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Autore: Fiore di Giada    04/09/2023    0 recensioni
[[Esmeralda - 1997]]
[Partecipante alla challenge "Solo i fiori sanno...". Il prompt scelto è il numero 30, ossia "ortensia", col significato di "distacco e freddezza"]
─ Non preoccuparti di me… Tutto quello che ho fatto è per il grande amore che provo per te. E non dimenticare quello che ho sacrificato per te. ─ continua.
Il suo tono, così lieve, accende la mia rabbia. Mi vuole legare a sé col ricatto?
No, non cederò ai suoi inganni.
Non ho nessun debito con lei.
─ Io non te l’ho chiesto. ─ rispondo, duro. Avrebbe dovuto fare prima queste rinunce.
Forse, sarebbe tutto diverso.
─ Però l’ho fatto. E devi tenerne conto. ─ replica lei.
Trattengo un ringhio rabbioso. Finge di non capire la ragione del mio distacco.
Mi chiede perdono, eppure continua a ricattarmi.
[Ci sono alcune frasi che ho dovuto tradurre a senso dallo spagnolo, perché non le ho capite. E non ricordo cosa dicono in italiano.]
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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− Sono io, Adrian. Sono venuta al tuo matrimonio.   − dice Graciela.
Di nuovo, lei è davanti a me e sulle sue labbra è dipinto un sorriso fasullo.
A stento freno l’irritazione. Come osa presentarsi davanti a me, dopo la sua ultima bugia?
E mi sento un idiota, perché ho creduto alla sincerità del suo amore.
─ Cosa sei venuta a fare? ─ sibilo, gelido. Il peso di quell’inganno brucia nella mia anima.
Ha approfittato del mio stato di ubriachezza per manipolarmi e ingannarmi.
E nessun sentimento, per quanto grande, può cambiare questa realtà.
─ Perdonami, amore mio. ─ risponde lei.
La sua mano mi sfiora la guancia e la nausea mi pervade. Come osa toccarmi?
─ Non preoccuparti di me… Tutto quello che ho fatto è per il grande amore che provo per te. E non dimenticare quello che ho sacrificato per te. ─ continua.
Il suo tono, così lieve, accende la mia rabbia. Mi vuole legare a sé col ricatto?
No, non cederò ai suoi inganni.
Non ho nessun debito con lei.
─ Io non te l’ho chiesto. ─ rispondo, duro. Avrebbe dovuto fare prima queste rinunce.
Forse, sarebbe tutto diverso.
─ Però l’ho fatto. E devi tenerne conto. ─ replica lei. 
Trattengo un ringhio rabbioso. Finge di non capire la ragione del mio distacco.
Mi chiede perdono, eppure continua a ricattarmi.
E’ sempre rimasta la solita, stupida, ragazzina viziata.
─ No. Lo hai fatto perché era quello che volevi in quel momento, perché le cose devono essere come tu vuoi e quando vuoi. ─ controbatto. Non mi importa niente di lei. 
La sua debolezza mi ha distrutto la vita e non voglio rivivere quei momenti dolorosi.
─ Credi che sia un mio capriccio l’amore che sento per te? ─ mi domanda ancora.
Amore? Lei osa pronunciare questa parola?
Lei vuole apparire una martire dell’amore, ma è solo una manipolatrice.
─ Amore… Tu non puoi parlare di amore, perché l’amore non si misura dalle parole, ma dai fatti. E nel tuo non c’erano né lealtà, né fermezza né costanza. ─ ribatto. Godo dello sgomento dei suoi pur splendidi occhi.
Cara Graciela, non sono più lo stupido che ti adorava e si consumava d’amore per te.
─ Tu non puoi abbandonarmi. Sono venuta fino a qui, seguendoti, per supplicare il tuo perdono. ─ afferma.
Mi irrigidisco. Pretende il mio perdono, ma non cambia il suo comportamento.
No, non merita niente da parte mia.
Soffrirà quello che ho sofferto io.
─ Io, per seguire te, ho lasciato la mia famiglia, il lavoro e la mia casa… E, quando ti sposasti con un altro, ho pensato che sarei morto dal dolore. Però poi mi sono ripreso e c’è una persona che mi aiutò e non posso deluderla. ─ affermo ancora, duro. Un tempo, avrei odiato Emiliano Valverde.
Invece, ora sento solo compassione per le sue sventure.
Anche lui, come me, è stato vittima delle sue lacrime bugiarde.
Lui, però, è morto, prigioniero di un matrimonio falso, mentre io ho la possibilità di essere felice con Aurora.
E non la sprecherò di nuovo per inseguire un ricordo bello, ma doloroso.
D’istinto, colma la distanza tra noi e m’abbraccia.
─ Perdonami Adrian… Perdonami… ─ supplica.
Mi irrigidisco e ansimo. Il suo inebriante profumo raggiunge i miei sensi.
Di scatto, mi giro e stringo il pugno. Non devo cedere alle sue manipolazioni.
− Il perdono è per me che già ti conoscevo… E non mi scuso… Ed è meno di quello che hai dato per ottenerlo… 
Ed è finita qui, Graciela. − decreto, implacabile.
Avanzo d'un passo e lei stringe le sue braccia attorno alle mie spalle.
− No, non lasciarmi!− supplica ancora.
Di scatto, mi allontano. Nonostante la sua istruzione da gran signora, non ha capito nulla.
Non la voglio più vedere.
− Mi sono stancato del tuo egoismo e delle tue menzogne! − ripeto, implacabile. 
− Adrian… Adrian… − piagnucola lei. Come ho fatto a innamorarmi di una persona simile?
La fisso ancora, il corpo contratto in uno spasmo di collera. 
− Con la menzogna che inventasti mi hai perso per sempre. Non voglio più vederti. − replico. Quando terminerà questa inutile farsa?
Non la sopporto più.
Lei mi abbraccia ancora e io mi irrigidisco.
− No, non voglio che tu vada! Non puoi lasciarmi! − grida ancora.
Chiudo gli occhi, turbato. La sua voce sembra disperata.
Apro gli occhi. No, non devo cedere.
− Aurora mi sta aspettando… Lasciami passare. − chiedo.
− Non puoi lasciarmi! Non puoi farlo! − strilla ancora.
Di scatto, mi allontano e fisso su di lei uno sguardo duro.
Tace, sconvolta. Deve accettare la realtà.
Non può pretendere che tutto vada sempre a modo suo.
A passo rapido, mi allontano. Finalmente, ho chiuso questo terribile capitolo della mia vita.
Ora, potrò essere felice con Aurora.
Eppure, perché non sono felice?
   
 
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