Dedicata a E. e F. 🧡
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Montecosaro dorme sempre
e le sue campane non dormono mai.
“È tutto qui”, dice,
tutto vicino, vicino e lontano,
ancor più incredibile che da qua
qualcuno possa vincer la Cina,
senza perdersi su queste curve,
che tra terra scura di coltro
e verdi incontri di rovi,
salgono ancora, un altro borgo
baciato di rosa.
Strade che diventano terrazze
sotto a grigi acquerellati, celesti tenui,
un cielo che si tuffa nel mare e non lo sa,
l'orizzonte che si dimentica di esistere.
Rondini ghibelline, adagiate su palme,
guardano onde discoste.
Un corso colmo di risa
e poi vicoli deserti;
inaspettato,
un barocco spiraglio di luce
mi sorprende.
Insieme, su sanpietrini che salgono
e giù su scalini indecisi,
Fiera Fiorenza ci guida
fino a un duomo
che ride verso il blu.
Trattori che avevamo dimenticato;
cosa sia il timore,
quelle colline l'hanno scordato.
Verdi distese impressioniste
punteggiate di viola,
girasoli che rincorrono acque limpide,
profumo di fiori.
Un fiume dondola lento
tra Alpi morbide
di roccia e foreste,
bagliori che giocano su crinali
nascosti al mondo.
Le campane di Montecò suonano di nuovo,
giorni assolati, notti di brezza:
Sei qui, sei ora.
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In foto: Montecosaro 🧡
