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Autore: MaryFangirl    22/08/2023    0 recensioni
Bruno si sta ancora adattando in famiglia dopo la sua lunga assenza. Suo nipote Camilo non gli rende le cose facili. D’altro canto, Camilo è fin troppo affascinato dallo zio e Bruno si sforza con tutto se stesso per non oltrepassare il confine dell’affetto familiare. [Bruno/Camilo]
Genere: Hurt/Comfort, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri, Bruno Madrigal, Camilo Madrigal, Dolores Madrigal, Isabela Madrigal
Note: Traduzione | Avvertimenti: Incest
Capitoli:
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Camilo non ha passato la notte con Bruno dopo il loro primo bacio. Bruno l’ha interrotto, scusandosi. Camilo lo ha zittito baciandolo di nuovo, con la stessa dolcezza. Dopo, però, Bruno ha accompagnato Camilo nella sua stanza e se n’è andato. Camilo capisce perché non sia rimasto, ma in parte si era aspettato che lo facesse.
 
Viene svegliato dal sole, il giorno dopo. Non fa troppo caldo, ma dalla luce sugli specchi, capisce che è abbastanza tardi. Camilo si stiracchia, ristendendosi sul letto e sfiorandosi le labbra.
 
Lo ha finalmente baciato. Ha baciato Bruno. E Bruno lo ha ricambiato. Camilo strilla, affondando il viso nel cuscino per soffocare un urlo.
 
Sta sorridendo al punto che gli fanno male le guance. Come riuscirà a dirlo a sua sorella e alla cugina? Sicuramente non può dirlo a sua madre. Non ne uscirebbe nulla di buono. Nessuno gli crederebbe se dicesse che è stato lui a corteggiare lo zio.
 
Eppure, lo zio non è mai andato a cercarlo, non gli ha mai fatto niente.
 
Ma stanno già giocando col fuoco e Camilo non vuole che Bruno finisca nelle fiamme.
 
Nessuno gli darebbe ascolto, soprattutto sua nonna e sua madre.
 
Camilo giura silenziosamente che proteggerà suo zio ad ogni costo. Qualunque cosa dovrà avvenire a porte chiuse a chiave. All’esterno, saranno due normali (dotati di poteri magici) zio e nipote. All’interno, tuttavia, sarà un’altra storia.
 
Qualcuno bussa alla sua porta e si rianima.
 
“Camilo?” è Dolores.
 
Camilo sospira.
 
“Sul serio?” Dolores entra, “scusa se non sono il tuo prezioso zio Bruno” chiude la porta e si avvicina al letto.
 
Camilo ride. “Scusa, scusa. Pensavo fosse lui”
 
“Ah sì? Com’è andata ieri? Hai avuto la tua visione?” Dolores si siede.
 
“Sì” Camilo arrossisce e si copre il viso.
 
“Non provarci! Cos’è successo? Cos’hai visto?”
 
“Non hai sentito?”
 
“Non riesco a sentire dalla caverna delle visioni, anche se sono vicina”
 
Oh. Questa è una novità.
 
“Beh, nella visione c’eravamo io e Bruno seduti vicini allo stagno. La casa brillava sullo sfondo”
 
Dolores è sorpresa, “Cosa ne pensa Bruno?”
 
Beh, non gliel’ha chiesto. Erano stati troppo occupati a baciarsi. Camilo pensa a una ragione, tamburellando le dita sulle ginocchia. “Uhm, in realtà non lo ha detto. Forse che stare insieme non ci porterà alla rovina? Dato che la casa risplendeva?”
 
Dolores si tocca il mente. “Forse significa che la magia è più forte perché state insieme. E se vi sposaste?” sussurra piano.
 
Camilo quasi si soffoca. “Sposarci?! Ti prego! Ho appena dato il mio primo bacio, non voglio-” chiude la bocca, ma è tardi.
 
Dolores sussulta, coprendosi la bocca. Poi gli da una pacca sulla spalla. “Il tuo primo bacio? Con...Bruno?”
 
Camilo si copre il volto e agita i piedi. “Sì, Dolores! Sì! Nella visione ci baciavamo-”
 
“No!” Dolores gli dà una pacca più sonora.
 
“Sì! Lui lo sapeva! L’aveva vista l’anno scorso, ma voleva cambiarla”
 
Dolores si mette una mano all’altezza del cuore. “Lui è una brava persona. Tu invece sei un demone”
 
Camilo sbuffa, ma ridacchia. “Certo. Ma non volevo arrendermi con lui. Non potrei sopportare di vederlo con qualcun altro. Lui...mi piace un sacco, Dolores”
 
“Lo so, Cami. E il fatto che abbia cercato di cambiare la visione, di provare a non stare con te, in un certo senso dimostra che ti ama. Giusto? Probabilmente si sentiva in colpa perché era coinvolto?”
 
Camilo annuisce. “Sì, esatto. Ha detto che non meritavo di stare con uno come lui. Ma gli ho detto che lo merito e lui merita me”
 
Dolores sorride, poi lo abbraccia.
 
“È davvero strano che ti piaccia nostro zio. Ma è una tua scelta. Nessuno dovrebbe mettersi tra voi due” dice, “il tuo segreto è al sicuro con me”
 
Camilo la ringrazia. Era un po’ nervoso che lei lo scoprisse, sapendo che spiffera sempre tutto. Ma tutto sta andando bene.
 
“Beh, alzati! È mezzogiorno e anche se non hai faccende da sbrigare, è ora che tu esca!”
 
Camilo geme ma obbedisce. Dolores fa per uscire ma si ferma di colpo. Camilo le finisce addosso e prima di poter bofonchiare qualcosa, lei squittisce, precipitandosi fuori e giù per le scale. Segue con lo sguardo la sorella, poi alza gli occhi. Bruno sta scendendo dalla sua torre e lo vede. Camilo si sente arrossire. Bruno gli sorride e lo saluta. Camilo ha voglia di strillare, ma si limita a ricambiare il saluto prima di andare in bagno. Nel mentre però non stacca gli occhi da Bruno e sbatte contro un pilastro.
 
Si lamenta, non volendo spostarsi, colto dall’imbarazzo.
 
“Tesoro!” è sua madre. Tutti lo chiamano, tranne Bruno. “Stai bene?”
 
Camilo si stacca dal pilastro e osa lanciare un’occhiata intorno. Bruno non c’è più.
 
Sospira. “Sì, mami, sto ben-”
 
Bruno appare dietro sua madre.
 
“Bene” soffia, mentre sulla testa della donna appare una nuvola tempestosa.
 
“Ecco” Bruno porge un impacco di ghiaccio. Quando lo ha preso?
 
“Ah, grazie, Bruno” Pepa afferra il ghiaccio e lo passa a Camilo. “Non stare con la testa tra le nuvole. So che hai 18 anni, ma non significa che puoi fare sciocchezze!”
 
Camilo annuisce, prendendo la borsa del ghiaccio e continua a guardare Bruno. Pepa se ne va, tuonando.
 
Bruno si avvicina cautamente e Camilo desidera ardentemente abbracciarlo.
 
“Mi dispiace” dice Bruno, “non pensavo ti saresti alzato così presto”
 
Camilo scuote la testa. “Non scusarti. Ti sei alzato ora anche tu?”
 
“Mh. La festa è andata avanti fino a tardi, un po’ di sonno extra era utile”
 
“Giusto. La festa” Camilo lo fissa ancora.
 
Bruno ride, poi afferra delicatamente il polso di Camilo e lo avvicina al suo viso. La borsa del ghiaccio finisce sul suo naso. Bruno guarda a destra e a sinistra, poi avanza verso Camilo.
 
“Fai attenzione, amore. Non voglio che ti faccia male” gli accarezza leggermente la guancia prima di allontanarsi e scendere le scale.
 
Camilo ride. Non ha avuto nemmeno la possibilità di ribattere. Dopo essere entrato in bagno, si rinfresca e controlla i danni al naso. È un po’ rosso, niente in confronto al resto della sua faccia. Tiene il ghiaccio sul naso mentre torna giù. Dolores e Isabela sono sedute al tavolo e smettono di parlare quando lui arriva. Lo guardano.
 
“Cosa c’è?” chiede.
 
“Oh, niente, qualcuno è in vena di essere romantico quando ti vede” cinguetta Isabela, sorridendo alla cugina.
 
Camilo arrossisce prima di andare in cucina. Sistema diversi snack sul piatto e si unisce alle ragazze. Parlano e ridono tra loro mentre Camilo si intromette nella conversazione. Quando Camilo finisce di mangiare, le ragazze richiamano la sua attenzione.
 
“Allora, cosa intendi fare?” sussurra Dolores.
 
“Per che cosa?” Camilo lo sa, ma vuole esserne sicuro.
 
“Sai” Isabela fa cenno verso le scale, “per i ratti”
 
“Okay, se vogliamo usare dei nomi in codice, dobbiamo sceglierne uno migliore” sbuffa Camilo.
 
“Non mi è venuto in mente altro!” si difende Isabela.
 
Camilo alza gli occhi al cielo. “Beh, per ora e probabilmente per sempre, rimarrà un segreto. Gli altri, specialmente la mamma e Abuela, non possono saperlo. Non voglio che caccino Bruno. O peggio”
 
Le due annuiscono. “Chi altro lo sa?” chiede Dolores.
 
“Dipende. A chi l’avete detto?”
 
“A nessuno. Tu l’hai detto a Isabela e io ho sentito. Non hai detto niente a Mirabel?”
 
“No” Camilo incrocia le braccia, “né a Luisa e tantomeno ad Antonio”
 
“Allora siamo solo noi tre” dice Isabela.
 
La porta della cucina si apre e Bruno entra, con occhi sbarrati.
 
“Zio” le ragazze si alzano.
 
“Bruno!” Camilo salta su.
 
“Prima che diciate qualcosa” inizia Bruno, “voglio solo dire che mi dispiace”
 
“No” Camilo lo raggiunge in un lampo, “non devi scusarti”
 
“Camilo, seriamente. Devo...”
 
“Zio” si avvicina Isabela, “andiamo dove Abuela non può entrare”
 
I quattro escono e si dirigono al patio. Camilo si attacca a Bruno e afferra la sua ruana. Non pensava che Bruno si sarebbe presentato, tantomeno durante una conversazione del genere. Camilo non gli ha detto che le ragazze lo sapevano. Proseguono fino a raggiungere una radura. Isabela produce alcune palme e un’aiuola. Le ragazze si siedono e li invitano a fare lo stesso. Bruno sospira e prende posto, Camilo si sistema rapidamente vicino a lui.
 
“Allora. Tutto questo è ovviamente” Isabela indica i due, Camilo nota che Bruno si copre il viso, “reale. Ma, zio”
 
Bruno alza la testa.
 
“Va bene. Camilo mi disse tre anni fa che aveva una cotta per te. Gli dissi che sarebbe passata, ma dopo un altro anno era ancora interessato a te, quindi ho capito che non era un’infatuazione qualunque. E so che ti ha tormentato senza sosta da quando sei tornato...”
 
“Ehi” Camilo incrocia le braccia.
 
Isabela continua. “Ma non potevamo fare nulla. Gli piaci davvero e...lui ti piace?”
 
La domanda non risulta pesante come Camilo pensava.
 
Bruno fa un cenno col capo. “Sì. Non era mia intenzione. Sarò onesto, non avrei mai permesso ai miei sentimenti di svilupparsi. Ma...è stato difficile. Soprattutto quando era chiaro che lui aveva interesse per me”
 
“E la visione” suggerisce Camilo.
 
“Giusto, la visione” ripete Bruno.
 
“Cosa succedeva?” domanda Isabela.
 
“Dolores non te l’ha detto?” chiede Camilo, sinceramente scioccato che sua sorella non abbia aperto bocca. Dolores scuote la testa. “Oh. Beh. C’eravamo io e Bruno seduti vicino a uno stagno. La casa sullo sfondo risplendeva”
 
Isabela sorride. “Bene, immagino che significhi che andrà tutto bene, vero zio Bruno?”
 
Bruno alza le spalle e il cuore di Camilo si stringe.
 
“Alla fine, sì. Andrò tutto bene. Ma prima di quel momento, c’era Camilo che piangeva vicino allo stagno. Non so per quale motivo. Ho provato a rivederla dopo che te ne sei andato” ammette Bruno, “c’erano coriandoli, cibo e fuochi d’artificio, ma non è chiaro perché piangi”
 
“Mh, beh, è possibile che possiate cambiare quella parte della visione. Ricordate” dice Isabela, “che siete voi i responsabili del vostro futuro. E noi” si rivolge a Dolores, che allunga la mano, “ci saremo per sostenervi. Non lo diremo a nessuno, il vostro segreto rimarrà con noi”
 
Dolores annuisce, avvicinandosi al fratello. Camilo afferra la mano di Bruno e abbraccia le ragazze. Sapeva di poter confidare in loro. Hanno ragione. Lui e Bruno sono responsabili del loro futuro, nessuna visione può cambiarlo.
 
.
 
È impegnato per l’intera settimana. Da lunedì a domenica deve fare da babysitter, gestendo praticamente un asilo diurno. Giovedì a mezzogiorno ha la sensazione che siano passati anni dall’ultimo momento di pace e tranquillità. Ha appena messo a letto un bambino quando riprende le sembianze di se stesso. O almeno crede. Si guarda la mano e sbatte le palpebre. Le sue mani sono così piccole? Probabilmente no. Le porta davanti al petto. Probabilmente il piccolo dovrà mangiare. Si dirige in cucina e uno specchio attira la sua attenzione.
 
I suoi occhi sono castani? Verdi? Nocciola? Sbatte le palpebre, gli occhi sono verdi. Ma non...risultano così. Scuotendo la testa, si mette al lavoro, mescolando e pesando per la preparazione del pasto. La madre ha lasciato qualcosa in frigo, ma mancano ancora 6 ore.
 
6 ore. Camilo espira, continua con il suo compito, non volendo pensare al tempo. Sistema tutto in una scodella e la mette in frigo. Quando si raddrizza, si sente...più basso. È sempre stato così basso?
 
Un pianto lo fa sobbalzare. Si trasforma rapidamente nella madre del bambino e corre in camera da letto. Dopo pochi minuti, il piccolo si riaddormenta. Quando lo adagia nella culla, sospira. Gli è stato chiesto anche di fare un po’ di pulizie, quindi si mette all’opera. In bagno, quasi sussulta davanti al suo riflesso. Non ha cambiato le sembianze.
 
Torna in sé e si fissa. Dove sono le sue lentiggini? Bruno dice sempre che le ha. E le sue orecchie. Sono troppo piccole? Non dovrebbero essere più grandi? Le mani sembrano enormi quando si tocca i capelli. Non dovrebbero essere più corti? Sono i suoi riccioli? Perché il naso è così piccolo?
 
Prima di rendersene conto, il suo respiro accelera. Vede doppio e chiude gli occhi, desiderando di poter spegnere la mente, per non pensare alla propria immagine. Ma non ci riesce. Non riesce a respirare. Ci sono troppi volti. Troppi lineamenti che non sono i suoi. Quali gli appartengono? Non ce la fa più.
 
Dà un’altra occhiata allo specchio, non vede la sua faccia, non si riconosce.
 
Lancia la scopa verso lo specchio in un impeto disperato.
 
“Camilo?!” è Dolores.
 
Non si è accorto di essere finito per terra. Sbatte le palpebre, non ancora in grado di respirare. Sente Dolores correre, Camilo volta il capo, tenendolo tra le mani e appoggiandosi sulle ginocchia, rannicchiato contro il more.
 
“Fratellino. Oh, no” sussurra Dolores, c’è silenzio, Camilo si sente a casa. Al sicuro e tranquillo.
 
Viene strattonato dal braccio ma non vuole muoversi. Non vuole vedere lo specchio, terrorizzato di ciò che potrebbe incontrare. Sente dei passi allontanarsi. Camilo chiude gli occhi intravedendo qualcosa che brilla sul pavimento. Probabilmente ha rotto lo specchio, dovrà contribuire per ripararlo.
 
Ci sono altri passi, ma non li distingue. Sente un altro tocco estremamente gentile sul braccio. Non è Dolores. Tiene gli occhi chiusi, distendendosi. Nota qualcosa. Si sta trasformando in un corpo più piccolo. Chiunque lo stia sorreggendo, lo solleva facilmente. Camilo si aggrappa al tessuto e vi affonda il viso. Sente la luce del sole prima del suo calore.
 
“Piccolo” è zia Julieta, “sei ferito?”
 
Camilo apre gli occhi e sua zia è davanti a lui. Scuote la testa, stordito.
 
“Fammi vedere le mani” zia Julieta apre delicatamente le mani chiuse di Camilo sulla stoffa.
 
Camilo ha preso le sembianze di se stesso a 5 anni. Lascia che lo zia lo esamini prima di ritenerlo a posto.
 
“Tuo zio ti riporta a casa, okay? Ci occuperemo noi del bambino e della casa” gli dà un bacio sulla testa prima di indicargli l’uscita.
 
Prima di potersi voltare, viene gentilmente spinto. Alza lo sguardo. È Bruno. Gli sorride prima di avanzare e Camilo gli getta le braccia al collo. Bruno ricambia la stretta, posandogli una mano tra i capelli. Il tragitto verso casa è tranquillo.
 
Si aspettava di sentire una manifestazione di delusione da parte di Abuela, ma non arriva. Avviandosi verso la torre di Bruno, Camilo sospira, chiudendo gli occhi quando passano davanti agli specchi presenti in casa. Camilo viene appoggiato sul divano, ma non vuole staccarsi da Bruno. Bruno coglie il suggerimento e lo prende di nuovo tra le braccia, accomodandosi.
 
Non sa realmente quanto tempo sia passato. Potrebbero essere pochi minuti come ore. Si separa lentamente da Bruno, che si muove piano per catturare il suo sguardo. Camilo non smette di fissare Bruno. Quando è convinto di essere tornato in sé, Bruno sorride. Posa la mano sul viso di Camilo, sfiorandolo e facendogli il solletico. Camilo ridacchia, ricordando di avere le lentiggini.
 
Bruno gli afferra la mano e ne apre il palmo. Le mani di Camilo sono più piccole di quelle di Bruno. Anche quello lo ricordava. Bruno accarezza di capelli di Camilo, fermandosi appena sotto la spalla. Non si è tagliato i capelli, sono un po’ più lunghi. Infine, Bruno gli dà un bacio sul naso. Anche di quello ricordava le dimensioni.
 
“Vita mia” inizia Bruno con cautela, “vuoi parlarne?”
 
Camilo sa che dovrebbe farlo. L’ultima volta che ha cercato di reprimere le sue sensazioni, non è andata bene per nessuno.
 
“Penso di essermi sentito sopraffatto” ridacchia cupamente, “no, so che è successo. Mi sono tramutato in così tante persone questa settimana...mi è sembrato di dimenticare il mio aspetto. Sono crollato. Non riuscivo più a guardare il mio riflesso”
 
Bruno lo ascolta con attenzione, sporgendosi in avanti.
 
“Non...riconoscevo più niente. Non sapevo quali fossero i miei lineamenti. Dopo aver messo a dormire il bambino, non ho cambiato sembianze. Ero così spaventato che non sapevo cosa fare. Ora...sto bene? Sono di nuovo io?”
 
Bruno mormora: “Sì, tesoro. Sei di nuovo tu. Con i tuoi bei capelli” li accarezza e Camilo si crogiola nel tocco, “le due adorabili lentiggini e graziose orecchie. Il tuo naso e le tue guance” Bruno le bacia entrambe, “e la tua bellissima...bellissima bocca”
 
Camilo sospira mentre Bruno gli bacia leggermente le labbra. È gentile e amorevole e Camilo quasi non respira per la dolcezza con cui viene trattato.
 
Bruno si allontana, lasciando un bacio sul suo orecchio. “Le tue orecchie non sono né troppo grandi né troppo piccole. Sono giuste così. E anche il tuo collo è incantevole”
 
Camilo inclina la testa di lato, lasciando che l’uomo prema baci delicati lungo la gola.
 
Solleva le mani e Bruno gliele afferra, baciandone il dorso.
 
“Tutto ciò che hai è al posto giusto e meraviglioso”
 
Camilo è sul punto di frignare. Stringe le braccia intorno al collo di Bruno e lo attira in un altro bacio.
 
Si perde nella sensazione di morbidezza. Bruno gli lecca il labbro inferiore e Camilo apre lievemente la bocca, consentendogli di tuffarsi.
 
Si abbassa sul divano, le gambe penzolano, Bruno è sopra di lui. Continua a baciarlo, le lingue si sfiorano e rotolano l’una contro l’altra. Camilo impazzisce. Le sue mani si spostano, viaggiano sul suo petto. Le mani di Bruno si muovono a loro volta, una percorre la curva di un fianco, l’altra oltrepassa il confine della ruana. Camilo solleva le gambe per permettere a Bruno di sistemarsi in mezzo. È così che vuole che siano. Ancora più vicini.
 
“Cami?”
 
Bruno interrompe il bacio e si alza. Camilo si lamenta e cerca di tirarlo giù, afferrando la ruana e la camicia.
 
“Aspetta, aspetta, Camilo” Bruno gli afferra i polsi e si blocca.
 
Camilo non capisce, ma Bruno si china a rubargli un altro bacio prima di alzarsi.
 
“Più tardi, amore. C’è qualcuno” Bruno gli sistema i vestiti e Camilo non aspetta altro che siano di nuovo spiegazzati.
 
“Casita, perché non hai fermato la sabbia?” è la voce di sua madre.
 
“Mamma, mamma” la chiama Dolores, “Camilo sta dormendo”
 
“Cosa?”
 
“Lo sento russare”
 
“E Bruno?”
 
“Non lo sento, probabilmente è nella sua caverna, starà cercando di capire cos’è successo”
 
“Oh”
 
“Probabilmente dovremmo lasciargli un po’ di spazio. È in buone mani. Sai che zio Bruno riesce a calmarlo meglio di chiunque altro”
 
“È vero. Va bene, fammi sapere se senti qualcosa. Vado ad aiutare le ragazze”
 
“Buona idea, vengo anch’io”
 
La porta si chiude e Camilo sussurra un ringraziamento verso la sorella, sperando che lo abbia sentito. Bruno si gratta il collo.
 
“Beh, suppongo di dover avere quella visione, probabilmente me ne chiederà una” Bruno lo guarda.
 
Camilo allunga le mani e Bruno si avvicina istintivamente. Camilo osserva Bruno deglutire. Lo supplica silenziosamente con lo sguardo e convince Bruno a ricominciare a baciarlo.
 
.
 
Sono passati un paio di mesi dalla sua...crisi? Mirabel dice che non dovrebbe chiamarla così, ma lui la pensa diversamente. Camilo non è riuscito a guardarsi allo specchio per alcune settimane. Non mette piede in camera sua da due mesi. Pepa ha acconsentito a farlo rimanere nella stanza di Bruno. Ovviamente nessuno dei due si è lamentato. Dopo ogni giornata, Camilo attraversa la scalinata della torre di Bruno, felice di passare un’altra notte con lui.
 
L’unico piccolo problema è che non ci sono stati progressi. Si baciano, con grande gioia di Camilo, ma Bruno si rifiuta di andare oltre. Pensava che non ci sarebbero stati problemi ora che aveva 18 anni e chiarito di desiderare Bruno. Ma a quanto pare non è così, il contatto c’è stato a malapena.
 
Dopo una giornata particolarmente intensa, Camilo si infila sotto la doccia, lavando via la fatica. Quando esce, suo padre fa il suo ingresso.
 
“Ehi, figliolo”
 
“Ehi, papà. Com’è andata oggi?” Camilo si avvolge in un asciugamano.
 
Suo padre alza le spalle. “Come al solito. Come ti senti?”
 
“Bene, meglio ora che non devo svegliarmi davanti agli specchi. Non sono di grande aiuto”
 
Lo specchio del bagno è appannato e Felix si avvicina Camilo, posandogli una mano sulla spalle e bloccandogli la visuale.
 
“Probabilmente sarei dovuto passare dopo cena, non dopo la doccia” ride, “te la passi bene nella stanza di Bruno? Puoi sempre stare con me e tua madre, o anche con Antonio”
 
Camilo spera che suo padre non si accorga della sua espressione. “Sì, sto alla perfezione. Stiamo ancora recuperando per i 10 anni di assenza. È il mio migliore amico, papà, sono felice”
 
“Ottimo” Felix gli dà una pacca, “era anche il mio migliore amico, quindi sono contento che andiate d’accordo”
 
Sì. Perfettamente d’accordo.
 
Camilo recupera il pigiama fuori dal bagno. Aveva portato quello corto, ma indossa i pantaloni lunghi per non far trasparire nulla. Dà la buonanotte a suo padre, che ricambia. Camilo appende l’asciugamano prima di dirigersi verso le scale. In realtà, desiderava fare la doccia con Bruno. Ma Bruno dice che non dovrebbero. Casita è dalla loro parte, potrebbe costruire una doccia nella stanza di Bruno. Risolverebbe diversi problemi.
 
Apre silenziosamente la porta. La sabbia è in funzione, segnalando che Bruno è nella sua caverna. Chiede a Casita di separare la sabbia e portarlo giù. Le scale appaiono, scende con cautela. Percorre la salita, non più così orribile, le candele gli illuminano il percorso.
 
Quando arriva in cima toglie i pantaloni lunghi, li piega e li lascia contro il cuscino, ormai suo. È presente un letto separato per lui, su gentile concessione della sua famiglia, ma non lo usa. La porta della caverna è chiusa, quindi si sistema sul letto con l’aria più disinvolta possibile.
 
Sta quasi per addormentarsi quando la porta si spalanca. Camilo si raddrizza sul letto, guardando il libro che stava fingendo di leggere. Dà una sbirciatina a Bruno, che entra con in mano una tavoletta. Sembra...tranquillo. Né turbato né felice. Camilo è deciso a non alterare il suo piano.
 
Quando Bruno alza lo sguardo, gli occhi di Camilo tornano sul libro. Lo sente trattenere il respiro. Vorrebbe ridere, ma non lo fa. Guarda Bruno, che si è girato, lasciando la tavoletta nella sua postazione.
 
“Pronto per andare a letto?” chiede Bruno e Camilo vorrebbe sbuffare, ma si trattiene.
 
“Mh. Tu sei pronto?”
 
Bruno usa la ruana per farsi aria. “Certo”
 
Bruno si avvicina alla candela che illumina la stanza. Camilo si alza dal letto e afferra la sua ruana.
 
“Possiamo lasciarla accesa” dice Camilo, sperando che la sua voce faccia rabbrividire Bruno.
 
Bruno deglutisce prima di sedersi sul letto. Si passa una mano sul viso, poi guarda Camilo. Il ragazzo unisce le gambe, attirando l’attenzione dell’uomo. Bruno espira dal naso, indietreggia, afferrando delicatamente le gambe di Camilo e mettendosele sul grembo. Massaggia un polpaccio e Camilo si blocca. Non faceva parte del suo piano.
 
“Mi uccidi lentamente, amore” dice Bruno, toccando anche l’altro polpaccio.
 
Camilo non sa cosa dire. Vorrebbe chiedere scusa, ma non sarebbe sincero. Ha provato così tanto a convincere Bruno ad acconsentire al sesso, ma sembra impossibile. Torna a sdraiarsi, fissando Bruno mentre divarica le gambe.
 
Bruno non si posiziona in mezzo ad esse. Segue Camilo, chinandosi, gli posa un bacio sulle guance, sul naso e sulla bocca. Camilo non gli permette di separarsi. Cinge il collo di Bruno e inclina la testa, approfondendo il bacio. Le mani di Bruno iniziano a vagare e Camilo si inarca. Le sue grandi e callose mani afferrano le gambe, piegandone una verso il suo petto. La sensazione è incredibile. Camilo piagnucola, un braccio si sposta, si aggrappa alla spalla di Bruno. Bruno lascia le sue labbra, premendo baci lungo il collo e la clavicola.
 
“Noi lo...oggi?” Camilo riesce a malapena a farfugliare, i suoi sensi concentrati sui baci di Bruno.
 
“No. Non oggi” Bruno soffia le parole al suo orecchio e Camilo non può nemmeno arrabbiarsi. Non mentre viene toccato e amato così dolcemente.
 
Bruno torna alla sua bocca e Camilo geme sommessamente, ghermendo la sua schiena. Vuole andare un po’ oltre, ma sa che sarà inutile. Poi un pensiero gli attraversa la mente.
La mano di Bruno sta ancora viaggiando sul suo petto quando Camilo la afferra, spostandola più in basso. Bruno non interrompe il bacio e Camilo spera sia un buon segno. Quando la mano di Bruno raggiunge il suo inguine, Camilo lascia che sia lui a decidere cosa fare.
 
Camilo sussulta mentre la mano di Bruno gli sfiora i pantaloncini. Bruno si stupisce e toglie la mano. Quando Camilo apre gli occhi, si spaventa un po’ nel trovare quelli di Bruno spalancati, passando dalla propria mano al suo inguine.
 
“Riesci a farlo?” sussurra Bruno.
 
Camilo annuisce. “Io...pensavo che così sarebbe stato più facile”
 
L’espressione di Bruno cambia. Gli afferra le mani e lo fa sedere. Dannazione, ci erano vicini. Camilo ha voglia di urlare.
 
“Vita mia”
 
Il fuoco di Camilo si spegne all’istante.
 
“So che sei un mutaforma. Ma...ti trasformi in altre persone, giusto? Ti senti a tuo agio così? Perché quella...non è tua, giusto?”
 
Camilo ci riflette. Ok, sì. Si trasforma in persone diverse, di diverso sesso. Ha preso le sembianze di un sacco di persone, tramutando i genitali per curiosità. Ma non gli è mai piaciuto. Per gli stessi motivi è entrato in crisi. Non erano cose sue, ma di altre persone. Sapeva quello che possedeva e non era un problema finché era qualcosa di suo.
 
Dopo un momento, risponde a Bruno: “Giusto. Io...non so di chi sia. Solo che...pensavo che tu non volessi fare niente per questo motivo” la sua paura improvvisamente si materializza. E se a Bruno non piacesse perché è un maschio? E se-?
 
“Ehi, ehi” Bruno stringe Camilo in un abbraccio, “un momento. Vedo il tuo cervello impazzire. Non pensarci neanche, tesoro. Non importa se vuoi cambiare sesso. Fai quello che ti fa stare bene. Fai quello che ti piace, amore”
 
“Ma...a te cosa piace?”
 
Bruno si scosta e fissa Camilo negli occhi. “Mi piaci tu, Camilo. E qualunque cosa tu voglia essere. Ci sarò sempre per sostenerti”
 
Camilo si commuove. Si getta contro Bruno, facendolo ricadere sul letto. Preme baci sul suo viso, borbottando ‘grazie’ e parole affettuose. Infine lo bacia sulle labbra e approfondisce il contatto, cercando di tornare al punto in cui erano. Ma Bruno si separa di nuovo.
 
“A proposito, non è che non voglio andare oltre. È che sono nervoso perché potrei non tenere il passo una volta arrivati a quel punto. Potresti annoiarti. Sono vecchio, sai” ridacchia, accarezzandogli i capelli.
 
Camilo sbuffa, appoggiando il mento sul suo sterno. Come può pensare che si annoierà? Per rimarcare il punto, ruota i fianchi e Bruno ansima.
 
“Non mi stancherò mai di te. Semmai sarà più divertente. Sei il primo per me, quindi...”
 
“Cosa?”
 
“Cosa?”
 
“Sono...il primo? Avrai almeno avuto una ragazza?” Bruno si alza, con un braccio intorno alla sua schiena.
 
“Uh, no. Penso di essere innamorato di te fin da quando ero piccolo. Non mi è mai interessato nessun altro davvero. Solo tu”
 
Bruno lo fissa, poi si avvicina. E finalmente, finalmente Camilo si convince che succederà qualcosa. Si rilassa, Bruno lo bacia e gli graffia leggermente le labbra e il collo. Le mani scivolano lungo il suo corpo, finendo sul petto e sul fianco. Camilo apre le gambe e Bruno coglie il suggerimento. Senza interrompere il bacio, si posiziona tra di esse e Camilo vede il paradiso. Si incastrano così bene che ha quasi voglia di piangere. Una mano di Bruno viaggia verso i pantaloncini.
 
“Va bene così?” mormora Bruno e Camilo frigna, stringendo le dita di Bruno su di lui.
 
Bruno acconsente. Camilo interrompe il bacio per vedere. Vuole vedere. Vuole capire se ha di nuovo i suoi genitali. Bruno sembra leggergli nel pensiero.
 
“Ti sembra a posto?” la sua mano è ferma sui pantaloncini.
 
Camilo emette un suono di approvazione. Pensa comunque che con una vagina sarebbe meglio, ma se a Bruno va bene così, allora va bene anche per lui. È suo, e di nessun altro. Solo suo. E presto sarà di Bruno.
 
* * *

* * *
 
Camilo si separa, ansima, appoggiando la fronte su quella di Bruno. Lentamente si distende, abbassando le gambe e le braccia.
 
Anche Bruno ansima, lascia un bacio sulla sua tempia. Camilo abbassa lo sguardo e quasi rimane senza fiato. Sia la sua camicia che la ruana di Bruno sono tutte rovinate. E Bruno non è ancora uscito. Deglutisce, guardando Bruno, che lo ricambia. Il cuore di Camilo viene scosso.
 
“Stai bene?” sussurra Bruno.
 
Camilo annuisce.
 
“Cosa c’è?”
 
Camilo guarda in basso, poi di nuovo su.
 
“Oh” Bruno fa per ritrarsi, ma Camilo non vuole.
 
“No, aspetta” Camilo gli afferra le spalle, fermandolo.
 
Bruno lo guarda per un momento, poi torna ad affondare.
 
Camilo si lascia andare, sdraiandosi ancora, il suo sesso si indurisce. Bruno elimina gli indumenti e cosparge il suo corpo di baci. Se proseguono con un secondo round, nessuno deve saperlo.
 
Tranne forse la povera Dolores.

 
  
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