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Autore: liraTH12    19/08/2023    0 recensioni
E se le cose fossero andate diversamente quella sera? E se Ade e Zelena fossero rimasti insieme dopo la cena al castello della Strega dell'ovest, in che modo sarebbero cambiate le vite degli abitanti di Storybrooke?
Genere: Azione, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ade, Altri, Emma Swan, Henry Mills, Zelena
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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Guardò la tavola con attenzione e poi tornò a sistemarsi la giacca. Era tutto perfetto, lo sapeva, ma la tensione non gli lasciava tregua. Avrebbe frainteso tutte le sue intenzioni. Lei poteva addirittura arrivare a cacciarlo? Quella donna aveva un fuoco... e lui si sentiva così indifeso, esposto al suo volere e ai suoi capricci. Lui, il Dio degli inferi, che prepara una cena per dichiararsi ad una mortale, l'Olimpo avrebbe riso per secoli. Le porte si spalancarono e lei entrò. Quel vestito nero, così finemente lavorato. La pelle smeraldo brillava alla luce soffusa delle candele. Era bella, bellissima.

"Eccoti qua... ma... che cos'è?" chiese la donna guardando il tavolo davanti a lei con stupore.

"Una cena.." soffiò platealmente su una candela "... per festeggiare." e sull'altra. Doveva sorprenderla, per sperare che la donna che ora gli stava davanti gli desse anche solo una possibilità.

La strega smeraldo lo stava guardando negli occhi regalandogli un sorriso splendido e radioso che solo alla fine assunse i leggeri tratti di un ghigno malvagio.

"Mi hai visto? gli chiese con quella che sembrava speranza nella voce.

"Ma certo che ti ho vista!" esclamò il dio avvicinandosi a lei " Sei stata magnifica, ma non avevo dubbi." Le porse una mano mentre si posiziona dietro alla sua sedia. "Siediti." e la fece accomodare.

"Quindi.. questa è anche una cena di addio.. prima della tua partenza."

La frase arrivò dritta al petto e prima del previsto.

Il dio chiuse gli occhi, non visto, trattenendo un respiro.

Avrebbe voluto dire tutto, prenderle la mano e urlare "No, non voglio andarmene, tu sei speciale. Ho intenzione di restare qui con te per sempre, sei l'unica che sia riuscita a farmi battere il cuore, mi sono perdutamente innamorato di te nel giro di soli due giorni, ti prego non scacciarmi." Ma tutto gli morì in gola.

Esitò, perché si rese conto di essere vulnerabile. Si sarebbe mostrato privo di difese e nulla gli assicurava che lei avrebbe fatto lo stesso.

Sentì il suo cuore morto spaccarsi alla sola idea che lei lo allontanasse o peggio, lo deridesse.

"Sì, tornerò negli inferi.. ora non hai più bisogno del mio aiuto. Riuscirai a lanciare l'incantesimo e so che terrai fede al nostro accordo." disse lentamente, a bassa voce, vergognandosi della sua codardia.

"Oh... è chiaro, ovviamente.." disse Zelina e per un solo secondo, mentre il dio si andava a sedere dall'altra parte del tavolo, un'ombra di tristezza le contornò il viso. Ma fu solo un attimo, il turbamento tornò a celarsi sotto il viso aguzzo e altero, mentre anche l'uomo tornava ad indossare la sua maschera.

"Bisogna festeggiare allora, alla fine delle nostre sofferenze e all'inizio dei tormenti per i nostri odiati fratelli!" Zelina alzò il calice già colmo di vino fissando raggiante e perfida il volto dell'uomo davanti a lei che la imitò, sfoderando il suo più perfetto autocontrollo.Solo lei riusciva a fargli provare gioia e dolore nello stesso momento, con la sua sola presenza. Guardò il calice di vino rosso, prima di iniziare a sorseggiarlo: almeno il vino di Bacco l'avrebbe aiutato a perdersi negli occhi chiari di quella donna e meno nei suoi tormenti.



Il vino di Bacco fece il suo effetto, la cena andò magnificamente e l'atmosfera si fece più leggera. Ben presto la sala del trono di Zelina si riempì di risate e ricordi di cattiverie compiute, di speranze, di sogni e di orrori da realizzare. La strega si era tolta il lungo cappello da un po' e stava seduta sulla sedia con le gambe accavallate, splendida nel suo vestito nero.

Ade aveva tolto la giacca e il plastron da ore e si ostinava a guardare il bicchiere colmo di vino che aveva in mano, cercando di non incrociare quegli occhi, che lo stavano fissando da minuti interi. Il silenzio era calato tra i due, come se stessero aspettando qualcosa, oppure se temessero un addio. Non si erano avvicinati per tutta la sera, entrambi arroccati sulle loro sedie, intenti a bere, incapaci di rompere le barriere.

Lei lo studiava, in quella posa così morbida e sensuale. Lui vedeva sfocato ma non l'avrebbe mai ammesso, nemmeno a sé stesso, e fu proprio per questo che non si accorse della figura slanciata che gli si avvicinava, traballante, con in mano un bicchiere di vino per l'ennesima volta stracolmo.

Lei si sedette sopra di lui con gli occhi a pochi centimetri dai suoi.

"Il dio dei morti ha per caso paura di me?" chiese sensuale mischiando il sapore del vino al suo respiro caldo.

"La strega perfida dovrebbe avere paura di me." disse Ade alzando gli occhi e incrociando i suoi, gesto che gli mozzò il respiro.

Averla così vicina.....

Zelina se ne accorse e ridacchió divertita poi, come rapita da qualcosa, spostò i suoi occhi sulle labbra del dio.

"Mi stai fregando...... mi hai fatto bere affinché io ti dia il bacio del vero amore per svegliare il tuo cuore?" disse premendo con forza la mano sul petto dell'uomo, cercando un battito lontano.

Ade si tese e ancora una volta il suo respiro si fermò mentre un lontano e profondo battito gli attraversava il torace, simile a quello avuto sulla bicicletta quando per la prima volta l'aveva stretta sè, ma più profondo, più forte.

Gli occhi si accesero mentre cingeva la donna con le sue braccia e la attirava a sé.

"Per quello che ho in mente non mi serve baciarti."


Aprì gli occhi di colpo. Il freddo gli stava penetrando nella schiena attraverso il pavimento di marmo. Perché era su un pavimento di marmo? Era una domanda legittima e trovò una risposta quando il flusso dei suoi pensieri venne interrotto da un dolore netto e bruciante che invase tutto il suo cervello. Quelli erano gli effetti di una grossa sbornia causata dal vino di Bacco, che sia dannato quel dio insolente. I ricordi cominciarono a tornargli, la cena, il vino.. senti una presenza affianco a lui e subito impallidì. Una massa di capelli rossi stranamente composti era adagiata su un fianco, molto vicina, sotto quella che sembrava una coperta nera. Spalancò gli occhi e tutti i ricordi della serata gli tornarono alla mente. Quando era stata l'ultima volta che aveva.. si costrinse a non pensarci. Zelena era di fianco a lui in una condizione abbastanza indecorosa e lui cominciava a ricordare anche altre cose indecorose che l'alcool gli aveva fatto fare. Si corresse, forse non era stato proprio solo l'alcool. In qualunque caso la situazione al momento era troppo assurda e imbarazzante da sostenere. Al suo risveglio lei lo avrebbe odiato, su questo era sicuro, ma non poteva pensarci adesso, la cosa migliore era cercare di sistemare il più possibile. Si alzò lentamente, scivolando su un fianco per non svegliarla e si rivestì con uno schiocco di dita. Si voltò e altrettanto velocemente fece sparire la tavola apparecchiata, rimasta intatta per tutta la notte. Poi guardò la donna che ancora dormiva beatamente. Un angelo smeraldo, bellissima e potente, mortalmente fatale, eppure lei avrebbe potuto ridargli la vita con le sue sole labbra, se solo avesse voluto. Si corresse ancora una volta, lei avrebbe dovuto amarlo per poterlo fare. Sospirò, facendo sparire il vestito nero che Zelena indossava la sera prima e che riposava sul marmo. Nessun mortale avrebbe mai potuto amarlo, nemmeno quella donna.

Lei.. Cosa sarebbe successo ora? Avrebbe ricordato e l'avrebbe odiato, questa era la cruda verità. La prese in braccio delicatamente e cercò di non svegliarla mentre la posava sul letto poco distante. La guardó ancora una volta affascinato. Avrebbe dovuto aspettare che si svegliasse? No, sarebbe stato insostenibile. La sola cosa sensata era sparire adesso e non farsi più vedere, eppure qualcosa gli impediva di muoversi, come se nel suo petto un macigno lo ancorasse a terra. Una minuscola parte di lui sperava che lei ricambiasse i suoi sentimenti e sparire così, senza lasciare traccia.. All'improvviso un'idea gli attraversó la mente. In una nube blu si ritrovò fuori dal palazzo e in poco tempo trovò quello che stava cercando. Riapparve nella stanza e lasciò il pensiero sul comodino. Poi si avvicinò al letto, le scostò lentamente i capelli dal volto e la osservò ancora una volta. Probabilmente non l'avrebbe mai più vista e per un attimo fu tentato di baciarle le labbra e scappare via. Forse il suo cuore avrebbe ricominciato a battere.. ma non avrebbe avuto lei. Mandò giù la saliva e il dolore, scosse la testa e lasciò un dolce bacio sulla guancia di Zelena. Si allontanò e scomparve tra le fiamme blu, con l'immagine di lei sdraiata nel letto ancora negli occhi.

 

   
 
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