Anime & Manga > Ranma
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Autore: Tm4    07/10/2023    1 recensioni
Prima volta che scrivo ma ho letto tutto, davvero tutto. Adoro il manga e anche l'anime. Amo questi personaggi e le loro rivisitazioni. Ho sviluppato un piccolo episodio tra i protagonisti senza portarli troppo lontani da loro stessi. Buona lettura...
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: ranma/akane
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dopo l'ennesimo battibecco, l'ennesima invasione delle innumerevoli fidanzate del suo fidanzato (le s'intrecciava la lingua anche solo a pensarlo!), l'ennesimo "idiota" "scema", l'ennesima fuga in preda alla rabbia e alla frustrazione....insomma dopo l'ennesima brutta giornata era di nuovo seduta alla sua scrivania a guardare la luce ormai rossa fondersi con il cielo serale, capace solo di alternare sbuffi e sospiri...
 
- Se solo potessi sentire quello che pensi.
 
 
Sbuffi e sospiri....
 
Con un po’ di calma, giunta dopo almeno un paio d’ore di rabbia travolgente, cercava di capire come comportarsi con il suo (sempre se “suo” si poteva definire) pseudo fidanzato reclamato ai quattro venti praticamente dalla metà del quartiere. Era piuttosto evidente, anche palese se si vuole, che arrabbiarsi  insultarlo colpirlo e correre via ( non necessariamente in quest’ordine) non sortiva alcun effetto se non quello di ricevere delle scuse per quanto non finte sicuramente poco conclusive. Allora che fare? Come invertire il verso delle cose? Come cambiare la piega di quella situazione ormai ridondante?
 
Questo si chiedeva Akane mentre tenendo il mento con i palmi fissava qualcosa lontano. Nella testa le girava una frase che, come la pallina di un flipper, doveva solo toccare il punto giusto nel momento giusto per accendere il tutto…..
 
 
Intanto per le strade di Nerima girando più o meno a caso:
 
 
- Stupida che non è altro. Ogni volta se la prende con me.Ma io che diavolo c’entro? ( urlava inconsapevole commiserato da un gatto che rovistava un bidone dell’ immondizia) Quelle matte mi tormentano, m’inseguono, mi aggrediscono…e la colpa sarebbe mia ( flash…piccolissima illuminazione…video accelerato dell’episodio nella sua testa…palesarsi della sua inettitudine quando “l’assaltano”)Si ok, forse potevo evitarle e scappare…ma insomma non può essere sempre colpa mia
 
Una piccola illuminazione c’era stata è vero ma non sufficientemente duratura per convincere Ranma che forse (dico solo forse) non era poi così vittima della situazione e che forse (solo forse) un pochino sguazzava nelle lusinghe, anche se piuttosto aggressive, delle sue “fidanzate”. Bhe, certo, tutte tranne una. Lei, Akane, la soddisfazione di fare qualcosa per accaparrarsi le sue attenzioni non gliela avrebbe mai data.
 
 
Lo notte era trascorsa, magari con le mani e con i piedi ma era andata, la frenesia di fare colazione e correre a scuola aveva evitato il confronto mattutino. Anche il pranzo era passato senza vittime apparenti.
 
Il pomeriggio sembrava infinito la voce ovattata della professoressa arrivava alle orecchie sorde di Ranma concentrato sulle lancette dell’ orologio che sembravano immobili. Doveva fuggire dopo la campanella e continuare ad evitare Akane ancora un po’ ? O doveva aspettarla e scusarsi sperando che quella parolina che tanto era difficile per lui avrebbe rimesso tutto a posto? A pensarci bene, meno male che quelle lancette erano così lente!
 
 
Per Akane il suono della campanella fu come un liberi tutti. Si alzò di scatto pronta ad uscire. Doveva evitare Ranma, non aveva ancora capito come regolarsi e non era pronta alle sue scuse…ma la sua prontezza fu piuttosto inutile visto che il suo fidanzato si era già volatilizzato nel nulla (coraggioso l’uomo!).
Tornando a casa, sola e tranquilla, continuava a pensare al da farsi… e pensa e ripensa… e ripensa … eccola la pallina del flipper che finalmente va a toccare il punto giusto ( ci ha messo pure poco tutto sommato?!).
Immobile con la cartella atterra accanto ai piedi, finalmente l’errore limpido e visibile nella sua mente, pensare che la soluzione era stata sempre lì, l’aveva avuta sempre a portata di mano e non l’aveva mai afferrata. Dalla sera prima c’era questo pensiero che le girava in testa, come se non volesse lasciarla in pace, era lì che le dava un leggero fastidio ma non capiva perché. Finalmente ora era chiaro “ …se solo potessi sentire quello che pensi…” era quello il punto. Aveva sempre affrontato la questione pensando a quello che LEI si aspettava di sentire, che LEI voleva sentire, con le parole che LEI aveva deciso che dovevano essere usate. Era tutto sbagliato. Lui, Ranma, lei lo conosceva bene, non avrebbe mai detto cose del genere, non sarebbe mai stato capace di fare gesti plateali o dichiarazioni ( forse era stata come le altre fidanzate, in un certo senso almeno, non lo aveva mai obbligato a fare e dire cose ma si era comunque aspettata in una qualche misura che lui le facesse o le dicesse). Ranma aveva bisogno dei suoi tempi e dei suoi modi e se voleva davvero essere diversa, essere LA fidanzata, doveva dargli modo di esprimersi. Quindi? Doveva parlarli in “ranmanese” sperando di riuscire ad interpretare al meglio quella lingua così ostica ai più.
 
 
Tornò a casa motivata e carica. Evitò tutti (specie qualcuno), fece un bagno rigenerante, si vesti carina ma semplice, pinzò i capelli per stare più fresca e fece un profondo respiro davanti lo specchio…ok quello che vedeva poteva andare, indossò un sorriso e via. Scese al piano di sotto buso’ alla porta del fidanzato ed apri la porta ( ovviamente lui non era lì) ma non c’era nessuno. Piccolo pizzico di delusione, che durò un attimo però perché il tempo di un sospiro e la sua voce la scosse
 
 
- Mi cercavi? 
 
 
Era profonda e calda e quando Akane si voltò verso di lui le mancò un battito ( anche se avrebbe dovuto essere abituata) a vederlo in tuta e canotta bianca, asciugamano intorno al collo e capelli umidi. Certo tanti difetti per carità ma vederlo apparire così li annullava quasi tutti. Ranma, leggermente sulla difensiva, d’altronde era lei a cercarlo quindi poteva succedere di tutto, non ottenendo risposta ripeté un po’ più acido ed irreverente:
 
 
- Bhe, cercavi me o l’inutile panda?
 
 
Akane, ripreso possesso di tutte o quasi le sue facoltà e domato l’istinto di lanciarlo in orbita ( non sarebbe stato utile ai suoi scopi) riuscì a recuperare un sorriso  e un po’ incerta e balbettante:
 
 
- Ecco … si, cercavo te… insomma ero venuta a caricarti ( sguardo perplesso)… pensavo di trovarti a dormire ( e sarebbe stato meglio almeno, trovandolo stravaccato a russare, non l’avrebbe turbata tanto)… invece no! Ecco volevo dirti… sei sveglio!
 
 
- Insomma Akane sei venuta a dirmi che sono sveglio?
 
 
- No, certo che… sai che sei sveglio.
 
 
- Quindi? Che vuoi? ( sgarbato e arrogante)
 
 
- Hei!? ( tono troppo alto, voce troppo acuta, se continuava così sarebbe finita di nuovo in discussione … riprendere il controllo) Niente ( respiro profondissimo), volevo solo dirti che ti aspetto sul tetto, per dirti una cosa
 
 
- Non puoi dirmela ora? 
 
 
- No!
 
 
Akane aveva voltato le spalle ed era andata via di gran carriera. Ancora un minuto davanti al suo bellissimo quanto presuntuoso e rozzo fidanzato e sarebbe finita male, anche perché aveva finito tutto il suo autocontrollo. Certo che, tornando in camera sua per salire sul tetto ad aspettarlo, più rifletteva e più stabiliva che Ranma era davvero un bel ragazzo. Pensare che a lei era toccato coma fidanzato, le era stato assegnato tipo posto al cinema, non aveva dovuto neanche guadagnarselo ( anche se tutte le vicissitudini di quegl’anni qualcosa valevano pure). Un po’ capiva le altre che tanto scalpitavano per lui, facile per lei maltrattarlo, ce l’aveva sempre lì, sotto lo stesso tetto. Chissà se l’avrebbe mai notata in un altro cotesto? Chissà se le sarebbe piaciuta se fosse dipeso solo da lui e non dai loro genitori? Chissà se l’avrebbe difesa e protetta senza le imposizioni del loro fidanzamento? Improvvisamente quei pensieri le misero addosso un’agitazione ed un’ansia incredibili…scosse la testa, forse troppo energicamente, e salì sul tetto, non doveva distrarsi con quei pensieri e rischiare di rovinare tutto. Già era difficile non ci volevano altri ostacoli. 
 
 
Una volta sul tetto, trovata una posizione comoda, si mise in attesa di sentire i rumori tanto familiari del fidanzato che la raggiungeva ( lunga però s’attesa!)
 
 
Nel mentre Ranma, al piano di sotto se la pensava sul da farsi. Certo Akane era stata strana, e la cosa lo preoccupava parecchio, non gli erano chiare le sue intenzioni e visto quello che era successo il giorno prima non aveva tutta questa voglia di andare sul tetto e rischiare di volare di sotto ( generalmente, non si capisce come, sempre centrando il laghetto). Forse avrebbe fatto meglio a non andare. D’altro canto era scesa a cercarlo, lui l’aveva provocata e lei non aveva raccolto anzi il contrario… e poi sembrava così carina e sorridente… si era davvero carina e sorridente ( forse per lui? Non poteva crederci). Magari poteva rischiare di salire. Quanto lavoro però per una fidanzata!
 
 
Quando finalmente Ranma arrivò sul tetto Akane stava raccogliendo la coperta che aveva posizionato per non stare a contatto con le tegole
 
 
- Prima mi chiedi di raggiungerti qui e poi te ne vai?
 
 
Presa di nuovo di sorpresa, di nuovo alle spalle, di nuovo la voce calda e profonda e di nuovo voltandosi il cuore le aveva mancato un battito solo guardandolo
 
 
- Oh, sei venuto? Io non pensavo saresti venuto ormai… ecco….
 
 
- Me l’hai detto o no? ( dal ranmanese “me l’hai chiesto tu certo che sono venuto”)
 
 
- Si. Certo.
 
 
- Che fai la metti la coperta o è solo per te? (Dal ranmanese “ posso sedere vicino a te?”)
 
 
- Si, vieni l’ho portata apposta
 
 
- Ok, grazie 
 
 
Erano seduti vicini, abbastanza da sfiorarsi quasi ma non tanto da sembrare intimi. I primi cinque minuti furono di silenzio totale se si escludono gli “mmmh” e gli “eeehhh” appena pronunciati. Strana la tensione che c’era tra loro. Come se entrambi fossero già a conoscenza che qualcosa stava per cambiare. Bhe, Akane sapeva che qualcosa stava per cambiare, o quantomeno era fiduciosa che sarebbe successo visto anche e soprattutto come era riuscita a gestire fino a quel momento la situazione. Non si era arrabbiata alle prime frecciatine e non lo aveva lanciato dal tetto, le sembrava un progresso, e poi nonostante il modo acido e burbero di Ranma le era sembrato di vedere, anzi era sicura di aver visto, nei suoi occhi qualcosa, era brusco nei modi ma non nelle intenzioni.
 
Forse era il caso di darsi da fare e smetterla di temporeggiare. Prese un respiro più profondo degli altri (cosa che spinse Ranma a guardarla) e senza voltarsi verso di lui, tutto sarebbe stato più difficile, attaccò:
 
 
- Allora, devo chiederti una cosa prima di iniziare
 
 
- Chiedi! (Sbrigativo ma incoraggiante, non c’erano obbiezioni)
 
 
- Non interrompermi.
 
 
- In che senso?
 
 
- Nel senso che non devi parlare finché non ho finito (tonto). Quando avrò finito te lo dirò, di volta in volta te lo dirò, e se vorrai risponderai.
 
 
- Mi sembra complicato ma proviamo (tonto al quadrato ma di nuovo accomodante e positivo, stava andando bene)
 
 
- Ok. Faccio una premessa…
 
 
- Pure?!
 
 
- Stai interrompendo (metteva a dura prova la sua pazienza però così!!!).
 
 
- Ok, ok scusa, sto zitto fai la tua premessa.
 
 
- Appunto, faccio una premessa: le mie sorelle non ci sono, sono ai bagni pubblici, il maestro è fuori per un addestramento, i nostri genitori sono ubriachi di sotto e le tue fidanzate..
 
 
- Non sono le mie fidanzate! (Voce più alta, più nervosa)
 
 
- Ok, come vuoi…ma non interrompere…comunque loro sono impegnate nei rispettivi ristoranti che questi giorni sono pieni e la matta in body è in vacanza…
 
 
- E tutto questo cosa c’entra?
 
 
- Mmmmmhhhhhh (infastidita)
 
 
- Ok ok, scusa, sto interrompendo. La smetto continua. ( ma perché con lei era così paziente in queste situazioni? Perché l’assecondava così? Cosa aveva quella ragazzina da portare lui, Ranma Saotome , su quel tetto e farlo stare lì a scusarsi perché la interrompeva? E perché questi pensieri non gli davano fastidio ma al contrario lo confortavano?)
 
 
- Bene. Tutto questo per dire che non c’è nessuno che ci spia, nessuno che ci interrompe…insomma le solite cose. Perciò io sarò onesta e ti prego di esserlo anche tu. A modo tuo ( questa era una novità ), io non voglio sentirmi dire niente e non voglio costringerti a dire niente ma vorrei, se per te va bene, capirci qualcosa in questo marasma… ( silenzio) … non fare lo scemo dai puoi rispondere.
 
 
- Non volevo interrompere. ( meraviglioso sorriso sgembo)
 
 
- Cretino ( muso)
 
 
- Dai non ti arrabbiare, scherzavo. Ok ho capito. A modo mio, capirci qualcosa.Ricevuto, vai avanti.
 
 
- Ok. Ora viene la parte difficile…
 
 
Le aveva toccato il braccio con mano delicata ma ferma, lo sguardo era determinato ma dolce, il viso rilassato ma volitivo, tutti i muscoli tesi ma non sulla difensiva. Aveva tuffato i suoi occhi in quelli di lei e non le aveva permesso di evitarli
 
 
- Non è difficile… sono io Akane, niente può essere difficile. Ti ascolto. ( come aveva fatto a parlare così? Bho!!!)
 
 
- Si… ecco… ( di nuovo respiro più profondo, forza e coraggio adesso o mai più)… diciamo che il nostro fidanzamento non è dipeso da noi ( noto a tutti!) e diciamo che non eravamo affatto d’accordo, che era un problema, e non ne abbiamo mai fatto mistero ( noto a tutti!) e diciamo che nel tempo, un po’ inevitabilmente ci siamo affezionati, un po’ tutti…ti trovi fino a qui?
 
 
- Mi trovo ( il cuore batteva un po’ più veloce)
 
 
- Ok, ti trovi, bene! (iperventilazione) Ora diciamo, ad esempio, che per me…diciamo che la storia del fidanzamento…insomma non è più tanto un problema ( noto a tutti tranne due!!!)… diciamo che va bene… ( silenzio. Lei non aveva chiesto conferma e lui non aveva la minima intenzione di aprire bocca)… assodato che per me le cose possono andare, insomma… vorrei solo capire…sai non è tanto facile capire cosa pensi…capire se per te, come per me, insomma va bene oppure…cioè continua ad essere un …si un problema insomma. So che non ti piace dire certe cose, e non so neanche se vorresti dirle…si insomma in questo momento e a me…( era un discorso un po’ sconclusionato ma tutto sommato si poteva capirci qualcosa) …oppure vorresti dirlo a qualcun’altra delle tue fidanz…. ( sguardaccio)… a qualcun’altra…o piuttosto non dirlo a nessuna. Se io potessi capire cosa davvero pensi… e senti… ecco potrei comportarmi di conseguenza… senza che per forza devi dire grandi cose… sarebbe utile … 
 
 
- Per il marasma giusto? (aveva parlato un po’ in automatico. Con tutta la fatica che stava facendo la sua Akane aveva voluto aiutarla)
 
 
- Si, per quello, esatto (ora tutta la concentrazione era 
sull’interessantissima punta dei suoi piedi)
 
 
Dopo tutto quel complicato ed articolato discorso fatto con il viso arrossato la voce un po’ incerta le mani tremolanti e tutto il corpo che fremeva per l’agitazione non poteva non ammirarla. Quanto coraggio e forza di volontà ci era voluta per parlare con lui in quel modo sapendo che avrebbe in qualsiasi momento potuto apostrofarla con una delle sue battutine sarcastiche, stupide e assolutamente non veritiere. No, la sua Akane era migliore di lui su tutta la linea. Era lui ad essere fortunato. Ma nonostante la consapevolezza sapeva di non essere in grado di fare come lei ( anche se non si era propriamente dichiarata, ma un po’ si era avvicinata). Già, la “sua Akane”! In pochi minuti, e senza minaccia da parte di nessuno a lei o alla sua virilità, l’aveva pensata già due volte in quel modo. La sensazione di inizio serata, eccola lì che si ripresentava, e non era affatto male. Qualcosa stava cambiando. Come doveva rispondere? Cosa? Ecco….
 
 
- Mmmhhhh … ( ora toccava a lui il respiro profondo) … si insomma… in questo momento…e a te.
 
 
Era stato appena un sussurro ma sufficiente per lei. Poi si era alzato sfiorandola leggermente, inebriandosi del suo profumo ed era andato via lentamente con le mani in tasca senza guardala. Non servivano sguardi, non serviva altro. Era lei.
 
 
 
Spero vi sia piaciuta. Non volevo portare i protagonisti troppo lontani dalla loro zona di confort ma volevo comunque spingerli un pochino avanti. I pensieri tra parentesi sono un po' di Akane un po' di Ranma un po' miei o forse di chi legge...come volete. Le descrizioni non sono troppo dettagliate volutamente per permettere a chi legge di immaginare come più gli piace. Grazie!
   
 
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