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Autore: Abrus_Aureus    06/09/2023    0 recensioni
Byler (Will/Mike)
"Ti rigiri tra le mani quel disegno che hai fatto per lui, solo per lui. Perché hai detto che te lo ha commissionato El? Ma soprattutto, perché lui ci ha creduto? Ci ha creduto davvero o ha solo finto di farlo per rimandare il problema? Sei un problema. E sei patetico. È così che ti senti mentre ti accasci a terra, schiena contro il muro e ginocchia al petto, raggomitolato nel tuo dolore, quel dolore che si è fatto strada dentro di te silenziosamente per anni e che ormai ti ha occupato il cuore, risalendo verso la gola, come un nodo impossibile da sciogliere. Ti si riempiono gli occhi di lacrime, calde, confortevoli e ormai amiche, quelle lacrime che ti hanno accolto e abbracciato quando non avevi più nessuno se non te stesso e il tuo patetico e stupido dolore.
"Noi siamo solo amici." Parole che ti risuonano nella testa con violenza, come una scarica di pugni in pancia sempre più forti, sempre più cattivi. Non sei abbastanza, non basti più, forse non sei bastato mai. "
Genere: Fluff, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Mike Wheeler, Will Byers
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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Ti eri svegliato, quella mattina, sentendo che tutto era diverso. Tu eri diverso. Avevi lottato coi viticci infernali, che si erano piantati dentro di te per consumarti. Avevi perso. Ma ti avevano salvato e, quando avevi riaperto gli occhi in ospedale, eri diverso. Era colpa del Sottosopra? O eri semplicemente tu?

E sei rimasto indietro, sempre un passo dietro agli altri. Sei rimasto bambino, tutti crescevano e tu no. Si fidanzavano, evolvevano, ma tu no. Sempre quello in fondo alla fila, sempre chi si allontana e non viene notato. Anche Mike ha smesso di notarlo. Mike ha smesso di notarti.

Ti rigiri tra le mani quel disegno che hai fatto per lui, solo per lui. Perché hai detto che te lo ha commissionato El? Ma soprattutto, perché lui ci ha creduto? Ci ha creduto davvero o ha solo finto di farlo per rimandare il problema? Sei un problema. E sei patetico. È così che ti senti mentre ti accasci a terra, schiena contro il muro e ginocchia al petto, raggomitolato nel tuo dolore, quel dolore che si è fatto strada dentro di te silenziosamente per anni e che ormai ti ha occupato il cuore, risalendo verso la gola, come un nodo impossibile da sciogliere. Ti si riempiono gli occhi di lacrime, calde, confortevoli e ormai amiche, quelle lacrime che ti hanno accolto e abbracciato quando non avevi più nessuno se non te stesso e il tuo patetico e stupido dolore.

"Noi siamo solo amici." Parole che ti risuonano nella testa con violenza, come una scarica di pugni in pancia sempre più forti, sempre più cattivi. Non sei abbastanza, non basti più, forse non sei bastato mai.

Le lacrime ti corrono sulle guance e poi giù fino al collo, il cuore che batte nei tuoi timpani mentre il viso di Mike è stampato davanti agli occhi.

Non sai che ore sono, perdi il senso del tempo e dello spazio, sommerso dalle lacrime e dal dolore. Chi sei? Un finocchio. I bulli avevano ragione, hanno sempre avuto ragione su di te. Sei sbagliato.

<< Will? >> Ti senti toccare un braccio, sobbalzi, tirando velocemente su la testa.

Mike è lì davanti a te, che ti guarda preoccupato, quello sguardo di apprensione che con gli anni hai visto sparire gradualmente dal suo bel viso. Ti manca il fiato, resti immobile e lo guardi, spaesato.

<< Will, stai bene? >> Mike tentenna, distogliendo appena lo sguardo. << Tua madre mi ha detto che eri qui, spero di non averti disturbato. >>

Ti asciughi una guancia con il dorso della mano, annuendo rapido. Patetico. Sei proprio un bambino, piangi sempre. E ora stai piangendo davanti a Mike. Tieni lo sguardo basso, mentre i singhiozzi ti scuotono appena.

<< Volevo scusarmi. Sai... >> Noti che ha anche lui lo sguardo basso. << Ho parlato con El. Mi ha detto che non ha mai commissionato il disegno. >> Vedi le sue mani prendere su da terra il tuo disegno e i suoi occhi scrutarlo, come volessero raccogliere più informazioni possibili.

Rimanete in silenzio, lunghissimi momenti di silenzio, gli sguardi bassi e confusi, un senso di disagio che dilaga.

Mike si mette comodo, incrocia le gambe e si siede proprio davanti a te, le sue ginocchia sfiorano le tue. << Perché mi hai mentito, Will? >>

Sbatti le palpebre, come risvegliato di colpo da un incantesimo. << Mi sembrava la cosa giusta. >> La tua voce è un sussurro appena udibile, il tono impastato dal pianto. << Ne avevi bisogno. >>

<< Le parole che hai usato, non erano di El. Erano tue. >>

Ci siamo. È arrivato il momento, diventerai lo zimbello di Mike, si accorgerà davvero di quanto sei patetico e penoso, di quanto sei raccapricciante e strano.

<< Will? >>

<< Va bene! Va bene, Mike! Era evidente. >> Sbotti, lo aggredisci coi toni e con le parole, ormai in trappola e incapace di difenderti. << Ma qual è il problema? El è la tua ragazza, noi tanto siamo solo amici. >>

Un'espressione di sorpresa si dipinge sul suo volto. Davvero? Che ti aspettavi, Mike? Ti arrabbi, la frustrazione si fa strada dentro di te, portandoti a stringere le mani a pugno, una nuova ondata di dolore che nasce nel tuo petto, togliendoti il fiato.

<< Cosa c'entra El? >> Anche Mike ha alzato la voce adesso, è arrabbiato, ti sta urlando contro. Perché state litigando di nuovo? << Io non lo so cosa provo per El, okay? Non lo so, io sono confuso, ho perso il controllo di tutto. >> Lo osservi, è agitato, rosso in volto, un fiume in piena. << Mi piace e credo di amarla, ma non nel modo giusto. Non lo so, non mi sento del tutto a mio agio. E le ho detto che l'amavo solo per le tue parole, che credevo fossero le sue. >> Ora ti guarda, ha gli occhi spalancati, persi e disperati, sembra ti stiano chiedendo aiuto. << Hai incasinato tutto, Will. Hai incasinato me. >>

Ricominci a piangere. L'ultima cosa che volevi era far star male Mike o Eleven, cerchi sempre di non far del male a nessuno, eppure sei sempre tu il problema. La tua esistenza è un problema. Mike sta male, guardalo, sta male. Hai incasinato tutto. I singhiozzi ti scuotono e lo senti sospirare, dopo qualche momento di silenzio.

Mike allunga un braccio verso di te e te lo poggia sulla spalla. << Mi dispiace, non volevo alzare la voce. Sono stato un coglione, lo so che non è colpa tua. Scusami. Puoi perdonarmi? >>

La sua voce è solo un eco lontano, persa chissà dove, mentre tu ti rimpicciolisci dentro di te fino a scomparire dalla vergogna e dal senso di colpa.

<< Quando El mi ha detto la verità sono corso qui, dovevo parlarti. Ti prego Will, non chiuderti. >> La mano di Mike si è fatta più salda sulla tua spalla. << Non chiudermi fuori, io sono qui per te. Per favore. >> Lo senti avvicinarti a te e abbracciarti, uno di quegli abbracci belli e dolci che non ti dava da moltissimo tempo. Un abbraccio che sa di casa, che sa di lui, che sa di buono. << Ho bisogno di te. >> Lo sussurra appena, nel tuo orecchio.

Il tuo stomaco inizia ad agitarsi e inspiri nella speranza di calmarlo. Ma respiri Mike e il suo profumo e le tue narici si riempiono di lui, della sua essenza, che ti inebria completamente. Ricambi l'abbraccio un po' titubante, mentre un'ondata di caldo ti inonda, facendoti agitare e sudare le mani. Il battito del tuo cuore è così forte che ti sembra che stia per esplodere e non puoi fare a meno di chiederti se lui può sentirlo. Ti sciogli in quell'abbraccio come se fosse l'ultimo, affondando il viso dell'incavo del collo del ragazzo per cui daresti la vita.

<< Mi dispiace, Mike. >> Borbotti, ma sai che riesce comunque a sentirti. << Non l'ho fatto apposta. Mi dispiace essere così. >>

Mike si scansa appena, guardandoti in viso. Cerca i tuoi occhi sfuggenti coi suoi, finché non li riesce a trovare e ad incatenare. << "Così"? "Così" come? >> Abbassi lo sguardo e lui ti alza delicatamente il mento con le dita. << Non dire mai più una cosa del genere. Non hai niente che non va, Will. Niente. >> Poi ti lascia andare il viso e prende il disegno, mettendotelo davanti agli occhi. << Questo è il regalo più bello che qualcuno mi abbia mai fatto. Mi hai portato nel cuore per così tanto tempo, nonostante io mi stessi comportando così male con te. >> Sorride, lo vedi sorridere e il tuo stomaco ricomincia a fare le capriole. Si alza di colpo e ti tende la mano. << Dai, vieni su. >>

Ti alzi, un po' stordito e ti siedi sul letto, mentre lui armeggia con il tuo stereo. Infila una cassetta, la riconosci subito dalle prime tre note. Si volta e ti tende la mano, continua a sorriderti. La afferri e lui ti tira in piedi, proprio davanti a lui.

<< Darlin' you gotta get me know, should I stay or should I go? >> Mike sta cantando, mentre ti guarda e ti sorride.

Ti scappa un sorriso, in netto contrasto con la lacrima che è uscita dai tuoi occhi qualche momento prima e che ora sta correndo sulla tua guancia. Mike la cattura con un dito, quel contatto ti brucia la pelle e ti irrigidisci, sentendo di nuovo caldo, calore ad ogni contatto.

Poi inizia a ballare in modo scomposto, guardandoti e rubandoti un sorriso dietro l'altro. Cerca di tirarti su il morale, vuole farti ridere, vuole farti smettere di piangere, vuole vederti felice. Ridacchi, ti era mancato più di quanto eri riuscito a dire anche a te stesso. In quel momento esistete solo voi. Balli un po' anche tu, poi ti blocchi, di colpo, e lo osservi, con le farfalle nello stomaco, sperando che quel momento possa durare per sempre. Si ferma anche lui e ti cerca con gli occhi, lo sguardo interrogativo che ti studia per capire se stai bene, se è tutto okay o se ha fatto qualcosa di sbagliato.

Oh, Mike. Senti il cuore stringersi e con un impeto di coraggio che non sapevi di possedere ti avvicini a lui. Siete così vicini che senti il suo respiro caldo e affannato finire proprio sul tuo viso. I vostri occhi si incontrano e i suoi sono indecifrabili.

<< Will... >> È un sussurro, che si mescola ai The Clash e che riesci a captare prima che svanisca nel nulla.

Ti sollevi appena sulle punte e gli prendi il viso tra le mani, il cuore che va a mille ed entrambi i respiri bloccati. Non si sposta, non se ne sta andando, non ti sta mandando via. Lo guardi negli occhi un'ultima volta, quei profondi occhi scuri in cui così tante volte ti sei perso, in cui sei affogato per tutti questi anni. Poi li chiudi, gli occhi, e avvicini le labbra alle sue. Le vostre labbra si toccano e le lingue si abbracciano, ti sembra che il cuore stia per esplodere per quanto sei felice. Oh, Mike.

Should I stay or should I go?

 

   
 
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