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Autore: Hideto Takahashi    25/09/2023    1 recensioni
Cleila, il centro dell'impero Ajens gira placidamente nello spazio governando con supremazia tutte le proprie colonie.
Il mondo di Cleila non è un mondo giusto.
C'è chi vive agiato, chi invece al contrario nella povertà più assoluta e sfruttato nel mondo del lavoro pesante. Fra questi, oltre alla gente comune, si trovano i mezzi androidi e gli androidi.
Vivono un'esistenza dedita solo al lavoro e sono da sempre nel mirino di crudeltà fisiche e verbali, discriminazioni pesanti.
Yukio, il Primo Ministro, è un mezzo androide e nessuno sa' il perché sia il secondo dell'Imperatore per la sua natura di declassato. È un mistero che si protrae da anni e anni, che nessuno è mai riuscito a risolvere.
Aiden invece è un giovane ragazzo, di ceto medio, che vive insieme a sua madre e che porta con sé il ricordo del padre deceduto quando era piccolo.
Ma c'è un legame tra lui e Yukio, un legame impossibile e molto profondo.
Tutto sembra andare perfettamente, i giorni passano l'uno dopo l'altro, ma una nemesi lontana si annida dall'altra parte dell'universo, che forse non è poi così tanto distante...
Genere: Avventura, Azione, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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La sera era calata, il mantello oscuro del cielo aveva ricoperto ogni pezzo di cielo e donava il buio agli occhi umani. Come al solito sopra le teste delle persone erano comparse le stelle, ma erano una cosa a cui non molti interessava troppo, solo chi si prendeva una pausa dalla vita agitata e veloce si perdeva a osservare quei puntini lontani. Soprattutto erano molto difficili da vedere, i palazzi proibivano la vista e solo in alcuni punti le si potevano vedere chiaramente. I colori erano unicamente due, bianco e giallo ed ognuna di essa sembrava risplendere sempre più di quelle che avevano a vicino. Rendevano un po' meno triste la notte, anche se in realtà era terribilmente bella la calma che si respirava.

Il traffico era pressoché inesistente, passavano uno o due mezzi volanti. Anche i pedoni erano un numero inferiore. In molti vagavano alla ricerca di locali aperti per divertirsi, altri giravano senza una vera e propria meta e altri ancora tornavano a casa dopo una giornata lavorativa. Quest'ultimi di solito si trattavano dei declassati, che non possedevano dei propri mezzi; quindi, si sbrigavano a prendere aereo treni o autobus.

La vita notturna era più semplice, senza troppo giri di mezzi e anzi nel centro ci si muoveva solo a piedi siccome i locali erano vicini. Si utilizzavano i pochi mezzi pubblici che andavano 24h su 24h, guidati dai computer e da intelligenze artificiali.

Aiden camminava con le mani in tasca, guardando dritto davanti a sé mentre percorreva quella strada ben poco piacevole. Era il livello in cui vivevano i declassati, meno ricca e si, vi erano grattacieli e palazzoni ma al loro interno si trovavano solo abitazioni del tutto scarne, piccole e quasi scomode. Da fuori sembravano anche belli, ma era l'interno che dimostrava la loro bruttezza.

Le strade erano poco curate, infatti qua e là si potevano notare crepe sui marciapiedi e delle buche più o meno grandi in mezzo alle stradone. Era terribile vedere come venissero trattate certe persone, quanta poca cura gli si dava. Disgustati dalla classe superiore. Anche se gli ultimi erano coloro che garantivano la buona vita a quelli sopra le loro teste. Il che era amaro, terribile.

La realtà era veramente disgustosa.

Era coperto bene. La sera faceva freddo e il clima si abbassava in maniera assurda a un certa orario.

I suoi passi si muovevano indisturbati, andando di fretta desiderando di raggiungere un posto caldo e fortunatamente la sua meta si mostrò a pochi metri. Era un vecchio edificio, basso e probabilmente solo a due piani, era parecchio strano vederlo in mezzo a quei palazzoni e soprattutto ai margini del fiume Acordia.

Non era affiancato da nulla, se non solo accerchiato da alti edifici.

Aveva all'esterno una serie di tavoli e sedie sulla riva erbosa. In mezzo dei lampioni che donavano calda luce, non terribile agli occhi e per rilassare i propri clienti mezzi androidi o gli umani di bassa classe.

All'ingresso, fuori uno o due persone fumavano le loro sigarette, chiacchierando.

Di solito non c'erano molte persone al suo interno, ma stranamente era più trafficato del solito e lo confuse. Di solito i lavoratori erano troppo affaticati, stremati dai lavori pesanti per andare a bere, certo spesso passavano le serate lì per non pensare, nonostante la stanchezza... ma sta volta erano davvero troppi. Decise comunque di lasciare perdere, forse semplicemente ne avevano sentito tutti la necessità.

Dentro nella grande sala, notò che un numeroso gruppo era sistemato a cerchio. Chiacchieravano e ridevano assieme, scambiandosi pareri fra tutti loro.

Lasciò stare, non desiderando approfondire e volendo annegare il suo imbarazzo di pomeriggio nell'alcool. Aveva sbagliato come soldato, in una cosa così semplice e si sentiva a disagio.

Si sedette al bancone e con una mano tirò indietro lo sgabello alto, ma prima di sedersi indicò quel gruppetto nella sala con un cenno del capo e chiese al barista. -Che succede lì?-

L'uomo dietro al bancone gli sorrise. -Oh, buona sera Aiden. Nulla, è solo venuto qui una vecchia conoscenza di tutti.-

-Capisco- disse sistemandosi una sigaretta fra le labbra e accendendosela con il suo accendino a zippo di metallo, vecchio e riportavano le iniziali di suo padre.

L'uomo sistemò il posacenere sotto di lui, sulla superficie lucida e ben tenuta. -Già, cosa posso offrirti?-

-Il solito, vecchio Sam.-

-Subito caro- disse sorridendo allegramente e mettendosi a lavoro, nel mentre faceva il suo ordine gli fece quella domanda. -Come è andata oggi? Alla tua scuola c'era, se non sbaglio, l'inaugurazione di una nuova ala gigantesca.-

-Si, ho fatto la mia parte come soldato... E ho sbagliato, in molti se ne sono accorti visto che ero l'unico in fila a stare disattento.-

-Oh caspiterina, che disdetta- disse in tono allegro.

-Già- si coprì le mani con gli occhi, tenendo la sigaretta fra le labbra.

-Ti hanno sgridato?-

Scosse la testa. -Nah, il generale Markes è stato... clemente-

-Aaah, è quel tipo che ti odia senza un motivo.-

-Esatto, perché?-

Il barista terminò la bevanda e gliela sistemò sotto il naso. -Ecco a te.- Dopodiché si mise a pensare, mentre lo osservava bere. -Non è che sa' di tuo padre?-

Sorseggiò e poi lo guardò perplesso. -Tu dici che sia questo il problema?-

Sam scosse il capo. -Non ne ho idea, ho solo abbozzato una tesi.-

Sospirò arreso e poi continuò a bere quella bevanda ottima, così buona e dolce. Dopodiché osservò l'uomo, che tornò a lavorare e a servire i suoi clienti.

Era un mezzo androide, lunghi capelli e raccolti in uno chignon sulla nuca e alcune ciocche gli ricadevano in viso dalla fronte. Erano rossicci, non accesi come quelli della madre di Jack e parevano piuttosto rovinati come colore. Scarichi.

Anche la sua barbetta avevo la stessa identica tinta e pure le sue sopracciglia abbastanza folte.

I suoi occhi erano azzurrissimi, come un cielo terso da nuvole.

Aveva un fisico prestante e allenato, lo si intuiva facilmente anche da sotto i suoi vestiti da barista.

Era un uomo affascinante, ma come quasi ogni persona dentro quella stanza era difficile che trovasse una partner o anche un ragazzo. Ai declassati difficilmente era garantita la vita di coppia, tranne a certi elementi in certe situazioni.

Aiden si tolse il suo capello solo adesso. Si trattava di un basco morbido e dal colore marrone scuro e tutto rovinato. Sopra vi erano delle lettere: "J.J.D." ed erano molto speciali per lui, aveva un forte attaccamento.

Lo lasciò al suo fianco, non molto distante da sé e continuò a bere e a fumare in solitaria.

Gli piaceva stare lì tranquillo ad ascoltare di sottofondo la musica, rilassandosi e a sbuffare il fumo.

Era perfetto quando se ne stava lì, nessuno gli rompeva mai le scatole e quando chiacchierava con qualcuno era per scambiarsi pareri per nulla pesanti o battutine. Qualche volta parlava anche della vita, discorsi fatti su lamentele e pensieri amari, ma era giusto così. Quel mondo tartassava le povere anime che avevano perso tutto con solo la possibilità di lavorare.

Mentre se ne stava lì solo soletto, si sentiva il vociare di quel gruppo di persone.

Sam dopo aver servito altri clienti, non avendo più nessuno, tornò al giovane che aveva già fumato tre sigarette e adesso stava finendo ciò che aveva ordinato. -Come mai sei qui sta sera?-

Fece spallucce. -Beh, volevo lasciare mia madre da sola con Hun, a godersi un po' di intimità.-

-Oh, capisco, è seria la cosa vero?- Chiese preparando un'altra bevanda, visto che il ragazzo gli aveva passato il bicchiere vuoto e ne aveva chiesto ancora.

-Si, molto. Flirtano da parecchio tempo, di sicuro faranno molto altro ancora quando non ci sono... Ma non capisco perché non si sposino, voglio dire vanno terribilmente d'amore e d'accordo.-

-Il matrimonio è un passo molto importante- disse mentre preparava il liquido azzurro, mescolandolo insieme ad un altro rosato.

-Lo so, ma insomma... Sembrano davvero pronti e vorrei solo che... Si mettessero seriamente insieme, invece di tirarla così per le lunghe.-

-Sai, forse si divertono a fare i fidanzatini. Di solito si faceva da giovani e probabilmente lo fanno per sentirsi ragazzi- annuì. -Gli umani sono complessi, ma in altre situazioni sanno essere davvero semplici- gli sistemò sotto il naso il secondo bicchiere e sorridente continuò a parlare. -Lascia tutto al tempo, vedrai che un giorno si metteranno assieme.-

-Lo spero.- Mandò giù una bella sorsata e sorridente lo fissò. -Forse ho capito, Hun magari attende di andare in pensione. Oggi mi ha confermato che gli manca poco, così una volta arrivato alla giusta età, per lasciare il lavoro, potrà impegnarsi il giusto con mia madre.-

-Potrebbe essere- con una mano gli scompigliò i capelli corvini già in disordine. -Vedi che sei intelligente?-

-Mmmh- mugugnò liberandosi dalla sua mano e poi continuando a bere.

Posò gli occhi su quel vecchio cappello e si rattristì un po'. -Senti, ma a te va' davvero bene?-

Si rese conto di ciò che stesse osservando e corrugò la fronte, con le labbra appoggiate sul bordo del bicchiere. -Io voglio solo vederla felice come un tempo. Oramai mio padre è morto da anni, è giusto che si rifaccia una vita e soprattutto io non sono nessuno per essere egoista e non permetterle una cosa del genere.-

Socchiuse gli occhi e fece un caldo sorriso. -Capisco, sei proprio un bravo ragazzo. Hun poi, è un brav'uomo e tiene sia a te che a tua madre.- disse sicuro delle sue parole. -Sarebbe un ottimo patrigno se ci pensi.-

-Già, sarebbe strano... Ma penso che sia davvero una brava persona.-

In effetti aveva le sue conferme, Hun aveva dimostrato per lui un grande affetto e gli aveva donato sempre qualcosa quando faceva i suoi lunghi viaggi. Ogni volta che gli portava degli oggetti di qualche lontano pianeta, si sentiva bambino per quanto fosse eccitato nel sapere quale altra stramberia gli avesse portato.

In lui, riusciva facilmente a rivedere l'uomo che fin da piccolissimo lo aveva cresciuto e questo lo faceva sentire sempre più in una calorosa morsa familiare. Di certo, non avrebbe mai dimenticato il suo vero padre, lo avrebbe amato sempre e gli sarebbe mancato ogni volta che i giorni passavano... ma era normale, era suo padre infondo e lo sarebbe sempre stato.

Osservò il suo cappello e poi mandò giù una bella e vigorosa sorsata. Dopodiché tornò a lui, decidendo di cambiare argomento e andando a qualcosa di più leggero. --Davvero, ma questa persona è ben voluta da tutti qui dentro- notando che non avevano mai smesso di chiacchierare e scherzare con il protagonista della serata.

Era proprio viva quella nottata.

-Eh sì, direi- ridacchiò.

Continuarono a chiacchierare assieme senza rendersi conto delle ore che scivolavano via sempre più velocemente e si faceva sempre più tardi. Il che non era un problema, quel locale rimaneva aperto praticamente a tutte le ore come quasi tutti i locali notturni che erano anche semplici bar di giorno.

Aiden bevve un sorso del suo quarto drink, chiudendo gli occhi. Ascoltava ancora le chiacchiere divertite e le voci dei presenti cantare insieme le canzoni di sottofondo che passavano nel locale.

C'era una strana atmosfera di gioia.

-SAM! Fai un altro giro sul mio conto di alcool!- gridò una voce piena di felicità.

L'aveva già sentita.

Un urlo di festa si levò nel locale.

-Certo!- Rispose il barista allo stesso modo, come tutti sembrava entusiasta.

Aiden sentendola così familiare, lo guardò con la coda dell'occhio e appena lo vide gli venne un colpo al cuore. Gli andò di traverso il sorso di drink e cominciò a tossire, lasciando il bicchiere sul bancone.

-Oh, che c'è giovane? Ti stai strozzando?-

Gli si avvicinò, dandogli qualche leggera pacca sulla schiena con una mano e i suoi occhi dorati lo osservavano.

Arrossì, ma dopo quel suo aiuto si sentì meglio e riuscì a riprendersi quasi totalmente. Ma fece un movimento felino, alzandosi e mettendosi di fronte a lui. -V-voi che ci fate qui?!- Chiese balbettante.

Il ragazzo dai lunghi capelli bianchi, raccolti in una coda morbida sulla schiena, sorrise con un misto di divertimento e dolcezza. -Quello che fa' una persona normale in un bar, si beve!- Disse aizzando la folla, che gridò divertita dandogli ragione. Ridacchiò a sentirli così.

-C-che?- Mormorò sempre più rosso.

-Oh! Ho capito chi sei tu! Sei il soldato di oggi pomeriggio!-

-Ah... Io...- scosse il capo. -No aspettate, ma voi non dovreste essere qui...-

-E dove dovrei essere?- piegò leggermente il viso da un lato. -E poi dammi del tu!-

-Eh... No... Non potrei mai.- Mormorò messo sempre più in difficoltà e arrossendo sempre più.

-Aiden calmati- disse Sam una volta terminato di preparare da bere per tutti e di ridere per quella buffa scena. -Torna a sederti, non è strano che Yukio sia qui.-

Sam lo chiamava per nome e soprattutto gli parlava come se fossero in ottimi rapporti, come se si conoscessero bene. Era strano, non riusciva a capire.

-Dai, siediti. Ti chiami Aiden quindi?- Chiese quello che doveva essere il Primo Ministro, dopodiché guardò gli altri. -Ragazzi, servitevi, qui ci sono le vostre bevande.- Indicò il bancone, dove si sedette su uno degli sgabelli, a fianco a quello del giovane.

Aiden non poteva crederci che fosse proprio qui, a pochissimi metri da lui, soprattutto senza forze armate a proteggerlo o nel Palazzo Imperiale.

Insomma, cosa ci faceva lì e poi, perché proprio a lui doveva accadere? Era così evidente che gli piacesse e si sentiva sempre più imbarazzato.

Decise però di sedersi al suo fianco, grazie al fatto che i suoi occhi lo fissavano e che dall'espressione, sia sua che di Sam, sembravano volergli dare una spiegazione.

Tornò ad accomodarsi al suo sgabello, spalla a spalla con quel tipo di altissimo ceto sociale.

Tutti dentro al locale presero i loro drink e poi tornarono ai loro posti, cantando assieme e aspettando che il loro amico Yukio terminasse di parlare con quel giovane ragazzo.

-Il solito Sam, mi raccomando bello dolce.- disse il Primo Ministro tutto sorridente e quando barista si mise all'opera, si sentì addosso lo sguardo di quel ragazzo che aveva alla sua destra e subito tornò ad osservarlo.

-Hey calmati, non devi sentirti a disagio perché ci sono io. Lo sai, quando posso vengo qui a bere con i miei simili.-

-Già Aiden, il nostro Primo Ministro è un cliente abituale.- Sam servì a Yukio lo stesso drink che aveva fatto al giovane, ma più rosato.

-D-dvvero?- Mormorò a fatica. -Mi... mi sembra impossibile.-

-Cooome? E perché?-

Yukio sembrava divertito e interessato.

Impensabile vederlo così, di solito si dimostrava formale ed era veramente assurdo che fosse lì in mezzo alla plebe, ridendo e bevendo come una persona comune.

-V-voi dovreste essere nei locali più...-

-Consoni alla mia persona? Al lavoro che faccio?- alzò gli occhi al cielo e mandando giù, subito dopo, un bel sorso di Aempia; dopo essersi pulito le labbra col braccio tutto sorridente tornò a lui. -No grazie, preferisco posti come questi! Ci si diverte di più e poi, qui non vengo osservato male- annuì alla fine serio e poi porgendo il suo bicchiere verso il ragazzo.

-Ah ehm... C-capisco.- mormorò e capendo cosa dovesse fare, scontrò con delicatezza il bicchiere con il suo.

Sam li osservò. -Vedi, questo tipetto qui viene al mio locale da quando era un mezzo androide di primo pelo.- Spiegò. -Quando era un ragazzetto come te, aveva circa la tua età.-

-Eh sì, ma sappi che il mio corpo è bloccato così da anni quindi, quello che vedi è l'età in cui venivo sempre qui.- Sorrise magnificamente Yukio.

-Oh, io non lo sapevo... O meglio, si in parte. Ma non sapevo per nulla che venivate qui...- mormorò cauto.

Sam li lasciò soli, andando dagli altri per divertirsi con loro visto che lo avevano chiamato.

-Non è una cosa notissima, ma si! Vengo al locale di Sam quando posso e soprattutto quando devo dare notizie ai declassati.- Sospirò amaramente. -Sai, nessuno vuole sentire belle o brutte notizie sui declassati. Anche le più importanti non sono ben viste dagli altri e quindi devo recarmi più che posso in locali che mi permettono di dare le novità a tutti.-

-Capisco...- mormorò ancora rosso.

I suoi occhi si accesero, tornando su di lui. -Ma tu non sei un declassato, un mezzo androide o uno di ceto molto basso!- Annuì. -Sei troppo vestito bene per esserlo!- Si fece vicino a lui, guardando attentamente il suo viso. -Soprattutto mi ricordi qualcuno Aiden!- Ridacchiò.

Si scostò da Yukio, che si era fatto troppo vicino per i suoi gusti e poteva vederlo fin troppo bene. La sua pelle era così liscia dal vivo, proprio come lo mostravano gli schermi delle televisioni. Era davvero più bello nella realtà.

-N-no... Io non sono un declassato.- L'ultimo pezzo di frase mormorata lo aveva reso nervoso.

-Ah sì, si vede!- Ridacchiò dolce. -E come mai ti servi qui e non hai bar del ceto medio?-

-Io ecco...-

Yukio osservò il suo cappello, con delicatezza lo prese e se lo girò fra le mani. Era tutto rovinato, era chiaro che non fosse nuovo e men che meno suo visto le iniziali cucite sopra.

 

   
 
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