Storie originali > Romantico
Segui la storia  |      
Autore: LaReginaDiCuori    20/09/2023    0 recensioni
Si mordicchiò appena l’interno del labbro perché non sapeva cosa fare, fino a quando ecco che un’altra persona entrò nella stanza e … Wow, la donna che era appena entrata era davvero bellissima.
Era uno splendore e si trovò a fissarla, mentre il silenzio finalmente per le sue povere orecchie finì e continuò a osservare quell’angelo, perché era di questo che si trattava, si trattava semplicemente di un angelo e per un minuto sperò con tutto il suo cuore, che sarebbe venuta verso di lui, per salvarlo da questa banda di matti.
Genere: Angst, Fluff, Hurt/Comfort | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Quella mattina ricominciava la scuola e al solo pensiero Sebastian, si voleva sotterrare.

Voleva nascondere la testa sotto terra come gli struzzi e non uscire mai più di lì, avrebbe fatto di tutto pur di rimanere a casa, avrebbe raccontato anche le peggiori balle, pur di non andarci ma sapeva che a nulla sarebbe servito, quindi a che pro provare a provarci e a sprecare le energie?

Non sarebbe servito a niente, esatto. L’unica cosa che sarebbe successa, era quella di ricevere il ben servito da sua madre ovvero: una bella ciabatta in faccia e insomma, andare a scuola con il segno della ciabatta anche no, grazie.

Già a scuola non aveva nessun amico e soprattutto era preso di mira anche dai bulli, se poi andava a scuola anche con il segno della ciabatta, non sarebbe stata gran che come cosa insomma, sarebbe stato ancora più umiliante e quindi il giovane lasciò che dalle sue labbra, uscì un piccolo sbuffo scocciato e si tirò su dal letto, di controvoglia.

Capelli scompigliati, letto che in teoria avrebbe dovuto rifare ma col cavolo, che l’avrebbe fatto insomma, aveva fatto la grande fatica di alzarsi dal letto e togliersi le calde e morbide coperte da dosso … Davvero doveva sprecare ulteriori energie, anche per rifarselo?

No signore!

Quindi semplicemente lasciò il letto disfatto e si andò subito a preparare di fretta e furia, senza guardare molto se era a posto o meno e nel mentre afferrò una brioche al volo, una di quelle senza niente all’interno, comprata al supermercato e uscì di casa salutando la madre che anche lei da lì a poco, sarebbe uscita per andare al lavoro.

Appena uscì da casa l’arietta fresca lo colpì in pieno viso e grazie a questo, riuscì a svegliarsi completamente e si, in realtà era ancora all’interno del mondo dei sogni e avrebbe voluto continuare a starci, purtroppo per lui l’estate era finita e il dovere di ogni ragazzo ricominciava.

L’odiata scuola …

Se era per lui, l’avrebbe voluta bruciare con all’interno quegli stronzi dei suoi bulli.

Detestava tutto di quella scuola, non si salvava nessuno perché semplicemente per lui, erano tutti dei gran coglioni ecco, quello che pensava e ogni notte, faceva un gran bel sogno ovvero quello di riuscire a spaccare quella schifosa faccia che quell’insopportabile: Alexander aveva.

Ma non aveva mai la possibilità di incrociarlo da solo perché si sa, i veri sfigati girano sempre in gruppo e quelle persone che quel tizio li chiama amici secondo il suo parere, sono semplicemente dei cagnolini che gli vanno sempre intorno e soprattutto, anche dei bodyguard visto che se non sei autorizzato nessuno può avvicinarsi a loro e cazzo che nervi, questa cosa.

Avrebbe tanto voluto prendere a calci ognuno di loro, ma Sebastian non era stupido insomma, chi mai l’avrebbe fatto quello di prendere a calci da solo, tutti loro?

Solo un pazzo!

E lui un pazzo, non lo era assolutamente.

Lui si sarebbe limitato a fare sogni ad occhi aperti dove riusciva a mettere K.O, tutti quei deficienti quello sì anche se farlo nella vita reale, sarebbe stato ancora più soddisfacente.

Così tra una camminata, il morso sulla brioche e dei pensieri non proprio positivi, riuscì ad arrivare con suo grandissimo dispiacere a scuola dove per lui, erano iniziati praticamente tutti i mali che portavano il nome di: Alexander e la sua banda di coglioni!

Lui li aveva soprannominati così, ma sul serio avevano un nome tutti loro.

Sperava in cuor suo di non vedere quello stronzo sinceramente, perché quando non cera lui strano ma vero tutti anche le ragazze, erano più tranquille e quindi era automaticamente in salvo.  

Dalle sue labbra questa volta, uscì uno sbuffo di rassegnazione.

<< Ritornato nella mia prigione, ritornato nella giungla dove ci stanno gli animali più stupidi, che hanno mai inventato >>

Parlò tra sé e sé e si incamminò verso l’entrata, con lo sguardo già annoiato ben stampato in vito.



[ … ]





A quanto pare nessuno lassù aveva ascoltato le sue preghiere e quando era entrato e posò lo sguardo nella stanza, si accorse con suo enorme dispiacere, che il suo malessere era come sempre al suo solito posto, che conversava con gli altri.

Fantastico, mai una gioia nella mia vita.

Pensò Sebastian e roteò gli occhi sospirando sconfitto, l’unica cosa che lo rincuorava era il fatto che questo era solo il primo giorno di scuola e che quindi, si stava per poche ore e non di più.

Chissà se riusciva a sopportare quel coglione, per poche ore e chissà magari oggi, l’avrebbe pure lasciato in pace … Almeno, ci sperava.

La vita fa schifo.

La vita è ingiusta.

Era meglio se provavo a convincere mia madre, a non venire a scuola e avrei giocato ai videogiochi, per tutto il giorno.

CHE PALLE!

Mentre pensava questo, si diede dei piccoli colpetti alla fronte con il palmo della mano e si fermò dal continuare, non devo fare cose stupide oppure, trovano il modo di prendermi in giro ancora di più.

Intanto all’interno della classe, iniziarono ad arrivare tutti gli studenti che presero posto nei vari banchi e la classe, diventò ancora più chiassosa del solito.

Sebastian odiava avere rumore intorno a sé, preferiva molto di più il silenzio che regnava della sua camera, quello sì.

Sospirò di nuovo e cielo, chissà quante altre volte avrebbe sospirato o sbuffato in quel giorno, non ci voleva nemmeno pensare.

Si mordicchiò appena l’interno del labbro perché non sapeva cosa fare, fino a quando ecco che un’altra persona entrò nella stanza e … Wow, la donna che era appena entrata era davvero bellissima.

Era uno splendore e si trovò a fissarla, mentre il silenzio finalmente per le sue povere orecchie finì e continuò a osservare quell’angelo, perché era di questo che si trattava, si trattava semplicemente di un angelo e per un minuto sperò con tutto il suo cuore, che sarebbe venuta verso di lui, per salvarlo da questa banda di matti.

Purtroppo così non fu ma a lui non interessava particolarmente, l’unica cosa che gli interessava era poter continuare a osservarla e scoprì finalmente il suo nome, grazie al fatto che la donna dai capelli rosso fuoco, lo scrisse sulla lavagna: Rose.

Rose …

Rose …

Rose …

Per un attimo la scuola, non gli sembrò più così tanto schifosa.
 
 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: LaReginaDiCuori