Il sangue di Albafica era velenoso, perciò non voleva che nessuno si avvicinasse troppo a lui o lo toccasse in ogni modo. Succedeva specialmente quando era ferito in battaglia, e non aveva tempo per curarsi.

O semplicemente, non se ne curava lui stesso. Gli bastava che nessuno venisse a contatto con lui.

Era quel dì che si ritrovò Asmita stranamente fuori dal suo tempio. Forse era solamente una sua proiezione, ma vederlo davanti a sé era raro.

Asmita fece per avvicinarsi, e Albafica cercò di scansarlo, allarmato.

«Tranquillo, non puoi farmi nulla» lo rassicurò, «Cerca di curarti al più presto, rischi un’infezione»

Albafica rimase in silenzio, lo osservò andare via.