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Autore: smarsties    30/09/2023    0 recensioni
L’omino sulla torta nuziale aveva i capelli biondi e indossava un pregiato completo color pesca – pantaloni che toccavano al ginocchio e una lunga giacca abbottonata per metà, con un cravattino a balze attorno al collo. Stede ne possedeva uno piuttosto simile, ci aveva pianto sopra lacrime amare dopo il suo abbandono.
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Deliberatamente ispirata a una scena del teaser trailer della seconda stagione
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Edward Teach/Barbanera
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NdA: Avrei dovuto pubblicarla molto prima, ma la vita reale e la sessione mi stanno risucchiando parecchie energie. Però ce l’ho fatta prima del 5 ottobre, almeno quello. Questa roba scritta con più fatica del previsto – e che non sono riuscita a chiudere in 500 parole, dunque, anche se per un pelo, è una one-shot – è ispirata ad una scena ben precisa del teaser che proprio non ne vuole sapere di togliersi dalla mia mente. Non vi dico quale, capirete leggendo.









Objection



L’omino sulla torta nuziale aveva i capelli biondi e indossava un pregiato completo color pesca – pantaloni che toccavano al ginocchio e una lunga giacca abbottonata per metà, con un cravattino a balze attorno al collo. Stede ne possedeva uno piuttosto simile, ci aveva pianto sopra lacrime amare dopo il suo abbandono.

Faceva coppia con la sua sposa, i cui ricci castani ricadevano sulle spalline di un pomposo abito azzurro – la sua deliziosa, elegante sposa. Il molo cui riattraccare al calar del sole. Le braccia della moglie trascurata cui Stede aveva fatto ritorno col capo cosparso di cenere.

Chissà che menzogna aveva tirato su per giustificare la lunga assenza, intanto che lei gli carezzava la schiena con entrambe le mani, un po’ per rassicurarlo e un po’ per accertarsi che fosse davvero lì.

Avrebbe potuto raccontare di aver conosciuto una sirena e averla confusa con l’amore. Sedotto da una creatura letale per metà umana fino a perdere la retta via – quella sì che era una storia da pirata! Proprio ciò cui aveva giocato a essere negli ultimi mesi.

In effetti, Stede era rimasto stregato dalla voce bassa e rauca di un’inusuale sirena. Gli aveva cantato di violenti saccheggi e duelli avvincenti, e per ricambiare egli l’aveva riempita di lusinghe e dolci parole, trattandola con una gentilezza che nessun altro marinaio mai le aveva riservato.

Era con quel pensiero fisso nella mente che la sirena aveva fatto incontrare le loro labbra nel tanto agognato bacio. Stavolta sarà diverso.

Si erano separati e l’incantesimo si era spezzato, proprio come ogni altra volta. Colui che avrebbe dovuto rappresentare l’eccezione era fuggito come un ladro nella notte.



«Se c’è qualcuno contrario a questa unione, parli adesso o taccia per sempre.»



Ma il povero, ingenuo capitano doveva aver dimenticato che le sirene non erano come quelle delle fiabe. Erano maestre ingannatrici, voraci di cieca e assoluta ammirazione che trovavano in uomini soli e disperati, portati alla pazzia quando non erano più in grado di offrirla. E una sirena dal cuore spezzato sapeva essere ancora più bestiale.

Con l’eco di promesse infrante ancora risonante nelle sue orecchie, se ne andava in giro per i sette mari a disfare coppie innamorate con la violenza, lasciando amanti innocenti in preda allo strazio e al lutto. Se lei non poteva essere felice, allora nessun altro meritava di esserlo.



«Mi oppongo.»



La sua ciurma prese d’assalto il ponte in un attimo, brandendo le spade e sparando colpi d’avvertimento in aria. Solo pochi fortunati riuscirono a gettarsi in acqua; la maggior parte degli ospiti, sia chi aveva provato a difendersi, sia chi era rimasto paralizzato dal terrore, venne costretta a terra, mentre paia di mani frugavano rapide nelle loro tasche in cerca di oro.

I promessi sposi, separati da alcuni dei suoi uomini migliori, si cercavano dai due lati opposti della navata. La donna, le cui braccia erano immobilizzate dietro la schiena, si dimenava e borbottava pietose suppliche, che lasciarono il posto a un grido angoscioso quando la lama d’argento puntata al collo del fidanzato lacerò la pelle con un movimento secco, ed egli venne abbandonato a sanguinare sul pavimento di legno.

Edward assistette alla scena senza battere ciglio. Manco il dolore altrui riusciva più a riempire il vuoto che Stede aveva lasciato.

La sua attenzione tornò alle miniature in cima alla torta. Si fece scivolare in tasca quella dello sposo. Dopodiché, afferrò la statuetta della sposa con l’intento di gettarla a terra e calpestarla.

A ripensarci meglio, però, poteva riservarle un destino diverso. Se avesse scorticato la vernice ebano della pelle, se avesse usato il kajal per tingere di nero i capelli e disegnare una barba – magari le sarebbe somigliata almeno un po’.



Accanto al suo amato, con indosso un abito di bella fattura.

E almeno in quel modo avrebbero avuto il loro lieto fine.

  
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