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Autore: Alis_Weasley    27/09/2023    0 recensioni
Nel vocabolario sotto la voce "possessivo e geloso del proprio fratello oltre i limiti del consentito" c'è il cognome Kaidou. Questo vale per Haru e anche per Ren... ma non potete sbagliarvi se si tratta del "proprio gemello".
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kaidou Aki, Kaidou Shima
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest
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Aki credeva di essere davvero incazzato.
In effetti, lo era. Aveva dato persino un pugno contro la porta di legno e si era sbucciato le nocche. A pensarci poteva avvertire ancora un leggero bruciore provenire da quel punto. Ma non era comunque paragonabile al bruciore che gli partiva dalle viscere e risaliva fino al suo esofago quando pensava a Shima e quella ragazzina in giro da soli, di notte.

Si, era davvero incazzato.
Aveva urlato contro al suo gemello e da quel momento non gli aveva più rivolto la parola, anche perché nella sua testa si era insinuata l’idea che se Shima non era in grado di dire “no”, forse, in fondo, non gli dispiacevano poi così tanto le attenzioni di quella mocciosa. Non c’entrava niente il suo essere buono ed educato.
Al diavolo le buone maniere! Aki era uno diretto: se è no, è no. Se vuoi delle ripetizioni, ripetizioni siano. Se cerchi qualcuno che ti faccia da psicologo, vai da un consulente. Se cerchi qualcuno con cui flirtare, beh, di certo quello non è mio fratello!

Ma doveva essere Shima a mettere le cose in chiaro e se non lo aveva ancora fatto, evidentemente gli stava bene così.

Si, Aki era davvero incazzato.
Quando Shima gli ha detto che avrebbe continuato con le ripetizioni, era già pronto a sbattergli la porta in faccia e mandarlo al diavolo. Eppure, ogni briciolo di rabbia è sfumato in un baleno nell’udire le parole seguenti: “Però se mi chiederà di nuovo di uscire, non andrò”.

Le imprecazioni e qualsiasi altro insulto avesse sulla punta della lingua, morirono lì e riuscì solo a balbettare “a-allora… va bene”.
Non che Shima avesse bisogno del suo permesso o del suo benestare per fare qualcosa, ma evidentemente li voleva. E questo lo rese felice.
 
**

“Aki” disse Shima, dalla scrivania, avvertendo la presenza del gemello nella sua stanza “che c’è?”
“Niente. Ho solo voglia di stare qua” rispose l’altro, col proprio cuscino in mano. Detto questo si buttò sul letto con le braccia dietro la testa.
“Mh” rispose il ragazzo con gli occhiali, mentre sfogliava la pagina del libro che stava leggendo. “Ho ancora un capitolo da finire”.
“Non importa” rispose Aki, “riesco a dormire in qualsiasi situazione, lo sai”.

Le labbra di Shima si incresparono impercettibilmente in un sorriso.
Aki rimase ad osservarlo studiare per un po’, finché non si rese conto di star indugiando troppo su alcuni dettagli sconvenienti.
La schiena possente di Shima, le sue mani dalle dita affusolate, le sue caviglie scoperte, le sopracciglia leggermente corrucciate nel leggere un passaggio particolarmente complicato e, infine, la matita alle labbra.
Ecco, quello fu troppo, fu abbastanza per voltarsi dall’altro lato rosso in volto e col respiro accelerato.

Finse quindi di essersi addormentato finché il gemello non ebbe terminato la propria sessione di studio. Poi Shima spense la luce e si avvicinò al letto.

“Aki, lo so che non stai dormendo, fammi spazio” disse, mite.
“Co-come lo sapevi?” borbottò l’altro, sentendosi un po’ ridicolo per essere stato sgamato così facilmente e fin da principio.
“Non hai segreti per me, neppure nel tuo modo di respirare”, la risposta arrivò dritta al suo orecchio e scatenò ad Aki brividi per tutta la spina dorsale.
Il tono di voce di Shima, profondo, calmo come sempre ma anche leggermente divertito, lo fece sussultare.

Senza controbattere Aki si spinse contro il muro, facendo spazio nel letto da una piazza e mezzo anche per il gemello. Lui dava le spalle a Shima, ma poteva sentire le ginocchia del fratello contro la parte posteriore delle proprie cosce, quindi l’altro era rivolto verso di lui.

“Sei ancora arrabbiato?” domandò quasi in un sussurro Shima.
“Hai detto che non ci uscirai più, giusto? Quindi no.” Rispose subito Aki. “Lei lo sa, la tua spasimante?” domandò poi, senza riuscire a mascherare il fastidio che pensare a quella ragazza gli suscitava.
“Non è la mia spasimante…” rispose rassegnato il più alto.
“Sei davvero così ingenuo Shima?!” sbottò Aki, irrigidendo i muscoli.
Shima emise un piccolo sospiro.
“Anche se fosse, Ai-chan va ancora alle medie” aggiunse poi, con tono conciliante.
“E quindi?? Per la nostra famiglia pare che la differenza d’età non sia un impedimento! Guarda Haru e Ren”
“Pare che per la nostra famiglia molte cose non siano un impedimento…” ribatté Shima, “Comunque… non sono interessato a lei. Non preoccuparti”.
“Tsk… e chi si preoccupa” frecciò acido l’altro, per mascherare il proprio imbarazzo.
“Si è fatto tardi, dormiamo” tagliò corto Shima.

Quella notte, però, nessuno dei due riuscì a dormire, almeno fino a quando Aki non si voltò, dopo aver perso la battaglia contro il proprio orgoglio, e si raggomitolò contro il petto di Shima.
“Shima…” lo chiamò piano.
“Mh?” rispose l’altro, circondandolo con un braccio.
“Davvero non ti piace?” domandò Aki contro il petto del gemello, stringendo il tessuto della sua maglietta tra le dita.
Baka…” sospirò Shima, “non è lei che tengo tra le braccia nel mio letto stanotte”. Dicendo questo gli depositò un tenero bacio sulla fronte che fece sciogliere Aki e le sue stupide riserve.

Quando Ren, la mattina, andò a chiamarli per la colazione non rimase affatto sorpreso di trovarli aggrovigliati tra le coperte. D’altronde Haru glielo aveva detto… che anche Aki…a volte…dormiva nella camera di Shima.
 
 

 
   
 
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