Rey lascia che l’aria fredda della notte le entri nei polmoni doloranti. Tossisce rigurgitando acqua salata, poi si rimette in piedi.  Non sa quante ore sia rimasta là sotto ma i soli gemelli sono scomparsi dal cielo. Sta gelando. Ha bisogno di asciugarsi. Che strana sensazione, la stoffa bagnata sulla pelle. E che spreco di acqua…

Quella che ha appena vissuto è stata l’esperienza più strana della sua esistenza. Non è neppure certa che non sia stato un sogno.  Un sogno che si è infranto come uno specchio,  lasciandola sola in una caverna che ha dovuto esplorare a lungo prima di trovare un passaggio allagato che la riconducesse in superficie. E lei non sa neppure nuotare. Ha agitato braccia e gambe limitandosi a restare a galla. Non è stato difficile.

Raggiunge la capanna che ha occupato dopo il suo arrivo su Ahch-To e si butta sulle spalle la coperta che ha portato dal Falcon. Accende il fuoco al centro del pavimento grezzo e si mette a fissare le fiamme tentando di capire cosa sia successo.

E un pensiero costante continua martellarle in testa.

Ha bisogno di lui. È strano. Non riesce a pensare ad altro. Ha bisogno di buttare fuori tutto.

E con lui può farlo. Assurdo. È il suo nemico. Eppure sa che lui può capire. Il senso di vuoto. La tristezza. La solitudine. Lui non cercherà belle parole. Lui la ascolterà.

Non ha mai sentito una tale affinità con un altro essere umano. Una tale comprensione.

E la cosa non la spaventa. Ha toccato la sua anima. Lui non è il mostro che credeva. Anche se le sue azioni sono mostruose.

Forse lo ha evocato. Perché è lì, seduto di fronte a lei. Lo sguardo preoccupato, l’espressione gentile …

“Cosa è successo?” dice osservando i suoi vestiti fradici e la sua aria misera…  no, non deve proprio avere un bell’aspetto, ma non importa.

Lui la guarderà sempre in quel modo. Come se fosse preziosa.

E Rey sa di potersi fidare completamente di lui, per quanto sembri folle.

Trattenendo le lacrime inizia a raccontargli ogni cosa.