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Autore: AndyFloyd94    04/10/2023    0 recensioni
[Senki zesshou symphogear]
[Sommario]
Il giorno di San Valentino è bello se hai qualcuno da chiamare “tesoro mio”. Ma cosa significa questa festa per quelli che si sentono meglio a restare da soli?
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[Note]
Buon San Valentino a tutti! Come?... Sono leggermente in ritardo? Scusate, questa traduzione era stata fatta in origine per il 14 febbraio, ma dato che all'epoca continuavo a rimandare la mia decisione di aprirmi un profilo AO3 (e non conoscevo ancora EFP), l'avevo postata solo sul gruppo Facebook italiano di Symphogear. Pensino ora i miei 84 lettori (nonché compagni di fandom) quanto tempo ci ho messo a condividerla qui... Poi ci sono altri due motivi: primo, avevo già chiesto il permesso allo stesso autore della prima fanfic anche per questa; secondo, dopo la protagonista dell'anime e il suo raggio di Sole, è ora di farvi conoscere anche la "best girl": quell'adorabile, piccola, permalosa, pucciosa palla di neve di Chris. Sì, è l’unica del gruppo che resta fuori dal gioco delle coppiette, ma non vuol dire che non si possa farla sentire amata, in qualche modo. Spero che la storia vi piaccia, e magari vi faccia emozionare, come mi sono emozionato io a tradurla.
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chris non aveva mai visto così tanto rosso in vita sua.

Non importa dove guardasse, il rosso era lì ad aspettarla. Era le strisce sulla carta da parati bianca. Era le ghirlande che pendevano dal soffitto. Era i palloncini che rotolavano pigramente sul pavimento. Era i cuori di carta, ritagliati in fretta, che punteggiavano gli infissi di ogni porta. Era le tovaglie su ogni tavolo. Era la coperta sopra al divano sul quale era seduta. Era i bicchieri di plastica dai quali stavano bevendo tutte. Il rosso era intorno a lei, sopra di lei, sotto di lei. Diavolo, era persino dentro di lei; aveva perso il conto da un pezzo di quanti biscotti con la glassa rossa aveva mangiato nel corso della serata.

Al ricordo, il suo stomaco brontolò in modo antipatico. Si riscosse e iniziò a massaggiarlo. A quanto pare stava diventando un caso non da poco di fame nervosa. Non era un bel segno. Solo quell’idiota di Hibiki poteva mangiare così tanto senza conseguenze.

“FATALITY!”

Il grido trionfale di Kirika distolse Chris dai suoi pensieri. Il maschiaccio stava prendendo a pugni l’aria con il suo controller del Gamecube. Sullo schermo della TV, alcune lettere spesse – ancora una volta rosse, notò Chris con dispiacere – dicevano ‘Giocatore 2 vince’.

“Come la metti!” Kirika gonfiò il petto verso Shirabe, seduta accanto a lei. “Ti ho battuto!”

“Tredici a uno,” borbottò Shirabe. Sembrava quasi sollevata del fatto che finalmente aveva perso.

“Ehi, una vittoria è una vittoria!” Kirika si girò di nuovo verso la TV. “Su, giochiamo ancora! Finalmente posso iniziare a raggiungerti con il punteggio!”

“Perché non ti fermi finché sei in tempo?” ringhiò Chris. “Risparmiati l’umiliazione.”

“Col cavolo!” disse Kirika, girandosi a guardarla. “Ho quasi azzeccato la combinazione bomba-rasoio! Se riesco a sistemarla appena–”

“Kirika!” La voce di Maria arrivò dalla cucina. “Credo che la tua torta stia iniziando a bruciare!”

“DEEEEEEESS!” Kirika balzò in piedi. “Ho dimenticato di impostare il timer!”

Partì di scatto, quasi scontrandosi con Tsubasa mentre girava l’angolo. “Scusa!” strillò mentre svaniva in cucina.

Tsubasa la osservò divertita. “Devo dedurre che la sua prima esperienza di pasticceria stia andando bene?”

Shirabe si alzò e spense la TV. “Vado ad aiutarla. Sarebbe nei guai altrimenti.”

“Mi sembra una buona idea.” Tsubasa notò Chris seduta sul divano. “Yukine! Giusto in tempo. Posso chiedere il tuo aiuto in camera da letto?”

“Cos–” ecco, ora le guance di Chris erano rosse proprio come la stanza. “Attenta a come parli, scema!”

“Tsubasa?” la richiamò Maria. “Non tradirmi con la tua kōhai, ti prego!”

“Scusa!” Tsubasa soffocò una risatina. “Volevo solo chiedere aiuto per pulire. Abbiamo impacchettato i nostri regali là dentro e non abbiamo più avuto il tempo di pulire.”

“O-oh.” Chris sentì che arrossiva ancora di più. “Sì, d’accordo.”

Scuotendosi dal torpore, si alzò e seguì Tsubasa, dando un’ultima occhiata all’inquietante stanza rossa dietro di lei.

***

Grazie al cielo, la camera da letto era ancora intonsa, risparmiata dagli addobbi vivaci presenti nel resto della casa. Miku era in ginocchio, e raccoglieva con molta cura i brandelli sparsi di carta da regalo, ammucchiandoli in sfere compatte. Non appena Tsubasa e Chris entrarono, le guardò e alzò la mano per salutare. “Ciao, Chris!”

“Ehilà!” Chris si inginocchiò al suo fianco e iniziò a raccogliere gli scarti con lei. “Hai idea di quando torna quell’idiota?”

“Non dovrebbe metterci ancora molto.” Miku gettò una palla di scarti nel cestino della spazzatura. “Se non mi sono sbagliata a dirle dove l’ho lasciata…”

“Cosa?”

“Oh– non preoccuparti!” Miku agitò la mano con una certa frenesia. “Sono sicura che tornerà presto.”

“Uhm.” Chris strinse le labbra, ma decise di non insistere sull’argomento. “Allora, la prossima volta assicuratevi di avere tutti i regali con voi prima di uscire dalla porta. Lo sai, se lei si perde il dolce non supererà mai la cosa.”

Miku rise. “Hai proprio ragione.”

“Non preoccuparti.” Tsubasa sbatté le lenzuola, facendo piovere a terra altri scarti. “Maria si assicurerà per il suo bene che l’esperimento di pasticceria di Kirika sia un successo.”

“Possiamo solo sperare,” sbuffò Chris.

“Non essere cattiva!” la rimproverò Miku. “Sono certa che sarà delizioso.”

In quell’esatto momento, dalla cucina giunse un tonfo smorzato. Qualcuno urlò “Deeeeess!”.

Chris guardò di sfuggita Miku con un’espressione perplessa. “Stavi dicendo?”

“Uhmmmmm…” Miku si chinò e strisciò sotto al letto. “Oh santo cielo, c’è carta da regalo anche qui sotto! Fammi solo, eh, dare una pulita!”

Chris alzò gli occhi al cielo e tornò a occuparsi della carta. Forse era meglio non punzecchiare troppo Miku: Hibiki non gliel’avrebbe mai fatta passare liscia.

Mentre continuavano, Chris notò che pure i brandelli di carta da regalo erano rossi. Uno strano nodo le strinse lo stomaco. “Non è troppo?” borbottò sottovoce.

“Eh?”

Merda. Non voleva che Tsubasa lo sentisse. “N-non è niente,” borbottò. “È solo che… c’è un sacco di rosso in questa casa.”

“Un sacco di rosso?”

“Sai… gli addobbi? La carta regalo? Insomma, anche per una festa di San Valentino, è– sai cosa? Fa niente, non importa.”

Si era accorta che Miku e Tsubasa la stavano fissando incuriosite. Cercando di ignorarle, lanciò una palla di scarti verso il cestino. Rimbalzò sul bordo e cadde disfacendosi sul pavimento, tornando di nuovo un mucchio di carta da regalo sparsa.

Doppia merda.

“Scusate,” borbottò.

“È ok.” Miku si inginocchiò e trasferì il mucchio di scarti nel cestino. “È solo spazzatura.”

Non è solo la spazzatura, scema.

“Sono sorpresa, Yukine,” osservò Tsubasa. “Pensavo che fossi piuttosto affezionata al rosso.”

“Certo! Solo, sai, magari non così tanto.”

“Uhm.” Tsubasa si stiracchiò. “Bene, i tuoi consigli sulla decorazione di interni sono stati recepiti.”

“Oh, sta’ zitta.” Chris tirò un’altra palla di scarti verso il cestino. Per fortuna, questa centrò il bersaglio. Grazie a dio.

Tsubasa aveva ragione, ovviamente. Tra tutti quanti, non aveva senso che proprio lei si sentisse a disagio con il colore rosso. Ma di nuovo, forse era quello il motivo, allora. Il rosso avrebbe dovuto essere il suo colore. Sarebbe dovuto appartenere a lei. Eppure eccolo lì, tutt’intorno a lei, a rappresentare qualcosa che a malapena comprendeva.

Il giorno di San Valentino. Un giorno per il romanticismo e le anime gemelle, per arrossire e per fare confessioni, affinché degli idioti sdolcinati si dichiarino a vicenda quanto si amano. Anche in passato, quando la sua vita era ancora normale, Chris non lo comprendeva. Sembrava tutto così… distante e basta. Come un grande segreto di cui tutti erano a conoscenza tranne lei.

Interruppe il lavoro. In quel momento, Kirika e Shirabe stavano collezionando un appuntamento dietro l’altro da chissà quanti anni. Maria e Tsubasa erano andate a vivere insieme quasi un anno prima. Hibiki e Miku stavano per chiedersi la mano a vicenda; qualsiasi momento era quello buono. Ogni singola persona in quella casa aveva qualcuna con cui stare in quel giorno di San Valentino.

Tutte tranne me.

“Chris?” La voce di Miku interruppe i suoi pensieri. “Stai bene?”

“Sono… fuori posto, qui?”

Le parole sfuggirono prima che riuscisse a fermarle. Tsubasa e Miku la guardarono preoccupate. “Che vuoi dire?” chiese Tsubasa.

“Voglio dire.” Chris si grattò dietro al collo. “Questa è, come si dice, una festa delle coppiette, giusto? Per tutte voi idiote che fate tutto il teatrino degli appuntamenti. E, insomma… io non c’entro, no?”

“Oh, Chris…” La delicatezza nella voce di Miku aveva un suono doloroso, in qualche modo.

“N-Non è un grosso problema, anzi!” balbettò Chris. “È solo, insomma, tutte voi avete un motivo per fare festa oggi. Io no. Ma sono qui lo stesso.” Agitava le mani in aria. “Aaah, lasciate perdere! Non so neanche cosa sto dicendo!”

Si girò per non guardare in faccia Miku e Tsubasa. Non voleva vedere come la stavano fissando. Era pietà? Confusione? Comprensione? Avevano uno sguardo strano? Davvero volevano che restasse ancora? Forse dovrei tornare a casa e basta.

In quel momento, la porta della camera da letto si aprì di schianto. “Mikuuuuuuu!”

Un ghigno attraversò il viso di Chris, suo malgrado. Alla buonora, scema.

“Hibiki!” Miku si alzò e le fu vicina in un attimo. “Finalmente sei tornata!”

“Scusa, scusa!” Hibiki sorrise timidamente mentre scrollava via la neve dal suo cappotto. “Sapevo che avevi detto che era nello sgabuzzino, ma per qualche motivo, invece, ho sentito ‘cestino’”!

“Tu–” la bocca di Miku si spalancò. “Non dirmelo.”

“N-non preoccuparti! Mi sono assicurata di ripulire tutto quando avevo finito di controllare quello che c’era dentro!”

Miku emise un suono indefinito, più o meno a metà tra un gemito e uno schiamazzo. “Oh, Hibiki,” ridacchiò, affondando il viso nella spalla della sua fidanzata. “Cosa devo fare con te?”

Hibiki la baciò sulla testa. “Mi dispiace davvero.”

Miku non disse nulla, ma si rannicchiò ancora di più nel cappotto di Hibiki. Tsubasa lanciò a Chris un sorrisetto malizioso. I suoi occhi sembravano dire, Fammi indovinare, “fatele a casa, certe cose,” giusto?

Chris alzò gli occhi al cielo. È la loro stupida festa. Le lascio fare per questa volta.

“Bene!” Miku si girò di nuovo verso Chris e Tsubasa. “Allora, siamo tutte pronte?”

“Pronte?” Chris aggrottò le sopracciglia. “Per cosa?”

“Per i regali, ovvio!”

***

Ci volle un po’ di coordinazione, ma ben presto erano radunate tutte quante in salotto. Kirika parlava entusiasta con Tsubasa su quanto buona fosse venuta la sua torta, mentre Shirabe rivelava a Miku quanto fossero state vicine a ridurre in cenere la cucina. Hibiki porgeva mille scuse a Maria per aver fatto tardi, Maria però le rifiutava con un sorrisetto etereo. Osservandole, Chris era colpita da quanto andassero d’accordo tra di loro. Sette persone incredibilmente diverse, tutte radunate in una fredda notte di febbraio per celebrare i legami che le tenevano unite insieme. Una strana sensazione iniziò a farsi strada in lei.

Ma non c’era tempo di soffermarsi su quella sensazione; i regali erano in attesa. Dopo la prima giostra degli scambi – Tsubasa e Maria si divertivano così tanto con i regali di San Valentino che sembrava quasi un secondo Natale – era l’ora per le coppiette di scambiarsi i rispettivi doni. Per prima, Kirika regalò a Shirabe una nuova montatura rosa per gli occhiali, e Shirabe regalò a Kirika una prima scelta di onigiri selezionati. A Chris lo scambio parve un po’ squilibrato, ma non sembrava proprio che a Kirika importasse. “Shirabe, sei la fidanzata migliore del mondo!” disse trionfante, abbracciando stretto la ragazza di poche parole.

“Kiri…” Shirabe arrossì come un peperone. Chris sospettava che, se fossero state sole nella stanza, Shirabe avrebbe afferrato Kirika lì sul posto, e si sarebbe divertita con lei sino alla mattina dopo.

Ora toccava a Maria e Tsubasa. Maria donò a Tsubasa una bella collana d’argento con lo stemma di una fenice, e Tsubasa donò a Maria un paio di orecchini a forma di drago. “A quanto pare siamo una mente sola,” la stuzzicò Maria.

Tsubasa sorrise e le baciò la mano. “Lieta di servirla.”

Poi fu il turno di Hibiki e Miku. Alla fine, ognuna aveva regalato all’altra dei cioccolatini, ma se i cioccolatini di Miku erano fatti in casa, Hibiki aveva comprato i suoi da un negozio di specialità. In modo inaspettato, questa presa di coscienza la fece intristire. “Miku ha faticato così tanto per me e io ho risolto il problema nel modo più facile,” si lamentò.

“Non è vero!” Miku le strinse le mani. “Anche se non li hai fatti tu, questi cioccolatini sono ripieni del tuo amore!”

“Miku…” Gli occhi di Hibiki nuotavano nell’emozione.

“Grazie, Hibiki.” Miku le appoggiò la fronte contro la sua. “Farò tesoro di questo San Valentino per sempre.”

“Mikuuuuuu!” Hibiki invece afferrò Miku senza fare complimenti, abbracciandola stretta sul divano. “Sei davvero il mio raggio di Sole!”

“H-Hibiki!” balbettò Miku imbarazzata. “Così mi schiacci!”

Scoppiarono tutte a ridere. Chris si piegò all’indietro sulla sedia e fissò le stelle filanti rosse sul soffitto. Erano davvero una coppia perfetta, fino alla nausea. Un giorno, se avessero avuto dei figli, Chris si sarebbe assicurata di metterli in imbarazzo raccontando loro di quanto sdolcinati potevano essere i loro genitori.

“A-a proposito!” Miku riuscì finalmente a divincolarsi da Hibiki. “Non abbiamo un altro regalo da dare?”

“Oh, giusto!” Hibiki si mise subito a sedere. Dall’interno del cappotto, estrasse una piccola borsa-regalo foderata con carta velina rossa. “Non ci posso credere che l’ho quasi dimenticato a casa.”

Si girò verso Chris. “Chris, buon San Valentino!”

Eh? A Chris si fermò il respiro in gola. “Per… me?”

Hibiki annuì trepidante. “Avanti, aprilo!”

“Non metterle fretta!” bisbigliò Miku.

Lentamente, Chris allungò la mano e prese la borsa. La sensazione di prima stava tornando. Scivolava dentro di lei mentre apriva la borsa. Le faceva formicolare i nervi con un tepore mentre toglieva la carta velina. Canticchiava dolcemente dentro di lei mentre estraeva il suo regalo.

Oh.

Era una foto incorniciata. Un’istantanea scattata durante la sua cerimonia di diploma, appena un mese dopo la loro ultima battaglia contro Shem-Ha. Chris era in pieno centro, con il suo berretto da diploma, l’aria agitata e sopraffatta dalle emozioni. A sinistra, Hibiki la stava abbracciando con un sorriso grande, smagliante. Miku era alla sua destra, e si asciugava lacrime di gioia. Kirika e Shirabe erano inginocchiate davanti a lei, in pose drammatiche per la loro senpai. Maria e Tsubasa erano alle estremità, e la fissavano con tenero affetto. Un’istantanea di sette idiote, idiote allora quasi come lo erano adesso.

Chris fissò la foto. Ricordava quel momento con assoluta chiarezza. Dopo il caos della sconfitta di Shem-Ha, un normale diploma scolastico sembrava la cosa più strana del mondo. Ma tutte loro sei avevano voluto esserci. Tutte e sei avevano festeggiato con lei, pianto con lei, l’avevano incoraggiata. C’erano state per lei, proprio come c’erano sempre, l’una per l’altra.

Proprio come erano ancora lì, per lei, adesso.

Si accorse che c’era un biglietto infilato nel retro della cornice. Lentamente, lo estrasse e lo lesse.

Cara Chris,

Molte persone pensano che il giorno di San Valentino sia solo per le coppiette. Ma io penso sia più di questo. È per tutti quelli che hai a cuore. È la celebrazione di tutte le persone che ami, non importa come. E anche se a volte le mie mani fanno fatica a raggiungerti, voglio esprimere quei sentimenti.

Chris, ti amiamo così tanto, tutte noi. Siamo così felici che tu faccia parte delle nostre vite.

Vuoi essere la nostra ragazza?

Con amore,

E il fondo del biglietto era firmato con i nomi di tutte.

Chris sbatté le palpebre. A malapena si accorse che le sue mani tremavano leggermente. Che sentiva un groppo e un calore al petto. Che la sensazione che si diffondeva in lei aveva cambiato tono all’improvviso, in un qualcosa di profondo e struggente. Qualcosa di umido gocciolò sul biglietto, rigandolo. Stava piangendo? No, non poteva essere; piangere era una cosa che si faceva quando si era tristi. Come poteva piangere se si sentiva così…

“C-Chris?”

Improvvisamente, Chris realizzò quanto sembrassero umide le sue guance. Alzò il braccio e le asciugò con la manica. Inutile; le lacrime scendevano ancora. “Ma che diavolo,” borbottò.

“Stai bene?” Miku le era a fianco. “Scusami se– non volevamo–”

E prima di capire cosa stesse facendo, Chris l’aveva stretta in un abbraccio vigoroso. Rise; una risata profonda, sorpresa. “Ma che diavolo!” disse di nuovo, sentendo male alle guance tanto era enorme il sorriso che le attraversava. “Siete tutte così stupide!”

In tutta la stanza riecheggiarono sospiri di sollievo. Di lì a poco, Chris sentì sei paia di braccia avvolgersi intorno a lei. La ricoprivano di calore. Un calore che l’accettava proprio così com’era. Chris affondò in quel calore. Lasciò che la travolgesse, la consumasse, la dipingesse di colori che non l’avevano mai dipinta prima. C’era il rosso, ovviamente, ma c’era anche l’oro, il blu, e l’argento, e il viola, e il rosa, e il verde. Un prisma, un arcobaleno di colori che la inondava con una promessa silenziosa: questa volta, sarebbe andato tutto bene. Una promessa che le diceva, in una lingua molto più chiara delle parole:

Bentornata a casa.

“È bello essere a casa,” rispose sottovoce.

“Cos’era quello?” Hibiki sembrava confusa.

Chris sorrise e si asciugò gli occhi sul cappotto di Hibiki. “Non preoccuparti.”

E così dicendo, strinse le sue braccia intorno a tutte loro sei. “D’accordo. Voi idiote avete la vostra ragazza.”

“Urrà! Prima io!”

“Non monopolizzarla, Kiri.”

“Adesso venite qui, voi bambine dovete finire quella torta!”

“Aaah, ancora un attimino, dess!”

Chris sorrise e chiuse gli occhi. Dopotutto, forse San Valentino era la festa giusta per lei.

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[Note]

E anche questa è andata! Ne vuoi ancora? ...Intanto, continua a guardare Symphogear! E se non lo conosci ancora, inizia subito!

Ringrazio chi ha letto sinora il mio primo lavoro, e chi continuerà a leggermi e a seguirmi in questo piccolo progetto. Come sempre, scrivetemi nelle recensioni se ci sono errori o se avete suggerimenti di qualsiasi tipo!

Personalmente, spero che nel nuovo "progetto animato" di Symphogear Chris trovi finalmente qualcuno con cui stare, di qualsiasi genere od orientamento, senza più bisogno di fare la terza (in)comoda in altre relazioni o senza dover essere aromantica/asessuale/single a vita per non rovinare il sogno di tanti fan. Intanto però... Sono d'accordo con Ardania22, che ringrazio ancora per la storia e per il permesso di averla tradotta: non importa se single, impegnati, sposati, etero, gay, bi, pan, ace, aro, o qualsiasi cosa nel mezzo, tutti ci meritiamo un po’ di amore. Anche se certi colletti bianchi si sentono in dovere di intervenire per specificare che tutto quello che vediamo va "lasciato all'interpretazione". E anche se di recente, come Chris, eri seduto a un tavolo con due o più coppiette. Ed eri l'unico single. Come è successo anche a me :,)

   
 
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