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Autore: valekiller    15/09/2009    4 recensioni
Artù si sposa ma Merlino non può e non vuole crederci.
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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spos Disclaimer: Merlino e Artù non mi appartengono in alcun modo. Né la leggenda, né lo sceneggiato della BBC.

Un caloroso ringraziamento alla mia fantastica beta koorime senza la quale questa cosa non avrebbe mai visto la luce. Sei davvero preziosa.

Buona lettura!






Artù si sposerà.

Gaius sorride, sembra davvero contento.
Merlino non sa cosa pensare ma Gaius continua implacabile.

Ginevra sarà la sposa.

E Merlino sente la magia gonfiargli il petto, il dolore assordargli le orecchie, la rabbia offuscargli la vista.

Guarda verso Gaius, lo guarda senza vederlo. Pensa ad un sacco di cose che ora gli ottenebrano la mente. Vede lui e Artù combattere la prima volta, vede Artù in fin di vita, vede Artù ansimare sul letto. E poi Ginevra, e il suo sorriso dolce, e tutta quella bontà... Sente la rabbia montare con ancora più violenza dalle viscere, perché, come può esistere un essere così perfetto da non poter nemmeno essere odiato? Va in camera sua, i movimenti sono come scoordinati, gli arti mossi da un burattinaio ubriaco. Si siede sul letto e tiene forte la testa, tirandosi i capelli.
Come può davvero essere? Perché Artù l'ha tradito? Perché quel po' di felicità guadagnata deve sparire così?
Merlino sa di fare la vittima, di piangersi addosso. Sa che un giorno sarebbe successo, l'ha sempre saputo. Ma perché, perché?
Sente la rabbia premere, inizia a camminare su e giù, facendosi domande sempre più insensate. Comincia ad inveire contro il Drago e il destino e capisce che forse è ora di chiarire. E' la sete di spiegazioni che lo fa precipitare fuori dalla sua camera, è quel senso di ingiustizia che lo fa correre. Perché lui deve continuare a muoversi. Se si ferma, sa che quello che ignora gli si presenterà prepotentemente davanti. E lui allora non riuscirà più a far finta di aver ragione.

Corre da Artù, pensando ancora ad un pessimo scherzo, o un brutto sogno. E Artù è lì che guarda le fiamme, con le braccia incrociate al petto e l'espressione compunta di chi ha fatto qualcosa di importante.
Artù sospira e chiude gli occhi. Non vorrebbe dover sentire nemmeno una parola di quello che Merlino gli dirà.

"Allora è vero che ti sposi." Merlino respira forte, ansima quasi.
"Perché?"
"Perché è il mio dovere. Non ho altra scelta."
"Non è vero, no."
"Merlino, hanno cominciato a parlare. Non posso permettere che questo accada."
"Ma perché proprio lei?"
"Sarà un'ottima regina."
"Deve esserci un'altra possibilità."
"No Merlino, non c'è. Non puoi salvarci con la magia questa volta."

Non hanno il coraggio di guardarsi o di muoversi. Qualcosa fra di loro si è rotto, spezzato. E sanno tutti e due che nulla sarà più come prima.

Merlino ha sentito la sua rabbia disintegrarsi. Ora è come svuotato, come se avesse corso per miglia e miglia, perché ha finalmente realizzato che è tutto finito, perché ci ha provato a fare il finto tonto ma non è servito. Sente la testa leggera e le viscere pesanti. Si sente come un bambino a cui è stato sottratto il suo giocattolo preferito.
In quel momento Merlino desidererebbe rannicchiarsi su se stesso e piangere, finché le viscere non gli si saranno svuotate. Il suo cervello sembra piombo adesso e lui vorrebbe solo dormire, annegare nell'incoscienza e smetterla di pensare a lui. Non avrebbe più alcun senso ormai.
Gli volta le spalle in un gesto così teatrale che gli verrebbe voglia di ridere, se ricordasse come si fa. Ma Artù lo inchioda lì con una frase.

"Andiamo a caccia stanotte."

Era questo il loro modo per stare da soli e Merlino sa che Artù gli dirà addio.
Dirà addio al letto di Merlino che li ha ospitati così tante volte, dirà addio al ruvido sottobosco e alla notte. Perché quella donna giacerà nel letto che a lui è sempre stato precluso, alla luce del sole, e non riesce a capacitarsi di come questo possa essere possibile. Non vuole sentirgli dire addio, perché che addio può essere se si sarebbero visti tutti i giorni? Merlino vede davanti a sé un lungo, infinito percorso, cosparso di rabbia mal celata e infelicità. E Merlino sa che renderà definitivo il suo addio partendo il giorno dopo.

Passano la notte fuori, nella foresta. Si divertono, ridono, scherzano, fanno finta di non ricordare cosa succederà il giorno successivo, ma più Merlino tenta di non vedere il cielo schiarirsi, più la sua angoscia cresce. Non vuole vederlo andare via. Non vuole lasciarlo.
Ma purtroppo lenta e inesorabile l'alba fa capolino e tutta la dolcezza e la tenerezza che c'erano, svanisce con il sole. Si dirigono all'entrata della città e si fermano davanti alle grandi porte. Artù approfitta del cambio della guardia e lo bacia sulla guancia ma lui non vuole cedere. Non ora.

Lo va a trovare nelle sue stanze quel pomeriggio. Almeno questo se lo deve.
"Addio" dice ad Artù. Merlino vede la mano di Artù alzarsi ed andare a coprirsi gli occhi, che lacrimano copiosamente.
Merlino gli gira le spalle ed esce dalla stanza, acqua nelle sue iridi.


   
 
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