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Autore: Tynuccia    02/10/2023    1 recensioni
[Gundam SEED] Miriallia si lasciò galleggiare fino a quando si poté aggrappare alla ringhiera, studiando in silenzio l'espressione grave di Dearka, così lontana da quella a cui era abituata. "Siete rientrati già da un po' di tempo, cosa ci fai ancora qui?".
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Dearka Elthman, Miriallia Haww, Yzak Joule
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1
Archangel



Quando la battaglia sembrò conclusa, Miriallia si ritrovò sul ponte di comando praticamente da sola. Murrue si era precipitata fuori immediatamente, allarmata dalla visione del Freedom che trasportava sotto un braccio meccanico l'unità gravemente danneggiata del Maggiore La Fllaga, e anche gli altri operatori si erano dileguati altrettanto in fretta. 

La Natural prese un grosso respiro e si alzò dalla poltrona, togliendosi l'auricolare e lasciandosi galleggiare oltre la porta. Si sentiva stanca, e sfiduciata, e come ogni dannata volta il suo pensiero correva a Tolle. All'inizio era stato con struggente nostalgia di quel ragazzo gentile e amorevole, ora si ritrovava inorridita nel considerare che, forse, un po' lo invidiava: nel suo eterno riposo non c'era spazio per la tensione e la paura che la accompagnavano costantemente, dal momento in cui apriva gli occhi a quello in cui li chiudeva. Era sempre stata una persona pratica, e concreta, e in tempi più sereni si era considerata capace di gestire stress alla perfezione.

Certo, quando suddetto stress era causato da troppi test scolastici ravvicinati tra loro, non dall'orrore di perdere i propri cari o vedere raggi laser sfondare le difese dell'Archangel e disintegrare tutti loro in un battito di ciglia, senza neppure lasciare il tempo di elaborare la cosa. 

"Miri!".

Si voltò, trovando Kira ancora con la tuta da pilota e alcuni squarci nel tessuto, che rivelavano parecchi graffi. "Come stai?", si preoccupò subito. 

Il ragazzo si strinse nelle spalle, ma la sua espressione non si fece meno grave ed i suoi occhi volarono al pavimento. "Ho portato il Maggiore in infermeria. Non era messo bene, ma se la caverà".

Lei annuì, ritrovandosi a fissare i capelli castani del compagno di classe. Dall'inizio di quella dannata guerra, anche Kira era diventato una persona completamente diversa dall'allegro studente di Heliopolis, e ogni battaglia sembrava strappargli via un pezzetto di anima. Poco importava che avesse il pieno sostegno dell'equipaggio, e che il suo caro amico Athrun si fosse redento ed ormai combattesse al suo fianco. "Vuoi andare a mangiare qualcosa?", offrì con gentilezza la CIC dell'Archangel, augurandosi che un buon pasto potesse mettere a tacere anche i suoi demoni interiori, almeno per il momento.

Finalmente Kira sollevò lo sguardo e tentò di sorriderle. "No, ti ringrazio. Devo sentire Lacus, sarà sicuramente preoccupata". Con un piccolo cenno del capo si accomiatò dall'amica, ma sembrò ripensarci. "Dearka è ancora nell'hangar. Credo che abbia bisogno della tua compagnia più di me".

La ragazza aggrottò la fronte, ma decise che, per una volta, non sarebbe stato poi così grave liberarsi della corazza e non sputare acidità nei confronti di quello scanzonato Coordinator dai capelli biondi. 

*

Lo trovò appoggiato alla ringhiera delle passerelle che erano montate sopra i Mobile Suit, le spalle tese ed un'espressione assorta sul bel viso, la mascella tirata. Non sembrava ferito, in apparenza, e lei si concesse un piccolo sospiro di sollievo. Era stato un duro colpo sentire lo stomaco contorcersi con apprensione quando non aveva risposto alle sue chiamate, in maniera completamente differente rispetto a come aveva reagito per Kira, e per il Maggiore. "Elthman", chiamò, avvicinandosi. 

Il Coordinator sollevò il capo e le sorrise. "Oh, Miriallia, sei una visione per occhi stanchi", scherzò, ma con tono meno allegro del solito. 

Miriallia si lasciò galleggiare fino a quando si poté aggrappare alla ringhiera, studiando in silenzio l'espressione grave di Dearka, così lontana da quella a cui era abituata. "Siete rientrati già da un po' di tempo, cosa ci fai ancora qui?". Notò il leggero tremore sulle labbra di lui, che però si strirarono immediatamente in quel ghigno che le faceva sempre saltare i nervi.

"Avresti preferito se mi fossi precipitato sul ponte di comando per aggrapparmi alle tue belle gambe?", fece lui, sporgendosi in sua direzione e costringendola ad allontanarsi di scatto.

Di norma Miriallia gli avrebbe tirato uno schiaffo e se ne sarebbe andata, indignata - soprattutto per via della curiosa e calda sensazione che le si annidava nel petto quando lui flirtava così esplicitamente - ma questa volta le fu difficile ignorare lo sconforto nei suoi occhi viola. "Sai, Elthman", cominciò a dire, mantenendo un tono neutrale, "non sarebbe la fine del mondo se, per una volta, ti limitassi a rispondere con sincerità".

Dearka scoppiò in una risata vuota e buttò la testa all'indietro. "Dove sono cresciuto io, parlare di sentimenti è un hobby da checche, con tutto il rispetto".

Dopo quell'affermazione così problematica, lei gli lanciò un'occhiata torva. "Allora, sempre con tutto il rispetto, sei cresciuto proprio in un posto orribile".

Il Coordinator fece spallucce e prese un sorso d'acqua, distogliendo lo sguardo. "E infatti sto combattendo per la fazione opposta, no?". Fece una pausa, sospirando amareggiato. "Oggi, per esempio, ho avuto la conferma che ho fatto la scelta giusta. Tutto di guadagnato, a scapito di un terribile mal di testa".

Miriallia si stropicciò una mano, accusando fin troppo la tensione che gocciolava da ogni singola sillaba. "Hai voglia di parlarne?".

Dearka spiò in sua direzione. No, non ne aveva minimamente voglia e, per quanto fosse certo di essersi comportato correttamente, sentiva una rabbia senza precedenti fargli tremare i pugni. Era anche vero, però, che la Natural, solitamente tanto indisponente, sembrava disposta a fare un passo in sua direzione e sarebbe stato sciocco da parte sua non approfittarne. "Ho avuto un incontro spiacevole, là fuori", spiegò senza troppi preamboli. "Con il mio migliore amico".

Lei sollevò un sopracciglio. Ricordava che le aveva raccontato, qualche tempo prima, di un Coordinator che faceva parte della sua ex-squadra, insieme ad Athrun. Ne aveva parlato con un grosso sorriso sulle labbra, quasi goliardico, descrivendolo come una persona difficile, ma di buon cuore a modo suo, e si chiese come mai, ora, fosse tanto teso a riguardo. 

"Quel povero diavolo, pensava che fossi morto", continuò Dearka, socchiudendo gli occhi. "E forse, conoscendo Yzak, sarebbe stato meglio così... Meglio un amico defunto, che un amico traditore della patria".

"Non mi sembra ragionevole", commentò Miriallia, scoprendo di avere la gola sorprendentemente secca. Si sporse e gli rubò la borraccia, trangugiando il contenuto avidamente. Chi poteva essere così stupido da preferire un funerale ad un cambio di fazioni? Avrebbe accettato più facilmente la notizia che Tolle era passato dalla parte di ZAFT, che sapere che il suo Skygrasper era esploso in mille pezzi, cancellando il suo sorriso gentile dalla faccia della Terra.

"Non lo è mai stato, figuriamoci se inizia ora", rispose il Coordinator, questa volta con una piccola risata ben più sincera. "Mi ha perfino puntato addosso una pistola, quel cretino. Tra proiettili e coltelli, rischio molto di più quando non sono a bordo del Buster".

"Mi sono già scusata", ritorse acidamente la ragazza, pur sentendosi colpevole. 

"A differenza sua", concesse Dearka, incrociando sul petto le braccia. "Vederlo non mi ha suscitato gli scompensi che mi ero immaginato. Mi dispiace soltanto che sia così cieco da non capire che lo sterminio dei Natural non è la risposta ai dubbi che ci hanno inculcato gli adulti". Tornò a guardare Miriallia, che a sua volta lo fissava stranita. "Però... credo che le mie parole abbiano un po' scalfito quel suo guscio di ghiaccio. Adesso sta a lui, mi auguro che non si faccia ammazzare per degli ideali di cui non è nemmeno sicuro".

La Natural vide i suoi occhi velarsi di malinconia e, senza pensarci troppo, gli gettò le braccia al collo, nascondendo il volto sotto il suo mento. "Sei una brava persona, Dearka Elthman", mormorò appena, rifiutandosi di fronteggiarlo. Si stupì della circospezione con cui il ragazzo le cinse la vita, ricambiando l'abbraccio. Da uno come lui si era aspettata modi molto più sensuali, non quella stretta rispettosa e leggera, come se lei fosse stata di cristallo. "Peccato che il novanta percento delle volte sei un impareggiabile deficiente", aggiunse per far fronte al rossore che le colorava le guance, e il suo corpo vibrò con una possente risata. 

"Suvvia, non infierire", la pregò lui, sebbene con tono divertito. "Non è stata una giornata piacevole, almeno per questa sera fa' la brava". Sollevò un braccio per immergere le dita tra i suoi capelli, stringendola a sé e sentendosi grato per averla conosciuta. Dal canto suo, Miriallia non protestò per quel gesto intimo, e Dearka si permise, finalmente, di rilassarsi, appoggiando una guancia sulla sommità del suo capo. 
Decise di non dire ad alta voce che, quando aveva cercato di far rinsavire Yzak spiegandogli a grandi linee i suoi motivi, l'unica cosa a cui era riuscito a pensare era stata proprio lei. Aveva parlato a sproposito già una volta, e si era ritrovato con un grosso taglio in fronte e il principio di un infarto; non voleva sicuramente ripetere l'esperienza, non quando ormai si era arreso all'evidenza delle cose. Se gliel'avessero detto sei mesi prima che si sarebbe invaghito di una Natural, avrebbe riso fino alle lacrime, per poi indignarsi per un'idea tanto stravagante, per non dire di peggio. 

"Sia ben chiaro, è una tregua momentanea e per adesso seppellirò l'ascia di guerra", rispose la ragazza, staccandosi da lui ed agitandogli l'indice davanti alla faccia con fare minaccioso. 

Dearka sollevò le mani davanti a sé, canzonatorio. "Prima il coltello, ora l'ascia. Finché non ti presenti con un bazooka penso di riuscire a starti dietro".

Miriallia alzò gli occhi al cielo e si costrinse a non sghignazzare. "Adesso vai a farti una doccia e ci vediamo in mensa. Ho una fame da lupi, e il minimo che tu possa fare è offirmi da mangiare".

Il Coordinator ammiccò e recuperò la borraccia. "Abbiamo un appuntamento, miss Haww?".

"Ti do esattamente cinque secondi per sparire dalla mia vista, prima che cambi idea".

Dearka rise e scosse il capo, affrettandosi verso l'uscita. "Grazie per avermi ascoltato, Miri", disse poi a voce alta, e si augurò che anche Yzak, a bordo della Vesalius, fosse riuscito a trovare un po' di pace. 








Tutto ciò è colpa di Shainareth, che mi manda gli spezzoni di SEED pensando di farmi sgobbare. E io, ovviamente, mi metto all'opera. Un volubile asino dai capelli rossi.

Comunque! Questa è la prima parte (di due) del post-incontro tra Yzak e Dearka nell'episodio 43; mi chiedo proprio CHI saranno i protagonisti del prossimo capitolo... 
  
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