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Autore: Skiocco_muto    28/08/2023    0 recensioni
Tre bottiglie, già detto tutto
Genere: Comico, Horror, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cosa rende una buona storia tale? I personaggi? Le ambientazioni? I dialoghi?
Esiste forse una ricetta per la storia perfetta che c’è sfuggita per tutti questi anni, nascondendosi nelle trame dei più esperti?
O magari non è ancora mai stata creata; magari sta ancora aspettando nel buio delle nostre meningi, tra i nostri pensieri più oscuri, in attesa di un valoroso esploratore che venga a tirarla fuori da quella buia giungla.
Non so.
Ma so che la mia prima storia proviene da quella giungla.
L’avevo scritta con una mia grande amica; una bottiglia di birra.
Non so se fui io a tirarla fuori da lì oppure la mia compagna, ma una volta scritta sembrava veramente una buona storia, e l’accompagnarmi con quella mia amica somigliava molto alla ricetta.
E fu veramente apprezzata da tutti, quasi quasi la pubblicavo.
Poi non ricordo, ma accadde qualcosa di brutto.
Forse fu la solitudine, oppure i complimenti, sì, furono i complimenti.
Ma dopo la bell’esperienza che avemmo io e la mia amica decidemmo di conoscerci meglio e finimmo per frequentarci tutte le volte che scrivevo, chissà, magari dal nostro amore sarebbe uscita fuori qualche altra buona storia e la mia dipendenza da quei complimenti mielosi e gratuiti sarebbe stata appagata.
Quante ne scrivevo, di storie.
E quante ne bevevo, di birre.
Troppe ne bevevo.
Me lo disse anche mia moglie;” troppe ne bevi, ti farai male al fegato.”
Ma poi, siamo onesti, a cosa diavolo serve il fegato?
Chi di noi pensa, ama o scrive col fegato, eh? Nessuno, ovvio, quindi possiamo tranquillamente sacrificarlo per un po’di considerazione e ammirazione giusto? In fondo, cosa vuoi che succeda, è solo il fegato.
Ed io lo feci; lo sacrificai per i miei racconti brevi e per le mie poesie, per il mio romanzo incompleto e per quei tre libri che, invece, completai, per il film sul mio best seller e per la mia serie tv, per tutto.
Non ricordo chi lo disse, ne qual era la frase esatta, ma era qualcosa tipo “scriviamo i nostri demoni.”
See, certo.
Beh il mio demone mi dolorava veramente sul fianco destro, e non accennava ad impregnarsi su carta.
I medici lo chiamavano… non ricordo, ricordo solo che era colpa di quel furbo d’un fegato che invidioso dell’affetto che avevo per la bottiglia s’era fatto sentire.
Mia moglie ci aveva colto in pieno.
Così mi si pose una scelta; o le storie, o il fegato, e, nonostante prima non mi fosse mai sembrato così importante, scelsi la seconda opzione.
Rinunciai a tutti quei bei complimenti, a tutte quelle mielose ovazioni, e mi scelsi un mestiere meno creativo; il disoccupato che vive di rendita.
Allora era la cosa giusta, avevo tanto ancora in fronte a me, ma adesso… adesso sono vecchio, non ho più nulla davanti se non la morte, e nemmeno di lei m’ importa più troppo.
Così ho deciso di riprendere in mano tre ultime bottiglie, tre ultime storie, prima che la vita mi presenti il conto e mi chieda di liberare il tavolo per il cliente successivo, e provare a scrivere di nuovo.
Cosa rende una buona storia tale? I personaggi? Le ambientazioni? I dialoghi?
Non lo so, non lo so ancora.
Ma magari stavolta lo scoprirò.

Pima storia originale.
Ripubblicata perchè era copiata male.
Spero che almeno qualcuno la legga.
Alrimenti, beh, chi se ne frega.

 
   
 
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