L'ottimista vede la rosa e non le spine; il pessimista si fissa sulle spine, dimentico della rosa. (Kahlil Gibran).
C'era uno strano profumo nell'aria, quella sera.
Dolce, forse anche troppo. Da far ubriacare.
Era una di quelle notti in cui dormire sembrava uno spreco di tempo, un'inutilità,un'offesa, davanti allo spettacolo offerto dal paesaggio.
Una notte limpida, con la luna e le stelle color argento colato.
Un vento leggero che smuoveva appena le foglie degli alberi.
D'altronde la Deava era situata in un punto strategico, di grande bellezza naturale.
Circondata dalle montagne, vicina alla città ma non troppo, era immersa nel verde, tra le colline e la foresta, con sorgenti e cascate che sgorgavano a poca distanza.
Ma nulla di questo poteva eguagliare i roseti che la cingevano in un largo abbraccio,lungo tutti i suoi lati.
Quelle file su cui sbocciavano rose e fiori di differenti colori, sembravano diamanti incastonati in una corona.
Quando ne sfiorò una, capì il perchè.
Ciò che risplendeva, non era altro che il riflesso delle goccie d'acqua sospese immobili sui petali morbidi.
Sorrise, quando alcuni passi si fermarono a pochi metri da lei.
-Cosa ci fai in giro a quest'ora?-
Sapeva che lui era lì. Ne aveva avvertito la presenza immediatamente. Non fu perciò stupita di sentire la sua voce dietro di lei.
Una voce pacata e gentile.
-E tu? Annaffi i fiori alle undici, di consueto?-
Rispose senza girarsi, continuando a fissare la goccia d'acqua cristallina.
-A volte.- i passi ripresero e terminarono al suo fianco. -Solo quando posso vedere questo spettacolo.-
Dal suo tono sembrava completamente estasiato e immerso in quel mare di sensazioni che lei stessa aveva provato e stava provando.
-La Deava senza questi roseti sembrerebbe più fredda.- commentò. -Non credi?-
Lo vide annuire con la coda dell'occhio.
Smise di osservare le rose per guardare lui.
Aveva le maniche arrotolate fino ai gomiti e stava maneggiando un fiore leggermente curvo.
La sua pelle era pallida, gli occhi di un azzurro glaciale.
Faceva freddo.
A ogni esalazione d'aria, si formavano dei piccoli vapori circolari che sparivano e apparivano al ritmo del respiro.
-Hai freddo?- le chiese posando gli occhi sulle labbra corallo e le guance rosse.
-No.- Non pensava che avesse freddo,difatti. Lui sapeva che le sue labbra erano di quel colore vivo in ogni momento. Le osservava sempre.
-bene.-
A qualcuno quel dialogo sarebbe potuto apparire come quello tra due persone che non avevano nulla da dirsi. O quello tra due persone che avevano litigato, e non sapevano da che parte cominciare per risolvere la questione.
Era falso ed era vero.
In realtà avevano così tanto da dirsi...così tante parole trattenute e gesti repressi...che temevano uscisse tutto di colpo, senza freni.
E avevano bisogno di tempo.
In un certo senso la loro era paura.
Sì, avevano una paura tremenda. L'uno dell'altro. Come se fossero due bombe che sfiorandosi, sarebbero esplose eliminandosi a vicenda.
Eppure, come due calamite, si attraevano inesorabilmente.
Perciò, nonostante i dubbi iniziali,entrambi avevano deciso di seguire la seconda metafora.
Avevano preso la loro decisione personale.
-Conosci il linguaggio dei fiori?- le chiese accarezzando i petali delicatamente.
-Solo a grandi linee...- lui continuò a curare la pianta con attenzione. Reika lo osservò, affascinata da quanto quegli occhi azzurro ghiaccio si concentrassero per quel fiore.-Rosa bianca...amore puro.- disse meccanicamente, come un dizionario elettronico.
-Giusto.- afferrò le cesoie. -Rosa gialla?-
-infedeltà.- rispose subito. Al biondo salì un brivido su per la schiena. Non tanto per la parola in sè, quanto per la velocità e il tono della voce.
-Rosa canina?- riprese, senza dare a vedere quella breve turbazione.
-Delicatezza e piacere.- Le due voci si alternavano in uno scambio di parole ritmiche. Una domanda, e una risposta. Un'altra domanda...e un'altra risposta.
Niente di più.
Voci neutre.
Nessuna emozione tradita.
D'altronde...tra loro era sempre stato così.
Ma non poteva continuare a esserlo.
Non doveva.
-Alla faccia che sull'argomento ne sapevi a grandi linee...- lei scosse le spalle.
-Bè, Sirius...per mia fortuna mi hai chiesto i significati dei fiori più conosciuti.-
-ne manca uno.- dichiarò alzandosi.
-Uno?-ridacchiò. -Ne mancano a centinaia!-
-intendevo...che ne manca uno dei più conosciuti. Anzi, direi il più conosciuto.-
Si girò verso la ragazza, tenendo nella mano destra una rosa scarlatta.
-Hai ragione. Te la sei dimenticata! Come hai potuto?- lo rimproverò scherzando.
-non l'ho affatto dimenticata.- tese il braccio. -L'ho tenuta apposta per ultima.-
Reika osservò il fiore a pochi centimetri da lei.
Anche una persona senza esperienza in materia, si sarebbe accorta che la persona che l'aveva curata possedeva una grande abilità, oltre che esperienza.
-E' uno spettacolo.-
-Prendila.-
La mora sorrise, chiudendo gli occhi, in un'espressione di ovvietà.
-Vuoi davvero darla a me Sirius?-
-Perchè non dovrei?-
-Lascia che ti rigiri la domanda. Perchè dovresti?-
Lui ritirò per un secondo il braccio. Ma non cambiò espressione.
-Se non la vuoi, non ti obbligo certo a prenderla. Ma così non saprai mai perchè te la sto regalando.-
Lei alzò un sopracciglio.
-Ma questo è un ricatto!- esclamò fintamente scandalizzata.
-Faccio leva sulla curiosità femminile.- le porse per la seconda volta la rosa. E stavolta, le dita di Reika avvolsero il gambo, portando indietro il fiore.
Nel momento in cui avvenne lo scambio, le loro dita s'intrecciarono. Il contatto provocò una pelle d'oca violenta a entrambi.
Lei emise un gemito, quasi impercettibile, dovuto alla scossa e al leggero dolore che sentì nei punti in cui teneva stretta la rosa. Alcune spine le si erano conficcate appena, per la troppa pressione con cui l'aveva afferata.
-Ti sei punta?- chiese con un tono più convinto che interrogatorio.
-Mh...leggermente.- mentì, cercando di non mostrare i polpastrelli feriti. Dall'indice cominciò a colare un pò di sangue.
-Fammi vedere.- le sussurrò dolcemente avvicinandosi.
-Non è niente Sirius...- disse sentendo la pressione sanguigna alzarsi prepotentemente.
-Non fare la cocciuta come al solito, e fammi vedere.-
Come al solito?
Le prese delicatamente la mano, e osservò le piccole ferite.
-Le spine di questa rosa sono particolarmente affilate e taglienti.Bisogna fare attenzione.-
-Avvisare un pò prima no?-domandò sarcasticamente per smuovere l'atmosfera.
Era decisamente a disagio.
Un disagio bello e attraente. E pure eccitante. Ma pur sempre un disagio.
-Se ti avessi avvisata non ti saresti punta.-
-Infatti, Sirius. E' esattamente quello che....un momento cosa vuoi dire?-
Come risposta ottenne uno sguardo silenzioso. Ma che diceva tutto.
Due occhi color del mare cercarono i suoi verde smeraldo con disperazione. Pregandole di non andarsene.
-Volevo che tu prendessi questa rosa. E ti pungessi.- Confessò in un sussurro.
Reika non si mosse di un millimetro, mentre il suo braccio veniva sollevato, e la mano portata parallela al viso di Sirius.
La goccia di sangue scese lungo il dito, attraversò il palmo, e scivolò fino al polso, dove rallentò, e si fermò. Pronta a proseguire al minimo spostamento dell'arto.
-Sai cosa significa la rosa rossa?- il suo fiato caldo le entrò nel fine tessuto della camicietta, e si dilagò in tutto il corpo.
-Passione e desiderio.-le stesse sensazioni le ebbe Sirius, quando tali parole uscirono senza indugio dalle labbra rosse come il sangue. scarlatte come la rosa stretta nell'altra mano.
Sfiorò con le labbra il polso, bagnandosele di quell'unica goccia, e con la punta della lingua ne seguì la scia, lentamente, con attenzione.
Sentiva il fremito del palmo a ogni tocco, a ogni centimetro che percorreva.
Quando raggiunse il taglio,aprì gli occhi.
-Vuoi ancora chiedermi perchè ti ho offerto questa rosa?-
-Per lo stesso motivo per cui io ti sto per baciare.- si liberò della sua presa, e con entrambe le mani afferrò i lembi del colletto.
In quei punti, la giacca immacolata si sporcò di sangue.
Ma nessuno dei due lo notò.
Reika stringeva con forza, e dalla mano destra, quella che teneva la rosa,scivolò un rivolo di liquido rosso.
Una delle spine rigava il collo di Sirius.
Lei se ne accorse solo dopo, abbassando lo sguardo mentre gli leccava il labbro inferiore, ancora sporco per quell'unica goccia.
-Hai visto di quante cose è capace questo fiore?- sussurrò sulla pelle sensibile del collo. -Un ingannatore provetto. Con la sua bellezza nasconde le sue spine acute e letali.-
Lui sorrise.
Non si era mai sbagliato.
-Tu sei una Rosa.- sentì i denti mordergli la clavicola. -Pungimi ancora.-
La pressione sulla giacca cambiò. Non lo tirava più in avanti, ma indietro.
Si lasciò guidare.
E venne sbattuto su una panchina.
Emise un gemito di stupore quando la schiena battè sullo schienale e la ragazza gli bloccò le spalle.
-Reika...-sussurrò in un tono divertito e stupito.
Lei rise.
-Scusa. Mi sono calata troppo nella parte?-
Sirius scosse la testa, traendola a sè.
-Mi piaci quando sei aggressiva.-
Guardò il fiore scarlatto stretto nella mano, e sentì già sulle labbra il sapore della pelle della mora.
-Del resto...Per amor della rosa si sopportano le spine.-
The End
Note dell'autrice:
Piaciuta la sorpresina?XD Sono così presa dalle cronache di Atlandia che ho tralasciato le one-shot!!! Non va bene!! XD Rimedio con questa piccola shot. Spero vi sia piaciuta.^^
Baci!!!XD