione.
 
Due ore più tardi i due andarono a dormire e tennero la finestra aperta, posta alla sinistra del letto, per far entrare la brezza marina.
Era una notte serena e il cielo era ricolmo di stelle.
All’improvviso entrò un drone nella stanza e si pose sopra i corpi dei due, osservandoli.
Restò in quella posizione per circa un minuto e, di lì a poco si palesò una figura vestita di nero nella stanza ed era armata di fucile d’assalto e mirino laser.
Puntava alla fronte di Hershel, l’indice della mano destra stava per portare indietro il grilletto e sparare.
Hershel rise, tenendo gli occhi chiusi.
L’assalitore pensò che stesse sognando e che non si fosse accorto della sua presenza.
L’addormentato alzò il lenzuolo e nella mano sinistra teneva una pistola Colt con anch’essa il mirino laser, puntato alla base del collo dell’assalitore.
Quest’ultimo guardò il puntino rosso puntato su di lui ma Hershel aveva un altro asso nella manica: una trappola in ferro che afferrò il mascherato per la caviglia sinistra.
Fu talmente forte la presa che, per poco, non staccò l’arto dal corpo.
Urlò così forte che Greta, che fino a quel momento non si era accorta di nulla, si svegliò e si impaurì, avvicinandosi al corpo muscoloso del compagno.
Costui la strinse a sé tirandola su, tenendo la pistola puntata verso l’assalitore.
-Hai visto, tesoro? Le mie trappole hanno funzionato nuovamente! –
Hershel sparò quattro colpi uno dietro l’altro, uccidendo l’intruso.
Sceso dal letto andò dalla vittima e gli tolse il passamontagna nero.
-Mercenario, per lo più giovane. Mi domando chi ci sia dietro a questo agguato. –
Greta disse:
-Non partire tesoro, rinuncia alla tua promessa. Non farlo! –
Hershel fece cenno di no.
-Onorerò la promessa e tornerò a casa e ci godremo la nostra vita. Te lo prometto! –