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Autore: Anchestral    05/10/2023    3 recensioni
Lu Guang non commetteva errori, valutava sempre tutte le possibilità che gli si paravano davanti in modo razionale, era ciò che doveva fare per permettere ad entrambi di poter sopravvivere, per poter permettere che i loro viaggi temporali andassero al meglio, ma il lasciarsi trascinare nella follia da buon samaritano di Cheng Xiaoshi era stato il primo grande errore di una lunga catena.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Cheng Xiaoshi, Lu Guang
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
- Questa storia fa parte della serie 'Il Problema Duale'
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Previsione

 

Lu Guang era sempre stato sicuro di aver fatto le scelte giuste nella sua vita. Andare via dalla sua famiglia per studiare in città era stata una scelta giusta, aver permesso a Cheng Xiaoshi di avvicinarsi a lui e diventare suo amico lo era stato, e anche aprire lo Studio Fotografico Shiguang insieme e pagarne il debito. 

Tra le sue scelte giuste avrebbe incluso anche il viaggiare nel tempo per i loro clienti e guadagnare qualche soldo in più. Era semplice, veloce: lui osservava, Cheng Xiaoshi si immergeva e portavano a termine il loro lavoro. Era gratificante riuscire ad aiutare quelle persone, così come lo era vedere Cheng Xiaoshi tornare nel presente, col sorriso stampato in faccia, correre verso di lui ad abbracciarlo per il loro ennesimo successo.

Solo una era la regola: non dovevano invischiarsi troppo nel passato e negli affari delle altre persone; ma mentre il loro negozio continuava a prosperare, diventava altrettanto difficile cercare di non farsi trascinare nelle vicende dei loro clienti. La sua stessa regola diventava sempre più leggera nella sua mente, più simile a una vaga intenzione appollaiata tra i pensieri, che a un vero monito. Dire di no a Cheng Xiaoshi, quando insisteva sul fare la cosa giusta, era sempre più difficile: mettendo sul piatto della bilancia la sua volontà di tenere fede a quelle parole e la loro stabilità economica, felicità e soprattutto soddisfare la volontà di Cheng Xiaoshi di aiutare gli altri, si era accorto di non essere mai stato in grado di resistere.

 

La porta del negozio si spalancò con violenza nel cuore della notte, infrangendosi contro il muro. La voce registrata non fece nemmeno in tempo ad accogliere l’intruso che Lu Guang se ne accorse e scattò sull'attenti, spalancando gli occhi scuri.

«Che succede, Guang?» chiese Cheng Xiaoshi, dall'altro lato della fotografia, percependo il suo nervosismo.

«Abbiamo visite…»

Cheng Xiaoshi tornò nel presente comparendo di fianco a lui, sul letto. Entrambi si alzarono prima che nella loro stanza irrompessero due uomini.

In quel momento, la prima cosa che Lu Guang realizzò fu che avere dei poteri paranormali e aiutare così tante persone inevitabilmente aveva portato la voce ad espandersi a macchia d’olio. A quanto pareva, l’aver chiesto a Qiao Ling di nascondere le loro identità e cosa facessero davvero non era stato abbastanza. Un errore di calcolo e di giudizio che Lu Guang avrebbe dovuto prevedere meglio — era quello il suo compito — ma, di fronte a due uomini con il volto completamente coperto e armati di coltelli, non aveva più la stessa urgenza. 

Cheng Xiaoshi imprecò, avvicinandosi di più a lui, pronto a guardargli le spalle. Gli attacchi contro di loro erano veloci e precisi ma erano abituati a combattere insieme, schiena contro schiena. Vide con la coda dell’occhio, mentre deviava un fendente e si teneva a distanza dalla lama, che Cheng Xiaoshi riuscì a spazzare il piede di uno dei due aggressori, facendolo cadere a terra. Lu Guang scappò via dal coltello diretto verso di lui, placcò a terra l’uomo indifeso e lo disarmò, per poi tentare di strangolarlo con una presa. Continuò a stringere più forte possibile tra le proteste dell’uomo, che annaspava nella giuntura del suo gomito, dimenandosi. Col palmo aperto e pesante, gli colpì l’orecchio, tentando di liberarsi, ma fu inutile. La percossa lo stordì, l’orecchio iniziò a fischiare e la testa a girare, ma Lu Guang chiuse gli occhi per mantenere la stretta salda. Ne andava della loro vita. Il corpo tra le sue braccia si rilassò e iniziò a pesare, cadendo verso il pavimento. Lu Guang lo lasciò andare, tirò un respiro di sollievo.

 

Uno sparo irruppe nella stanza.

 

Lu Guang spalancò di nuovo gli occhi, il sangue gli si gelò nelle vene. Il cuore era in gola. I pensieri divennero caotici nella sua testa, troppo veloci per essere fermati, troppo veloci per essere anche solo pensati ed elaborati. Cheng Xiaoshi era davanti a lui, cadde a terra ai suoi piedi, al centro della loro stanza, di fianco al loro letto, con un buco nel petto e il sangue che scorreva via.

I respiri gli si bloccarono pesanti nella gola, incapaci di uscire, quando il dubbio maggiore lo raggiunse: si era lanciato di fronte al proiettile per proteggerlo?

 

Non riusciva a ricordare esattamente cosa fosse accaduto subito dopo, ma la furia cieca e la disperazione che gli avevano offuscato la mente, ringhiando selvagge, le ricordava. Ricordava anche che, quando riprese le redini dei suoi sensi, aveva le nocche spaccate, completamente imbrattate di sangue, l’altro intruso era a terra con metà volto massacrato e la pistola era volata via chissà dove. Lu Guang si trascinò dolorante sul pavimento, verso Cheng Xiaoshi. Lo prese tra le braccia. Il rosso del sangue continuava a riversarsi dappertutto: sul pavimento, sulle sue mani, sulla maglietta gialla di Cheng Xiaoshi. Era così intenso, così vivo in contrasto con il suo volto, sempre più pallido. Il suo corpo emanava un tiepido calore; sfumava via troppo velocemente, insieme alla vita dai suoi occhi.

«Guang» riuscì a dire a malapena tra i respiri faticosi.

«Xiaoshi… non ti sforzare…»

Lo strinse più vicino a sé mentre le lacrime scendevano pesanti dai suoi occhi, scavandogli le guance.

«Dove sei? Non lasciarmi solo…»

 

Non era così che doveva finire.

 

Lu Guang non commetteva errori, valutava sempre tutte le possibilità che gli si paravano davanti in modo razionale, era ciò che doveva fare per permettere ad entrambi di poter sopravvivere, per poter permettere che i loro viaggi temporali andassero al meglio, ma il lasciarsi trascinare nella follia da buon samaritano di Cheng Xiaoshi era stato il primo grande errore di una lunga catena. Il 12 settembre 2020 fu il giorno in cui quella consapevolezza lo colpì come un cazzotto dritto al centro del petto, lasciandolo a terra a boccheggiare senza aria, dolorante. 

Fu il giorno in cui Cheng Xiaoshi morì.

 

Il 13 settembre 2020, alle 00:05, solo poche ore dopo l'incidente, Lu Guang si immerse nel passato.



 

[II. Maggio 2016]

Ricominciare da capo non era mai semplice, tuffarsi verso i nuovi inizi e l’ignoto era spaventoso. Ma tornare indietro nel passato di quattro anni conoscendo tutto ciò era già successo e che sarebbe successo, era ancora peggio. Quella vita lo aveva condotto verso un finale di cui era completamente terrorizzato. Tutto era come ricordava e allo stesso tempo sembrava così estraneo, come se stesse solo osservando passivamente attraverso la foto da cui si era affacciato, e ostile, pronto a tradirlo alla prima occasione. Cheng Xiaoshi gli aveva passato il suo potere quando era morto tra le sue braccia; Lu Guang lo aveva percepito e non aveva esitato nemmeno per un secondo ad usarlo. Le conseguenze le poteva immaginare, eppure aveva battuto le mani. Per puro caso, scoprì anche che non poteva tornare più al suo presente, ma era rimasto bloccato lì, a rivivere tutto un’altra volta. Era una sola possibilità quella che gli era stata concessa e non l’avrebbe sprecata.

 

Cosa avrebbe dovuto cambiare? Quale era stato il momento cruciale in cui tutto aveva iniziato a precipitare?

 

Si incamminò verso il retro della nuova scuola, soppesando attentamente quei pensieri. Arrivò vicino alla linea del campetto, la palla da basket rimbalzò, rotolando e colpendo piano il suo piede. Si abbassò e la prese tra le mani.

«Hey, tu!»

Il suo cuore saltò un battito sentendo quella voce, ne perse un altro quando alzò lo sguardo e si ritrovò davanti Cheng Xiaoshi, sorridente e sudato. Vivo. Lu Guang gli passò la palla.

«Grazie… Tu sei il nuovo arrivato?»

«Sì. Lu Guang.»

«Beh, Lu Guang, ci serve un altro giocatore. Ti unisci a noi?»

Esattamente come la prima volta. Abbassò lo sguardo, in difficoltà: 

«Non mi conosci nemmeno. Vuoi affidare la tua vittoria a me?»

Ogni parola che sentiva o pronunciava non faceva che squarciare ancora di più l’abisso di dolore nel suo cuore.

«Chiamalo sesto senso, ma sento di potermi fidare di te.»

Gli lanciò di nuovo la palla.

Lu Guang tornò a guardarlo, carico di speranza. Sapeva di essere un illuso: Cheng Xiaoshi non sapeva più chi fosse, non c’era modo che ricordasse, eppure decise di lasciarsi annegare in quell’illusione.



 

[II. 24 ottobre 2018]

Compiere diciotto anni era un evento importante per ogni ragazzo. Compierli per la seconda volta, invece, era un’esperienza completamente unica, ma anche estremamente malinconica, avrebbe sostenuto Lu Guang. I bicchieri erano disposti in fila sul tavolo, la stanza si era svuotata del chiacchiericcio dei loro amici, lasciandoli soli. Prese il pacchetto rosso tra le mani e, sotto lo sguardo emozionato di Cheng Xiaoshi, lo iniziò a scartare.

 

Ciondoli per il telefono.

 

Rimosse completamente la carta dal pacchetto. Due pupazzetti a forma di cane e gatto sedevano sul fondo della scatola. Lu Guang rise appena, amaramente.

«È proprio da te…»

Lo sguardo di Cheng Xiaoshi si illuminò: «Ci assomigliano, ti ho pensato subito!»

Lu Guang si mosse sul divano, avvicinandosi, prese il ciodolino a forma di cane e glielo appoggiò piano sulla mano.
 

A quel punto, durante il suo primo diciottesimo compleanno, Lu Guang si era avvicinato ancora di più. Il loro primo bacio ebbe il sapore di cheesecake alle fragole, poteva ancora assaporarlo, simile a un fantasma, sulle sue labbra. Le dita sicure di Cheng Xiaoshi prima avevano accarezzato le sue guance bollenti e poi i suoi capelli, i ciuffi scuri gli avevano solleticato la fronte e i loro respiri si erano mescolati, provocando brividi su tutta la sua schiena.

 

Lu Guang, però, si allontanò a malincuore, appoggiandosi di nuovo bracciolo. Il suo sguardo si perse nel vuoto, rivivendo nella sua mente quel ricordo, ancora e ancora; quello che una volta era stata la realtà e non lo sarebbe stata mai più. Nemmeno guardare la fotografia sarebbe servito a qualcosa, non avrebbe visto più nulla all’interno, quel passato era già stato sovrascritto. Forse, se Xiaoshi non gli avesse voluto così tanto bene, non si sarebbe gettato contro un proiettile bollente per lui.

«Alcune volte vorrei sapere cosa ti passa per la testa… pensi troppo, non dormi nemmeno.»

 

Era il prezzo della previsione; di conoscere già tutto e tentare di cambiare ogni cosa.

 

«Qualcuno di noi due dovrà pur farlo, se vogliamo mettere su questo negozio.» 

«Lu Guang! Sei così cattivo!» mise il broncio e Lu Guang sospirò a quella reazione esagerata. Le cose stavano già cambiando, ognuna di quelle parole era falsa. Non erano la sua realtà.

Una stilettata al petto farebbe meno male — pensò, tornando a fissare il vuoto. 

«Scommettiamo che riesco a farti smettere di pensare?»

Il divano cigolò, Cheng Xiaoshi mosse il braccio dietro le sue spalle. Lu Guang sgranò gli occhi e avvertì le sue guance andare a fuoco, come la prima volta, quando l'altra mano gli sfiorò una guancia e il respiro caldo di Cheng Xiaoshi si avvicinò troppo alle sue labbra. Il loro secondo primo bacio, invece, sapeva di lampone e di una gentilezza che a Lu Guang non apparteneva affatto. Era solamente di Cheng Xiaoshi.
Durò solo qualche secondo. Una pressione delicata e veloce, che però lo lasciò privo d’aria.

«Lo sapevo… sei carino quando arrossisci, Guang~» soffiò piano sulle sue labbra, portando solo la situazione a un peggioramento. Lu Guang si girò dall’altro lato, avvampando.

«Stai zitto.»

 

Forse alcune cose erano destinate a non cambiare mai, forse erano fatte per rimanere uguali in ogni linea temporale. Lu Guang non si era mai sentito così tanto sollevato e sopraffatto allo stesso tempo. Non avrebbe saputo dire se quel bacio fosse stato un altro errore che aveva commesso. Anche se lo fosse stato, era contento di aver sbagliato. Gli era mancato da morire, non ce l’avrebbe mai fatta vivendo solo di ricordi.

«Dovremmo fare un viaggio dopo il diploma…» disse Cheng Xiaoshi in un sospiro, rilassandosi sul divano, schiacciandosi su di lui.

 

Giusto, c’era ancora il viaggio.



 

[II. Luglio 2019]

Le rotelle dei trolley strusciavano sul marciapiede, facendo rumore sulla pavimentazione. Lu Guang camminava veloce, erano quasi arrivati allo Studio Fotografico Shiguang.

«Con questi poteri—» iniziò per l’ennesima volta Cheng Xiaoshi, entusiasta.

«Abbassa la voce» ribatté stizzito Lu Guang.

«Con questi poteri possiamo aiutare un sacco di persone, possiamo migliorare i nostri affari! Guaaang, ma ci pensi o no?»

«Non funziona così…»

Quante volte ne avevano discusso da quando, durante il viaggio, si erano accorti di non essere persone normali. Da quando lo aveva appena scoperto, Cheng Xiaoshi non riusciva a chiudere più il becco. Pressava e pressava sui viaggi temporali, continuando ad esporgli la sua grande idea.

 

Lu Guang, invece, ne era solo esasperato; voleva evitare quel discorso a tutti i costi, aveva vissuto ciò che significava giocare troppo con i fili del tempo. Ogni giorno che passava era una scommessa, era lui stesso il primo che stava tessendo, tagliando e cucendo ciò che non avrebbe mai dovuto toccare. Si chiese se un giorno gli sarebbe arrivato il conto di tutto ciò, se stava rischiando troppo.

 

«Non mi stai mai a sentire…» sbuffò triste Cheng Xiaoshi, infilando la chiave nella toppa e aprendo il portone. Abbandonò la valigia nell’ingresso e si diresse verso le scale, lasciandolo indietro. Lu Guang sospirò, poggiò il cappellino e gli occhiali da sole sulla consolle di legno verde all’ingresso, guardando il punto in cui Cheng Xiaoshi era sparito.

Lo stava facendo per lui, si ripeté. 

Se essere il cattivo della situazione poteva salvarlo, lo avrebbe fatto altre mille volte.

 

Lo raggiunse al piano di sopra e poi nella loro stanza solo dopo qualche ora, quando capì che non avesse minimamente intenzione di tornare da lui. Cheng Xiaoshi era seduto alla scrivania, circondato da una baraonda di scatole aperte e cianfrusaglie riverse sul pavimento. Osservò meglio: c’era anche una pila di fotografie. Il cuore stava per scoppiargli dall’ansia. Cheng Xiaoshi stava per battere le mani.

«Fermo! Cosa fai!» urlò. Gli bloccò entrambi i polsi con le mani, impedendogli di batterle e guardandolo severo. Cheng Xiaoshi rimase in silenzio, colpevole, e fuggì dai suoi occhi. Aveva un’espressione ferita sul volto.

«Sei già andato?»

«Ti stavo aspettando… non voglio entrare da solo.»

Cheng Xiaoshi era impulsivo, ma quella situazione era anche più grande anche della sua sconsideratezza.

«Vuoi davvero farlo?» gli chiese Lu Guang.

Non voleva, però…

Il suo sguardo si rasserenò, illuminandosi appena, e gli porse una delle foto: ritraeva Cheng Xiaoshi da piccolo, mano nella mano con la madre e il padre. La ispezionò, i suoi occhi divennero azzurri. Le immagini si riprodussero velocemente come una videocassetta, tutte le informazioni si riversarono nel suo cervello.

 

Come poteva impedirgli di tornare lì? Aveva davvero il diritto di impedirgli di fare ciò che stava facendo anche lui? Si sentì addosso tutto il peso del mondo.

 

Lu Guang non era mai stato nemmeno un bugiardo, non era mai stato in grado di mentire a Cheng Xiaoshi. Per quello non aveva mai parlato della sua verità, eppure, decise di diventarlo per lui. Dalle sue labbra iniziarono a colare parole dorate, simili a una profezia, e Cheng Xiaoshi era lì ad ascoltarlo, fermo e in silenzio.

 

«Dobbiamo rispettare tre regole: uno, abbiamo dodici ore di tempo.»

Lu Guang poteva prevedere solo quello.

 

«Due, ascolta le mie istruzioni e non cambiare nulla».

Lu Guang doveva controllare che nulla sfuggisse al suo controllo.

 

«Tre, lascia al passato ciò che è passato e non fare domande sul futuro.»

La bugia.

 

Non si era mai sentito così in colpa, non si era mai sentito così schifato da se stesso. Si ripeté che stava facendo tutto ciò solo per Cheng Xiaoshi e sperò che non l’avrebbe mai scoperto.



 

[II. 12 Settembre 2020]

Non sarebbe dovuta finire così, quella volta.

 

Non con un coltello puntato alla gola di Lu Guang e una mano a coprirgli la bocca.

Ancora una volta erano stati sorpresi nel cuore della notte, nel loro negozio. Era stato inutile sapere già cosa sarebbe successo. Non erano entrati dalla porta principale, ma avevano spaccato la finestra. Tutto era già cambiato.

«Lascialo andare» disse Cheng Xiaoshi con le mani in alto e lo sguardo serio, di fronte a lui, tentando di convincere l’uomo che lo teneva in ostaggio. Si avvicinava piano, cercando di colmare la loro distanza, anche solo di qualche centimetro.

«Se non stai fermo, lo ammazzo!» sbraitò l’uomo. Indietreggiò e lo trascinò con lui. 

«Chi è quello che viaggia nel tempo?»

Lu Guang si raggelò sul posto; quindi erano andati davvero per quel motivo. Li avevano trovati anche se era stato attento.

Cheng Xiaoshi rimase in silenzio con l’espressione preoccupatissima dipinta sul volto.

«Rispondi o lo uccido!» urlò ancora, premendo di più la punta della lama fredda. Una goccia di sangue rovente colò sul suo collo.

Lu Guang avrebbe voluto rispondere che era lui, avrebbe preferito sacrificarsi che perderlo di nuovo. Tentò di muovere la testa, mimando un no a Cheng Xiaoshi, ma fu inutile.

«Sono io — ammise — Adesso lascialo andare…»

Dietro Cheng Xiaoshi comparve un’altra figura. Si avvicinava spaventosamente veloce. Aveva un altro coltello in mano. Lu Guang tentò di dimenarsi, di liberarsi o solo di urlare per avvisarlo, ma il coltello era ancora serrato sul suo collo e la presa sulla sua bocca ancora più salda.

 

Il coltello invisibile tagliò da un lato all’altro la gola di Cheng Xiaoshi.

 

Il sangue rossissimo zampillò dalla ferita, dissolvendosi nell’aria e poi cadendo pesante per terra, contaminando tutto intorno a lui. Cheng Xiaoshi emise un rumore gutturale, strozzato. Portò le mani alla gola, si riempirono di sangue. Guardò Lu Guang un’ultima volta, con occhi stravolti dalla sofferenza, e cadde a terra con un rumore terribile.

 

NONONONONONONONONONONO

 

Lacrime bollenti sgorgarono da sole dagli occhi di Lu Guang mentre urlava la sua disperazione in grida soffocate dalla mano che ancora lo teneva bloccato. Cercò di liberarsi ancora, con ancora più forza convulsa.

L’uomo gli disse qualcosa all’orecchio che non capì. Una sferzata arrivò anche per lui, colpendolo al fianco. Il coltello scavava con dolore lancinante, ma gli sembrava un niente in confronto a tutto ciò che stava succedendo. Venne spinto via e i due uomini li abbandonarono lì, sul pavimento freddo.

 

Nel buio della notte fredda e nel silenzio spezzato dalle lancette dell’orologio che correvano troppo velocemente, Lu Guang avvertiva solo le sue orecchie fischiare, la vista sbiadirsi e ancora, ancora, i lamenti strozzati di Cheng Xiaoshi. Sembravano delle parole, ma si disperdevano anch'esse col sangue che risaliva dalla sua trachea e si riversava a terra. 

Quella violenza, quella scena lo avrebbero perseguitato anche nella morte. Perché era colpa sua che era tornato indietro e aveva cambiato tutto, condannandoli a quel finale ancora peggiore.

Si trascinò di nuovo sul pavimento, lasciando dietro di lui tracce di sangue luccicante, illuminate dalla luna piena. Riuscì a fatica ad avvicinarsi a Cheng Xiaoshi. Allungò la mano e strinse la sua più forte che poteva. Il loro sangue sul suo palmo si mescolò.

 

Una piccola fiaccola vitale, debole e tremolante, si accese al centro del petto. La mano che stava stringendo smise di pulsare contro le sue dita.

 

«Xiaoshi, non ti lascerò morire… fosse l’ultima cosa che faccio.»

Cercò nella tasca una delle foto che portava sempre con sé, la osservò ma non vedeva quasi più nulla. Provò ad ispezionarla. Gli occhi rimanevano aperti a fatica, il potere andava e veniva. Le informazioni giungevano al suo cervello in modo frammentato riversandosi veloci e confusionarie, facendolo andare in sovraccarico di informazioni.

Non poteva permettersi di morire lì anche lui. Senza più pensarci, lasciò la mano di Cheng Xiaoshi e batté le sue. 

Si immerse.



 

[III. 24 Ottobre 2018]

Il silenzio ancora sfiorava le sue orecchie ma non era soverchiante come pochi istanti prima. Era rassicurante, lo accarezzava, non lo prendeva a pugni, non lo sfidava o insultava. Non era più su un freddo pavimento gelido, ma seduto su qualcosa di morbido. Anche se ogni punto del suo corpo continuava a lacerarsi e fargli male.

Si guardò le mani. Le vide completamente sporche di sangue, che colava dalle dita. Un’impressione che durò soltanto per qualche istante, perché erano sempre state pulite, in realtà. Sentiva ancora lo spettro rosso e quello delle sue lacrime pesanti sulle sue guance e sul suo mento. La sua faccia, però, era asciutta.

 

«Scommettiamo che riesco a farti smettere di pensare?»

 

Il suo cuore minacciò di fermarsi lì in quell’istante, ci sarebbe morto davvero. Si girò e Cheng Xiaoshi lo baciò. Il loro terzo primo bacio sapeva di arancia, scoprì Lu Guang, e di disperazione. Ma solo sua. Afferrò il colletto della felpa di Xiaoshi e baciò con forza e voracia le sue labbra, imprimendo il sapore, l’odore, la forma, la loro morbidezza nella sua mente e sulla sua pelle, per non dimenticarle mai. Cheng Xiaoshi manteneva a fatica il suo ritmo, abbandonandosi a quelle sensazioni.

Si sentiva così pieno, vivo e allo stesso tempo vuoto. Come poteva una sensazione così forte apparire allo stesso tempo così effimera. Era lì, l’aveva presa eppure sentiva non fosse sua. Cosa era vero e cosa non lo era? Lu Guang si allontanò, rimanendo fermo e in silenzio, il panico serpeggiava segretamente nel suo petto risalendo fino alla sua mente.

«Lu Guang, stai bene? Hai bevuto troppo?» gli appoggiò un braccio sulla schiena e Lu Guang si immerse nelle sue braccia, nascondendosi contro il suo collo.

 

Perché, anche se sentiva il calore del corpo, le mani che lo accarezzavano e le labbra che lo baciavano, gli sembrava che fosse bloccato in un ricordo?

 

Nessuno parlò della vacanza.



 

[III. 12 settembre 2019]

Per tutto l’anno, Cheng Xiaoshi si era mostrato più gentile e attento del solito nei suoi riguardi. Lu Guang aveva capito che fosse preoccupato per lui: notava quando non dormiva e lo sgridava, costringendolo ad andare a letto; notava le sue emicranie misteriose, quando in realtà Lu Guang non faceva altro che scrutare, di nascosto, tutte le foto che trovava, per ricavare nuovi indizi; lo faceva preoccupare da morire quando, per sbaglio, dalla sua bocca scappavano ricordi di vite passate e che aveva distrutto.

 

Fu terribile quella volta. 

 

Le sirene della polizia e dell’ambulanza si propagavano assordanti per tutta la strada, urlando e piangendo insieme a lui. Non erano partiti e Cheng Xiaoshi non aveva mai ottenuto il suo potere. Quella fu la grande paura che paralizzò la sua mente e il suo corpo, quando lo vide mentre lo portavano via in ospedale: non avrebbe più potuto immergersi.
Non serviva a niente la sua previsione, non serviva a niente aver già vissuto tutto.

Si maledì per avere un potere così inutile. 

Aveva cambiato tutto. Aveva cambiato troppo.

Era colpa sua se adesso era morto per sempre. Quel dolore lo aveva provato già due volte ma era sempre diverso, sempre più profondo e contorto. Sapeva che non sarebbe mai stato in grado di abituarsi.
La prima volta lo accecò, la seconda lo spezzò e adesso aveva divorato tutto dentro di lui, non lasciando più nulla se non un’ombra di cui riusciva a malapena riconoscere la sagoma.

 

Lu Guang scoprì amaramente che il giorno della morte di Cheng Xiaoshi non era semplicemente legato al 12 settembre dell’anno 2020; era morto prima rispetto alle due volte precedenti, sempre nello stesso giorno. 

Stringendogli la mano al capezzale, tra le lacrime salate e l’odio per se stesso, quando esalò l’ultimo respiro, scoprì anche che Cheng Xiaoshi non aveva ottenuto il suo potere durante il viaggio, ma già lo possedeva. 

Quando si accese dentro di lui, Lu Guang si bloccò, incapace di capire davvero la situazione.

 

Non era finita, non ancora.

Cosa continuava a rovinare ogni volta? 

Cosa doveva tenere e cosa doveva cambiare? 

Erano troppe le informazioni nella sua mente, troppe le possibilità.
 


 

Si immerse.




































 

[?. Maggio 2016]

Lu Guang attraversò il cortile esterno, arrivò sul retro della scuola. Si affacciò verso il campo da basket, non si mosse dal suo nascondiglio, dietro il muro. Stava giocando.

Che fosse lui stesso la maledizione da rimuovere nella vita di Cheng Xiaoshi? Se fossero stati i suoi salti e modifiche a continuare a corrompere la sua vita?

Forse senza di lui, Cheng Xiaoshi avrebbe potuto vivere, ma si poteva dire lo stesso di Lu Guang? Non credeva ce l’avrebbe fatta a sopravvivere senza di lui, sapendo tutto quello che erano stati in ogni vita e che in quella non avrebbe mai conosciuto tutto ciò; sopravvivere con la coscienza sporca di tutto il sangue che aveva fatto scorrere inutilmente, di tutta la sofferenza che gli aveva inflitto.

Cheng Xiaoshi avrebbe sentito la sua mancanza, avrebbe sentito che il posto al suo fianco era stranamente vuoto? 

 

—Sperava di sì, che la sua figura senza volto lo tormentasse, come il suo spettro tormentava lui. Che potesse essere importante, quanto Cheng Xiaoshi lo era per lui—

 

Lu Guang non era nemmeno un codardo. Era andato indietro nel tempo sopportando ogni volta le pugnalate dritte al cuore quando Cheng Xiaoshi non lo riconosceva, i loro primi baci, le morti. Migliaia e migliaia di ricordi. In quel momento però si sentì tale; l’idea che fosse lui stesso l’errore nell’esistenza di Cheng Xiaoshi era un qualcosa che non poteva accettare in nessun modo.

Le gambe gli tremavano. 

Ricominciare lo terrorizzava, come mai lo aveva fatto. Aveva paura di avvicinarsi di nuovo a lui.
Se fosse morto di nuovo? 

Sarebbe stata una prova della sua teoria?

Tirò un pugno duro alla coscia. 

Si fece coraggio e camminò verso il campetto con una pesante promessa nel cuore: lo avrebbe liberato della sua presenza, se anche quella volta avesse fallito.



 

[?. 24 Ottobre 2018]

Lu Guang si appoggiò al bracciolo del divano e aspettò, supplicando ogni cosa. Se quella fosse stata la loro ultima volta insieme, se avesse dovuto davvero dirgli addio per sempre, pregò che fosse benedetto.

Uno, due…
I secondi passavano, mentre scrutava il volto indeciso di Cheng Xiaoshi. Sembrava stesse contemplando chissà cosa, mentre lo fissava intensamente.

Dieci… venti...
Spostò il volto, non riuscendo più a sostenere lo sguardo.

Il suo ultimo primo bacio aveva il sapore del nulla, perché non arrivò mai. Solo l’alcool aveva accarezzato le sue labbra quella sera. Cosa aveva fatto per meritarsi una simile punizione.

Le parole gli morivano in bocca, impastandosi nella lingua, però Lu Guang riuscì a recitare il suo copione, strappando solo quello dalle labbra di Cheng Xiaoshi: «Dovremmo fare un viaggio insieme dopo il diploma…»

 



[?. 12 Settembre 2020]

Lu Guang rimase sveglio tutta la notte, seduto alla scrivania della loro camera, con la scusa di dover studiare le foto di un caso. Aspettò le undici, poi la mezzanotte, finché l’orologio da polso non segnò le 00:05.
Era passato il 12 settembre 2020 e anche il 13. Il negozio era silenzioso, nessun vetro rotto, nessun coltello e nessuno sparo. Era la prima volta che arrivava così lontano.

«Lu Guang, è tardissimo, vai a dormire… e spegni la luce» lo rimproverò dal letto a castello Cheng Xiaoshi, assonnato. 

«Sì, sì, arrivo. Scusa.»

Si alzò, salì sul letto superiore. Rimase tutta la notte sveglio e vigile attendendo che qualcosa andasse storto. Ma il sole sorse e gli uccellini iniziarono a cinguettare.

Aveva superato il 12 settembre.

 



[?. 12 Settembre 2021]

Non voleva accettare un caso in quel giorno nefasto, ma lo fece lo stesso quando lesse le foto. Pensava sarebbe riuscito a svolgere il loro lavoro senza che Cheng Xiaoshi scoprisse la verità su quella storia. Il ragazzo tornò dall’immersione del caso del terremoto. Alzò lo sguardo disperato dal pavimento. Lu Guang gli si avvicinò. 

«Mi dispiace…»

«Perché mi hai mentito, Lu Guang?»

«Per non cambiare nulla…» 

 

Per non rovinare anche questa linea temporale.

 

Il pugno arrivò dritto, preciso e forte sulla sua guancia, quella che in tempi remoti veniva accarezzata. Lu Guang cadde sul divano, ma il colpo non gli fece male. Sapeva di meritarlo per tutto ciò che aveva combinato e continuava a combinare. Sapeva che, tra tutte le cose che Lu Guang non era mai stato ma che era diventato, c’era da aggiungere la parola ‘egoista’, perché voleva salvare Cheng Xiaoshi ad ogni costo, continuando a ferirlo. Aveva accettato quel caso perché capiva, più di qualsiasi altro, il voler colmare il dolore lasciato dai rimpianti.

Cheng Xiaoshi cadde in ginocchio, singhiozzando. Lu Guang li si avvicinò di nuovo, cercando di abbracciarlo, dandogli sostegno.

«Lu Guang — allungò il braccio verso di lui in cerca di un contatto rassicurante — che senso ha tornare indietro, se non li posso salvare? Che senso ha così?»

«Te l’ho detto, lascia stare il passato e il futuro. Non farti domande sul futuro o potrebbe cambiare a causa nostra…»

Lu Guang ripensò a tutti i suoi viaggi, al presente precario in cui erano giunti, di cui non si fidava e che stava tentando di proteggere. Pensò che in nessun modo volesse che Cheng Xiaoshi patisse quello che aveva vissuto lui. 

«…Se ci intromettiamo possiamo rendere il presente ancora peggiore.»

 

    — Mi dispiace Cheng Xiaoshi, ti dico sempre di non farlo, ma io sono il primo che non ha mai mantenuto la nostra promessa. Solo per te. — 

 

Si chiese se sarebbe stato in grado di perdonarlo.

 



[?. 22 Ottobre 2021]

«Non è possibile, un nodo cruciale non può essere modificato!» gli disse Lu Guang tramite la loro connessione mentale. Cheng Xiaoshi stava riuscendo a fare ciò in cui lui non era mai riuscito. Nel passato, allungò la mano ed Emma cercò di raggiungerlo ma, tra le lacrime, la ragazza si girò di nuovo verso il vuoto. 

Saltò.

Cheng Xiaoshi corse verso il parapetto del ponte, cercando di bloccarla o di afferrarla, ma era già precipitata. Rimase immobile, impotente.

 

«Hai detto bene… la morte non si può cambiare…» la voce di Qiao Ling tintinnò vicina a Lu Guang. 

«Cosa stai dicendo?» 

Aprì gli occhi e la vide quando infilzò il suo collo con il coltello affilato. Sputò sangue e si accasciò sul divano, privo di forze, incapace di respirare.

 

La morte non può essere modificata, ma forse era meglio affrontarla. Non avrebbe festeggiato con lui il suo ventunesimo compleanno, non sarebbero più stati insieme come era successo in tutte le loro vite, ma almeno non avrebbe visto più Cheng Xiaoshi morire tra le sue braccia.

Lu Guang aveva fatto tante scelte sbagliate. Era un bugiardo, un egoista e pure un codardo. Non sapeva più chi fosse davvero. Aveva cambiato e distrutto tempi ed esistenze, però, se Cheng Xiaoshi avesse potuto continuare a vivere in cambio della sua vita, poteva accettare ogni colpa.

Chiuse gli occhi e si lasciò andare.
 

  
Note dell'autrice:

'Il tempo è un concetto ipocrita e relativo' cit. Lu Guang in qualche punto della serie. No, non rimpiango nulla, ma ammetto di essere stata sul punto di scoppiare a piangere mentre scrivevo questa storia. Il Link Click effect. Sia lodato l'ultimo episodio della s2 perché sto banchettando da 2 settimane con questo angst pazzesco. 
Piccole spigazioni di routine:
- la scena di [?. 12 Settembre 2021] è presa dall'episodio s1ep5, il caso di Chen Xiao, e l'ultima frase di quel frammento è dell'episodio s2ep12.
- ci sono un po' troppi hc in questa fanfiction, ad esempio Lu Guang nato nel 2000, potrei aver sbagliato qualche altro anno canonico, anche se ho fatto le mie ricerche (fare il rewatch in italiano). La wiki è stata davvero inutile, non c'è scritta UNA data ed è gravissimo per una serie in cui il tempo è così importante.
- Ho cercato di fare del mio meglio ma Lu Guang potrebbe essere un pelino ooc, ma we don't care, tanto è il più misterioso dei misteriosi.
- La canzone https://youtu.be/UiqxNsS4BWA?feature=shared ha ispirato tutta la scrittura di questa fanfic, quindi andata a sentirla.
- Sì, è il prequel dell'altra di Link Click. Sì, si sono salvati a vicenda, lasciatemi sognare.
- Avevo usato una formattazione bellissima sul mio google doc ma non funziona dall'editor di efp. Se capisco come implementarla, probabilmente cambierò la storia per riportarla all'originale.
Spero di donare una gioia a questi ragazzi prossimamente, sento il bisogno psicofisico di dargli un po' di comfort dopo tutto questo sfacelo che gli ho causato io stessa.
Ringrazio chi ha letto fin qui, spero vi sia piaciuta, alla prossima! <3

EDIT:
Vorrei chiedervi un favore, mi piacerebbe rendere più funzionale la sezione di Link Click, nella speranza che più autori e lettori si avvicinino a questo bellissimo fandom, per tale motivo ho aggiunto alla richiesta dei personaggi Cheng Xiaoshi e Lu Guang. Se possibile vi chiederei di votarli per farli aggiungere ufficialmente alla sezione. Non posso aggiungere gli altri perché non li ho usati come protagonisti, ci ho provato. Grazie mille per il vostro aiuto!
   
 
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