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Autore: _KyRa_    15/09/2009    6 recensioni
Era passato un anno. Esatto, già un anno era trascorso dal giorno in cui avevo conosciuto i Tokio Hotel. E quasi un anno era passato dalla mia relazione con Tom che, magicamente, eravamo riusciti a mantenere solida. Certo i problemi non mancavano, ma qual'era quella coppia che non ne aveva?
[Sequel di "Looking for happiness"]
Genere: Erotico, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie '~ Beats Of My Heart ~'
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capitolo 2

Capitolo 2


Sapevo che la sveglia stava già suonando per la terza volta ma i miei muscoli e soprattutto i miei neuroni non erano pronti per farmi scendere dal letto o, come minimo, disattivarla. Tom aveva la sua testa appoggiata sulla mia spalla e il suo braccio mi circondava pesantemente il ventre. Chi me lo faceva fare di alzarmi?

-Amore, ti prego, disattivala- borbottò ad un tratto con la bocca ancora impastata dal sonno e senza aprire gli occhi.

-Mmm- mugolai senza muovere un muscolo. Di nuovo silenzio. Solo il pensiero di una nuova mattinata di lavoro mi faceva sentire letteralmente male. Mentre questi pensieri si facevano largo nella mia mente ancora mezza addormentata, la sveglia riprese a suonare per la quarta volta. Sentii Tom sospirare. -Non ce la faccio- commentai ad occhi chiusi. Lo sentii muoversi leggermente fino ad oltrepassarmi col corpo per disattivare la sveglia sul mio comodino. In pochi secondi tornò nella posizione iniziale.

-Devi alzarti- borbottò senza staccarsi da me. Io non mi mossi. Lo sentii alzare leggermente la testa. Sentivo che mi stava guardando e sussultai appena quando sentii le sue labbra posarsi sul mio collo e stamparvi un bacio leggero e delicato. -Dai, piccola, arrivi in ritardo al lavoro- continuò accarezzandomi quel lembo di pelle con la bocca. Voltai il viso, sempre ad occhi chiusi, e cercai le sue labbra con le mie. Le trovai e ci scambiammo un lungo e dolce bacio stampo. Fu la volta buona che aprii gli occhi non appena mi staccai da lui, contro la mia volontà. -Buon giorno- mi sorrise divertito.

-Giorno- borbottai voltandomi dall'altra parte.

-Grazie, dammi le spalle- commentò facendo il finto offeso. Io sorrisi e mi misi seduta sul letto. Mi strofinai gli occhi sbadigliando. Lo stesso fece lui affianco a me e osservandomi dolcemente. -Su, forza e coraggio- sorrise divertito.

-Certo, tu non devi andare a lavorare a quest'ora- borbottai scendendo dal letto. Lui si sdraiò di nuovo con le braccia dietro la testa.

-Io l'ho fatto ventiquattro ore su ventiquattro per degli anni- rispose tranquillamente. Io gli feci la linguaccia suscitando in lui lievi risatine. Mi vestii poi mi avvicinai di nuovo al letto, mi abbassai e gli stampai un bacio sulle labbra. -Buon lavoro- mi disse rimettendosi a dormire. Io scossi la testa sorridendo ed uscii dalla stanza.


*


Stavo sciacquando un bicchiere al lavandino mentre infinità di persone si aggiravano per il bar. Ancora mezz'ora e sarei tornata a casa. Sospirai e misi apposto il bicchiere, quando sentii un vociare proprio davanti a me. Alzai lo sguardo e trovai tre ragazze.

-Salve, cosa desiderate?- chiesi gentilmente.

-Tu sei la fidanzata di Tom Kaulitz, non è vero?- mi chiese una bionda. Io rabbrividii.

-Ehm, sì, perchè?- domandai vaga occupandomi di un altro bicchiere.

-Ci dai fastidio- intervenne un'altra.

-Cosa?- chiesi sorridendo divertita. -E' comunque un problema vostro- conclusi tranquillamente. Dovevano essere delle fans.

-Gli hai rovinato la vita, lo sai vero questo?- mi chiese la terza.

-No, non mi pare. Ora mi lasciate in pace? Devo lavorare e ho altri clienti da servire- risposi dando loro le spalle e sistemando i bicchieri che avevo pulito al loro posto.

-Da quando sei arrivata tu nella sua vita, non è più lo stesso Tom. Prima era libero. Adesso ha te alle calcagna e non può fare tutto quello a cui era abituato e che gli piaceva- continuò. Io sospirai.

-Sentite ragazze. Lo so dove volete arrivare ma non è mia intenzione, d'accordo? Io non l'ho costretto, ha fatto tutto lui, quindi vuol dire che gli sta bene anche così. Adesso non ho più voglia di starvi a sentire- commentai.

-Oh, tu ci starai a sentire invece...-.

-Hey-. Ci voltammo tutte quante in direzione di quella voce. Scorsi un ragazzo biondo che avrà avuto più o meno la mia età. -Avete finito di importunarla? Lasciatela stare se non volete che vi tiro fuori da qui con la forza- continuò. Le ragazze lo guardarono ancora qualche secondo deglutendo e poi, dopo avermi rivolto un'occhiataccia, uscirono dal bar.

-Grazie- dissi guardando il ragazzo.

-Figurati- mi sorrise. -Io sono Lee- aggiunse porgendomi la mano oltre il bancone. Io gliela strinsi.

-Sara, piacere- sorrisi. Lo vidi annuire.

-Sì sì, lo so chi sei. La tua faccia è su tutti i giornali, assieme a quella di Tom- continuò. Restammo un attimo in silenzio.

-Beh, vuoi qualcosa da bere?- mi “svegliai” finalmente.

-Oh no no, grazie, adesso devo andare. Beh, è stato un piacere conoscerti- mi sorrise cominciando ad allontanarsi. -Ciao- mi salutò poi uscendo dal bar. Era stato gentile. Scrollai le spalle per poi occuparmi di un'altra cliente.


*


-Sara, finalmente!- esclamò Bill vedendomi rientrare in casa. -Allora, andiamo a fare shopping?- saltellò entusiasta seguendomi in salotto dove io mi stravaccai pesantemente sul divano.

-Bill, un secondo, sono appena arrivata- borbottai con gli occhi chiusi. Lui si sedette sull'altro divano.

-Ma stanotte non hai dormito? Colpa di Tom?- mi chiese malizioso. Io sorrisi e scossi la testa.

-No, strano ma vero, per una volta tuo fratello non c'entra. Sono solo un po' stanca- risposi.

-Se non te la senti di andare, fa niente-.

-No no, devo andare-. Detto questo mi alzai dal divano facendo quattro saltelli. -Andiamo?- chiesi. Bill mi guardò un attimo sorpreso di come mi fossi ripresa velocemente. Semplice, l'idea di dover comprare loro il regalo di compleanno mi aveva letteralmente ridato le forze. -Andiamo con la mia macchina, ok?- gli dissi mentre uscivamo di casa. Lo vidi annuire sorridendo. Entrammo nella mia bambina e misi in moto per poi dirigermi verso il centro commerciale.

-Però, ci stai facendo la mano- commentò il rasta osservandomi nella guida. Io annuii soddisfatta.

-Beh, è anche grazie a tuo fratello, è lui che mi ha insegnato la parte pratica- dissi arrossendo al solo pensare a tutte le pause che io e Tom avevamo fatto tra una manovra e l'altra, per fiondarci sui sedili posteriori e fare l'amore. Una volta arrivati, Bill si tirò il cappuccio sulla testa ed insieme scendemmo dalla macchina. Dovevo trovare un modo per non far sì che si accorgesse che stavo cercando qualcosa per lui e suo fratello. Entrammo nel primo negozio e potei già vedere la faccia estasiata di Bill che si guardava attorno.

-Io non esco più di qua, me lo sento- mormorò. Io scossi la testa e mi incamminai alla ricerca di qualcosa di decente. Conoscevo i gusti di Tom. Conoscevo i gusti di Bill. Eppure in quel luogo sentivo la disperazione salirmi dai piedi alla punta dei capelli. Non vedevo nulla, nulla. In più avevo Bill alle calcagna e non potevo ragionare con calma. -Questo come mi sta?- mi chiese facendomi sobbalzare, uscendo tutto d'un tratto dal camerino. Mi portai una mano al petto, lasciando in fretta la felpa XXL che stavo guardando per Tom e mi voltai verso di lui sospirando. Portava una maglietta rossa e nera, in stile gotico.

-Ehm, ti sta benissimo, prendila- mi sforzai di sorridere. Lui si illuminò e saltellò di nuovo dentro il camerino. Mi voltai velocemente di nuovo verso la felpa e la osservai attentamente. Era molto bella, nera, con dei temi hip hop e scritte sopra. Quella poteva andare. Solo, mi sembrava troppo poco rispetto alla macchina che mi aveva comprato Tom. Mi veniva da piangere.

-E questo?!- stavolta saltai letteralmente. Non poteva sbucare tutto d'un botto quel ragazzo! Mi voltai.

-Bellissima- borbottai girandomi di nuovo. Non avevo neanche guardato cosa fosse.

-Bellissima? È un giubbottino di pelle- commentò lui alzando un sopracciglio. Lo guardai.

-Ehm, sì, certo, bellissimo- balbettai.

-Tutto bene?- mi chiese sospettoso. Io annuii a scatti. Lui scrollò le spalle e tornò in camerino. Alla velocità della luce presi quella felpa e mi catapultai verso la cassa. Proprio a qualche metro da essa, scivolai e andai a sbattere contro il bancone, facendo sobbalzare la commessa.

-Questa la metta da parte!- esclamai ancora a terra, sventolandole la felpa sotto il naso.

-Ehm, sì- disse incerta prendendola e posandola da qualche parte. Io intanto mi rialzai e corsi di nuovo dov'ero prima. Proprio in quel momento uscì di nuovo Bill ed io feci finta di nulla, rigirandomi i capelli tra le dita e cercando di riprendere aria.

-Questi pantaloni?- mi chiese.

-Bellissimi- sorrisi.

-E' tutto quello che riesci a dire per ogni capo?- ridacchiò lui. Io sorrisi di nuovo timidamente. -Come mai hai il fiatone?- mi chiese lui perplesso. Io scossi la testa sventolando una mano con nonchalance. -Vabbè- borbottò tornando in camerino. Io alzai gli occhi al cielo e ricominciai a guardarmi intorno. Intanto Bill uscì di nuovo e mi si affiancò. -Oddio! Guarda questa giacca! È la fine del mondo!- esclamò ad un tratto prendendola. Come al solito era in pelle nera, con il colletto in pelliccia. Subito se la provò e gli stava davvero bene. Mi venne un'idea. -Com'è?- mi chiese entusiasta. Io storsi il naso.

-Naaah, non mi piace. Ti fa una forma strana alle spalle- mi inventai. Lui mi guardò abbassando gli angoli della bocca. Sembrava un cane bastonato.

-Ma veramente?- mi chiese quasi con i lucciconi. Io annuii sicura.

-Oh, sì. Veramente, lo sai che non ti racconto palle- risposi. Lui sbuffò sconsolato e se la tolse rimettendola apposto. Mi fece troppa tenerezza in quel momento.

-Vabbè- concluse ricominciando a camminare verso il reparto intimo. Io ne approfittai per recuperare quella giacca e spiccare un'altra corsa verso la cassa. Stavolta feci ben attenzione a non scivolare di nuovo, facendo la figura della povera tonna, e la poggiai sul bancone.

-Metta da parte anche questa assieme alla felpa. Domani mattina passo a ritirarle- dissi alla commessa. Lei annuì prendendola e appoggiandola sopra alla felpa. -Non è che vi potrebbe fare due pacchi regalo?- chiesi poi.

-Ma certo- sorrise.

-Bene, grazie mille-.


*


Rientrammo a casa. Bill teneva tre sacchetti mentre io ne tenevo due. Dovevo dire che si era dato alla pazza gioia come sempre, mentre io mi ero accontentata di un nuovo completo intimo. Posammo tutto quanto sul divano, dove Tom e Georg stavano giocando alla play station. Misero in pausa.

-Ciao amore- mi sorrise Tom. Io mi sedetti accanto a lui schioccandogli un bacio sulle labbra. Mi accoccolai a lui chiudendo gli occhi. La stanchezza che aveva cominciato a farsi sentire da quella mattina era tornata improvvisamente. Sentii la mano di Tom che mi accarezzava il fianco e le sue labbra posarsi a piccoli intervalli sulla mia guancia. Quel regalo per lui sicuramente non sarebbe bastato. Senza accorgermene, durante il sonno, la mia mente aveva elaborato tre nuove e brillanti idee.

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Note finali: allora, questo è un capitolo di transizione, vi assicuro che i prossimi capitoli saranno più movimentati e pieni di cosette ^^

Ringrazio  little_illusion, layla the punkprincess, NickyPrincessThlOve e dark483 ^^

Baci

  
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